venerdì 26 febbraio 2010

Testo Delibera del Comune di Gaeta per Richiesta Danni ai Savoia!

Ricevo e posto la Delibera del Comune di Gaeta del 22/02/2010 che affida all'Avv. Troncone di Napoli l'incarico per la richiesta danni ai Savoia per i fatti del 1860-61, la madre di tutte le battaglie meridionaliste identitarie!

PAGATE SAVOIA! IL SUD ASPETTA RISARCIMENTI ECONOMICI E MORALI DA QUASI 150 ANNI!!!



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COMUNE DI GAETA Provincia di Latina DELIBERAZIONE DI GIUNTA N°42 del 22/02/2010

OGGETTO

Deliberazione del Consiglio Comunale n°100 del 6 dicembre 2008: “150° Anniversario Unità d’Italia. Provvedimenti”. Incarico legale a professionista esterno.

L’anno duemilanove, addì 22 del mese di febbraio in Gaeta e nella sede del
Municipio, alle ore 21:00 e seguenti, si è riunita la Giunta Comunale.
Sono intervenuti:
presente assente
Presidente Antonio RAIMONDI X
Assessore (Vice Sindaco) Salvatore DI CIACCIO X
Assessore Antonella AVITABILE X
Assessore Alfredo CARDI X
Assessore Antonio CIANO X
Assessore Cosmo DI PERNA X
Assessore Giovanni IALONGO X
Assessore David VECCHIARIELLO X

Partecipa il Segretario Generale Avv. Alessandro Izzi, il quale è incaricato anche
della redazione del verbale.

LA GIUNTA

● Vista la proposta di deliberazione in oggetto presentata dall’Assessore Cap. Antonio Ciano;
P.P.:16/6°2

Premesso che:

· con deliberazione di Consiglio Comunale n. 100 del 6 dicembre 2008 si è approvato
l’ordine del giorno ad oggetto: “150° Anniversario Unità d’Italia. Provvedimenti”,
che impegna il Sindaco e la Giunta Comunale, ognuno per la propria competenza, ad
attivare ogni azione utile per il riconoscimento ed il risarcimento dei danni arrecati dalla Dinastia Sabauda alla Città di Gaeta in occasione dell’assedio iniziato nel novembre 1860 e terminato il 13 febbraio 1861, anche tramite incarico legale per le azioni da esperire nei confronti degli eredi e dei beneficiari del patrimonio ex reale;

· con deliberazione di Giunta Comunale n. 12 del 29/01/2009 si è dato incarico al Prof. Avv. Pasquale Troncone, con studio in Napoli alla Via Girolamo Santacroce nr. 5/A, di rendere un parere legale in ordine all’inquadramento giuridico dei fatti accaduti in occasione dell’assedio di Gaeta del 1860-1861 da parte dell’Esercito Piemontese con espressa rinuncia a qualsiasi compenso di carattere economico;

· il professionista ha reso il parere legale richiesto, acquisito al protocollo generale in data 7 luglio 2009, prot. 27276, ad oggetto “Sulla rilevanza giuridica degli effetti dell’assedio del 1860-1961”;

Ritenuto di apprezzare il lavoro svolto dal professionista condividendo in primis

· che il Comune di Gaeta con tale iniziativa intende riaffermare la sua fedeltà ai
principi della Costituzione repubblicana del 1948 ed in particolare tutta l’azione
amministrativa che ne dovesse conseguire, dovrà essere informata al dettato
dell’art. 54 Cost. “tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore …” come
opportunamente sottolineato dal professionista alla pag. 4 del parere;

· che l’amore che i cittadini di Gaeta portano alla storia della propria città e
l’impegno secolare che i cittadini del 1861 assunsero con atti pubblici impongono alla coscienza dei loro discendenti di aprire un dialogo franco e sereno sulle ragioni dell’assedio e sui possibili illeciti commessi all’epoca;

Preso atto che il professionista al Capitolo VII “Le possibili azioni riparative da
intraprendere” ha prospettato le azioni giudiziali ed extra giudiziali che quest’Ente può intraprendere per il conseguimento della riparazione dei danni subiti dalla città e dai suoi concittadini, nonché la possibile richiesta di sdemanializzazione dei beni indicati nelle delibere comunali dell’epoca adottate dalle passate amministrazioni di questo Comune;

Considerata la recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione a Sezioni
Unite Civile n. 14201/08 che ha enunciato il principio di diritto di carattere generale che prescinde da limiti temporali “il rispetto dei diritti inviolabili della persona ha assunto, anche nell’ordinamento internazionale, il ruolo di principio fondamentale per il suo contenuto assiologico di meta valore”;

Considerato altresì che al di là delle azioni giudiziarie, afferma il professionista
che sarebbe auspicabile trovare la giusta capacità di iniziativa per addivenire ad un
dialogo pubblico, fondato su esigenze di tipo etico, tra la comunità gaetana e i
discendenti di Casa Savoia. Le ragioni dell’onore e del buon nome di una ex casa regnante dovrebbero motivare gli attuali rappresentanti della famiglia Savoia a farsi continuatori di quell’opera di pacificazione e di riparazione intrapresa dal Luogotenente generale il Principe di Carigliano, nominato con Decreto mediante il quale il Principe Eugenio di Savoja Carignano lo nominava Luogotenente generale nelle province napoletane il 3 gennaio 1861, allorchè l’11 gennaio 1861 volle rendersi personalmente conto di quanti e quali danni l’assedio di Gaeta aveva cagionato contro civili inermi e contro una città sovrana. Tale particolare sensibilità del Carigliano lo spinse ad assumere l’impegno morale di rappresentare le giuste ragioni di Gaeta presso il Sovrano Sabaudo. Gesto questo di alto valore umano e sociale al quale non venne dato dal Sovrano Sabaudo alcun seguito;

Considerato che risulta ampiamente documentato che i danni cagionati alle
strutture civili e agli stessi cittadini in occasione dell’assedio non furono contenuti “nei limiti di stretta necessità”, ed all’uopo è significativo quanto riportato nel verbale del 28 febbraio 1861 nel quale si legge che “il decurionato ha considerato nulla ostare alla dimostrazione di affetto verso l’augusto Nostro Sovrano, e Principe, lo stato di sfacelo di questa Città, e Borgo da pochi giorni liberata dal memorabile, e singolare assedio, in cui la truppa assediata, benché nazionale, era la vera nemica dei suoi abitanti, l’assediante benché con foga spaventevole, ed orroso, usante delle sue Artiglieri, era l’amica protettrice di essi” e del verbale del 10 giugno 1861 “divenuta questa città teatro di guerra fu il bersaglio delle truppe belligeranti, e degli assediati venne ridotta nello stato di ruine, e di squallore”;

Tenuto conto resta di sommo ed attuale contenuto quanto venne scritto nella
“Memoria della Città di Gaeta inviata al Parlamento di Torino nel 1865” “….NON CREDASI, CHE QUESTA CITTA’ S’ASTENGA E SI ASTERRÀ DAL PRESENTARE DIVERSAMENTE LE SUE RAGIONI PER MERA PULSILLANIMITÀ”;

Considerato:

· che occorre dare attuazione alla delibera Consiliare 100/2008 conferendo incarico
legale per la tutela degli interessi della Città di Gaeta e della Comunità gaetana;

· che pertanto questa Amministrazione comunale in attuazione della delibera
Consiliare di cui sopra intende conferire incarico al Prof. Avv. Pasquale Troncone
affinché proponga a tal fine ogni azione extra giudiziale e/o giudiziale conseguente;

Vista la valutazione resa dall’Avvocatura comunale sulla questione che così si
esprime: “L’Avvocatura Comunale (rappresentata dall’Avv.to Daniela Piccolo e Avv.to
Annamaria Rak) esaminata la proposta di delibera di Giunta Comunale relativa al
conferimento di incarico legale a professionista esterno, considerata la peculiarità della materia in oggetto, che riveste anche questioni di diritto internazionale;
considerato altresì che con delibera di Giunta n°12/2009 è stato conferito apposito incarico di studio della questione di cui si tratta al Prof. Avv.to Pasquale Troncone, non si ravvisano motivi ostativi a che lo stesso professionista esperto della materia prosegua nell’incarico conferito, salvo diverse valutazioni della Giunta Comunale.
Gaeta,18/02/2010 – L’Avvocatura Comunale”;

