mercoledì 3 marzo 2010

Intervento di Andrea Balia del Partito del Sud all'incontro del 2 Marzo a Napoli: "Quale Campania tra 5 anni"

Ricevo e posto il resoconto sull'incontro e dibattito di ieri 2 Marzo 2010, sul tema "Quale Campania tra 5 anni", tenutosi presso la libreria Treves di Napoli, con l'intervento di Andrea Balìa, coord. per Napoli e Provincia del Partito del Sud...complimenti ad Andrea per l'intervento, praticamente un'ottima sintesi del pensiero politico attuale del Partito del Sud!

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Dopo circa un'ora di "rimpiattino" con reciproche accuse tra i presenti del Centrodestra e Centrosinistra su De Luca e i suoi guai giudiziari e i Cosentino & company, sui De Mita e coniugi Mastella prima di là ora di qua, su alcuni interessanti e grintosi interventi di componenti dell'associazione CAMBIAMO NAPOLI sui rifiuti tossici e gli inceneritori e sotto la funzione moderatrice e d'informazioni dati dei ragazzi di Insieme per la Rinascita, è arrivato il farneticante intervento di Pisani di Noi Consumatori (area PDL) con accuse generiche al popolo napoletano. Violenta la reazione di giovani in sala e del sottoscritto con il nostro invito a questo signore a non declamare "cazzate"!

E' arrivato poi il nostro turno e, in sostanza, abbiamo detto quanto segue :

"...sono Andrea Balia, Responsabile Coordinatore Provinciale (Napoli e Provincia) del PARTITO DEL SUD. Quello vero, nato a Gaeta nel 2002 localmente, e nel 2007 costituito e registrato con regolare statuto sempre a Gaeta. Partito presente già a precedenti competizioni elettorali.
Dico quello vero perché non quello annunciato, declamato, minacciato, “pezzottato” come diciamo a Napoli, paventato dai vari Dell’Utri, Miccichè, Lombardo del MpA, e buon ultimo il novellino onorevole Scotti con il suo “IO SUD” apparentato nella coalizione di Centrodestra, che alla veneranda soglia degli 80 anni, o giù di lì, si è ricordato d’essere meridionale e che il Sud meriti alfine una rappresentatività politica.
Tutti sono stati diffidati a non usare il nome del PARTITO DEL SUD, salvo querele.
Noi del PARTITO DEL SUD eravamo intenzionati a partecipare alle prossime elezioni regionali, ma da soli, né a Destra, né a Centro e né a Sinistra, ma solo a Sud per la grande alternativa meridionale, per dare un messaggio che (come dice il mio amico di vita e di partito Emiddio De Franciscis di Casanova) lanciasse la proposta indecente della politica davvero partecipata dei meridionali.
Riteniamo che con questa partitocrazia nordcentrica, che è la prova provata del disastro del Sud, e nello specifico della Campania, non si vada da nessuna parte.
Avevamo individuato in Napoli, Caserta e Salerno le tre provincie in cui presentare le nostre liste. Abbiamo, con fatica, in pratica raccolto le firme che questa democrazia burocratica commissariata dalla partitocrazia ufficiale impone ai partiti nuovi e non facenti parte della casta riconosciuta, di raccogliere.
Purtroppo ripensamenti postumi dei nostri amici di Caserta, unitamente a problemi tecnico/burocratici sempre in quella provincia, ci impediscono in quest’occasione di presentarci. Contiamo di farlo alla prossima occasione elettorale, sempre fuori dai giochi dei due schieramenti ufficiali in cui è incartata la politica italiana, in una terza via e con chi tra associazioni civiche, movimenti meridionalisti, e perché no…anche partiti ufficiali, che volessero tirarsi fuori ed appoggiarci, vorrà essere con noi.
Non crediamo che bastino le facce esteticamente pulite di Caldoro o i metodi (pure in parte “comprensibili”) da “sceriffo padano” di De Luca a risolvere i problemi della Campania.
Sappiamo che ci sono anche persone perbene di qua e di là, ma l’entourage dei due contendenti è a dir poco improponibile.
La Campania fra 5 anni non possiamo che immaginarla con gli occhi di meridionali e, nel nostro caso, di meridionalisti. Ci auguriamo di non ritrovarla ulteriormente disastrata e non ci interessa granchè chi condurrà questa regione. La politica del meno peggio non ci interessa e, pur se possiamo avere una nostra opinione su chi può essere meno peggio, non lo dichiariamo perché non lo riteniamo importante.
Il meridionalismo fra 5 anni ci auguriamo abbia costruito la grande alternativa meridionale, abbandonando vecchi vizi.
I vecchi vizi, crediamo, siano sostanzialmente due : o quello nostalgico di associazioni e movimenti che si raccontano in salotti e convegni quanto eravamo belli e bravi (e intendiamoci sono tutte verità ma che senza una propositività e rappresentatività politica servono a poco),
o quello dell’opportunismo politico, andando ad appiattirsi nel Centrodestra e nel Centrosinistra facendo le ruote di scorta.
Il tutto per ottenere (nella migliore delle ipotesi) qualche poltroncina che potrà accontentare qualche singolo ma non risolverà nessuno dei problemi della nostra regione.
Il meridionalismo deve strutturarsi costruendo la grande alternativa meridionale, anche con chi dopo le prossime elezioni, a “ficosecco ottenuto” verrà a fare i soliti discorsi e a parlare, parlare…".

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