martedì 31 gennaio 2012

SUD: DEPORTAZIONE INFINITA di Gianni Lannes


Partigiani catturati.
di Gianni Lannes

I lager non sono un’invenzione dei nazisti: già 150 anni fa i Savoia, hanno massacrato in Piemonte e Lombardia migliaia di soldati borbonici, rei di non essersi sottomessi al loro dominio. 
Vi dice qualcosa Fenestrelle? 
In seguito, i savoiardi pensarono di estendere il trattamento all’intero Mezzogiorno recalcitrante. Comunque “i meridionali dovrebbero essere deportati in un luogo disabitato e lontano migliaia di chilometri dall’Italia. In Patagonia, per esempio”. Non si tratta dell’ultima provocazione leghista delle rozze sanguisughe razziste Bossi e Borghezio. E’ una cosa seria ammantata ancora oggi dall’eterno segreto di Stato. Provate a fare richiesta di atti e documenti in materia al Ministero degli Esteri. Intenzioni e progetto portano la firma di un Presidente del Consiglio italiano: Luigi Federico Menabrea (che era nato nell’estremo Nord Italia, a Chambéry, oggi in territorio francese). Imperversa il 1868: l’Italia “unita” con la violenza, il saccheggio, l’inganno e il denaro dei massoni inglesi - certo non i Mille di Garibaldi - muove i suoi primi passi e deve affrontare il brigantaggio al Sud. Nemmeno la pena di morte senza processo (con la famigerata legge Pica) sembra dissuadere i briganti, vale a dire i partigiani dell’epoca che sempre più numerosi si riuniscono in bande. Così il governo italiano, avendo già sterminato interi paesi, compresi i neonati (ad esempio: a Casalduni e Pontelandolfo) decide di cambiare strategia: deportare i briganti e loro sostenitori dall’altra parte del globo terrestre, in modo da recidere affetti e rapporto con il territorio. Un progetto perseguito per oltre un decennio e che fallì solo per la ritrosia dei Paesi stranieri a cedere aree per impiantare mattatoi per meridionali italiani.
Partigiani Meridionali.
Deportazione di massa - Il piano di deportazione è scritto nero su bianco: il progetto delle «Guantanamo» di casa Savoia si rintraccia nei documenti diplomatici conservati all’Archivio storico della Farnesina. Secondo alcune carte seppellite dall’oblio, il presidente Menabrea provò prima a sondare gli inglesi, chiedendo loro un’area nel Mar Rosso, senza riuscirci. Quindi, il 16 settembre del 1868, il capo del governo italiano contatta il Ministro Della Croce a Buenos Aires, perché domandi al governo argentino la disponibilità di una zona «nelle regioni dell’America del Sud e più particolarmente in quelle bagnate dal Rio Negro, che i geografi indicano come limite fra i territori dell’Argentina e le regioni deserte della Patagonia». Anche questo secondo tentativo, però, annega in un buco nell’acqua, perché tre mesi più tardi, il 10 dicembre, Menabrea è già all’opera per trovare soluzioni alternative. Contatta il console generale a Tunisi, Luigi Pinna, e gli chiede di «studiare la possibilità di stabilire in Tunisia una colonia penitenziaria italiana». Ma anche i tunisini oppongono un no. A questo punto Menabrea ritorna alla carica con gli inglesi. Prima chiede loro di poter costruire un «carcere per meridionali» sull’isola di Socotra (tra la Somalia e lo Yemen), quindi domanda loro di farsi perlomeno da tramite con l’Olanda, perché conceda un’autorizzazione identica per un’area del Borneo. Menabrea e il governo italiano sono assolutamente convinti della necessità di deportare lontano dalla terra madre i criminali del Sud. Il senatore Giovanni Visconti Venosta, più volte ministro degli Esteri, incontrando il ministro d’Inghilterra sir Bartle Frere, si spingerà a dirgli: «Presso le nostre impressionabili popolazioni del Mezzogiorno la pena della deportazione colpisce più le fantasie e atterrisce più della stessa pena di morte».
È l’idea di abbandonare la famiglia, il Paese natale, il deterrente che il governo considera la carta giusta per sconfiggere la lotta contadina. Tanto più che in quegli anni sta nascendo il mito di alcune figure come Carmine Crocco (detto Donatelli) brigante che riesce a riunire intorno a sé una banda composta di almeno 2500 uomini e che viene visto come un eroe dalla popolazione locale e lo stratega imprendibile Michele Caruso di Torremaggiore.