Sentito il Prof. Avv. Pasquale Troncone, il quale si è dichiarato disponibile ed
onorato di tutelare il Comune di Gaeta in sede giudiziale ed extra giudiziale, a titolo gratuito fatte salve le eventuali spese processuali;

Visti i pareri favorevoli di regolarità tecnica del Dirigente del VI Settore, che
testualmente si riporta: “Il Consiglio Comunale con delibera 100/08 ha approvato
l’ordine del giorno in cui si impegnava la Giunta Comunale ad attivarsi per il
riconoscimento ed il risarcimento dei danni arrecati dalla Dinastia Sabauda.
Successivamente la G.C. ha incaricato un professionista esterno perché fornisse un
parere legale sulla questione. Il professionista ha svolto l’incarico e fornito il parere legale. In virtù del suddetto parere si ritiene di incaricare lo stesso professionista per agire giudizialmente a tutela della città di Gaeta e della comunità gaetana.” e di regolarità contabile del Dirigente del Settore economico finanziario, resi ai sensi dell’art. 49, comma 1, del Decreto Legislativo 267/2007,

Con votazione unanime favorevole, palesemente resa per alzata di mano

D E L I B E R A

1. di prendere atto del lavoro svolto dal professionista e di condividerne il ricostruito percorso storico;

2. di incaricare il medesimo professionista, Prof. Avv. Pasquale Troncone del Foro di Napoli, con studio in Napoli alla Via Girolamo Santacroce n. 5/A, previa verifica della sussistenza dei presupposti di legge, a proporre azione extra giudiziale e/o giudiziale davanti alle Autorità competenti per il riconoscimento e l’ottenimento del risarcimento dei danni arrecati alla Città di Gaeta ed alla Comunità gaetana dalla Dinastia Sabauda, nonché per la restituzione dei beni confiscati divenuti successivamente di proprietà demaniale;

3. di prendere atto della disponibilità del professionista a svolgere il presente incarico titolo gratuito fatte salve le spese processuali, il quale pertanto sottoscriverà la presente per accettazione dell’incarico alle predette condizioni;


4. di demandare al Dirigente del VI Settore, l’adozione del relativo provvedimento
determinativo gestionale per l’impegno di spesa occorrente per quanto sopra previsto
nel limite massimo di euro 2000,00;

5. Il professionista nel sottoscrivere la relativa determinazione di impegno di spesa
assume l’obbligo di comunicare al Comune – nel corso del giudizio – l’eventuale
modifica dell’importo delle spese processuali, da concordarsi preventivamente con il
Comune stesso, il quale non è vincolato obbligatoriamente all’accettazione;

6. la somma di euro 2000,00 graverà sul capitolo 124 codice 1.01.02.03 dell’esercizio
finanziario 2010 avente per oggetto “spese per liti, arbitraggi e risarcimenti”.

Successivamente:

LA GIUNTA COMUNALE

Ravvisata la necessità di dichiarare il presente atto immediatamente eseguibile,
riscontrandone l’urgenza dettata dalla problematica in questione;

Richiamato l’art. 134 del D.Lgs 267/2000

Con separata votazione unanime favorevole, legalmente resa per alzata di mano

D I C H I A R A

Il presente atto immediatamente eseguibile.

Il presente verbale viene letto, confermato e sottoscritto nelle forme di legge.

IL SINDACO DOTT. ANTONIO RAIMONDI
IL SEGRETARIO GENERALE AVV. ALESSANDRO IZZI

Pareri favorevoli ai sensi dell’art.49 – 1° comma – del Dec. Lgs. 18/08/2000, n°267
Per la regolarità tecnica Per la regolarità contabile
il Funzionario responsabile il Funzionario responsabile
f.to (Ing. Emilio Masiello) f.to (D.ssa Maria Veronica Gallinaro)

Il sottoscritto Segretario Comunale, visti gli atti d’ufficio,

ATTESTA

Che il presente atto:

► Viene affisso in copia a questo Albo Pretorio, come prescritto dall’art.124, comma 1, del Dec. Lgs. 18/08/2000n°267, per 15 giorni consecutivi a decorrere dal 23/02/2010;

► Non è soggetto a controllo preventivo di legittimità ai sensi della Legge Costituzionale n°3/2001;

► È esecutivo perché dichiarato immediatamente eseguibile (art. 134 – comma 4 – del Dec. Lgs. 18/08/2000, n°267).

Lì 23/02/2010
________________________ _________________________
il Messo Comunale il Segretario Generale
f.to (Lustro Giuseppe) f.to (Avv. Alessandro Izzi)
Il sottoscritto Segretario Generale, visti gli atti d’ufficio

ATTESTA

Che il presente atto è divenuto esecutivo il ______________________
► perché decorso il decimo giorno della sua pubblicazione (art.134 – comma 3 – del Dec. Lgs. 18/08/2000 n°267).
Lì _____________________

IL SEGRETARIO GENERALE
f.to (Avv. Alessandro Izzi)

COPIA CONFORME ALL’ORIGINALE, IN CARTA LIBERA PER USO AMMINISTRATIVO.
Addì __________________________
IL SEGRETARIO GENERALE
(Avv. Alessandro Izzi)

mercoledì 24 febbraio 2010

Proposta di Commissione "Intelligence & Cultura" dalla Sez. Napoletana del PdSud....



Ricevo e posto con condivisione quest'iniziativa promossa e lanciata dal Partito del Sud di Napoli, a cura dell'Arch.tto Bruno Pappalardo, uno dei dirigenti della sez. Guido Dorso di Napoli.


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Abbiamo già promosso e avviato la costituzione di una “Commissione Intelligence & Cultura” che dovrà monitorare tutte le enormi risorse umane, culturali, economiche - imprenditoriali della nostra città e di tutto il Meridione ma soprattutto l’immenso nostro patrimonio artistico e monumentale nonché paesagistico presente sul nostro territorio.
Sarà compito della commissione controllare, stimolare e promuovere prodotti finanziari ed artistici che abbiano sempre il preciso obbiettivo di rappresentare il nostro orgoglio identitario e culturale ma anche quello progettuale e fattuale che generi dinamiche di intervento sociale e occupazionale, genesi naturale di un intelligente uso dei suddetti spazi .
Es: 21mila strutture vuote, qualcosa come 15.000 metri cubi di spazio inutilizzato abbandonate nel solo centro storico e appartenenti a varie istituzioni (Provincia, Comune, Curia ecc.) dove, tra questi, si ritrovano numerosissimi siti religiosi come Cappelle private (Comune) e Chiese sconsacrate che potranno essere riusate e finalizzate a nuove destinazioni. Potranno diventare, ad esempio moduli operativi come botteghe artigianali per lo studio e il design di prodotti d’artigianalità appartenenti alla nostra grande conoscenza delle tecniche delle arti minori e del restauro. Il prodotto dovrebbe sempre essere afferente a quello già esistente, secoli addietro, in quello stesso luogo per mantenere e riportare fisicamente in essere una mappatura dei mestieri e di una storia di socialità dei quartieri simile ad una griglia narrativa.
Gli stessi discenti, con i propri maestri, realizzando una produzione, potrebbero, con la commercializzazione di questa, autogestirsi sia organizzativamente che finanziariamente al punto da restaurare il sito “o spazio formativo” in cui gli stessi giovani quotidianamente imparano e lavorano.
Potrebbero inoltre diventare dei “Musei civici dell’artigianato locale” o “Musei Promozionali Virtuali d’Arte” del quartiere, all’interno dei quali, possano essere proiettati (trasferimento on-line attraverso mezzi informatici) su quattro apposite enormi pareti, simultaneamente, le sale e, dunque le opere ed eventi appartenenti a tutti i musei e mostre di qualsiasi paese del mondo. Il quartiere si appropria di una cultura globale.
Lo stesso criterio potrebbe essere utilizzato per visualizzare, su grossi schermi la storia artigianale ma soprattutto tecnica di tutte le fasi realizzative di quei manufatti riguardante il rione come mezzo di addottrinamento e in concreto lavoro teorico e pratico (esempio: oreficeria, ceramica, ferri battuti e lavorazioni, fiori finti, indorature, modellamento di metalli, delle pietre, delle maioliche (Capodimonte), dei tessuti, delle tinture, dell’intaglio e dell’intarsio, del restauro, delle tecniche del mosaico, ecc. ecc.)

