giovedì 28 ottobre 2010

Gli Stati Generali del Sud a Palermo il 13 e 14 novembre



Egregio e valoroso patriota meridionale,

il progetto – e il percorso- di un neomeridionalismo federalista e unitario, liberale e solidale, innovatore, ormai politicamente e storicamente maturo,

dal nostro umile punto di vista, si può fondare sui seguenti presupposti,

presupposti che ci coinvolgono, in prima persona.

I-QUATTRO-CINQUE LIBRI E DOCUMENTI DI BASE:

-“Terroni “ di Pino Aprile ( verità storico-identitaria);

-“Un paese troppo lungo” di Giorgio Ruffolo ( progetto costituzionale di neomeridionalismo federalista);

-“Mezzogiorno a tradimento” di Gianfranco Viesti (operazione verità sulle politiche pubbliche nel Sud);

- lo straordinario documento della Cei “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno” (un progetto civile ed ecclesiale innovatore e di rottura).

Aggiungerei gli Atti del convegno della Banca d’Italia su “Il Mezzogiorno e la politica economica dell’Italia”, 26 novembre 2009 (senza una grande politica economica nazionale, le politiche di sviluppo regionale non vanno da nessuna parte) (Cfr. allegati).

ELABORAZIONE PROGETTUALE E PROGRAMMATICA
II- Una diffusa elaborazione progettuale e programmatica in corso, in Italia e nel Sud in particolare, nel periodo 2009-2010, sulla quale si può convergere, che ho provato a sintetizzare nella scheda “Note per un progetto di neomeridionalismo federalista unitario” ( Cfr, allegati).


ESPERIENZE INNOVATIVE DIFFUSE E EMBLEMATICHE

III- La presenza, e il consolidamento, di alcune esperienze politiche, amministrative e di movimento, oltrechè di vistose vicende culturali ed editoriali, in corso in tutto il Sud, ciascuna di per se significativa, ma anche nell’insieme emblematiche di un possibile MOTO UNITARIO DI RINNOVAMENTO NEOMERIDIONALISTA.

IL MOVIMENTO RINNOVATORE IN SICILIA
1- La rottura profonda degli equilibri politici – e sociali - in Sicilia, in seguito all’iniziativa dell’MPA di Raffaele Lombardo. Il fenomeno lombardiano, in Sicilia, è e resta molto ambivalente, ancora indecifrabile, e anche ambiguo. Il punto è che, a fianco alla ambigua rottura lombardiana, si è liberato un movimento, autonomo dal lombardismo, genuinamente popolare, democratico, progressivo, che ha la potenzialità di almeno 200.000 voti.
A partire dal movimento di massa degli agricoltori in crisi, raccoltisi nel movimento “Terra è Vita” (50-100.000 agricoltori incazzati in movimento; molte decine di giovani sindaci e amministratori locali delle liste civiche, alla ricerca di uno sbocco; qualche centinaio di associazioni indipendenti di Cittadinanza attiva, raccoltesi recentemente in un grande Coordinamento regionale;
la federazione dei gruppi sicilianisti, recentemente riaggregatisi, come era avvenuto già nel 1996, quando questi gruppi, riuniti nella sigla “ Noi Siciliani”, presero 100.000 voti; l’emergere di diecine di gruppi giovanili e universitari siciliani di orientamento neomeridionalista).
Il punto di riferimento di questo movimento complesso, a più componenti, è Beppe De Santis, ex braccio destro di Lombardo, che ha una storia completamente diversa da quella dell’attuale governatore siciliano.

IL LABORATORIO NEO-MERIDIONALISTICO DI RAIMONDI E CIANO A GAETA
2- La peculiare esperienza politico-amministrativa del comune di Gaeta, attorno al sindaco Antonio Raimondi e allo storico animatore neomeridionalista Antonio Ciano, i quali, con una doppia lista neomeridionalista, hanno battuto tutte le altre liste di destra e di sinistra. Attualmente questa esperienza politico-amministrativa rappresenta un grande centro di propulsione del neomeridionalismo.

L’EMERGENTE FIGURA NEOMERIDIONALISTICA DI MICHELE EMILIANO A BARI
3- L’eccellente esperienza politico-amministrativa rappresentata dal Sindaco di Bari, Michele Emiliano, che, quasi per motu proprio, sta diventando un punto di riferimento del neomeridionalismo, anche per la esplicita vocazione neomeridionalista dei Emiliano stesso, come si può ricavare dai suoi vigorosi interventi.

L’EXPLOIT TRAVOLGENTE DEL LIBRO “TERRONI” DI PINO APRILE, NUOVO PORTAVOCE DEL NEOMERIDIONALISMO
4- L’exploit neomeridionalista rappresentato dal successo clamoroso del libro “Terroni “ di Pino Aprile. Oltre le centinaia di migliaia di copie già vendute, a ritmo impressionante, e le previsioni danno il libro di Aprile a circa un milione di copie di vendita. Il successo del libro è il chiaro segno di una domanda culturale e politica di rappresentanza neomeridionalista, che non può tardare a venire.
Nei fatti, Pino Aprile è diventato la punta di diamante del neomeridionalismo federalista unitario. Ogni presentazione del suo libro – in tutta Italia e all’estero - si trasforma in una vitale performance di massa e mediatica.

LA RIUNIFICAZIONE DI GRAN PARTE DELLE ASSOCIAZIONI NEOMERIDIONALISTICHE ATTORNO AL PARTITO DEL SUD DI DE SANTIS
5- Oltre alle diecine di storici gruppi meridionalisti, anche vetero-meridionalisti, che resistono, negli ultimi anni, in particolare, negli ultimi due anni, sono spuntati come funghi alcune centinaia di nuovi gruppi neomeridionaslisti, costituiti, soprattutto, da ambienti universitari e di neolaureati. In primavera, molti di questi gruppi si sono riuniti e federati a Gaeta, dando vita ad una federazione unitaria, molto ampia e dinamica. Gran parte di questi gruppi, poi, su impulso dell’infaticabile Antonio Ciano, si sono riuniti in un Congresso interno d 'UNIFICAZIONE, svoltosi a Napoli, nel settembre scorso, dando vita ad un progetto e percorso di vero Partito del Sud, popolare e di massa, ORGANIZZATO E DEMOCRATICO. Un movimento per lo sviluppo contro il partito della spesa pubblica clientelare a pioggia. Un movimento in grado di liberare una vera coalizione dello sviluppo meridionale, contro la coalizione di tutte le rendite criminali, finanziarie e bancarie, della mala-burocrazia e della mala-politica.
Nell’occasione dell’unificazione di Napoli ( 25 settembre 2010) è stato eletto leader del movimento unitario neomeridionalista, Beppe De Santis. La stessa sigla “Partito del Sud” (PdSUD) appartiene giuridicamente a tale nuova comunità politica neomeridionalista, che ha, però, una dimensione nazionale e una rete di base organizzativa in quasi tutte le province del nord, tra i meridionali ivi residente o presenti. Uno dei referenti più autorevole, al Nord, è Natale Cuccurese, valoroso imprenditore emiliano-romagnolo, di origini campane. Questa sigla potrebbe risultare utile, in termini di marketing politico-elettorale, in caso di ravvicinato confronto elettorale nazionale ( Cfr. allegati relativi al PSUD e ai recenti primi comunicati del neo-Presidente della federazione neomeridionalista Beppe De Santis).

IL MOVIMENTO DI RENATO SORU IN SARDEGNA E IL MOVIMENTO DEI PASTORI SARDI (MPS)
6- Il movimento “Sardegna autonoma e democratica”, promosso dall’ex Presidente della Regione Sardegna, Renato Soru.
Sotto un altro versante, occorre porre attenzione al senso dell’autonomo e poderoso “Movimento dei Pastori Sardi” ( MPS), guidato dal tenace Felice Floris, e già confederato con il Movimento “Terra è Vita”.

UN LEADER DI ECCELLENZA DALLA CALABRIA: PIPPO CALLIPO
7- In Calabria, la figura straordinaria di Pippo Callipo, il movimento “Iorestoincalabria”, i 100.000 voti presi da Callipo nelle recenti elezioni regionali calabresi, l’attivazione addirittura di una Scuola di formazione politica. Straordinario, eccellente.

GLI “ STATI GENERALI DEL SUD”, PER CONOSCERSI, UNIRSI E AGIRE INSIEME
IV- Queste esperienze civili, culturali, sociali, economiche, amministrative e politiche di neomeridionalismo vivente devono potersi incontrare, conoscersi – e riconoscersi-direttamente, dialogare tra loro, entrare reciprocamente in rete tra loro, con l’obiettivo di promuovere – se possibile - un NETWORK UNITARIO, una grande e pluralistica alleanza neomeridionalistica.

Perciò, sono stati promossi GLI STATI GENERALI DEL SUD, che si svoleranno a Palermo il 13 e 14 novembre 2010, dove queste esperienze si incontreranno, per delineare- se possibile- una visione condivisa, linee strategiche condivise, coordinate progettuali e programmatiche condivise, azioni condivise.

