giovedì 30 dicembre 2010

"Continuano a massacrarci" di Oreste Albarano

Ricevo e posto quest'articolo dell'amico Oreste Albarano

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Stiamo assistendo in questi i giorni cioè mesi, che precedono il fatidico giorno in cui Vittorio Emanuele II, il re "galantuomo", fu nominato re dell'Italia unita, a tutta una serie di iniziative, ad un fervore quasi nauseante da parte di personaggi, alcuni peraltro anche preparati ed in vista per la loro preparazione culturale, teso e mirato a celebrare lo sventolio del tricolore.

Noi già fortemente convinti che i mali del sud sono l'eredità di quello scempio che fu prodotto da gente come il conte di Cavour, il mercenario Garibaldi, Mazzini e tutta quella masnada di fetenti, Savoia e traditori dei Borboni che compirono il capolavoro di occupare uno stato straniero.

I lager dei Savoia, che non hanno nulla da invidiare, a quelli di Hitler e Stalin, hanno prodotto sofferenze e morte, i generali savoiardi e i mercenari con le camice rosse, hanno represso con le carneficine ed esecuzioni da fosse comuni quello che era la resistenza dei fedeli al re FrancescoII, resistenza naturalmente accettabile, doverosa per quelle genti che difendevano la loro terra, furono definiti, anzi parafrasando un bellissimo film di Pasquale Squtieri, "li chiamarono briganti"!

Tornando ai nostri intellettuali tutti volti e protesi a celebrare l'Italia unita, la vedono solo loro unita, l'Italia dal 1861, o meglio il sud dell'Italia da quella data ha conosciuto solo miseria, povertà, emigrazione e soprattutto sfruttamento da parte della classe dirigente che ha usato ogni forma di azione, spesso illegale, per curare e fare i propri interessi.
Questo a partire dal grande amatore Vittorio Emanuele II attraverso tutta una serie di personaggi per cui sarebbe impossibile descrivere, vista la grandissima mole, tutte le malefatte, i soprusi le azioni più spregevoli indirizzate ed effettuate sulla gente del sud: i "terroni", i "vinti"...quelli che Cialdini, il grande generale sabaudo-francese, avrebbe passato per le armi, questo disse all'indomani della presa di Gaeta, datemi l'ordine e la rado al suolo e uccido tutti i suoi abitanti.

Ecco quindi che su "Il Mattino" di Napoli del 5 dicembre appare una foto con tre intellettuali, regista, regista del reale e musicologo musicista, i quali ostentano tre camice rosse sono il simbolo dei garibaldini ed ecco che all'improvviso si parla di una documentario sull'unità d'Italia, la storia dell'unità d'Italia dalla sua unità a oggi attraverso filmati e materiale vario, il musicologo che taranta oramai da troppo tempo ed è presente ad ogni manifestazione dove bisogna divertire le masse, dicevo quindi ecco che si parla dell'unità d'Italia e del Vesuvio.

Dulcis in fundo, il grande concerto di fine anno di Claudio Baglioni, il titolo "per Roma per il mondo" la solita "Roma caput mondi", la solita Roma capitale, il solito Comune, la solita Acea, e l'onnipresente Zetema per pagare Baglioni il quale delizierà i romani con i filmati dei suoi concerti mentre la sua band lo accompagnerà per l'ennesimo concerto sempre uguale.

I nostri amministratori continuano a finanziare le megalomanie di questi artisti che ormai hanno fatto il loro tempo e che soprattutto non perdono occasione per mettersi qualsiasi camicia rossa o nera, verde o viola per mostrarsi al pubblico, ma la cosa peggiore e, come a Napoli così a Roma, lo fanno davanti anche davanti a dei monumenti a Napoli! Come già detto sul simbolo della dinastia borbonica, il palazzo reale verrà macchiato con i tre colori dei fratelli d'Italia, Roma i fori, il colosseo, lo Domus Aurea e tutti monumenti limitrofi verranno messi a dura prova dalle sollecitazioni di 3 h di concerto e quindi di 3 h di migliaia di Watt che avranno l'effetto sul sottosuolo su cui poggiano le fondamenta dei monumenti più importanti del mondo, ripeto avranno l'effetto del movimento della terra, terrae motus , si però cantato, magari fra qualche anno, e sarà tardi poi per capirlo, succederà qualcosa difficilmente attribuibile all'effetto "sabato pomeriggio, questo piccolo grande amore e via discorrendo".

Cari amici del Partito del Sud, chiudo in modo malinconico perché vedo cosa sta accadendo per celebrare i "fondatori della patria"! Noi invece, per recuperare le nostre radici, non celebreremo quella data ma commemoreremo i morti di Gaeta, i morti di Fenestrelle i briganti della resistenza borbonica e tutti i nostri contadini del Sud, partiti per paesi lontani lasciando affetti, amori figli ma mantenendo a testa alta dignità e coraggio.

I due esempi di Roma Napoli sono solo due episodi saltati ai miei occhi in modo violento, non me ne vogliano gli artisti e coloro chiamati ad eseguire le loro performances, me ne vogliano invece i politici che le hanno volute, finanziate e coloro che, deputati alla salvaguardia valorizzazione e conservazione del patrimonio storico-culturale ed artistico, rimangono e non solo in questo caso completamente fuori gioco, non prendendo posizione rispetto a poco dignitose esibizioni che usano i nostri monumenti solo come scenografie, per rendere più affascinante e decisamente più accattivante qualsiasi forma di spettacolo.

Arch. Oreste Albarano

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