Arch. Bruno Pappalardo
Responsabile Provinciale Siti Artistici e Architettonici - Consigliere
Partito del Sud - Sez. "Guido Dorso" - Napoli

Regno delle Due Sicilie: l'Armata del Sud...di G. Di Silvestre




Nel secolo XIX la città di Napoli era una capitale europea con circa quattrocentocinquantamila abitanti (ed era di gran lunga la città più popolosa ed importante d'Italia...NdR). Era solare e piena di vita. Le strade erano sempre piene di gente ottimista che tirava a campare.
Certo c’è la miseria, ma c’è anche a Londra, a Parigi e a New York, ci sono gli accattoni, ma c’è tanta abbondanza di frutta e verdura e per chi ne ha voglia ci sono le telline fra gli scogli per cui alla fine qualcosa da mangiare a casa si porta. Gli antichi vicoli dei quartieri spagnoli non sono consigliabili ma a Parigi e a Londra succede anche di peggio. La gente lavora e vi sono molti artigiani, l’economia è prevalentemente agricola ma si stanno sviluppando le industrie tessili e meccaniche. La colonna sonora di questo quadro è la tarantella.
Un momento di festa importante sono le parate militare a Campo di Marte.
Il fiore all’occhiello di questo regno è l’esercito, il re Ferdinando II ha resistito agli attentati, alle congiure, alle rivolte, ai mazziniani e al quarantotto. Quando era ancora principe ereditario poco più che diciottenne ne divenne comandante dopo la partenza degli austriaci in seguito ai moti del 1820 – 1821. Per celebrare le nozze con Maria Cristina di Savoia ha organizzato una grande rivista militare. Salito sul trono riorganizza l’esercito. La formazione degli ufficiali avviene presso il real collegio militare della Nunziatella, quella dei sottufficiali avviene presso la scuola militare di San Giovanni a Carbonara. L’esercito è formato da volontari stranieri svizzeri e bavaresi, da volontari e coscritti provenienti dai comuni del Regno tra i 18 e i 25 anni. La ferma di fanteria dura cinque anni, per l’artiglieria, la cavalleria, il genio e la gendarmeria la ferma è di otto anni. Sono esentati dal servizio i figli unici, i coniugati, gli ecclesiastici, coloro che fanno parte delle scienze e delle arti liberali e i criminali. E’ vietato non solo battersi a duello ma prendervi anche parte come padrini e assistenti. Ne emerge un esercito moderno e ben organizzato. L’organico in tempo di pace si aggira intorno ai sessantamila uomini, tra gli ottantamila e i centomila in tempo di guerra. Nel regno sabaudo e fino alla prima guerra mondiale solo gli aristocratici possono intraprendere la carriera da ufficiali mentre, nell’esercito delle Due Sicilie sono molti gli ufficiali di estrazione borghese o contadina e possono raggiungere gli alti gradi. I migliori ufficiali sono quelli dell’artiglieria e del genio mentre l’ufficio topografico è tra i primi in Europa. I sottufficiali possono avanzare di grado. Le paghe per gli ufficiali però sono basse rispetto agli altri eserciti europei.esercito due sicilie
Il Regno delle Due Sicilie secondo Ferdinando II è protetto su tre lati dall’acqua salata e per un lato dall’acqua santa, in questa situazione l’esercito interverrà solamente per risolvere problemi di ordine pubblico dentro i propri confini. Per esempio interverrà durante l’epidemia di colera a Penne e in Sicilia, nelle insurrezioni di Cosenza, Reggio Calabria e Gerace e nell’insurrezione del 15 maggio 1848 a Napoli. Al di fuori dei confini l’armata napoletana combatterà a Goito, a Curtatone e a Montanara contro gli austriaci e poi metteranno in fuga i mercenari di Garibaldi a Palestrina e Velletri durante l’effimera Repubblica Romana.
Ma l’esercito per Ferdinando II sarà anche fonte di amarezze. Vito Romano, Francesco Angellotti e Cesare Rossarol saranno promotori di un attentato contro il re. Il primo morirà suicida mentre gli altri due condannati a morte verranno graziati. L’8 dicembre 1856 un soldato calabrese di nome Agesilao Milano ferì il re con un colpo di baionetta. Il colpevole venne arrestato subito mentre il re resta a cavallo fino alla fine della rivista per non creare il panico. Per celebrare i venti anni di regno di Ferdinando II viene pubblicato “Tipi militari dei differenti corpi che compongono il reale esercito e l’armata di mare di S. M. il Re del Regno delle Due Sicilie” di Antonio Zezon.
Per l’immaginario collettivo napoletano, l’esercito napoletano è legato alla riconquista. I vecchi raccontano ai nipoti del giorno in cui don Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, che, una volta acclamato re dal popolo, si inginocchia di fronte a San Gennaro, è il 10 maggio 1734. Due settimane dopo le forze borboniche sconfiggono le forze austro–russe a Bitonto e l’anno dopo gli austriaci a Velletri. Per celebrare la vittoria don Carlo istituisce l’ordine militare di San Carlo ma deve accantonare il progetto di un esercito nazionale per il parere contrario del ministro Tanucci.
Per sistemare la flotta Ferdinando IV chiama il comandante inglese John Francis Edward Acton che riorganizza la flotta. Il generale Parisi nel 1787 trasforma la scuola degli ingegneri militari della Nunziatella in accademia militare. Per riorganizzare l’artiglieria viene chiamato il colonnello Pomereul e per il genio viene chiamato il generale Duportail. Nel 1793 durante l’assedio di Tolone a fianco degli inglesi vi saranno ufficiali borbonici. Durante le guerre napoleoniche vi saranno molti napoletani che combatteranno in Spagna da ambo i fronti e in Russia e non pochi seguiranno Murat fino alla sconfitta di Tolentino.
Nel 1820 – 1821 l’esercito napoletano al comando di Guglielmo Pepe sarà coinvolto nei moti, ma l’esercito austriaco del generale Frimont sconfiggerà i ribelli a Rieti e ad Antrodoco.
Un luogo comune della storia dei vincitori è l’esercito di Franceschiello, presentato dalla storiografia come una sorta di armata Brancaleone.
L’esercito di Francesco II, a differenza di quello venuto fuori dall’unità d’Italia che collezionerà batoste su batoste, era una macchina militare efficiente. Passino per esempio gli accordi sottobanco tra il contrammiraglio piemontese Persano per il passaggio alla marina sabauda della flotta e di tutti gli ufficiali, passi che l’impresa di Garibaldi e dei suoi mercenari sia stata sottovalutata, passi la decisione del generale Landi che a Calatafimi fece ritirare i Cacciatori pressoché imbattuti, passi lo strano comportamento dei generali Briganti e Vial che a Soveria Mannelli si arresero, passi la scelta di non bloccare Garibaldi e i suoi mercenari sulla linea Salerno – Avellino che ha praticamente spianato la strada a Garibaldi per Napoli. Tutto questo ha mostrato un esercito allo sbando ma non è così.
Francesco II abbandonò la capitale per evitarle ulteriori lutti e rovine.
I soldati, gli ufficiali e i sottufficiali fedeli a re Francesco II si batteranno con coraggio sul Volturno, a Gaeta, Messina, Civitella del Tronto. Una volta finita la guerra, questi eroi che non si rassegnano alla resa si daranno alla macchia per proseguire la guerra e il nuovo governo liquiderà la cosa come atti di brigantaggio.
L’Esercito napoletano era una macchina da guerra valida ed efficace. La “Reale Accademia Militare” (attuale scuola militare della Nunziatella) era una fucina di comandanti ed eroi. A questa accademia si affiancavano la Reale Accademia della Marina, le scuole di tiro, di ginnastica, di scherma, di equitazione, di artiglieria e del genio.
Si trattava di uno strumento ben organizzato e serio. Una storiografia risorgimentale faziosa fatta di luoghi comuni e poco seria purtroppo non hanno approfondito il giudizio.
Purtroppo anche il miglior esercito può essere soggetto di sfortune per molti fattori che sono da imputare alla mancanza di uno stato maggiore autorevole e l’incapacità di perseguire un obiettivo chiaro.
Con questo lavoro non voglio restaurare i Borboni sul trono di Napoli, ma voglio dare quell’onore delle armi negato a questi soldati, che sono stati tacciati ingiustamente di codardia e di scarso spirito combattivo.
Concludendo voglio aggiungere una cosa sui Savoia. Durante la seconda guerra mondiale, Vittorio Emanuele III aveva conservato i suoi conti nei depositi della Hambros Bank di Londra. Una banca di una nazione in guerra contro l’Italia. Si trattava di ben 3 miliardi di lire dell’epoca, frutto di un assicurazione sulla vita stipulata da Umberto I, padre di Vittorio Emanuele III. Dopo l’assassinio del padre per mano dell’anarchico Gaetano Bresci, Vittorio Emanuele III intascò un milione di sterline. Le lasciò in deposito a Londra anche dopo l’inizio della seconda guerra mondiale. Il governo inglese aveva congelato tutti i beni italiani lasciarono quel credito privato libero come se si fosse trattato del deposito di un normale cittadino britannico. Soldi che i Savoia e gli eredi poterono utilizzare durante l’esilio per vivere di rendita. Mussolini a proposito di quel deposito disse “Il re desidera la vittoria inglese, del Paese dove deposita i suoi ingenti capitali”.
Segnalo che sessanta anni dopo il giovane rampollo di casa Savoia Emanuele Filiberto ricordato più per le sue comparsate a Sanremo e a “Ballando con le stelle” o per la pubblicità dei sottaceti ha avuto il coraggio di chiedere un risarcimento allo stato italiano per l’esilio....ma il Comune di Gaeta sta portando avanti una coraggiosa operazione di richiesta danni ai Savoia per l'assedio del 1860-61 e speriamo che finalmente giustizia sia fatta (NdR) !!!