PER UNA UNITARIA PIATTAFORMA NEOMERIDIONALISTICA, di movimento e d’azione.
Sì, il meridionalismo d’azione dei padri del meridionalismo federalista, regionalista e autonomista: Napoleone Colajanni, Luigi Sturzo, Gaetano Salvemini, Guido Dorso.
Gli Stati Generali del Sud sono stati formalmente promossi dal network neomeridionalista di Ciano e di De Santis, per essere, però, aperti a tutte le donne egli uomini di buona volontà del Sud.

Franco Calderone, Coordinatore della Segreteria organizzativa degli Stati Generali del Sud.

Palermo, 25 ottobre 2010

martedì 26 ottobre 2010

Quel nord che ha educato i meridionali alla minorità...di Pino Aprile



Stupendo intervento di Pino Aprile su "Il Manifesto", c'e' l'essenza del neo-meridionalismo del Partito del Sud in questo commento, un movimento di lotta e popolare che vuole lottare per andare avanti e non per tornare indietro...niente nostalgie, solo verità e giustizia!

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Di Pino Aprile, Giornalista, autore di "Terroni" (Piemme editore)

"Ma le sembra il momento di raccontarlo?", mi ha chiesto, in un dibattito alla radio, uno dei nostri maggiori storici, a proposito del mio Terroni, tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali. Mi son cascate le braccia e ho risposto: «Sono passati 150 anni, professore, e ancora non avete trovato il momento giusto per dirci come sono andate davvero le cose? Le nostre cose. Ho fatto elementari, medie, superiori, ho cambiato tre facoltà universitarie (abbandonate per il giornalismo): avessi trovato un rigo sulle stragi compiute al Sud dai piemontesi per unificare l'Italia. Stupri, torture, esecuzioni e incarcerazioni di massa; il saccheggio delle risorse del Regno delle Due Sicilie, la chiusura, persino a mano armata e sparando sugli operai, delle aziende, fra cui i più grandi stabilimenti siderurgici del tempo in Calabria, a Mongiana, o le più grandi officine meccaniche a Pietrarsa (Napoli), studiate da tutti i paesi industrializzati contemporanei. Venne distrutta un'economia che stava costruendosi un futuro ed ebbe solo un passato». Mi è stato anche detto che il sorprendente successo di Terroni sta generando un movimento di popolo, una sorta di leghismo del Sud, simmetrico e opposto a quello di Bossi e complici. Ma è una immeritata sopravvalutazione del libro, il cui risultato è conseguenza, non causa, di sentimenti e risentimenti ormai diffusi e in crescita al Sud. Ripeto: ci sono libri che cambiano la gente e la storia, ma Terroni non è fra questi. Mio padre non si chiamava Giuseppe e non faceva il falegname e io sono nato di febbraio. E pur avendo portato la barba per anni, sono mai stato a Treviri. Salviamo almeno le proporzioni, cercando però di non esagerare all'incontrario. «Lei non è uno storico», mi è stato rimproverato. Appunto, sono giornalista, pratico la professione che consiste nell'entrare negli argomenti con curiosità e tecniche di divulgazione. Vale per la cronaca, l'economia, lo sport, la politica, e persino (può capitare, bisogna farsene una ragione) la storia. Insomma, se ci hanno detto che il Sud, al momento dell'Unità, era povero, arretrato e oppresso e scopro che non era vera nessuna delle tre cose, lo dico o no? Lo dico. E arrivo pure buon ultimo. Non era povero, e ce lo avevano spiegato giganti del meridionalismo, da Giustino Fortunato (alla fine, disse che si stava meglio con i Borbone), a Francesco Saverio Nitti (da presidente del Consiglio, scoprì che quando si fece cassa comune, i due terzi dei soldi all'Italia unita li aveva portati il Sud, e il resto d'Italia messo insieme provvide all'altro terzo), ad Antonio Gramsci. E lo ha ora dimostrato il Cnr, con lo studio sulla ricchezza prodotta, regione per regione, anno per anno, dal 1861 al 2004. Non c'era differenza fra Nord e Sud e ci vollero ottant'anni di discriminazione e rapina per concentrare nel meridione tutta la povertà del paese. Ma, pur nella ferocia dei tempi, la distribuzione di quella pari ricchezza era tale che mentre dal Nord si emigrava a milioni, dal Mezzogiorno no. In millenni la gente cominciò ad andar via dal Sud solo dopo l'Unità e la creazione di quella che poi fu chiamata Questione meridionale. Prima il sud era sempre stato terra di immigrazione, in cui erano arrivati popoli da ogni dove. E non era arretrato. Si usa ricordare che mentre Piemonte e Lombardia avevano una vasta rete ferroviaria, il Sud, che pure era stato il primo a far viaggiare i treni, era rimasto indietro. Un confronto disonesto: se quelle regioni del Nord non hanno sbocco sul mare, il Regno delle Due Sicilie, con migliaia di chilometri di coste, aveva programmato decenni prima lo sviluppo dei commerci via mare, dotandosi della seconda flotta commerciale del continente; Napoli era la terza capitale europea, partoriva brevetti e nuove discipline (vulcanologia, archeologia, economia politica...). Se ricordi queste cose, ti rimproverano di essere nostalgico borbonico (non è; ma anche fosse?), monarchico (boom! Nemmeno se sul trono ci fossi io!), e di descrivere quel Sud bello e perduto come un Eden (il solito Galli Della Loggia, ma non solo), mentre c'erano i cafoni, le plebi. Vero, come nelle contemporanee Parigi dei Miserabili di Hugo e Londra di Dickens. E se le altrui eccellenze fanno dimenticare le plebi, le plebi meridionali cancellano le eccellenze. Quanto all'essere oppressi (in quel Sud tomba di Pisacane, fratelli Bandiera e oppositori indigeni), Lorenzo Del Boca rammenta che a giustiziare il maggior numero di patrioti italiani non fu l'Austria, ma il Piemonte. Ai meridionali, la liberazione per mano savoiarda costò centinaia di migliaia di morti (Civiltà Cattolica scrisse: un milione), con paesi rasi al suolo e la gente bruciata viva nelle case, dopo il saccheggio e gli stupri. Tutti «briganti»! Cominciò allora quella «educazione alla minorità» che indusse i meridionali ad accettare un ruolo subordinato e certi settentrionali a ritenersi italiani meglio riusciti, con più diritti. Ma se mi dicono che il paese fu unito da mille idealisti nordici che liberarono «quelli là», tuttora fannulloni e delinquenti, nonostante ci si sveni per loro da 150 anni, ti meravigli se non li sopporto più e divento leghista? E se sono pure razzista e li chiamo «porci» (Bossi), «topi da derattizzare» (Calderoli, come Goebbels), «merdacce mediterranee» (Borghezio), «cancro» (Brunetta). Sconfitta la Germania di Hitler, fu indetta una conferenza stampa per comunicare la fine del nazismo e la liberazione dell'Europa. «Un passo avanti per la civiltà?», chiese un giornalista. «Cosa? Civiltà? Bella idea, qualcuno dovrebbe cominciare», fu la risposta. Cosa? Unità d'Italia? Bella idea, qualcuno dovrebbe cominciare. Almeno dopo 150 anni, visto che è stato fatto un Paese disunito: in una sua parte fornito di infrastrutture, autostrade, treni ad alta velocità; e in un'altra ci sono oggi mille chilometri di ferrovia in meno rispetto a prima della seconda guerra mondiale. Matera, capoluogo di provincia, aspetta ancora «la vaporiera» delle FS, e l'alternativa a mulattiere asfaltate è la Salerno-Reggio Calabria.

Fonte: Il Manifesto

venerdì 22 ottobre 2010

I briganti del terzo millennio...a Terzigno!