Campi di concentramento
- Le istanze del governo italiano, però, cadono nel vuoto. Il 3 gennaio 1872 il governo inglese fa sapere di non vedere di buon occhio la creazione di un enorme centro penitenziario per i meridionali italiani. Il 20 dicembre di quell’anno anche l’Olanda si defila: concentrare criminali italiani in un luogo circoscritto viene visto come un problema per la sicurezza interna. Gli ultimi tentativi risalgono al 1873. Il lombardo Carlo Cadorna, Ministro a Londra, prende contatto con il conte Granville, Ministro degli Esteri inglese, ancora per il Borneo. E ancora una volta, da Londra, arriva un rifiuto. Nel frattempo, le carceri dell’Italia Unita traboccavano di meridionali e i briganti continuavano a combattere. L’11 settembre 1872, il “Times” pubblicò una lettera giunta da Napoli che metteva in luce la recrudescenza del brigantaggio in Italia. Il “Times” ci aggiunse un articolo di fondo in cui non si risparmiavano sferzate ai Piemontesi per l’incapacità di «eradicare completamente una così grave piaga».
Oltre il patibolo - Convinto che la paura della deportazione in terre lontane avrebbe spaventato i meridionali più di qualunque tortura e perfino della morte, il Ministro degli Esteri, Visconti Venosta, decise di mettere alle strette gli inglesi. Il 19 dicembre 1872, a Roma, incontrò il ministro d’Inghilterra Sir Bartle Frere e gli parlò chiaro. Il suo discorso è ancora agli atti, negli Archivi della Farnesina. Disse: «Se ci ponessimo in Italia ad applicare la pena di morte con un’implacabile frequenza, se ad ogni istante si alzasse il patibolo, l’opinione e i costumi in Italia vi ripugnerebbero, i giurati stessi finirebbero o per assolvere, o per ammettere in ogni caso le circostanze attenuanti. Bisogna dunque pensare - disse il Ministro della neonata Italia - ad aggiungere alla pena di morte un’altra pena, quella della deportazione, tanto più che presso le nostre impressionabili popolazioni del Mezzogiorno la pena della deportazione colpisce più le fantasie e atterrisce più della stessa pena di morte. I briganti, per esempio, che sono atterriti all’idea di andar a finire i loro giorni in paesi lontani, ed ignoti, vanno col più grande stoicismo incontro al patibolo». Sir Bartle Frere prese tempo ma i piemontesi non si arresero. È del 3 gennaio 1873 un documento confidenziale in cui Cadorna ragguaglia Visconti Venosta sul colloquio avuto col conte Granville relativamente alla «cessione di una parte della Costa Nord Est dell’isola di Borneo». Il rappresentante del Governo italiano disse al Ministro degli Esteri inglese che i briganti «avvezzi a mettere la loro vita in pericolo, resi più feroci dalla stessa lor vita, salgono spesso il patibolo stoicamente, cinicamente (esempio tristissimo per le popolazioni!). Invece la fantasia fervida, immaginosa di quelle popolazioni rende ad essi ed alle loro famiglie terribile la pena della deportazione. In Italia, e massime nel Mezzodì, ove è grande l’attaccamento alla terra, ed al proprio sangue, il pensiero di non vedere più mai il sole natale, la moglie, i figli, di passare, e finire la vita in lontano ignoto paese, lontani da tutto, e da tutti, è pensiero che atterrisce». Granville però fu irremovibile: l’Inghilterra non avrebbe aiutato l’Italia a deportare i Meridionali.
Sepolti vivi - Ma quanti erano i detenuti del Sud che marcivano nelle galere italiane? Secondo la rivista «Due Sicilie» (diretta da Antonio Pagano), un’indicazione si trova in una lettera del savoiardo Menabrea, al Ministro della Marina, il nizzardo Augusto Riboty. Menabrea sostiene che sarebbe stato «utile e urgente» trovare «una località dove stabilire una colonia penitenziaria per le molte migliaia di condannati» che popolavano gli stabilimenti carcerari. A proposito della Marina Militare, la Forza armata si prestò ad esplorare una serie di luoghi adatti alla deportazione dei meridionali. Il Borneo e le isole adiacenti, innanzitutto, ma anche - secondo documenti pubblicati da «Due Sicilie» - «l’est dell’Australia». L’anarchico Giovanni Passannante che la sera del 17 novembre 1878 attenta con un temperino alla vita di Umberto I di Savoia, rimedia decenni di segregazione e torture fino a quando muore nel 1910 all’interno del manicomio di Montelupo Fiorentino. Il suo cranio ed il cervello sono stati esposti fino a qualche anno fa in un museo criminologico, ma ora riposano a Salvia di Lucania. I libri di storia tricolore dopo un secolo e mezzo ancora nascondono la verità. Chissà perché? Altro che “Unità d’Italia”: è in atto ancora la morte civile. Infatti, solo negli ultimi dieci anni, ben 700 mila giovani laureati sono stati costretti ad abbandonare il Sud. E anche se non vige più la pena di morte, va in scena la morte per pena. Ora basta: Su la testa…