martedì 23 febbraio 2010

La Mozzarella di bufala Campana DOP e l'intero comparto nella bufera mediatica...




Ricevo e posto un'attenta disamina e voglia di trasparenza, del compatriota De Franciscis del Partito del Sud - Napoli, a difesa d'un prodotto simbolo del Sud, un'analisi contro le dichiarazioni leghiste del governo Berlusconi!
E senza voler difendere in nessun modo ne' il centrosinistra ne' i suoi esponenti che niente fanno per il Sud, dobbiamo constatare amaramente che c'e' ancora qualcuno che pensa di fare il meridionalista appoggiando questa coalizione di centrodestra...sigh...

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Nelle scorse settimane è stato il ministro Zaia, a capo di un ministero fantasma abolito negli anni ’80 da due referendum che sta ancora li (avendone i governi di destra e sinistra solo cambiato il nome), a far ripiombare un settore strategico per la Campania , basso Lazio e Foggiano, nell’inferno mediatico.
Sono le dichiarazioni e controdichiarazioni del Ministro Zaia sulle analisi effettuate presso una azienda leader casertana, a creare scompiglio e dare un’altra mazzata alla nostra economia. Infatti messo alle corde dalle Iene, il Ministro non ha trovato nulla di meglio che buttare fango su tutti gli operatori, ritirando il riconoscimento e commissariando il Consorzio di Tutela, che rappresenta la voce tutte le aziende certificate.
Siamo i primi a ritenere che va incoraggiato e consolidato un meccanismo virtuoso a partire dal rispetto delle regole e delle procedure di autocontrollo da parte delle aziende che aderiscono ai sistemi qualità. Ma non ha senso generalizzare in un senso e nell’altro. Se qualche operatore, anche autorevole, non riesce a controllate in maniera efficiente il processo produttivo, o indulge in qualche scorciatoia, va multato e possibilmente ricondotto all’ovile .
Non è corretto demonizzare gli operatori della quarta filiera dell’agroalimentare italiano , per importanza dell’export, delegittimando gli organi di autocontrollo, al solo evidente fine di demolire la credibilità della denominazione “Mozzarella di bufala campana DOP”. Magari con i segreto obiettivo di eliminarla, così da lasciare campo libero anche alle mozzarelle venete.

Circa un anno fa imperversava una falsa campagna di stampa denigratoria dalla quale sembrava che le mozzarelle dop fossero infarcite di diossina. Addirittura la Cina pose l’embargo alle nostre mozzarelle, salvo poi scoprire tutto il mondo che il loro latte era inquinato da veleni.

E nun se vonn’ sta !

Emiddio De Franciscis di Casanova
(Partito del Sud – Napoli)

Fonte: Partito del Sud - sez. "Guido Dorso" Napoli

giovedì 18 febbraio 2010

BARONE E CIANO DI NUOVO INSIEME...NEL PARTITO DEL SUD!




Con grande gioia annunciamo l'ingresso nel Partito del Sud di Andrea Barone, figlio del mai dimenticato Lucio Barone, pionere anni fa' con il movimento di "Noi Meridionali" di battaglie meridionaliste, maestro di tutti noi del Partito del Sud e al quale abbiamo già dedicato la nostra sezione romana.
Andrea Barone sarà il referente del Partito del Sud a Cava de' Tirreni e ci sta già aiutando attivamente e concretamente nella difficile sfida di raccolta firme per le prossime regionali.
Siamo sicuri che questo e' un altro passo importante nel cammino di crescita del Partito del Sud e che anche grazie a giovani come Andrea, giovani entusiasti di abbracciare la causa meridionalista non per sete di "poltrone" ma per pura e semplice passione ed attaccamento al proprio territorio dove il Partito del Sud andrà a radicarsi sempre di più, la nostra crescita sarà sempre più impetuosa!

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
PARTITO DEL SUD

martedì 16 febbraio 2010

14/02/2010: discorso Sindaco di Gaeta Raimondi, spiega perchè il Comune ha denunciato i Savoia e perchè NOI GLI DIAMO LA TESSERA ONORARIA DEL PDSUD!



Ricevo e posto il video del Sindaco di Gaeta, Antonio Raimondi, con il commento di Antonio Ciano.
Il bellissimo e lucido discorso di Raimondi, in questa giornata commovente per tutti i meridionali accorsi alla celebrazione dei caduti del Regno delle Due Sicilie, ci ha convinti a donargli una tessera onoraria del Partito del Sud in segno di stima e di gratitudine per quello che sta facendo il Comune di Gaeta per la verità storica e per ridare dignità a tutto il popolo meridionale, e per appoggiare le iniziative di risarcimento danni a Casa Savoia.


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Sugli spalti di Gaeta, in occasione della celebrazione per i 149 anni della caduta della fedelissima del Regno delle Due Sicilie, il sindaco Raimondi, di fronte ad un folto pubblico ha spiegato perchè il Comune ha denunciato i Savoia.
Invasero il Sud senza dichiarazione di guerra, massacrarono Gaeta con 160 mila bombe. I morti ammontarono a quasi 5000 e da allora iniziò per la città tirrenica, e per il Sud intero, la lotta partigiana chiamata "Brigantaggio" dai savoiardi felloni. Morirono un milione di contadini in pochi anni, poi iniziò un'emigrazione biblica che nemmeno gli ebrei hanno avuto. Una vera pulizia etnica. Lasciarono il Sud 30 milioni di Meridionali con una diaspora che continua fino ai nostri giorni.
Quella ferita è ancora aperta e, mentre il principe dei Cetrioli va in TV a prendere soldi pubblici, centinaia di migliaia di euro, i nostri ragazzi sono costretti ad emigrare in 150 mila all'anno. E pensare che lui e il padre hanno chiesto alla nostra repubblica ben 270 milioni di euro come risarcimento del dorato esilio.
Ci rivolgiamo a tutti i nostri emigranti di chiedere ai Savoia la stessa cifra, la colpa della condizione del sud ha un nome e cognome: Casa Savoia.

(Antonio Ciano)

lunedì 15 febbraio 2010

L'Unione Europea registra il marchio PIZZA NAPOLETANA STG (Specialità Tradizionale Garantita)!




L'Unione Europea registra il marchio PIZZA NAPOLETANA STG (Specialità Tradizionale Garantita).
Alla stesura ed approvazione risulta fondamentale l'apporto del dott. Emiddio De Franciscis di Casanova , a cui vanno i nostri complimenti , responsabile dei rapporti con le Istituzioni e della Comunicazione della nostra Sez. di Napoli del PARTITO DEL SUD!