Abbiamo già scritto più volte dell' "emergenza rifiuti" in Campania, di come questa sia figlia dell'incapacità politica a vari livelli, nazionale, regionale, provinciale e comunale di dare risposte strutturali ad un problema. E di come l'intreccio perverso tra incapacità amministrative ed interessi politico-camorristici-imprenditoria del nord abbia fatto precipitare Napoli e la sua provincia in questo baratro senza fine.
Destra e sinistra hanno fallito, Bassolino ha fallito e Berlusconi ha fallito, Caldoro ha fallito e la Jervolino ha fallito. Impregilo ha fallito.
Diciamolo chiaramente, questo problema ha un'origine antica di almeno 20 anni ed una lunga schiera di colpevoli, tra politici di ogni colore, industriali, commissari e "tecnici", dall'appalto concepito in maniera assurda da Rastrelli, alla gestione vergognosa e colpevole di Bassolino senza controlli su balle ben poco "eco" e senza un solo impianto di compostaggio in tutta la Campania, alle tante toppe peggiori del male messe dai tanti "Commissari straordinari" come Bertolaso e per finire alle colpe di Impregilo e di altre aziende del nord dipinte come "aziende modello" che ci hanno consegnato impianti poco funzionanti, dei veri e propri "bidoni" come l'inceneritore di Acerra.
Anche la ricetta di "discariche ed inceneritori" e' fallita, l'avevamo detto in passato che non era la soluzione "strutturale" del problema, come hanno capito da tempo in tutti i paesi avanzati e come del resto raccomanda la stessa Unione Europea con la politica delle 3 R (Riduzione, Riciclaggio, Riutilizzo), ma e' stata sempre giustificata dalla logica dell' "emergenza", una logica perversa che da un lato impedisce una progettazione seria ed una politica di raccolta differenziata e dall'altro favorisce industriali del Nord coi loro interessi nel campo degli inceneritori, dalla Marcegaglia ad Impregilo fino alla A2A lombarda...oltre ad aiutarli e sovvenzionarli con il famoso CIP6, che tutti noi paghiamo (anche noi derelitti meridionali) sulla bolletta ENEL, dobbiamo sorbirceli pure con la tiritera mediatica del "nord che ci aiuta con la sua efficienza".
BASTA!!!
Come avvenne nel 1860-1870, il popolo meridionale insorge, all'epoca lo fece giustamente contro un colonizzatore venuto dal Nord ed uno stato visto come nemico, contro chi prima promise terre, fratellanza e giustizia e poi portò colonizzazione, nuove tasse, miseria ed emigrazione; oggi lo fa contro uno "Stato" che per "rispetto della legge" intende l'apertura di una seconda discarica in una zona già martoriata...ed esattamente come avvenne allora, mediaticamente, oggi come allora, si parla dei napoletani e dei meridionali in genere come "criminali", come "camorristi"...in una parola..."briganti"!!!
E se nel 1860 si mandarono dei criminali come Cialdini a sparare anche su vecchi, donne e bambini, a bruciare paesi, a sterminare centinaia di migliaia di meridionali con la scusa di "dover debellare il triste fenomeno del brigantaggio"...oggi si manganella contro un popolo che manifesta pacificamente, si sparano lacrimogeni ad altezza uomo, si massacra "in nome della legge", in nome della "ragion di Stato"!
Ma perchè "la legge" , "lo Stato" , in questo paese dei "fratelli d'Italia" è sempre contro il popolo del Sud???
Come faranno i figli di quelle persone sanguinanti ad avere "fiducia", ad avere "il senso dello Stato"???
Nella miseria generale e generalizzata dell'informazione nazionale, l'unica voce dissonante dal coro e' quella di Beppe Grillo che, anche nell'articolo di oggi sul suo blog, giustamente parla di un'Italia allo sfascio e delle colpe di chi governa e non del popolo che subisce...ma subisce fino a quando?
Assurda e paradossale la teoria dei giornali di regime come "Il Giornale" che in estrema sintesi ci dice che quando la situazione è tranquilla, o per meglio dire pare tranquilla, allora "il merito e' del governo nazionale che ha risolto l'emergenza rifiuti in Campania nonostante le colpe della Regione di sinistra", quando scoppia nuovamente l'emergenza invece la colpa e' dell'amministrazione locale del Comune di Napoli di sinistra (perchè nel frattempo alla regione c'e' Caldoro del centrodestra)...e siamo sicuri che se al Comune ci fosse un'amministrazione di centrodestra allora la colpa sarebbe da scaricare ai cittadini...BASTA!!!
Noi del PdSud che ci consideriamo eredi di quei nostri briganti di ieri come Ninco Nanco, siamo anche a fianco dei "briganti" di oggi di Terzigno che chiedono solo di poter avere una vita normale e di non dover convivere con due discariche puzzolenti (la seconda, ancora da realizzare, sarà nel Parco Naturale del Vesuvio!!!), di non assistere alla crescita di malattie tumorali e al triste destino di essere sempre la discarica del resto del paese che non vuole e che non sa vedere.

Enzo Riccio
PARTITO DEL SUD

lunedì 18 ottobre 2010

Eugenio Bennato presenta a Roma il libro "Brigante se more"




Domani alle 18.30 a Roma ci sarà una delegazione del Partito del Sud di Roma a salutare il mitico Eugenio Bennato che presenterà il libro: "Brigante se more", con aneddoti sulla famosa canzone che e' diventata uno degli inni del meridionalismo identitario e del nostro movimento, il Partito del Sud di Antonio Ciano e Beppe De Santis.

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Al Wine bar "Convoglia" di Roma (Via Giolitti, 36) martedì 19 ottobre alle ore 18.30, con la presentazione del libro di Eugenio Bennato: "Brigante se more", edito da Coniglio editore.
A presentarlo il giornalista Gaetano Menna.
E' uno showcase di presentazione del libro. Eugenio Bennato farà ascoltare qualche canzone alla chitarra mentre parla del libro.

Fonte e altri dettagli sull'evento: Musicalnews.com

Comunicato N°6 Beppe De Santis: Il Partito del Sud per la legalità e lo sviluppo



Il Partito del Sud è nato per LEGITTIMA DIFESA.
E’ nato per difendere la dignità, i valori e gli interessi del Sud e dei meridionali, ovunque essi siano.

E’ nato per promuovere lo SVILUPPO PRODUTTIVO sostenibile.

Il PdSUD è il partito dello sviluppo, della COALIZIONE DELLO SVILUPPO E DELL’INNOVAZIONE, contro la coalizione delle rendite e del parassitismo.

Ebbene, non vi è sviluppo senza regole condivise, senza fiducia reciproca, senza legalità, senza sicurezza.

SVILUPPO E LEGALITA’, QUESTA E’ LA STELLA POLARE DEL PdSUD.

Legalità, sviluppo, democrazia.

Non vi è sviluppo senza combattere frontalmente e debellare la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta.

Il PdSUD è un partito geneticamente, costituzionalmente antimafioso.

Nasce per combattere frontalmente tutte le mafie e distruggerle.

Persistendo le mafie, non c’è sviluppo.

Le mafie distorcono e distruggono le regole del mercato, spiazzano ed emarginano le imprese sane con la loro concorrenza sleale e criminale, si infiltrano nelle imprese sane in difficoltà, impongono il racket,impongono guardianie “finte” e manodopera dei clan, impongono imprese subappaltatrici criminali a partire dal “movimento terra”, alimentano il lavoro nero e lo sfruttamento del lavoro, provocano la fuga degli investimenti esteri ed esterni, intimidiscono, ricattano, bruciano e uccidono, nutrono il circolo perverso criminalità- malaburocrazia e malapolitica, erodono le reti fiduciarie e il capitale sociale,avvelenano l’intera società civile e politica, alimentano modelli culturali devastanti tra le nuove generazioni.

LE MAFIE - soprattutto i politici mafiosi e collusi con le mafie,i colletti bianchi mafiosi, la borghesia mafiosa - SONO IL NEMICO NUMERO UNO DEL SUD E DEI MERIDIONALI.

Sono il nemico numero uno del Partito del Sud.

Siamo organicamente dalla parte di tutte le associazioni e i movimenti, soggetti, enti e amministrazioni schierati per la legalità e contro le mafie: Libera di Don Ciotti, le associazioni antiracket, le associazioni come "Addiopizzo", la Confindustria di Ivan Lo Bello, i movimenti come "Io resto in Calabria" di Pippo Callipo, l’amministrazione comunale barese di Michele Emiliano, e, tutte gli altri soggetti simili.

Il nostro nuovo documento morale e programmatico è il recente, straordinario, drammatico documento della Conferenza Episcopale Italiana ( CEI) sulla questione meridionale: “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno”. Il documento è inequivocabile.

Le mafie avvelenano la vita sociale, pervertono la mente e il cuore di tanti giovani, soffocano l’economia, deformano il volto autentico del Sud.
La criminalità organizzata non può e non deve dettare i tempi e i ritmi dell’economia e della politica meridionali, diventando il luogo privilegiato di ogni tipo di intermediazione e mettendo in crisi il sistema democratico del Paese, perché il controllo malavitoso del territorio porta di fatto a una forte limitazione, se non addirittura all’esautoramento, dell’autorità dello Stato e degli enti pubblici, favorendo l’incremento della corruzione, della collusione e della concussione, alterando il mercato del lavoro, manipolando gli appalti, interferendo nelle scelte urbanistiche e nel sistema delle autorizzazioni e concessioni, contaminando così l’intero territorio nazionale …
In questi ultimi vent’anni le organizzazioni mafiose, che hanno messo radici in tutto il territorio italiano, hanno sviluppato attività economiche, mutuando tecniche e metodi del capitalismo più avanzato, mantenendo al contempo ben collaudate forme arcaiche e violente di controllo sul territorio e sulla società.
In questa situazione, la Chiesa è giunta a pronunciare, nei confronti della malavita organizzata, parole propriamente cristiane e tipicamente evangeliche, come “peccato”, “conversione”, “pentimento”, “diritto e giudizio di Dio”, “martirio”, le sole che le permettono di offrire un contributo specifico alla formazione di una rinnovata coscienza cristiana e civile …
Vogliamo ricordare i numerosi testimoni immolatisi a causa della giustizia: magistrati, forze dell’ordine, politici, sindacalisti, imprenditori e giornalisti, uomini e donne di ogni categoria. Le comunità cristiane del Sud hanno visto emergere luminose testimonianze, come quella di don Pino Puglisi, di don Giuseppe Diana e del giudice Rosario Livatino, i quali − ribellandosi alla prepotenza della malavita organizzata − hanno vissuto la loro lotta in termini specificamente cristiani: armando, cioè, il loro animo di eroico coraggio per non arrendersi al male, ma pure consegnandosi con tutto il cuore a Dio.
Riflettendo sulla loro testimonianza, si può comprendere che, in un contesto come quello meridionale, le mafie sono la configurazione più drammatica del “male” e del “peccato”…
Solo l’annuncio evangelico di pentimento e di conversione, in riferimento al peccato-mafia, è veramente la buona notizia di Cristo (cfr Mc 1,15), che non può limitarsi alla denuncia, perché è costitutivamente destinato a incarnarsi nella vita del credente
”.

