sabato 30 gennaio 2010

Cosa intendiamo per indipendenza - di G. Di Grezia

Ricevo e posto quest'articolo dell'amico Guglielmo, sono d'accordo con molti passaggi e devo aggiungere che molti nel nostro variegato mondo meridionalista e duosiciliano fanno confusione e si riempono la bocca di alcuni termini senza capirne ne' il senso ne' aver in mente un progetto concreto per arrivarci...

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di Guglielmo Di Grezia

L’altro giorno parlando con un amico delle problematiche che affliggono il Meridione, abbiamo convenuto entrambi che l’unica via d’uscita - come tra l’altro ci fu indicata in tempi non sospetti da Nicola Zitara - è e rimane l’indipendenza.
A questo punto però è emersa una divergenza. Pur se entrambi aneliamo all’indipendenza, ciascuno di noi ha in mente un modo diverso per raggiungerla. Lui intende l´indipendenza come uno scontro, le sue parole, "il mio nemico è lo Stato italiano" non lasciano dubbi in proposito. Da parte mia, invece, l’indipendenza è intesa nel senso di indipendenza economica, culturale, sociale etc. anche se sono ben consapevole che il raggiungimento di una indipendenza cosí intesa non sia affatto semplice nel sistema politico attuale. Tale indipendenza va ricercata comunque nell’ambito delle istituzioni dell’Unione Europea che, con il superamento degli Stati nazionali e con la formazione di macroregioni europee accomunate da vocazione e cultura, renderà possibile questo tipo di assetto delle nostre terre. I possibili sviluppi dovuto al quadro appena delineato sul tessuto sociale ed economico del Sud sarebbero di sicuro profondi ed epocali.

È però necessario tenere ben a mente la differenza tra indipendenza e sovversione, poiché se l’ideologia dietro alla volontà di indipendenza diventa quella citata
("il mio nemico è lo Stato italiano") è molto facile confondersi.
A tale riguardo ci viene in soccorso l’esperienza degli anni ‘70 ed ’80 quando per le brigate rosse il nemico era lo Stato e mi permetto di aggiungere che a pensarla in quel modo non c’erano solo loro: una miriade di sigle e gruppi si accalcavano in quegli anni, noti come gli "anni di piombo", sostenendo tale ideologia con le funeste conseguenze che conosciamo. Oltretutto una visione ideologica di contrapposizione di tale tipo non sarebbe certamentené accettata né compresa dalla maggioranza, nella quale mi ci metto anche io.

Uno scontro cruento Nord - Sud è ancora piú incomprensibile, vi immaginate una guerra tra genitori, fratelli, cugini, etc.? Perché di questo si tratterebbe, con la diaspora avvenuta dalla cosiddetta unità ad oggi, le lande del nord Italia, si sono riempite di Meridionali. Per cui bisogna fare molta attenzione a pronunciare a vanvera la parola indipendenza, anche perché, masticata dalle giovani generazioni, essa può essere una bomba ad orologeria che ognuno di noi si troverebbe ad un certo momento tra le mani, pronta ad esplodere.

Già nel 1848 si ebbe un esempio di quello che intendo io per indipendenza. Ogni Stato o meglio, ogni macroregione, può e deve avere istituzioni che garantiscano i propri interessi, il proprio territorio e le proprie popolazioni. Ognuna di queste macroregioni deve essere caratterizzata da libertà economica politica e culturale, nell’ambito dell’Unione Europea. Qualsiasi visione differente non avrebbe senso logico.

Ritorno al punto già toccato in un altro articolo: il 16 gennaio 2010 è stato fatto il primo passo nella giusta direzione: il parlamento del sud. Anche se criticato da qualche libero (si fa per dire) pensatore, esso ha dato un forte segnale di come si intende che le cose debbano andare. I risultati si vedranno e si giudicheranno sulla base di fatti non di parole. Non è piú il tempo dei proclami, anche perché come era facile prevedere, la politica dei proclami alla fine non porta a nulla di buono.