Con l’approvazione del piano di controllo “tipo” e l’autorizzazione del primo organismo di controllo autorizzato alla certificazione della Pizza Napoletana STG, l’Is.Me.Cert. di Napoli, avvenuti venerdì scorso a Roma, diventa operativo a tempo di record il marchio Pizza napoletana STG (specialità tradizionale garantita), registrato dalla Unione Europea nei giorni scorsi. Alla riunione del Gruppo di Valutazione, svoltasi a Roma presso l’Istituto Controllo Qualità (ICQ) del Ministero delle Politiche Agricole, ha partecipato anche il dott. Emiddio de Franciscis di Casanova, che in qualità di funzionario della Regione Campania ha collaborato all’ottenimento del marchio STG, seguendo tutto il lungo iter amministrativo. La registrazione, ai sensi del regolamento CE 509/06, della Pizza Napoletana STG da parte della Unione Europea ha premiato il lavoro delle Istituzioni che hanno supportato tecnicamente ed amministrativamente la richiesta; e la tenacia dei promotori: l’Ass. Pizzaioli Napoletani, guidata da Sergio Miccù, e dell’Ass. Verace Pizza Napoletana, presieduta da Antonio Pace, che finalmente vedono raggiunto il loro traguardo: il marchio Stg a tutela della qualità di un prodotto simbolo della tradizione napoletana troppo spesso e da troppo tempo oggetto di pessime imitazioni che niente hanno in comune con la vera ed unica Pizza Napoletana”. Gli elementi che definiscono la specificità della Pizza Napoletana Stg, riferita alle farciture “marinara” e “margherita” (sia con mozzarella di bufala che con fiordilatte), sono direttamente riconducibili ai tempi ed alle modalità delle operazioni di preparazione della pizza, nonché all’abilità e all’esperienza del pizzaiolo, figura centrale della tecnica napoletana. Il forno a legna è, ad esempio, un elemento di primaria importanza per la cottura e la qualità della Pizza Napoletana STG, e sono proprio le sue caratteristiche tecniche, insieme alla tipologia e qualità dei prodotti utilizzati nella farcitura, che intervengono in modo assoluto nel determinare la qualità della classica Pizza Napoletana.

Riportiamo in particolare uno degli articoli :
Art. 4
Carattere tradizionale


La comparsa della “Pizza Napoletana” può essere fatta risalire ad un periodo storico che si colloca tra il 1715 ed il 1725. L’Oritano Vincenzo Corrado, Cuoco generale del Principe Emanuele di Francavilla, in un trattato sui cibi più comunemente utilizzati a Napoli, dichiara che il pomodoro viene impiegato per condire la pizza e i maccheroni, accomunando due prodotti che hanno fatto nel tempo la fortuna di Napoli e la sua collocazione nella storia della cucina. Da ciò si riconduce la comparsa ufficiale della “pizza napoletana”, un disco di pasta condito con il pomodoro. Numerosi sono i documenti storici che attestano che la pizza è una delle specialità culinarie di Napoli, e lo scrittore Franco Salerno afferma che tale prodotto è una delle più grandi invenzioni della cucina napoletana.Gli stessi Dizionari della Lingua italiana e l’Enciclopedia Treccani parlano specificatamente di pizza napoletana. E il termine pizza napoletana viene citato addirittura in numerosi testi letterari. Le prime pizzerie, senza dubbio, sono nate a Napoli e fino a metà del ‘900 il prodotto era un’esclusiva di Napoli e delle Pizzerie. Fin dal 1700 erano attive nella città diverse botteghe, denominate “pizzerie”, la cui fama era arrivata sino al re di Napoli, Ferdinando di Borbone, che per provare questo piatto tipico della tradizione napoletana, violò l’etichetta di corte entrando in una tra le più rinomate pizzerie. Da quel momento la “pizzeria” si trasformò in un locale alla moda, luogo deputato alla esclusiva preparazione della “pizza”.

Fonte: Partito del Sud Napoli

mercoledì 10 febbraio 2010

XVIII EDIZIONE CONVEGNO TRADIZIONALISTA A GAETA




Celebrazioni in onore dei caduti del 1860/'61 nell'estrema difesa del Regno delle Due Sicilie.
La diciottesima edizione del Convegno Tradizionalista della “Fedelissima” Città di Gaeta, evento ormai consolidato, avrà vita nei giorni 12, 13 e 14 Febbraio 2010.


PROGRAMMA:

- Venerdì 12
Alle ore 18:00, presso la Sala Verde dell’Hotel Serapo, si terrà il dibattito/appuntamento dedicato agli addetti ai lavori, editori, giornalisti, meridionalisti e semplici appassionati con il confronto sul momento attuale.

- Sabato 13
Dalle ore 15:00 sarà la volta, sempre nello stesso luogo, del tradizionale Convegno sui temi :
“Malaunità, sottosviluppo economico, criminalità, identità, futuro”
tenuto da qualificati relatori e presieduto da Edoardo Vitale, Francesco Maurizio Di Giovine, Pietro Golìa e Ulderico Nisticò.

- Domenica 14
Santa messa in suffragio dei nostri caduti del 1860/61 alle ore 10,30 presso il Santuario della SS. Trinità alla Montagna Spaccata;
Seguirà il lancio in mare della corona commemorativa offerta dalla Nunziatella, e la rievocazione storica con alzabandiera sa

Risorgimento nascosto - di Giovanni Di Silvestre



Ricevo e pubblico con piacere quest'articolo di un nuovo amico romano, segnale che anche a Roma la nostra opera di diffusione va avanti e chi non ha le fette di mortadella davanti agli occhi inizia a dire le stesse cose nostre...

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L’obiettivo di questo articolo non è quello di mettere in discussione l’unità nazionale e tanto meno di rimettere i Borbone sul trono a Napoli. Ma per onestà intellettuale è doveroso raccontare quali furono i metodi con cui la conquista del Regno delle Due Sicilie venne effettuata.

Sulla conquista del Regno delle Due Sicilie è stato raccontato molto e nello stesso tempo sono state raccontate molte bugie. Purtroppo finché in Italia regnarono i Savoia non fu mai possibile sfatare i miti nati attorno alla spedizione di Garibaldi. Anche il ventennio fascista diede un brutto colpo alla storiografia borbonica perché il regime doveva alimentarsi attraverso i miti di Garlibaldi, di Cavour e altri presunti eroi del Risorgimento. Per anni l’archivio storico dell’esercito non venne mai consultato, solo nel 1952 quando lo Stato italiano acquistò l’Archivio della famiglia dei Borbone, lo studio del Risorgimento divenne più imparziale cominciando a rivedere anche il punto di vista dei vinti. Dalla lettura dell’Archivio storico dei Borbone emerge una conquista militare del Regno delle Due Sicilie fatta a tavolino da Cavour con la complicità della Francia e dell’Inghilterra, ai danni di uno stato che in quel momento non era in guerra con nessuno. Dall’annessione del Sud della penisola lo Stato piemontese poteva riassestare le sue finanze, ottenere nuovi soldati per le guerre dei prossimi anni e soprattutto nuovi mercati per i prodotti del Nord. Determinante alla sconfitta del Regno delle Due Sicilie fu l’isolazionismo e gli esiliati meridionali affiliati alla Massoneria scappati a Torino.

A titolo informativo bisogna dire che i Plebisciti precedenti in Toscana ed Emilia Romagna non avevano alcuna legittimità politica e giuridica perché vennero fatti a occupazione militare avvenuta e con la minaccia dei fucili e non ci fu mai il consenso delle popolazioni liberate. Nel giro di poche settimane le regioni meridionali vennero "deborbonizzate" con violenza. Venne azzerato tutto quanto, dalle monete, ai codici penali e civili, ai regolamenti amministrativi, alla burocrazia, il tutto imposto con l’occupazione militare.

A questo punto sarebbe ora che la si smettesse di studiare il Risorgimento vedendo nei piemontesi gli “italiani buoni” del Nord venuti a liberare i “fratelli del Sud” vessati da un tiranno straniero. Tanto per essere chiari, Vittorio Emanuele II non parlava italiano, parlava solo francese e in dialetto torinese stretto ed era talmente limitato, gretto e superficiale che non fece mai uno sforzo di parlare ed esprimersi correttamente in italiano. Il re Francesco II era nato a Napoli e la sua famiglia vi risiedeva da cinque generazioni, parlava il dialetto partenopeo e conosceva e amava il suo popolo molto di più del suo antagonista di Torino.