Altre verità vanno ricordate.

Se è vero che il Sud è la terra di origine, di grave insediamento e propagazione delle mafie, è altrettanto vero che il Sud è la terra primaria dell’ANTIMAFIA.

Sono quasi tutti meridionali i nuovi eroi della Repubblica italiana, a partire da Falcone, Borsellino, Livatino, don Diana, don Puglisi, fino al valoroso sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato, come agnello sacrificale, il 5 settembre scorso.

Eppure, la questione mafiosa, da anni, è questione non soltanto territoriale e meridionale, ma QUESTIONE NAZIONALE e internazionale. Milano e il Nord sono infiltrati pesantemente dalle varie mafie. Ma, le nostre classi dirigenti – nella loro follia e nel loro opportunismo suicida, nelle loro infami collusioni - fanno finta di niente.

Cari fratelli e sorelle meridionali, attrezziamoci, dunque, con il Partito del Sud , a combattere la buona battaglia, per i nostri figli.

La mafia va combattuta, per abbatterla, sotto tutti i profili. Quello morale culturale e educativo, quello economico (a partire dal sequestro dei beni mafiosi e del buon riuso degli stessi), quello giudiziario e repressivo, ma, soprattutto quello istituzionale e POLITICO.

LA LIBERAZIONE DALLE MAFIE E’ SOPRATTUTTO UNA QUESTIONE POLITICA E DELLA POLITICA.

PERCIO’ SIAMO STATI COSTRETTI A FAR NASCERE IL PARTITO DEL SUD.

Sì, per legittima difesa.


Per combattere e liquidare FALSI PARTITI DEL SUD, che stanno spuntando come funghi,in questi mesi, esattamente promossi dalla borghesia mafiosa, da enclave paramafiose, da sezioni della casta e delle cricche direttamente mafiose.

Per liberare il Sud e l’Italia da una politica e da politici mafiosi e subalterni alla mafia.

Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud.

Palermo, 18 ottobre 2010

COMUNICATO ASD NAZIONALE DI CALCIO REGNO DELLE DUE SICILIE



Dopo una recente trasmissione su Rai3, alcuni millantatori in rete fomentano le polemiche, si lamentano perchè poteva essere gestita meglio la comunicazione...sicuramente si, ma di chi sono le colpe?
Ecco la risposta, ricevo e posto questo comunicato dell'Associazione Sportiva "Nazionale di calcio Regno delle Due Sicilie".
C'e' qualcuno che aveva la prima responsabilità di preparare i ragazzi alle interviste e di parlare a nome della squadra...da vero "capitano coraggioso", come alcuni generali dell'esercito borbonico un secolo e mezzo fa, si e' dileguato ed ora lancia farneticanti accuse in rete...per non parlare dei soliti "soloni" del nostro mondo, che criticano sempre e comunque, ma che non sono riusciti a portare la loro squadretta (ad un certo punto ce ne erano 3!!!) nemmeno al torneo di Roccacannuccia!
Agli amici della Nazionale, che ho sempre difeso per i risultati raggiunti e per il coraggio di andare ancora avanti con pochissimi aiuti tra i quali quelli del Partito del Sud, concedo quindi il giusto diritto di replica.

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COMUNICATO ASD NAZIONALE DI CALCIO REGNO DELLE DUE SICILIE

Sono state portate alla nostra attenzione alcune voci circa asseriti ammanchi e appropriazione di fondi in relazione alla partecipazione della nostra squadra alla VIVA Cup 2010 a Gozo (Malta) lo scorso giugno.

A tale proposito si rammenta che:

1. il bilancio relativo (entrate ed uscite) è stato pubblicato on-line lo scorso 22 giugno 2010 sul sito www.duesicilie.org (dove è ancora disponibile) sotto il titolo "Resoconto finanziario della Nazionale";
2. Nonostante la correttezza della precedente gestione le spese per la trasferta a Malta sono state notevoli e la nuova gestione societaria si è trovata di fronte ad un debito che è stato risanato dai nuovi consiglieri che si sono tassati a tale proposito;
3. Non si capisce quindi a cosa si voglia far riferimento con tali dichiarazioni non rispondendo queste al vero, si ribadisce peraltro che la responsabilità formale e sostanziale di eventuali irregolarità ricade sul presidente allora in carica.

Si coglie l’occasione anche per rispondere ad alcune critiche in relazione a quanto apparso nel corso della puntata di Presa Diretta su Rai Tre intitolata "Fratelli d’Italia", nella quale si sono visti alcuni giocatori della nostra Nazionale cantare l’inno italiano:

1. I giocatori in questione hanno partecipato a titolo gratuito alla competizione dimostrando quindi un notevole attaccamento alla squadra che hanno servito con professionalità ed abnegazione;
2. Contrariamente alla direzione padana, che è stata vicina ai giocatori, la nostra direzione, nella persona dell’allora Presidente, ha praticamente abbandonato i giocatori a loro stessi, salvo poi criticarli successivamente una volta conclusa la manifestazione.

Il Direttivo ASD "Nazionale Calcio Regno delle Due Sicilie"

giovedì 14 ottobre 2010

Orgoglio terrone...anche la Stampa se ne accorge!


Anche se magari ci saranno i soliti luoghi comuni e si tende spesso a concludere a "tarallucci e vino", se film come "Benvenuti al Sud" fanno parlare di nuovo di questione meridionale e del fermento che c'e' nella "galassia meridionalista" , come quest'articolo su "La Stampa" che riportiamo, sono loro ad essere benvenuti...

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Tre film sul sud 'buono' in un anno e una nuova questione meridionale investe l'Italia (FLAVIA AMABILE)

Non è una notizia il fatto che in questo 2010 siano usciti nelle sale cinematografiche tre film sul sud. La notizia è che due di questi sono stati fra i più grandi successi italiani dell'anno. Il primo ("Basilicata coast to coast") ha battuto la scorsa primavera il kolossal Avatar ai botteghini e ricevuto premi su premi. Il secondo ("Benvenuti al sud") è appena uscito ed è già ai primi posti in classifica. Il terzo deve ancora arrivare nelle sale, dunque si vedrà.

Che cosa succede? Il sud è di moda? E chi va a vedere film in cui il sud non è né mafia, né camorra né pizza o mandolini, ma semplicemente il sud? E chi riempie le sale in un Paese in cui non parlare male del sud è ormai politicamente scorretto?

I meridionali, ovvio. Quelli che vivono ancora da Napoli in giù e quelli che sono andati altrove. Ma i numeri lasciano intuire anche qualcos'altro. Che questi film piacciano anche ad un altro nord, un nord che non ne può più della Lega e di un'arroganza che vede ladri ovunque per non vedere i propri.

Una nuova 'questione meridionale' sta nascendo. E' la voglia di dire 'basta' di fronte ad una campagna di denigrazione costante, ripetuta, che arriva da una parte del governo. E' un orgoglio che sta montando. Trova sfogo nei gruppi su Facebook e nei siti in rete.
Tolti quelli calcistici, i siti di orgoglio meridionale - nel senso di orgoglio per l'appartenenza ad una terra umiliata e offesa - sono moltissimi. Inesistenti quelli del nord.

Appare sulle t-shirt che esaltano l'orgoglio terrone e i meridionali al 100%. Si porta dietro una domanda a cui fiora nessuno ha avuto il coraggio di rispondere. Com'è possibile che l'Italia che si è scandalizza dei cori razzisti contro Balotelli negli stadi non abbia mai fatto una piega per quelli contro i napoletani che da anni vengono cantati dalle curve degli Ultras?

Forse, è giunto il momento di tirare su la testa e non lasciarsi più umiliare.

Fonte: La Stampa del 12/10/2010

Meridione di lotta: un molisano a capo del Partito del Sud


Beppe De Santis, cresciuto tra Montenero e Termoli, classe 1952, eletto segretario politico nazionale del Partito del Sud, la risposta alla Lega e allo strapotere del Settentrione "nato per legittima difesa e per riprenderci il governo del nostro territorio". In questa intervista racconta le sue origini, la formazione politica, da Roma alla Sicilia. Da Botteghe oscure, dove era funzionario a 19 anni, alla scorta armata a Palermo.

