Intervista a Beppe De Santis, segretario politico e Presidente nazionale del Partito del Sud, a Gaeta per l'evento dell'11, 12 e 13 febbraio, un modo per controcelebrare le manifestazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
Convegni, eventi e controcelebrazioni a Gaeta per il 13 febbraio non sono mai stati così affollati come quest'anno, e lo possiamo testimoniare personalmente visto che partecipiamo in prima persona da almeno da 5 anni, è un evidente segnale del forte sentimento identitario che cresce come cresce la voglia di "verità storica" che smentisce le bugie di 150 anni di retorica risorgimentale, bugie sulle quali si sono costruite le teorie razziste di inferiorità meridionale e di colonizzazione del Sud per favorire lo sviluppo al centro-Nord.
Beppe De Santis ribadisce l'importanza del profilo storico-identitario del Partito del Sud con la nostra convinzione che la "malaunità" del 1861 è stata l'origine e la causa della "questione meridionale", teoria che contrasta stereotipi e luoghi comuni sull'inferiorità della razza meridionale che risalgono a pseudo-scienzati come Lombroso e generali piemontesi come Cialdini che si comportarono da veri e propri criminali di guerra.
Noi continueremo a diffondere la verità storica, senza urla isteriche e cercando di crescere come movimento per avere sempre maggiore credibilità per la nostra azione politica...vogliamo diventare un movimento di massa e non il solito gruppetto di esaltati che mettono insieme 3-4 simboli che sono scatole vuote, che fanno incontri di 10 movimenti e 9 persone, che urlando solo slogan in rete e sono assolutamente nulli nel panorama mediatico e politico nazionale, senza iscritti, senza sezioni territoriali e senza alcun numero da mostrare...onestamente non abbiamo tempo da perdere con certi personaggi che dopo anni ancora vogliono continuare sulla strada del "facimm' ammuin'", fanno i "duri e puri" e poi spesso si vendono al primo piatto di lenticchie che gli viene offerto.
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