La memoria storica dei vinti venne messa alla berlina dai vincitori e al Sud venne azzerata la cultura del popolo con le armi. Latifondisti meridionali collusi con la Mafia e la Camorra e industriali e banchieri del nord legati alla massoneria internazionale unirono i loro interessi per dividersi il potere economico e politico del Sud Italia abbattendo i vincoli protezionistici.

Gli episodi di ribellione giustificati come atti di brigantaggio e le sommosse di Pietrarsa e di Bronte vennero repressi nel sangue dal nuovo governo piemontese e questo per avere un’idea della democrazia della nuova nazione italiana.

Per i proprietari terrieri, gli industriali e i banchieri l’esercito fu una garanzia di sicurezza il quale presentò il conto al governo premiando molti generali con un seggio al nuovo parlamento italiano. Quindi possiamo dire che l’accorpamento delle Due Sicilie al Regno d’Italia fu una conquista violenta con un plebiscito falsato. Ben 86 anni dopo, quando il referendum istituzionale decretò il passaggio dell’Italia da una monarchia alla repubblica, Umberto II denunciò dei brogli che non vennero mai accertati rischiando di scatenare una seconda guerra civile, mentre nel 1860 i brogli dei plebisciti vennero accertati e nessuno denunciò il fatto che i seggi elettorali erano presidiati da garibaldini, mafiosi e camorristi.

La conquista fu frutto di maneggi diplomatici tra Regno di Sardegna, Francia e Inghilterra che garantirono una copertura militare da parte della flotta con due operazioni militari congiunte; la prima da parte di Garibaldi al comando di un corpo di spedizione composto da mercenari inglesi e piemontesi congedati dall’esercito e altri stranieri che avevano prestato servizio nella Legione Straniera Francese e nel Tercio Spagnolo per evitare così incidenti diplomatici nel caso l’operazione fosse fallita. La seconda fase da parte dell’esercito regolare piemontese che, dopo aver invaso senza dichiarazione di guerra i territori dello Stato Pontificio, invase il Regno delle Due Sicilie invadendo l’Abruzzo. Su queste vicende sono state raccontate molte bugie circa l’incapacità dell’esercito del Regno delle Due Sicilie e l’inefficienza dei suoi comandanti. La vera incapacità sarà invece quella dell’esercito italiano durante la Terza Guerra d’Indipendenza, le disastrose spedizioni militari in Abissinia e poi a Caporetto. Gli unici successi dell’esercito italiano saranno nel reprimere nel sangue le ribellioni del Sud e le proteste nel Centro Italia e nel Nord; io non sono un ipocrita e definirei questi episodi come una guerra di italiani contro italiani.

Il 6 settembre 1860 Francesco II scrisse il suo ultimo proclama che riportava “Io sono napoletano”, niente di strano in tutto questo visto che dopo una breve dominazione austriaca nel 1734 Napoli non era più un vicereame spagnolo ma un regno autonomo. I sovrani conoscevano il dialetto napoletano e avevano molte affinità con il popolo a differenze dei Savoia il cui cognome traeva origine dalla omonima regione francese, peraltro ne' Vittorio Emanuele II ne' i suoi eredi fecero uno sforzo per conoscere il Mezzogiorno d’Italia, a parte qualche comparsata dei Savoia durante il terremoto di Reggio e Messina del 1908. La verità è che nel 1860 nel Sud Italia non c’era da cacciare via alcuno straniero, il tanto disprezzato esercito di Franceschiello non era composto solo dai battaglioni bavaresi e svizzeri ma anche dai coscritti provenienti dalle campagne del Matese, dalle Puglie, dalla Campania, dall’Abruzzo, dalla Sicilia, dal Molise e dalla Calabria. Un esercito pronto a difendere la sua patria e a morire per il suo re, mentre al comando di Garibaldi vi erano molti stranieri congedati dall’esercito britannico, dalla Legione Straniera Francese, ungherese e dal Tercio Spagnolo, lo sbarco dei garibaldini in Sicilia venne protetto dalla flotta britannica. Erano italiani, magari avevano la colpa di essere meridionali, ma pur sempre italiani pronti a combattere per tenere fede al giuramento verso il loro re. Dall’altra parte c’era invece uno stato che, dalla guerra di Crimea in poi, le guerre le poté combattere grazie ai prestiti delle banche inglesi. Nel Regno delle Due Sicilie dopo le rivoluzioni del 1848 – 1849 si iniziò una politica di pacificazione per difendere il regno dalle aggressioni esterne. Naturalmente Francesco II commise un errore di valutazione, considerando l’operazione militare di Garibaldi come una semplice azione banditesca. In realtà nella primavera del 1860 vi furono numerosi contatti diplomatici tra Cavour e le cancellerie inglesi e francesi, dai primi per assicurarsi i necessari appoggi finanziari e militari, dai secondi per assicurarsi la neutralità. Fin dai tempi della guerra di Crimea l’Inghilterra guardava con interesse al Regno di Sardegna per il grande sviluppo economico e industriale che aveva portato avanti mentre il Regno delle Due Sicilie era uno stato protezionista con barriere doganali che ostacolavano gli interessi dell’Inghilterra.

Per portare a termine un progetto simile occorreva cercare dei pretesti per poter giustificare una spedizione militare del tutto illegittima, il Regno delle Due Sicilie venne trasformato nella “negazione di Dio” e che bisognava cacciare via il tiranno straniero che opprimeva il popolo per fare quell’Italia la cui unità ancora oggi viene messa in dubbio. Quello che molti ignorano è che la Costituzione napoletana del 1848 non era stata abrogata ma era caduta in desuetudine, lo Statuto Albertino aveva molte lacune circa i poteri del sovrano che nominava il Primo Ministro senza l’approvazione del Parlamento e al sovrano venivano conferiti poteri che nessuno contestava come avvenne nel 1898 in cui Umberto I autorizzò il generale Bava Beccarsi a sparare sulla folla senza aver sentito il parere del governo.

Dal 1860 fino alla seconda guerra mondiale, l’Italia sarà molto simile a quei paesi instabili dell’America Latina dove sarà la casta dei militari uno dei poteri forti che garantiranno la stabilità dello Stato e in particolare i cannoni e i fucili di Cialdini, La Marmora e Pallavicini che non si faranno scrupolo di stroncare nel sangue le rivendicazioni dei meridionali e per queste stragi verranno premiati con un seggio in parlamento.

Ma nonostante le bugie raccontate per anni dai vincitori l’Armata del Sud uscì a testa alta dalla guerra; l’esercito di Franceschiello dimostrò il suo valore a Pontelatone, Sant’Angelo, Chiazzo, Roccaromana, Triflisco, sul Volturno, sul Garigliano, a Capua, a Gaeta, a Messina e a Civitella del Tronto.

Dopo la battaglia del Volturno Garibaldi registrò forti perdite tra i suoi mercenari: 306 morti, 1328 feriti, 389 prigionieri e dispersi; a quel punto le sorti della guerra potevano cambiare ma l’invasione da Nord dell’esercito piemontese vanificò il vantaggio e fu la fine del Regno delle Due Sicilie.

Le operazioni militari nel Regno delle Due Sicilie possono essere suddivise in tre fasi:

1. gli scontri dei mercenari al comando di Garibaldi favoriti da alcuni ufficiali borbonici a libro paga di Cavour e dall’appoggio della flotta britannica a largo della Sicilia;
2. le operazioni militari tra l’esercito piemontese e quello napoletano iniziate senza una specifica dichiarazione di Guerra da parte dei piemontesi. In questa fase Francesco II si ritira a Gaeta per evitare alla cittadinanza napoletana sofferenze e lutti, da li dirigerà le operazioni militari dal settembre al novembre 1860;
3. la resistenza disperata contro l’esercito piemontese nelle ultime roccaforti borboniche di Gaeta, Messina e Civitella del Tronto che va dal novembre 1860 al marzo 1861.



In questi tre momenti l’esercito borbonico pagò un tributo di sangue molto alto con 2.700 morti, 20.000 feriti e prigionieri trasferiti nei campi di prigionia del Nord da cui molti non fecero più ritorno.