Alla fine l’hanno fatto. Il Partito del Sud. “Neo-federalista” si legge nella presentazione ufficiale, “per difendere in primis gli interessi e l’economia dei meridionali, a cominciare dagli agricoltori, dagli artigiani e piccole e medie imprese meridionali”. Insomma, è l’anti-Lega Nord.
Nasce da decine di associazioni, movimenti, alleanze neomeridionaliste, incrocia disoccupati e imprenditori, agricoltori e intellettuali, e proprio in queste settimane si sta strutturando sul territorio, dalla Sicilia al Triveneto passando per il Molise, l’Abruzzo, «e tutte le regioni italiane, perché i meridionali non vivono solo nel Meridione».
Lo scorso 25 settembre, al congresso di Gaeta (in realtà al congresso del Partito del Sud di Napoli NdR) del 25 settembre, città simbolo nella storia del Mezzogiorno (durante l’assedio dei piemontesi del 1860-61 morirono tremila civili) è stato eletto il segretario politico nazionale. Beppe De Santis è un molisano. Anzi, bassomolisano.
Cresciuto nel centro che ha dato i natali al più illustre politico corregionale, Montenero Di Bisaccia. Beppe De Santis, proprio come Antonio Di Pietro, sottolinea le “origini contadine”. Classe 1952, calore e carisma da vendere, ciuffo scuro che si agita al ritmo di discorsi appassionati, una moglie dai tratti arabi sposata “in tarda età” e una figlia, Francesca, bionda come una normanna: la famiglia, messa in piedi in Sicilia, dove vive da molti anni, è la sintesi perfetta dell’incrocio dei popoli che hanno segnato il sud. Quel sud che ama in maniera viscerale, lontanissimo da un approccio nostalgico e “proiettato al futuro”. Il futuro è già arrivato, visto che il 13 e 14 novembre prossimi il PdSud costituirà gli Stati generali a Palermo, per poi risalire lo Stivale e organizzare assemblee costituenti, e quindi circoli e federazioni in tutto il Paese, preparandosi degnamente alle prossime competizioni elettorali.

«Il nostro sarà un grande partito di massa, non di elite, democratico, pieno di commercianti, artigiani, imprenditori, donne, battagliere, combattenti. Il meridione non è rassegnato, e vuole combattere. Lanceremo una marcia dei popoli meridionali regione per regione, una marcia pacifica per attaccare il governo su tutti i lati: dal precariato al reddito minimo, sul modello dei paesi sviluppati. Abbiamo una piattaforma economica seria».
Lui, d’altronde, è un economista di mestiere, come ricordano i suoi amici di Termoli, cittadina dove De Santis ha studiato, prima il ginnasio e poi il liceo nel seminario di don Mario Vincelli. «Ricordo Termoli come se me ne fossi andato ieri. La Cattedrale, i primi comizi in piazza Vittorio, i trabucchi dove scappavo per leggere in pace un libro, e poi i movimenti studenteschi, le lotte dei pescatori, le assemblee di quartiere. Sono ricordi straordinari, non vedo l’ora di tornare da quelle parti».

Nato a Palata, cresciuto a Montenero. A lungo leader della Cgil, esperto d’economia, ex collaboratore di Lombardo (attuale presidente della Regione Sicilia) e soprattutto leader della Cgil a vari livelli, esperto di economia e referente per le cooperative, autore di moltissimi saggi. Una vita intensa, come si dice.
«Cominciata pascolando le pecore, dico sul serio. L’infanzia l’ho passata nei pascoli tra Palata e Larino. Le scuole medie le ho frequentate a Montenero. Poi sono stato a Termoli a studiare, e lì mi sono formato. Scrivevo anche per l’Unità, ero corrispondente».

Poi Roma, l’università, la Federazione del partito Comunista e Botteghe Oscure («a 19 anni ero funzionario del Pci, vedevo tutti i giorni Giorgio Napoletano…»), la scalata della Cgil fino a diventarne, giovanissimo, uno dei leader e infine la Sicilia.
«Mi ci mandò all’inizio del 1989 Bruno Trentin (storico segretario della Cgil) per commissariare il sindacato. Il clima era terribile. Nel ’90 venne ucciso (dalla mafia, ndr) Giovanni Bonsignore e stavo per rientrare a Roma. Ma poi sono rimasto, a quel punto sarebbe stato vigliacco fuggire. Ho avuto la scorta armata per sei anni».

E continua a definirsi un “contadinaccio”. Non le sembra un vezzo?
(ride) «Macché, è verissimo. E guardi che proprio le mie origini contadine, che sono motivo di orgoglio per me, sono all’origine di questa avventura nel Partito del Sud. Amo il fiero popolo dei sanniti. E inoltre in Molise ho la famiglia, una sorella (è stata vicesindaco a Montenero, ndr) un fratello (l’altro, Vincenzo, è stato capitano del Termoli prima di morire, nel 1992, in un brutto incidente stradale all’altezza della Torretta sulla Statale 16) e una marea di nipotini».

Ora è il segretario nazionale di un partito con una ‘mission’ chiarissima. Come ci è arrivato?
«Il Partito del Sud è il risultato di decine di associazioni neomeridionaliste, alleanze, moti che da dieci anni a questa parte interessano il nostro Paese. Forze aggregate da Antonio Ciano, un capopolo della sinistra che nel 2007 ha dato al movimento un profilo produttivo laburista, ha messo in piedi due liste neomeridionaliste che due anni fa hanno preso Gaeta, luogo geografico strategico e città simbolo, eleggendo sindaco Raimondi, di ispirazione cattoprogressista, formalizzando una confederazione e acquisendo il logo e il nome del Partito del Sud dal notaio. Miccichè venderebbe la madre per averli».

In politica, di questi tempi, il risvolto identitario premia?
«I meridionali non ne possono più della Lega Nord e dello strapotere del settentrione a tutti i livelli, che questo Governo cavalca e supporta. Certo, il partito del Sud è una risposta ai vari Bossi e Maroni, nonché alla politica antimeridione di Silvio Berlusconi. Ma è anche una questione culturale, particolarmente sentita oggi. Del resto ci sarà un motivo per cui il libro di Pino Aprile (“Terroni”, ndr), che peraltro fa parte del nostro movimento insieme a molti altri intellettuali, artisti, registi e scrittori, è un best seller e arriverà a vendere un milione di copie?».

Nel suo primo intervento da neo segretario lei ha stracciato punto per punto il Piano per il Sud di Berlusconi
«Quello è un falso Piano per il sud. Una presa in giro (qui l’intervento, ndr). Il nostro partito è nato per legittima difesa, e per contribuire alla sua cacciata».

Vuol dire di Berlusconi? Non pare un obiettivo facile.
«Tiene bloccata l’Italia da 15 anni, e ci è riuscito grazie all’inerzia della sinistra che non ha capito le trasformazioni in atto. Dal punto di vista storico Berlusconi ha riempito il vuoto della destra, niente di geniale, ha occupato uno spazio libero. Aveva soldi, televisioni, poteva farlo e lo ha fatto cinicamente, brutalmente. Quindici anni fa però migliaia di operai stavano diventando imprenditori, e la sinistra non ha capito un bel niente della trasformazione del capitalismo molecolare nel nord. Berlusconi, ma non dico certo una novità, è il prodotto della crisi delle forze di sinistra».

Il Partito del Sud dove si colloca? In quale casella della scacchiera?
«La nostra è una forza antagonista intelligente e seria che vuole riprendersi il governo del sud. Ci sarà modo, nei prossimi mesi, di sviscerare ampiamente il tema, ma anticipo che noi abbiamo pronta una piattaforma costituzionale per mettere insieme le 8 regioni del sud in una macroregione perché, proprio come sostiene Giorgio Ruffolo nel suo libro “L’Italia Paese troppo lungo”, è indispensabile ripartire da qui, dalla nostra economia, dalle nostre forze, dalla ricchezza umana e territoriale del Meridione. Niente a che vedere con il finto partito del sud di Miccichè, fatto dal padrone di Milano. Noi tendiamo a una sinistra federalista nuova, e organizzata in maniera capillare sul territorio».

Che significa? Un circolo per ogni paesello? Com’era una volta, quando c’erano i democristiani e i comunisti?
«L’idea è proprio quella. Molti non credono nella democrazia organizzata, mentre io ne sono un fanatico. Adesso che mi hanno chiamato alle armi riparto proprio da qui: dall’organizzazione sul territorio, dai circoli paese per paese. Basta con i partiti all’impronta dei personalismi, la democrazia è ben altra cosa ed è di questo che c’è bisogno. Una democrazia reale e virtuale, nel senso che anche internet, da questo punto di vista, aiuta moltissimo. Abbiamo siti, blog, forum di discussione e perfino canali di web tv. Ma naturalmente non basta, la gente deve incontrarsi anche nella realtà. Quindi cominciamo tra pochissimo con le assemblee, mi sto preparando a girare l’Italia nei prossimi mesi e finalmente tornerò anche in Molise».

A proposito di Molise, il suo giudizio su Antonio Di Pietro?
«Ci siamo conosciuti a cavallo tra gli Anni Cinquanta e Sessanta. Lui ha tre anni più di me, la masseria del suo papà era a mille metri da quella di mio padre , e ci siamo incrociati anche a Termoli durante gli anni di studio in seminario. Siamo molto diversi»

Certo. Ecco perché è interessante sapere che ne pensa.
«Di Pietro ha fatto il suo dovere di giudice a Milano, poi è entrato in politica ed è stato molto fortunato nella sua ascesa. Detto questo, se avessi avuto io la sua fortuna non avrei fatto nascere Berlusconi. Quello che gli rimprovero è che il suo partito non è meridionalista, fa finta che la questione meridionalista non ci sia. Quello che non mi piace del suo partito è che è eccessivamente personalistico e che non ha una politica economica».