 
Fonte: Su la Testa

Primavera Meridionale con Enzo Riccio su Leoncavallo Tv




http://www.ustream.tv/recorded/20118099

Con Roberto D'Alessandro, l'attore e registra che porta in teatro (prossimamente a Roma dal 7 febbraio) lo spettacolo "Terroni" basato sul best-seller di Pino Aprile, il Segretario Organizzativo nazionale del Partito del Sud Enzo Riccio, nella trasmissione "Primavera Meridionale" andata in onda lunedì sera alle 21 in diretta su Leoncavallo TV.

Per chi avesse perso la diretta, un'occasione per ascoltare una breve presentazione del Partito del Sud, le sue idee e le prossime iniziative.

“La social card è iniqua”: Emiliano e De Magistris scrivono al governo



Ricevo e posto con piacere questa notizia che dimostra che l'asse meridionalista di De Magistris-Emiliano si rafforza ed è l'unica voce che si sente contro i provvedimenti filo-nordisti di Berlusconi ieri e di Monti oggi....

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La nuova social card, prevista in via sperimentale dal Governo nel DL Semplificazioni, appare iniqua e discriminatoria perché non tiene conto del livello dei servizi sociali pubblici che nel Mezzogiorno è inadeguato e di gran lunga inferiore rispetto al resto del Paese”. Lo scrivono il sindaco di Napoli De Magistris e il sindaco di Bari Emiliano in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Monti.

Sindaco_di_Bari_Emiliano_
La social card, infatti, “prevede ancora una volta ricariche differenziate in funzione del costo della vita nei comuni coinvolti dalla sperimentazione, in base alla considerazione – tecnicamente errata – che la vita sia più cara al Nord rispetto al Sud del nostro Paese, con un taglio del 27% per città come Napoli e Bari. Secondo i dati forniti da Il Sole 24 Ore, mentre nei comuni al Nord sarà assegnata una ricarica bimestrale da 110 a 274 euro, in quelli del Sud andrà da 80 a 212 euro”.
Eppure, si ricorda nella lettera, “numerose rilevazioni dimostrano invece che, a parità di prodotti acquistati, la spesa sia più cara nel Mezzogiorno a causa della diversa struttura distributiva e dei maggiori costi logistici. L’errore che sovente si commette sul costo della vita elaborato su base territoriale – prosegue il documento- consiste nel confrontare i prezzi non di prodotti identici, bensì i più venduti in ogni esercizio commerciale.
È ovvio allora che nel Mezzogiorno a causa del minore reddito disponibile si vendano maggiormente articoli a basso prezzo. E’ lo stesso Ministero dello Sviluppo economico, in una nota nell’Osservatorio prezzi, ad avvertire sull’uso improprio di tali raffronti territoriali. Confrontare i listini di prodotti di diversa qualità è un assurdo tecnico che oggi porta alla “svista” sulla social card e che un domani potrebbe portare a pensioni e prestazioni sociali differenziate”.
Per questo, concludono i due sindaci, “chiediamo un incontro sollecito per raggiungere soluzioni più vicine al meritorio obiettivo di sostenere le famiglie in disagio economico.

(Comunicato stampa Comune di Bari)

lunedì 30 gennaio 2012

Roberto D'Alessandro ed Enzo Riccio in diretta streaming oggi alle ore 21

Segui la diretta web streaming ogni lunedì sera, 15 minuti di pillole meridionaliste, "Primavera meridionale".
Stasera con Roberto D'Alessandro, ci sarà Enzo Riccio, Segretario Organizzativo nazionale del Partito del Sud.
Si parlerà dello spettacolo teatrale Terroni a Roma dal 7 febbraio, di meridionalismo e di Partito del Sud
Collegati alle ore 21 alle diretta streaming su:
www.leoncavallo.tv

Video con intervista interessante a Paolo Mieli...il debito storiogtafico con il Sud!