I documenti dell’Ufficio Storico dell’Esercito Italiano hanno rivalutato il valore e il coraggio di questi soldati.

Il cuore pulsante della tradizione militare borbonica era il collegio militare della Nunziatella per la formazione dei suoi ufficiali.

Un avvenimento decisivo nella guerra fu quando la flotta francese che stazionava il porto di Gaeta bloccando la flotta piemontese comandata da Persano tolse il blocco dando il via libera al bombardamento anche dal mare.

Per cercare di prolungare la guerra Francesco II creò bande di irregolari comandate da ufficiali con il compito di portare avanti azioni militari di guerriglia nelle retrovie ai danni dei piemontesi.

Si tratta di avvenimenti importanti che confermano i metodi poco ortodossi utilizzati dai “buoni” nell’Unità d’Italia.

Come in altri casi ha prevalso il principio che chi vince ha sempre ragione, ma io concordo con il grande giornalista italiano Giampaolo Pansa secondo il quale una vera analisi storica si fa studiando anche le ragioni dei vinti perché potrebbero aiutare a capire e risolvere quelle fratture e quelle divisioni che troppo spesso hanno segnato la storia del nostro paese. Prima di concludere posso dire che l’annessione del Regno delle Due Sicilie fu troppo affrettata e irrazionale e ancora più grave fu la scelta di azzerare tutto l’apparato amministrativo epurando i funzionari meridionali accusati di borbonismo.

Concludo dicendo che la Guerra di Secessione americana minò l’unità della nazione, ma in quel paese le ragioni dei vinti hanno tuttora uguale considerazione.

A differenza di quanto accade qui in Italia entrambe le parti possono ricordare i loro caduti e onorarli. In Italia i combattenti delle Due Sicilie e i combattenti pontifici che il 20 settembre 1870 caddero per difendere Roma dall’occupazione piemontese non vengono considerati. E vi dirò che a New Orleans è possibile visitare un museo della Confederazione dove si conservano i documenti e cimeli dell’esercito confederato che combatté tra il 1860 e il 1865.

Giovanni Di Silvestre

venerdì 5 febbraio 2010

Sondaggio sul gradimento di un "Partito del Sud"...



Questi sono i risultati di un sondaggio di Demopolis per il Gruppo L'Espresso effettuato nel 2009 su un campione di cittadini siciliani, il gradimento complessivo supera il 65% !

E' evidente che questi sondaggi hanno spinto Micciche' ed altri ad essere "folgorati sulla via di Damasco" del meridionalismo, ma e' altrettanto evidente che di quel 65% c'e' una buona fetta, quasi la metà corrispondente al 28% del totale, che vuole novità e programmi chiari!

Non so voi...ma io "novità" le leggo in termini di uomini e contenuti, quindi la strada autonoma che stiamo percorrendo noi del Partito del Sud, di evitare i soliti riciclati alla Bassolino o alla Micciche' o alla Poli Bortone (per fare solo degli esempi che comprendano sinistra, destra e centro...ma ce ne sarebbero tanti altri di quest'ultimi giorni da Iannaccone e Scotti a Belcastro etc etc...) e di evitare anche alleanze con i partiti tradizionali, dovrebbe essere quella giusta...

Non pretendo di avere la ricetta giusta in tasca, ma almeno abbiamo la sicurezza che non stiamo percorrendo una delle solite strade, quelle già percorse in passato con le liste apparentate a destra o a sinistra o peggio con gli esponenti "infiltrati" in una lista tradizionale o col nome nuovo ma con al comando il solito politicante italian-risorgimentale, tutte strade che non hanno portato a niente di buono per il popolo meridionale come e' evidente a tutti quelli in buona fede.

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
PARTITO DEL SUD

La differenza tra la Rete dei Cittadini e la "casta" in un videoclip....

giovedì 4 febbraio 2010

On line il sito napoletano del Partito del Sud!




Grazie all'impegno del Segretario Provinciale PdSUD di Napoli Dr. Andrea Balìa e dei suoi Briganti Napoletani, dopo la recente inaugurazione della Sede Napoletana del Partito con la nascita della sezione napoletana intitolata a Guido Dorso, è ora on-line il Blog del Partito del Sud di Napoli:

http://partitodelsudnapoli.blogspot.com/


Accogliendo con piacere il nuovo arrivato nel Network informativo dei Siti e Blog del Partito del Sud, cogliamo l'occasione per complimentarci con tutti i compatrioti della Capitale per il prezioso lavoro che stanno svolgendo sul territorio a favore della diffusione delle nostre idee e del nostro Partito; un particolare ringraziamento, per l'impegno e la dedizione alla causa, è rivolto al Dr. Andrea Balìa, infaticabile Segretario Provinciale del Partito del Sud.

W IL SUD! W IL PARTITO DEL SUD !


E - Mail per contatti:

partitodelsudnapoli@gmail.com

partitodelsud.campania@gmail.com


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Nasce il sito napoletano del PARTITO DEL SUD della sez. Guido Dorso di Napoli di via Nuova Pizzofalcone, 43 – 80121 Napoli.
Per noi del Gruppo Dirigente di Napoli che stiamo lavorando alla presenza del Partito sul territorio è motivo di grande soddisfazione ed orgoglio.
Fummo tra i primi sostenitori dell’esigenza improrogabile che il PARTITO DEL SUD fosse presente nella nostra storica capitale. La capitale di questo nostro grande Sud, del nostro Sud martoriato dalle conseguenze d’un’infame, proditoria e illegale conquista avvenuta 150 anni fa. Martoriato anche dall’insulsa politica di governi di vario colore che hanno attraversato la storia d’un Italia, unita e scritta solo sulla carta, dopo le già tragiche esperienze savoiarde dei primi anni che ci portarono a due guerre e all’esperienza infame del fascismo.
Martoriato da molti dei suoi stessi figli che, assurti al tragico ruolo di ascari, ne hanno venduto le ragioni e la difesa alla politica filo nordista, riducendo i loro ruoli di esponenti politici in forze istituzionali a quello di portaborse d’interessi di certo non meridionalisti.
Il PARTITO DEL SUD, già orgogliosamente presente a Gaeta, città simbolo della nostra storia e della nascita dello stesso partito, a Roma, in Emilia Romagna, in Puglia, in Sicilia, non poteva non avere sede e rappresentanza proprio a Napoli.

La nostra volontà e testardaggine, con il supporto del nostro grande Presidente Antonio Ciano (assessore al Demanio al Comune di Gaeta) e degli amici dirigenti come il Segretario Organizzativo Enzo Riccio e di Natale Cuccurese, ci ha portato a creare la sezione Guido Dorso di Napoli del Partito, a raccogliere le iscrizioni di tanti compatrioti, ed ora all’apertura del sito napoletano. Un grazie particolare al dott. Emiddio De Franciscis, all'ing. Francesco Menna, all'arch. Bruno Pappalardo e al geom. Roberto Palmieri, dirigenti della sede di Napoli che hanno lavorato sodo e con entusiasmo nel varo di questa nostra avventura.
Nel frattempo gli amici casertani guidati da Pompeo De Chiara hanno definito la presenza del Partito anche a Caserta e Provincia e all’apertura d’un loro sito.

Stiamo lavorando per partecipare alla prossima competizione elettorale regionale in Campania e Puglia e a quella provinciale a Caserta, unitamente agli amici pugliesi del movimento SUD LIBERO. Riteniamo sia un test, una vetrina per il nostro messaggio di pulizia contro Destra, Sinistra e Centro e solo per il Sud e a Sud!
La consapevolezza è e resta, però, che siano solo passi sulla strada della costruzione di un grande partito che affranchi la nostra gente e il nostro territorio dal degrado in cui ci ha gettato la partitocrazia ufficiale. Il recupero della memoria e della verità storica coniugate ad una nuova progettualità e alla creazione d’una nuova classe dirigente dovranno costruire il riscatto del nostro Sud!
Meridionali onesti, orgogliosi della vostra appartenenza e della storia e cultura del Sud, nonché desiderosi d’un futuro migliore per voi e i vostri figli, siete tutti invitati!
VIVA IL SUD!

Andrea Balìa
Responsabile Coordinatore Napoli e Provincia
del PARTITO DEL SUD.