Ora il partito del sud sta per uscire allo scoperto, giusto?
«L’assemblea costituente è prevista per il 16 novembre. Il giorno dopo scatterà l’offensiva: si sentirà molto parlare di noi». (mv)

Fonte: Primonumero 13 ottobre 2010

venerdì 8 ottobre 2010

A GAETA DA SABATO 6 NOVEMBRE INIZIANO LE "CONTROMANIFESTAZIONI" PER L'UNITA' D'ITALIA!




Mentre altri si perdono in chiacchiere, Antonio Ciano ed il Partito del Sud come al solito preferiscono i fatti....ecco la dichiarazione del nostro brigante Antonio:

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Antonio Ciano, Assessore del Partito del Sud al Comune di Gaeta (LT):
"Io non festeggio!!!
Il 6 Novembre inaugureremo, davanti alla Porta Carlo III, insieme ai rappresentanti di 40 Comuni del Sud "eccidiati" (dai Savoia e dal "risorgimento" piemontese), un monumento in ricordo dei nostri caduti!!!"

giovedì 7 ottobre 2010

Videomessaggio Beppe De Santis: Contro il piano SUD del governo (2 p.)

Comunicato N° 2 di Beppe De Santis del Partito del Sud,6 ottobre 2010 - Contro il PIANO SUD del governo


Sono Beppe De Santis, nuovo segretario nazionale del Partito del Sud,quello vero,quello fondato da Antonio Ciano di Gaeta. Massimo animatore dei movimenti neomeridionalisti, storico di razza.
Non i partiti del sud finti dei vecchi politicanti, in cerca di riciclaggio. Ora, che è giunta la resa dei conti. Questi servi funesti dei padroni nordisti, responsabili primi dell’asservimento del Sud.
Il nostro è un partito di lotta.
I Savoia saccheggiatori di oggi si chiamano,innanzitutto, Berlusconi, Bossi, Tremonti. E i loro domestici.
L’altra settimana, il 28 settembre 2010, alla Camera dei deputati, Berlusconi ha presentato la piattaforma, in 5 punti, della sua campagna elettorale.
Il 5° punto, obbrobrioso, è il FALSO PIANO PER IL SUD.
Un vero piano contro il Sud. Lo commento brevemente (le dichiarazioni del governo e di Berlusconi in corsivo, i nostri commenti in grassetto...Ndr).

BERLUSCONI CAMERA DEPUTATI 28 SETTEMBRE 2010

Introduzione: “MEZZOGIORNO. Il sud ha bisogno di regole, di rispetto delle regole e di un'adeguata dotazione di infrastrutture materiali e immateriali. Il piano per il sud dovrà rispondere parallelamente a queste fondamentali esigenze”.
Promette il premier.“Dal 2002 al 2009, su un valore di opere approvate dal CIPE e già cantierate, pari a circa 68 miliardi di euro, sono stati triplicati gli interventi nel Mezzogiorno”.
Si tratta di una BALLA COLOSSALE. E’ VERO IL CONTRARIO.
Dal 2001 in poi, la spesa per investimenti per il Sud è stata ridotta drasticamente, al lumicino.
La regola stabilità era questa: il 45% dell’intera spesa pubblica per investimenti è destinata al sud. Al contrario, la spesa attivata – per il sud - è stata del 35% o 32% sul totale. 10 punti in meno. 10 mld di euro in meno all’anno.
In 10 anni, UNO SCIPPO DI 100 MLD AI DANNI DEL SUD.

Promette il premier:“Nei prossimi tre anni saranno investite nel Mezzogiorno risorse per circa 21 miliardi di euro, pari al 40 per cento degli investimenti complessivi in tutta Italia, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti”.
E’ questa un’affermazione priva di ogni fondamento. E’ vero il contrario.
Su 64 MLD di euro del FAS del periodo 2001-2013, (Fondo per le Aree Sottoutilizzate), alle 8 regioni del Sud non è arrivato un solo euro.

Promette il premier: “entro il 2013 il completamento dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria; ci sono lavori in corso per sopperire alla carenza di iniziative che si è verificata durante i cinque anni dei Governi della sinistra “.
E’ noto, anche ai bambini,che gran parte di questa presunta autostrada è impervia,fatiscente e pericolosa.*Dei complessivi 440 KM della SA-RC ( iniziata nel 1964: 46 anni orsono):-soltanto 210 KM sono percorribili, a rischio della pelle;-174 KM risultano appaltati e inattivi;-60 KM non hanno né progetto esecutivo , né soldi.
Già nel 2001, Berlusconi promise il completamento entro il 2005. Sono trascorsi 9 anni. Per saperne di più,basti leggere l’apposito capitolo sulla SA-RC nel libro “ Terroni” di Pino Aprile e il volume della storica Leandra D’Antone “ Senza pedaggio”.

Promette il premier. “Il sostanziale avanzamento di opere quali l'autostrada Telesina”.
La "Telesina" dovrebbe essere l'Autostrada di collegamento tra Caianello (nel casertano) e Benevento.-71Km.- Questa opera è semplicemente elencata nel programma “Grandi opere” del 2001, attuativo della cosiddetta “Legge-Obiettivo” del 2001.
Sono passati 9 anni. Ma, quale 2013!

Promette il premier.“L'asse autostradale Ragusa- Catania”.-68 Km.-Costo: 900 meuro.-530 quota privata e 370 pubblica.-Mancano 217 meuro di stanziamento pubblico.-Nel 2009 è stato firmato l’Accordo di Programma tra Stato,ANAS e regione Siciliana. Trascorreranno, invano, anni e anni, prima di vedere qualcosa. Ma, quale 2013!

Promette il premier. “La superstrada ionica 106”.
-480 km da Taranto a Reggio Calabria.
Nota come “la strada della morte”. Basta andare a vedere diecine di incidenti mortali dai video di You Tube. Costo complessivo: 150 mld euro.
Lo stato di attuazione: MISEREVOLE!

si può ricavare dal sito web dell’ANAS.-Ma, quale 2013!

Promette il premier.“Il raddoppio della superstrada Agrigento-Caltanissetta”.
-70 km.- Costo (per ora): 180 M. di Euro. C’è il progetto esecutivo dell’ANAS (dicembre 2008). I tecnici sul campo giurano che soltanto il completamento del primo lotto richiederà 10 anni. Il completamento generale più di 15 anni.
Ma, quale 2013!

Promette il premier.“ Le statali Olbia-Sassari e Carlo Felice”. La "Carlo Felice", 229 km. La strada principale della Sardegna, dal sud - Cagliari – al nord - Porto Torres. Costo: 522 M. di Euro - 162 dalla Regione - 360 dal FAS, che è stato scippato dal governo centrale.


Olbia-Sassari. Altra strada maledetta. E’ tutto bloccato. Basta registrare la recentissima denuncia dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) della Sardegna. E via promettendo.

Il premier enumera il completamento della “La rete metropolitana campana” .

E continua la favola del PONTE DI MESSINA.
Promette il premier.“Entro dicembre sarà pronto il progetto esecutivo del Ponte sullo stretto di Messina, che i Governi della sinistra avevano liquidato in cinque minuti di seduta. Noi abbiamo ripreso il progetto, questo progetto è avanzato, è un progetto fondamentale per la Sicilia, è un progetto che si inserisce nella realizzazione del Corridoio n. 1 Berlino-Palermo, che prevede l'alta capacità ferroviaria sino a Palermo. Sono iniziati i primi lavori sulla costa calabrese e prossimamente partiranno quelli sulla costa siciliana”.

Certifica il premier.“Sono anche in corso i lavori dell'asse ferroviario Napoli-Bari, dell'asse ferroviario Battipaglia-Reggio e del nodo ferroviario di Bari.

In realtà è tutto bloccato. E le risorse di cassa non ci sono.

Promette il premier. “Nel Mezzogiorno miglioreranno i servizi del trasporto regionale ferroviario e ciò grazie alle risorse assegnate lo scorso anno e a quelle dell'acquisto di nuovi treni, tutti da immettere nel sud Italia “.

Frattanto, sono stati tagliati 4 mld di euro per il trasporto pubblico locale. Tanto da indispettire anche i governatori Formigoni e Polverini. 1/3 dei treni per pendolari sta per essere tagliato.

E via la GUERRA, senza quartiere , alla MAFIA.

Prorompe il premier.“Voglio sottolineare che tutte le nostre strategie di contrasto alla criminalità organizzata vanno considerate come il primo pilastro del piano per il sud, perché la liberazione del territorio dalla morsa della criminalità organizzata è il presupposto indispensabile per lo sviluppo del nostro Mezzogiorno” .
Frattanto, prosegue la guerra santa - dell’uomo di Arcore - contro l’autonomia della magistratura. E devastanti tagli di risorse alle forze dell’ordine.

Ricorda il premier.“Tra i tanti provvedimenti in progetto: la Banca del Sud, in collaborazione con le Poste e con il sistema delle cooperative, per il finanziamento delle piccole realtà imprenditoriali”.
E sono 10 anni che si chiacchiera di questa fantasmatica banca. Sempre lì, lo specchietto per le allodole. Mentre migliaia di imprese del sud periscono, senza CREDITO.