Pino Aprile a Napoli il 30/01...interverrà anche De Magistris


Pino Aprile a Napoli, Lunedì 30/01/2012. Interverrà de Magistris

Vincenzo Onorato e la Scuola Vela Mascalzone Latino, in collaborazione con TechnologyBIZ

presentazione del libro di

Pino Aprile "GIU' AL SUD" - Perché i terroni salveranno l'Italia

che si terrà lunedi 30 gennaio alle ore 18,00 presso la sede di Via Acton 1 a Napoli.

Per l'occasione, oltre all'autore 
interverrà il Sindaco Luigi de Magistris.








PINO APRILE


A NAPOLI !









Fonte : vito@technologybiz.it&gt

domenica 29 gennaio 2012

Report sull' eccezionale e partecipato consenso all'evento del "Forum per i Beni Comuni


GRANDE SUCCESSO DEL "FORUM dei Comuni per i Beni Comuni" tenutosi ieri, Sabato 28/01/2012 a Napoli organizzato dal sindaco Luigi de Magistris ed il Comune di Napoli.




Partecipazione eccezionale con oltre 1.500 iscrizioni on line e altrettante registrazioni avvenute in mattinata al Teatro Politeama di Napoli entro le ore 10,00.

Alle 11,00 vi è stata la presentazione dell'evento dell'assessore Lucarelli (promotore dell'evento) e della giornalista Norma Rangeri de "il Manifesto", che ha evidenziato l'esigenza della nascita d'una nuova formazione progressista che si sostituisca all'inefficienza degli attuali partiti per vincere e incanalare verso una politica più partecipata alle prossime elezioni nazionali.

Alle 12,00 sono iniziati i lavori c/o il Maschio Angioino e Palazzo S.Giacomo (sede del Comune di Napoli) dei 4 tavoli - Economia, Welfare, Beni Comuni, Ambiente - diretti dagli assessori Realfonzo, D'Angelo, Lucarelli e dal Vice Sindaco Sodano, con un affollatissima partecipazione di cittadini ed esponenti di movimenti e associazioni, e decine d'interventi.

Alle 17,30 si è tornati al Teatro Politeama (gremito al limite) per gli interventi di chiusura. Presenti sul palco Antonio De Falco (operaio e sindacalista a Pomigliano d'Arco della Fiom), Nichi Vendola, il sindaco di Cagliari Zedda e quello di Bari Emiliano, oltre a Luigi de Magistris nella veste anche di conduttore. Presenti in teatro il segretario della Federazione della Sinistra Ferrero e dei Verdi Bonelli, gli assessori Marco Esposito e Luigi De Falco, oltre all'intero e giovane staff dei collaboratori del sindaco.

Veloce relazione iniziale degli assessori e del Vice Sindaco sull'esito partecipativo e propositivo dei lavori svoltisi a 4 tavoli. Toccante intervento del rappresentante Fiom, che s'è dovuto interrompere per la forte commozione nel riportare e leggere lettere d'altri operai col racconto di vessazioni e coercizioni al limite dell'incredibile subite in fabbrica col nuovo "sistema" Marchionne. Il sindaco col suo abbraccio e un affettuosa carezza e l'applauso di tutti presenti all'impiedi hanno voluto partecipare vicinanza e sostegno al De Falco.

Intervento vibrante di Nichi Vendola sui temi dei beni comuni e d'una politica staccata dalle esigenze del popolo. Il giovane sindaco cagliaritano Zedda ha evidenziato come si stia smantellando giorno dopo giorno lo stato sociale, il welfare e le conquiste di decenni. Michele Emiliano ha parlato d'un Sud inascoltato ed ha sottolineato che proprio dal Meridione partiranno proposte e contributi. 

Ha chiuso Luigi de Magistris parlando di nuovi modelli economici, d'esempi (come in questo Forum) di una nuova politica che parta dal basso, dell'interesse e l'esigenza di ascoltare il popolo e non i dirigenti di partiti, pur rispettandone e preservandone la loro legittimità. L'auspicio finale, seguendo la richiesta di Emiliano, di trovare una formula in pochi mesi che porti a vincere la prossima competizione nazionale. Il tutto partendo da Sud, sull'esempio di Napoli.