Fonte: Partito del Sud - Napoli

martedì 2 febbraio 2010

ELEZIONI REGIONALI E (TROPPI) PARTITI DEL SUD, QUELLO VERO NON CI STA E PER DIFENDERSI DAI LUPI SCRIVE ALLE IENE (di Gino Giammarino)


Ricevo, posto e ringrazio l'amico Gino Giammarino per aver ripreso, nel seguente articolo su "Il Brigante", il nostro comunicato di diffida ai vari movimenti o pseudo-movimenti nati negli ultimi tempi che adoperano a sproposito e illegittimamente la dizione "Partito del Sud"....

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“Sud, sud…nuje simme 'ro suuuddhhh!” – Cominciava così il pezzo di Pietramontecorvino, scelto da Renzo Arbore come colonna sonora del film F.F.S.S. – sottolineando gravemente che “…nuje simm’ curt’ e nir’ e camminnamm' 'a per'...”. Tradotto, ragioniamo e procediamo lentamente.
Così, mentre associazioni pseudoculturali e movimenti "simil-politici" meridionali continuano a litigare su tutto, la partitocrazia, che la politica la fa per mestiere, annusata l’aria e fiutata la polpetta sud, servita su un vassoio dorato e con contorno di verità storiche finalmente diffuse, non deve far altro che strumentalizzarla a proprio uso e consumo.
Risultato: arrivano le elezioni regionali e giù partiti e aggregazioni ridondanti di SUD. Come può accettare tutto questo un partito che è nato, cresciuto (lentamente quanto faticosamente) e affermatosi a Gaeta grazie allo sforzo di Antonio Ciano e dei suoi affiliati? Non può, infatti, e diramato un primo comunicato contro questo insopportabile e farisaico diluvio di sigle meridionaliste realizzate in PVC (materiale plastico – ndr), pensa bene che per difendere il SUD dai lupi che lo azzannano occorre qualcosa di simile.
Nel comunicato si leggono giuste accuse come:

"Avvicinandosi la scadenza elettorale delle regionali proliferano partiti e liste che speculando sulla propria denominazione, contenente in qualche modo la parola “Sud”, cercano di accreditarsi come i titolari della denominazione “Partito del Sud”.


Ce n’è per tutti, destra, sinistra e soprattutto centro:

Non ultimi il segretario nazionale del partito “Io Sud”, Donnici, che nell’annunciare la partecipazione del suo movimento alle regionali calabresi ha annunciato “la nascita del grande Partito del Sud”; e così pure la neo-formazione “Noi Sud”, originatasi per evidenti motivi di marketing elettorale, e patrocinata da soggetti politici della vecchia partitocrazia Scotti e Iannaccone fuoriusciti dell’MpA. Tale formazione, infatti, nel corso di una recente conferenza stampa ha esibito alle telecamere, insieme al proprio simbolo, un cartellone con riportata la frase “nasce il Partito del Sud”.
Infine una serie di legittime precisazioni per rendere conto del proprio curriculum costruito in anni di lotta:
Si ritiene, pertanto, utile e doveroso, per chiarezza verso gli elettori, denunciare agli organi di stampa che l’unico soggetto che ha diritto di utilizzare tale denominazione è solo il Partito del Sud, fondato come movimento nazionale nel 2007 da Antonio Ciano, dopo essere già stato protagonista sin dal 2001 nel Comune di Gaeta.

Da movimento nazionale ha poi partecipato con tale denominazione alle seguenti competizioni elettorali nazionali:

- nel 2008 alle Elezioni Politiche, per il Senato della Repubblica, in Sicilia e alle Amministrative al Comune di Casamassima (BA);

- nel 2009 alle Elezioni Amministrative, alle Provinciali di Latina e alle Comunali a Suzzara (MN) e Virgilio (MN).

Al Comune di Gaeta partecipa alla coalizione di governo che ha eletto il sindaco Raimondi, amministrando la Delega al Demanio con l’Assessore Antonio Ciano, Presidente e Coordinatore Nazionale del Partito del Sud.

Pertanto si diffidano tutti i partiti, grandi e piccoli, movimenti, associazioni, ecc. dall’abusare della denominazione “Partito del Sud”, che invece sarà presente con proprie liste e candidato Presidente nelle regioni Campania e Puglia.


Resp. Comunicazione
Emiddio de Franciscis di Casanova

PARTITO DEL SUD

http://www.partitodelsud.it

http://partitodelsud.blogspot.com

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Ma a chi denunciare tutto questo? La scelta è venuta spontanea: a chi se non alle IENE, unico programma televisivo capace di mettere alla berlina il malcostume e l’arroganza di una classe politica raramente all’altezza del suo compito istituzionale ?

Presa carta e penna, hanno segnalato alla redazione quest’ennesimo atto di bassa strumentalizzazione e alto menefreghismo del territorio e degli abitanti. Confidando nello spirito combattivo ed assetato di verità di Giulio Golia, Errico Lucci & C., restiamo in ottimistica attesa degli sviluppi.
Intanto, di seguito, vogliate gradire il testo integrale della lettera-appello inviata alla redazione del programma televisivo “Le Iene”.

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Incredibile, si avvicinano le elezioni ed al Sud tutti i politici della vecchia e nuova partitocrazia si scoprono “folgorati” dal Vesuvio, dal sole e dal Golfo di Napoli, diventando meridionalisti.
Esponenti di Governi degli anni ‘80 – ‘90, nei quali i meridionali erano la maggioranza e che del sud hanno fatto una pattumiera senza prospettive e possibilità di sviluppo, fino a seppellirci, come una nuova Pompei sotto tre metri di immondizia, ora sono tutti paladini difesori degli interessi del Sud.

Primo fra tutti Miccichè che sdogana il nostro nome come spendibile nella maggioranza di governo, e la Poli Bortone che fonda "Io Sud" per intavolare il braccio di ferro con la Pdl che voleva “prepensionarla”. Poi è Bassolino, dopo le provinciali del 2009, ad annuciare la nascita di una fondazione SUDD, luogo di accoglienza trasversale delle idee. Peccato aver perso tanto tempo, lui che negli anni ‘90 comandava i comunisti a Napoli che erano con Valenzi forza di governo e poi per altri 15 anni ha esercitato un potere assoluto - prima da Sindaco di Napoli e poi presidente della Regione Campania - accorgersi alle soglie del pensionamento che poteva fare qualcosa veramente per la sua regione…

Infine buoni ultimi, ma non soli, persino Vincenzo Scotti e Iannaccone, che lasciato l’MpA, sentono il fremito meridionalista e danno vita a “Noi Sud”, forza alleata di UDC- Io SUD – e LegaSud.

Rete dei Cittadini: loro sporcano...Noi puliamo

lunedì 1 febbraio 2010

Costituita a Palermo la Confederazione del Sud

Ricevo e posto con soddisfazione il comunicato finale dell'incontro del 30/01 a Palermo che mi e' appena arrivato dalla nostra sezione siciliana, speriamo che alla buona volontà e alle dichiarazioni di intenti seguano i fatti, sia in iniziative concrete nelle strade e nelle piazze che alle prossime competizioni elettorali....

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Si sono riuniti a Palermo il giorno 30 Gennaio, Partiti, Movimenti e Associazioni, Meridionalisti e Sicilianisti per la creazione di una confederazione intesa a contrastare l'egemonia dei partiti Nordisti (di destra, di centro e di sinistra) che da 150 anni hanno debellato l'economia del Sud e della Sicilia facendo espatriare piu' di trenta milioni di nostri Compatrioti. Visto che quella che chiamano economia Nazionale in realta' e' solo "Tosco-Padana", il Sud sente l'esigenza di scendere in campo con una propria forza politica, intesa a risvegliare le coscienze dei Meridionali.

Al convegno hanno partecipato i seguenti soggetti politici:

Il Partito del Sud
Evis
Alleanza per il Sud
Insorgenza Civile
Sicilia Federale
Movimento Siciliani Liberi
Movimento I Gattopardi
Unione Siciliani nel Mondo
Federalisti Siciliani
Rinascita Siciliana

I rappresentanti dei Movimenti, Associazioni, e Partiti intervenuti al tavolo di lavoro e programmazione, dopo avere approvato e firmato un documento sulla Costituzione di una Confederazione del Sud si sono dati appuntamento per il mese di Aprile per una condivisione programmatica del nascente politico.