Si impegna il premier. Dice.“I fondi europei per le aree sottoutilizzate, che saranno concentrati su grandi iniziative strategiche”.
Perciò bisogna centralizzarne la gestione, nelle mani della CRICCA, magari. Commento io.


E ancora, dice il premier: “L'individuazione di zone franche urbane per nuove imprese, come strumento di contrasto alla disoccupazione”.
Sì, proprio le Zone franche urbane ,già istituite prima del 2008. E stupidamente cancellate dal premier e da Tremonti.

Il premier proclama: “E infine, come ho già anticipato, il federalismo fiscale,che sarà la riforma che metterà il sud Italia alla pari con il nord,nella qualità e nell'efficienza dei servizi pubblici, senza più sprechi nei costi - tripli o quadrupli – a causa di connivenza e infiltrazioni della criminalità nella gestione del denaro pubblico” .
La ricetta miracolosa, contro tutti i mali e malanni. Se si trattasse di federalismo vero.Federalismo costituzionale, politico, economico e anche fiscale. Se non si trattasse di un miserabile trucco per scippare al Sud 50 Mld di euro di spesa corrente all’anno, per scuola, università, servizi.


Il premier ci comunica che il sud ha ricevuto la FISCALITA’ DI VANTAGGIO.
Della serie “Chi la visto”.
Oltre alla fiscalità di vantaggio per il sud, abbiamo avviato serie misure di lotta contro il lavoro irregolare per favorire l'occupazione dei giovani, soprattutto nelle regioni meridionali. Le misure poggiano su due pilastri: la semplificazione dei rapporti di lavoro e un maggior controllo sui comportamenti che mettono a rischio l'incolumità dei lavoratori. Nel 2009, gli ispettori dell'INPS hanno controllato 100.591 aziende e nel 79 per cento dei casi sono state riscontrate delle irregolarità. Le verifiche sono proseguite quest'anno con un piano straordinario, concentrato specialmente in Campania, in Calabria, in Puglia e in Sicilia”.

Con un bel finalino sulla poderosa lotta contro il lavoro nero.
ECCO, IL GRANDE PIANO PER IL RINASCIMENTO DEL SUD.
Complimenti, Presidente.
Fratelli meridionali,che volete?

Avete quasi tutto. SOLDI , IN QUANTITÀ. UN GRANDE SISTEMA DI INFRASTRUTTURE.LA MAFIA STA PER ESSERE DEBELLATA. LA GRANDE BANCA DEL SUD è dietro l’angolo. I SOLDI EUROPEI E PER IL SUD EFFICACEMENTE CONCENTRATI A ROMA E A MILANO. LA FISCALITA’ DI VANTAGGIO operante. IL LAVORO NERO HA I GIORNI CONTATI.
Grazie,Presidente. La vostra missione è compiuta. Ora, potete andare a casa. Togliervi dai piedi. Finalmente, possiamo governarci da soli. Noi meridionali.

Uno degli strumenti è e sarà questo nostro PARTITO DEL SUD. PUER, SED VIRTUOSUS. Piccolo e virtuoso, sì.

Beppe De Santis. Palermo, 6 ottobre 2010.

mercoledì 6 ottobre 2010

Progetto Napoli e Movimento 5 Stelle: alleanza possibile



Ieri, 5 Ottobre 2010, si è tenuta l’assemblea del movimento 5 stelle Campania presso il centro culturale Città del sole di Napoli. Un notevole numero di attivisti “grillini”, nonché le delegazioni delle associazioni del Progetto Napoli, si sono incontrati ed hanno discusso gli ordini del giorno.
Particolare interesse ha riscosso l’organizzazione di un comitato per ottenere, anche per il comune di Napoli, lo strumento che rivoluzionerà il concetto di democrazia diretta : il referendum abrogativo comunale. Una lunga introduzione su questo strumento ha entusiasmato i presenti sui nuovi orizzonti che saranno spalancati quando il comitato raggiungerà il suo scopo: gli elettori potranno fornire – senza intermediari – il proprio parere su un tema oggetto di discussione a livello di decreti comunali.
Dopo l’introduzione i due moderatori dell’incontro, Roberto Fico e Marco Savarese, hanno dato la parola ai movimenti del Progetto Napoli, ospiti dell’incontro in qualità di interlocutori con linee progettuali convergenti e con cui il movimento 5 stelle potrà trovare degli alleati alle comunali Partenopee.
Il primo ad intervenire è stato l’ingegnere Francesco Floro Flores di Questione Napoletana il quale ha presentato il Progetto Napoli come una realtà già operativa sul territorio e nella quale sono presenti rappresentanze di tutti gli strati positivi della società Napoletana che con grande motivazione lottano perchè la città si liberi dell’attuale classe dirigente che non è rappresentativa della cittadinanza, ma solo di una classe affaristica locale legata alla criminalità organizzata. Ha concluso esplicando, a nome di tutto il Progetto Napoli, la volontà di far fronte comune con il movimento 5 stelle così da poter più facilmente ottenere un concreto risultato alle elezioni comunali e dando la disponibilità ad esporre anche la sua persona per tale scopo.
Ha seguito l’apprezzato intervento del Prof. Francesco Forzati di Cambiamo Napoli che ritrovandosi su quanto detto da Floro Flores ha proseguito facendo l’analisi dell’attuale situazione della città di Napoli, come si intuisce non rosea, ed ha sottolineato che la città è priva di sindaco da anni. Destra e sinistra si affannano a fare liste di possibili successori senza tener conto del parametro più importante da valutare: le competenze. Il professore ha anche fatto presente che le affinità di pensiero col movimento cinque stelle Campania sono molto marcate e che presentarsi divisi varrebbe a dire lasciare ancora spazio alle compagini elettoralistiche funzionali all’attuale “classe dirigente”.
Il Partito del Sud, egregiamente rappresentato da Andrea Balia, ha sottolineato come la riscossa del meridione debba svolgersi sia su un piano culturale, e quindi di divulgazione delle verità storiche del risorgimento e di esaltazione dell’orgoglio identitario meridionale, sia su un piano politico e dunque di lotta sul territorio per ottenere una svolta pratica. Anche in questo caso si è sfondata una porta aperta in quanto il movimento 5 stelle, tramite il blog di Beppe Grillo, ha più volte sollevato la questione del revisionismo storico.
Ricordiamo l’articolo correlato da servizio video-giornalistico contro Lombroso e il suo museo Torinese, oppure la rievocaziona della strage di Gaeta, l’articolo “Siamo tutti Borbonici” ed infine l’intervento dal vivo di Beppe Grillo a Napoli presso Piazza Dante che dice tutto. (vedi video)
Ha concluso gli interventi degli ospiti Alberto Romano di Insieme per la Rinascita, il quale ha anche ricordato il presidente onorario della sua associazione Salvatore Borsellino, fondatore del movimento delle agende rosse, che si batte contro le mafie e per una classe politica moralmente ineccepibile e lontana da qualsiasi rapporto col crimine organizzato. Tutte lotte condivise e portate avanti nel drammatico scenario della città di Napoli da Insieme per la rinascita. Ha inoltre fatto presente che tutti i ragazzi di IPLR sono fortemente mossi dalla speranza di non dover abbandonare la città di Napoli e di star lottando per farla cambiare affinché questo esodo di giovani si arresti, unico barlume di speranza per la città. Roberto Fico ha espresso parole di apprezzamento per l’associazione Insieme per la Rinascita che in occasione delle regionali ha organizzato un incontro per presentare alle giovani generazioni il movimento cinque stelle e i suoi valori.
L’incontro di ieri è stato di fondamentale importanza per l’orientamento del Progetto Napoli verso una realtà certamente macroscopica e più strutturata, gettando le basi per una più stabile collaborazione tra le 4 associazioni del progetto Napoli e il movimento 5 stelle, collaborazione che dovrà tuttavia concretizzarsi con altri incontri. C’è fermento e tutti sperano in una fumata bianca perchè è ora che a Napoli la società civile si coalizzi aldilà degli schieramenti e dei simboli per una lotta comune e di civilità.
Prossimi aggiornamenti su: www.meridionalismo.it

Proposta dal Molise: Federiamo le regioni del Sud




Interessante proposta che arriva dal Molise, sulla possibile federazione delle regioni del Sud. AL di là di alcune questioni da approfondire, se inserire o non inserire la Sicilia e la Sardegna, ricordiamo che il Partito del Sud pensa ad un Sud federale con Sicilia e Napolitania, federato con il resto d'Italia, così come detto anche nello Statuto nell'art. 6 ("Scopi del movimento"):
http://partitodelsud.eu/attachments/011_statuto.pdf

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CAMPOBASSO - Arriva dal Molise e più precisamente dal governatore Michele Iorio l'ultima idea per rilanciare il Mezzogiorno d'Italia: "Federiamo le regioni del Sud". L'obiettivo? "Mettere insieme sinergie per creare uno sviluppo sostenibile e duraturo dell'area". In un momento quanto mai delicato per il nostro Paese ed in particolare per le regioni meridionali, la proposta di Iorio appare coraggiosa ed innovativa innovativa. Soprattutto potrebbe, semmai dovvesse realizzarsi davvero, spingere le stesse regioni a colmare il gap che le separa da quelle del Nord e dal resto d'Europa. In ogni caso, affinchè ciò si realizzi, è necessario "un nuovo protagonismo della politica" (parole di Iorio) e soprattutto che la politica sia fatta da nuovi protagonisti.