Il PARTITO DEL SUD è stato presente e partecipe anche ai tavoli di lavoro, con il co/Segretario Nazionale Andrea Balìa, gli esponenti del Direttivo Campano Emiddio de Franciscis e Francesco Menna, nostri iscritti della sezione Flegrea come Duilio Marolda, di Caserta tra cui il responsabile Tony De Falco e il giovane Luca Cristiano e altri ancora.

A termine dell'evento c'è stato un veloce ma cordiale colloquio con Michele Emiliano con cui s'è concordato un incontro a breve a Bari, conclusosi con le sue parole : " V'aspetto, il treno sta partendo..."




Movimento dei forconi: su Panorama l’identikit dei ribelli


La copertina del numero 6 di Panorama

La copertina del numero 6 di Panorama
Agricoltori, imprenditori, camionisti, allevatori. Perfino un sacerdote: sono i leader del movimento che ha incendiato prima la Sicilia e poi l’Italia. Genuini, contraddittori e molto, molto arrabbiati. Panorama li racconta sul numero in edicola da domaniIl direttore Giorgio Mulè che presenta il numero di Panorama in edicola
Fonte: Panorama

sabato 28 gennaio 2012

Riunione degli iscritti e simpatizzanti del PdSUD residenti in Emilia Romagna




Convocata a Reggio Emilia la riunione degli iscritti e simpatizzanti del PdSUD residenti in Emilia Romagna per sabato 28 gennaio 2012 alle ore 14,45 c/o Remilia Hotel - Sala Rossena - a Reggio Emilia, Via Danubio 7, vicinanze uscita Casello Autostrada Reggio Emilia

Avremo a disposizione per la riunione una saletta riservata fino alle ore 17,00, termine della riunione.









Ordine Del Giorno

  • Tesseramento 2012
  • Relazione situazione politica nazionale e locale
  • Iniziative politiche in Emilia Romagna in vista della prossime scadenza amministrative
  • Organizzazione territoriale
  • Varie ed eventuali

Il 28/01/2012 Forum dei Beni Comuni a Napoli anche con il PdSUD






Sabato 28 Gennaio il Forum dei Beni Comuni a Napoli, organizzato dal Sindaco Luigi de Magistris ed il Comune di Napoli


La giornata sarà organizzata con la registrazione dei partecipanti (che hanno provveduto online all'iscrizione) entro le ore 10,00 c/o il Teatro Politeama di Napoli, Proseguirà dalle ore 12,30 alle 16,30 in quattro tavoli di lavoro (economia, welfare, beni comuni, ambiente) c/o il Maschio Angioino di Napoli. Terminerà il pomeriggio con interventi e chiusura del sindaco c/o il Teatro Politeama.

Parteciperanno associazioni, movimenti, partiti, esponenti politici, sindaci ed amministratori tra cui Nichi Vendola, Michele Emiliano, Giuliano Pisapia, e altri come il sindaco Zedda di Cagliari e quelli di altri comuni d'Italia.

Il PARTITO DEL SUD sarà presente con suoi dirigenti tra cui il co/Segretario Nazionale Andrea Balìa e il Responsabile al coordinamento tra Segreteria e Dirigenza Campana Francesco Menna.


venerdì 27 gennaio 2012

Chiacchierata con Mariano Ferro (Movimento dei Forconi), video a cura di Tony Troya e Massimo Merighi


Interessante video con intervista ad un leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferro, intervista realizzata da Tony Troya e Massimo Merighi.....


http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=7cbOwJYupRg#!


Ne abbiamo viste, lette e sentite tante su questo Movimento dei Forconi che abbiamo voluto incontrare Mariano Ferro per fargli qualche domanda. Scusate la qualità del video e dell'audio ma abbiamo fatto tutto in fretta per fare arrivare questo video il prima possibile. Prossimamente anche parti singole di questo video. In qualità migliore.E scusate soprattutto quel pappagallino che non dorme mai.
Tony Troya.

"Il giorno della memoria ?...Io sono Calabrese mi ricordo tutto .....e aspetto." di G. Lipari



  • Gli immigrati bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim pim pim col fucile. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Meglio noi del centrodestra che andiamo con le donne, che quelli del centrosinistra che vanno con i culattoni. (Umberto Bossi, ministro delle Riforme per il Federalismo)
  • Quegli islamici di merda e le loro palandrane del cazzo! Li prenderemo per le barbe e li rispediremo a casa a calci nel culo! (Mario Borghezio, europarlamentare)
  • Agli immigrati bisognerebbe prendere le impronte dei piedi per risalire ai tracciati particolari delle tribù. (Erminio Boso, europarlamentare)
  • La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni. (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
  • Gli omosessuali devono smetterla di vedere discriminazioni dappertutto. Dicano quello che vogliono, la loro non è una condizione di normalità. (Flavio Tosi, sindaco di Verona)
  • Nella vita penso si debba provare tutto tranne due cose: i culattoni e la droga. (Renzo Bossi, consigliere regionale della Lombardia)
  • Gli omosessuali? La tolleranza ci può anche essere ma se vengono messi dove sono sempre stati… anche nelle foibe. (Giancarlo Valmori, assessore all’ambiente di Albizzate)
  • A Gorgo hanno violentato una donna con uno scalpello davanti e didietro. E io dico a Pecoraro Scanio che voglio che succeda la stessa cosa a sua sorella e a sua madre. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Carrozze metro solo per milanesi. (Matteo Salvini, eurodeputato)
  • Sono stato, sono e rimarrò un razzista secondo le ultime direttive UE poichè credo, e aspetto smentita da quei pochi che mi leggono, che certe notizie riportate solo da Il Giornale definiscano chiaramente che tra razza e razza c’è e ci deve essere differenza. (Giacomo Rolletti, assessore all’ambiente di Varazze)
  • Gli sciacalli vanno fucilati. Bisogna dare alle forze dell’ordine l’autorità di provvedere all’esecuzione sul posto. Ci vuole la legge marziale. (Leonardo Muraro, presidente della provincia di Treviso)
  • Darò immediatamente disposizioni alla mia comandante affinché faccia pulizia etnica dei culattoni. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • I disabili nella scuola? Ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici, più utile metterli su percorsi differenziati. (Pietro Fontanini, presidente della provincia di Udine)
  • Siamo in un Paese libero, o no? E poi la cosa che mi fece più arrabbiare non furono le botte, ma gli insulti. Ebreo. A me. Capito? (Mario Borghezio, eurodeputato)
  • E’ un reato offrire anche solo un the caldo ad un immigrato clandestino. (Luca Zaia, presidente della regione Veneto)
  • Viva la famiglia e abbasso i culattoni! (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
  • Rispediamo gli immigrati a casa in vagoni piombati. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Finché ci saremo noi, i musulmani non potranno pregare in comunità. (Marco Colombo, sindaco di Sesto Calende)
  • Vergognati, extracomunitario! (Loris Marini, vicepresidente della sesta circoscrizione di Verona)
  • Se ancora non si è capito essere culattoni è un peccato capitale. (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
  • Parcheggi gratis per le famiglie, esclusi stranieri e coppie di fatto. (Roberto Anelli, sindaco di Alzano)
  • Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari: io ne ho distrutti due a Treviso. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • E’ proprio per questo che invito ad assumere trevigiani: i meridionali vengono qua come sanguisughe. (Leonardo Muraro, presidente della provincia di Treviso)
  • Se non ci sarà il federalismo, ci potrà essere la secessione. (Roberto Castelli, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti)
  • Noi ci lasciamo togliere i canti natalizi da una banda di cornuti islamici di merda. (Mario Borghezio, eurodeputato)
  • Le nozze miste, in linea di massima, durano poco e producono più danni che fortune. (Marco Rondini, deputato)
  • L’immigrato non è mio fratello, ha un colore della pelle diverso. Cosa facciamo degli immigrati che sono rimasti in strada dopo gli sgomberi? Purtroppo il forno crematorio di Santa Bona non è ancora pronto. (Piergiorgio Stiffoni, senatore)
  • Siamo stanchi di sentire in tv parlare in napoletano e romano. (Luca Zaia, presidente della regione Veneto)
  • Se dovessimo celebrare in Friuli Venezia Giulia i 150 anni dovremmo issare sul pennone la bandiera austro-ungarica. (Edouard Ballaman, presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia)
  • Fermiamo per un anno le vendite di case e di attività commerciali a tutti gli extracomunitari. (Matteo Salvini, eurodeputato)
  • E’ inammissibile che anche in alcune zone di Milano ci siano veri e propri assembramenti di cittadini stranieri che sostano nei giardini pubblici. (Davide Boni, capodelegazione nella giunta regionale della Lombardia)
  • I gommoni degli immigrati devono essere affondati a colpi di bazooka. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)

Giuseppe Lipari