Fonte: Net1News

lunedì 4 ottobre 2010

COM. N°1: Potenziamento organizzativo del PdSUD quale partito popolare di cittadinanza attiva, da oggi allo svolgimento degli Stati Generali




Cari fratelli e care sorelle meridionali,
per realizzare la Rivoluzione meridionale, occorre un Partito vero, forte, giovane,organizzato, popolare e democratico.
E’ questo l’unico modo per onorare coloro- gruppi o singoli- che hanno coltivato e animato, negli anni, con tenacia ed amore, questo sogno - progetto. A partire da Antonio Ciano.
Un Partito con migliaia (centinaia di migliaia) di iscritti, centinaia di Sezioni, circoli e associazioni,Federazioni provinciali e regionali, forti organizzazioni nelle grandi e medie città.
Un partito radicato nei territori ed attivo nella rete e nei “social network”. Per conquistare, presto, milioni di voti.
Senza un grande partito, nessuna riscossa meridionale è possibile.
Ciascuno di noi è esclusivamente al servizio di questo progetto. Questo è il nostro protagonismo legittimo.
Ogni protagonismo superfluo sarà bandito dal PdSUD, così ogni deteriore individualismo, ogni millantazione, ogni arroganza, ogni teatrino, ogni minoritarismo cretino, ogni rivendicazione di presunta primogenitura e di autoproclamata purezza “pseudo-rivoluzionaria”.
Il PdSUD non è l’ennesimo pseudo-partitino di DILETTANTI ALLO SBARAGLIO, spesso vocati a svendersi alla prima occasione fatua o a fare la guardia al bidone.
Il PdSUD è un partito pluralista e democratico, organizzato, con regole semplici e ineludibili da rispettare, perciò un partito serio e severo, disciplinato.
D’altronde un partito è una LIBERA e volontaria associazione di cittadini, uniti da una base culturale - e morale - comune e da un progetto da perseguire.
Ciascuno di noi è utile, nessuno è indispensabile.
Nel PdSUD milita chi ci crede, sul serio, al progetto “neo-meridionalista”. Senza alcun interesse di parte o personalistico.
Per altri, le praterie del Signore sono aperte.

In primo luogo, si tratta di approfondire la ricognizione dell’attuale patrimonio organizzativo del PdSUD, già di per se prezioso, per valorizzarlo al massimo.
In secondo luogo,daremo luogo, da oggi, ad una vasta campagna di promozione,di adesione e di tesseramento,consolidando la rete attuale delle sezioni e delle federazioni provinciali e regionali,con i relativi responsabili e referenti e, colmando gli eventuali vuoti in ciascuna delle 20 Regioni d’Italia ed in ciascuna delle 110 Province e negli 8.094 comuni. Altrettanta attenzione e impegno vanno profusi a favore della promozione internazionale e alla relativa rete organizzativa.
Se sei interessato a far parte del nostro movimento e vuoi combattere per il riscatto del Sud, contatta uno dei coordinatori regionali:
http://www.partitodelsud.eu/contatti
oppure invia un’email all’indirizzo: info@partitodelsud.eu

Per l’immediato il compito più impegnativo e affascinante sarà quello di integrare forze antiche e forze nuove del PdSUD. Intanto ,nei prossimi 40 giorni. Da oggi, allo svolgimento degli Stati generali del Sud,previsti per il 13 e 14 novembre prossimi, a Palermo,con una giornata di incontri preliminari con altri gruppi ( 12 novembre).
In terzo luogo,andremo a potenziare e articolare la struttura federale nazionale,con l’attivazione immediata di una serie di Dipartimenti di lavoro (Legalità e sicurezza, Risorse umane, etc.), quali strutture operative della Direzione nazionale , della Segreteria e della Presidenza.
Il primo impegno comune è la riuscita, la più brillante possibile, degli Stati generali del Sud. Da intendere anche quale fase costituente del PdSUD partito popolare di massa.
Nell’ambito degli Stati generali, si procederà al rilancio o alla promozione ex-novo delle altre strutture funzionali del PdSUD, dalla Federazione giovanile alle altre commissioni di lavoro (profilo culturale, progetto strategico, programma elettorale, sezioni e coordinamenti categoriali, etc…etc…).
Dal 15 novembre 2010, promuoveremo la prima campagna mass-mediale del nuovo ciclo politico del PdSUD, a seguito del II° Congresso nazionale di Napoli del 25 settembre scorso.
In tale ambito, è prevista una grande manifestazione del PdSUD, a Roma, a Piazza Montecitorio (Cinema Capranica), entro il 2010.
DAL 15 NOVEMBRE AL 31 DICEMBRE 2010, vanno svolte tutte assemblee regionali di rilancio del PdSUD, a partire dalle 8 Regioni meridionali.
Frattanto, i nostri innumerevoli avversari e competitori sono già in campagna elettorale. Cercheranno di fregarci ancora una volta, con le elezioni nazionali più anticipate possibili.
Nessuna si illuda o perda tempo.
La battaglia è qui e ora.
Saluti patrioti meridionali!

Beppe De Santis, Presidente e segretario politico nazionale del Partito del Sud

Palermo, 4 ottobre 2010

sabato 2 ottobre 2010

Grave lutto nel mondo del meridionalismo...ci lascia Nicola Zitara


Uno dei piu' grandi e piu' originali pensatori meridionali ci ha lasciato da ieri sera...come dimenticare le letture di "Memorie di quand'ero italiano", "L'unità truffaldina" e tutti gli articoli che hanno fatto parte della mia formazione e di quella di tanti altri?
Ecco un bel ricordo di Pino Aprile su Nicola Zitara....
Il nostro movimento, che aveva già omaggiato Nicola con una tessera onoraria, si unisce al lutto ed al cordoglio della famiglia e di tutto il mondo meridionalista che, ne siamo sicuri, continuerà a formarsi, discutere e diffondere le idee del "Professore", come tutti noi un po' più giovani lo chiamavamo con un rispetto tutto meridionale.

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
PARTITO DEL SUD

venerdì 1 ottobre 2010

GRAVE ATTO DI AGGRESSIONE AI COMPONENTI DEL MOVIMENTO CIVICO "UNICO PER IL TERRITORIO-PARTITO DEL SUD"...NOTA DALLA LUCANIA

Ricevo e posto questa nota che ho ricevuto dall'amica Camilla Buonanno
del Partito del Sud di Pisticci (MT)...esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza all'amica Camilla!

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Nella Serata odierna 30/09/2010, intorno alle ore 21,00, nella Piazza Umberto I di Pisticci, alla fine del Consiglio Comunale, si è verificato un fatto assai grave. Alcuni componenti del Movimento Civico “UNITI PER IL TERRITORIO – Partito del Sud”, sono stati aggrediti fisicamente e verbalmente dal marito dell’Assessore alla Cutura del Comune di Pisticci Camilla Cisterna. L’aggressione è stata generata dalla lettura di manifesti affissi in piazza dal movimento, i quali mettevano in luce, attraverso la pubblicazione di delibere di giunta, regolarmente pubbliche in quanto affisse all’Albo Comunale, come l’Assessore Cisterna, in qualità di Presidente di un’Associazione Culturale e Teatrale, sia stata sovvenzionata, attraverso la elargizione, di somme da parte del Comune, nella quale la stessa espleta l’attività di Assessore, per la realizzazione estiva dello spettacolo da lei stessa portato in scena.
Inoltre si rendeva pubblica la delibera di Giunta, nella quale, alla stessa, veniva concesso in comodato d’uso gratuito per anni 9, un immobile, sempre di proprietà comunale, per l’espletamento delle attività legate all’associazione di cui la stessa fa parte. In modo particolare, l’aggressione fisica è stata perpetrata ai danni del grafico del movimento, al quale è stata addossata la colpa di aver impaginato e provveduto alla stampa dei manifesti, nonché ad altro componente presente, nella piazza gremita di gente e alla presenza di tutta la Giunta Comunale, i Consiglieri e il Sindaco, i quali erano appena usciti dall’aula consiliare, in quanto appena conclusi i lavori di consiglio comunale. Violenta è stata l’aggressione verbale (ma solo perché lo stesso veniva tenuto a bada da ben 4 agenti della Polizia Municipale) nei confronti della Segretaria del Movimento Camilla Buonanno, la quale è stata vittima di gravi calunnie, parolacce, improperi e minacce da parte del marito dell’assessore. L’arrivo delle forze dell’Ordine è stato provvidenziale, l’uomo è stato fatto allontanare e le vittime dell’aggressione hanno potuto spiegare loro quanto accaduto. Se la politica ha toccato il fondo a Pisticci, stasera, per quanto accaduto, si è manifestata in tutta la sua interezza.

Camilla Buonanno (Uniti per il Territorio - Partito del Sud)