Come disse Abramo Lincoln “si può prendere in giro a tutti per un po’, ad alcuni per sempre, ma non a tutti per sempre”.

mercoledì 27 gennaio 2010

Noi Sud...diti??? RISPONDE IL VERO ED UNICO PARTITO DEL SUD




Leggiamo da alcune dichiarazioni stampa dell'ennesimo tentativo di riciclaggio e di strumentalizzazione della questione meridionale per i soliti "giochetti" di trasformismo della politica italian-risorgimentale.

Secondo recenti dichiarazioni di alcuni esponenti dell'MPA campano:
http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=32347

e secondo altre dichiarazioni rilasciate all'ANSA da politici calabresi:
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/calabria/2010/01/24/visualizza_new.html_1676776919.html

c'e' aria di scissione all'interno del movimento dell'MPA, che non si e' dimostrato, come noi del vero ed unico Partito del Sud abbiamo sempre sostenuto fin dall'inizio, un movimento meridionalista.

In entrambi si parla a sproposito di "Partito del Sud", RICORDIAMO A LORSIGNORI, COME GIA' FATTO QUALCHE MESE FA CON MICCICHE', CHE ESISTE GIA' UN PARTITO DEL SUD ED E' NATO A GAETA NEL 2007, HA PARTECIPATO ALLE POLITICHE DEL 2008 E ALLE AMMNISTRATIVE DEL 2009.

Secondo gli onorevoli campani poi, il problema starebbe SOLO nel comportamento ambiguo di Lombardo in Sicilia che e' passato da un'alleanza classica di centrodestra, che quindi all'inizio ricopiava lo schema del governo nazionale, ad una formazione "ibrida" con il supporto di "mezzo" PDL e di alcuni settori del centrosinistra per la nuova giunta regionale siciliana. Ma a noi interessano davvero i trasformismi di turno di Lombardo?

E il governo nazionale di centrodestra che taglia fondi al Sud, e non parlo solo dei FAS, lorsignori non l'hanno visto? Non hanno visto come la spesa totale del Settore Pubblico, negli anni di governo Berlusconi come in quelli del governo Prodi, sia sempre più bassa al Sud?
E le ultime scelte strategiche del paese che mirano a rafforzare sempre più il ruolo del CentroNord e a sfavorire il Mezzogiorno, nelle infrastrutture (tranne l'inutile e dannosa operazione del Ponte sullo Stretto...) come per la TAV che si ferma a Salerno, nei fondi per la ricerca e per la scuola, nelle scellerate operazioni di ritorno al nucleare con i depositi scorie previsti al Garigliano e/o in Basilicata?

E' ovvio che bisogna trovare un'alternativa alla disastrosa gestione clientelare Bassoliniana in Campania, ma quest'alternativa non puo' essere il centrodestra, i 15 anni di Berlusconismo (intervallati da parentesi di governi di centrosinistra che non e' che sono stati più favorevoli al Sud...) hanno danneggiato l'intero Mezzogiorno come e quanto i 10 anni di Bassolino hanno rovinato la Campania!

Tralascio poi per non infierire il contributo di aria nuova che può portare un politico come Enzo Scotti...

Passando poi alla Calabria e alla Puglia, a Donnici e alla Poli Bortone...cosa ci dobbiamo aspettare dopo "Io Sud" e "Noi Sud"? Tu Sud o Loro Sud? Come si fa a difendere la nostra terra ed il nostro ambiente, la nostra voglia di una politica diversa e pulita...alleandosi con l'UDC in Puglia, quell'UDC di Cuffaro, del Principe Emanuele Filiberto e di Casini che dice SI al nucleare e agli inceneritori?
E per chi, specie tra i meridionali ed i meridionalisti, ci crederà in questi politici e in questi metodi o meglio fingerà di crederci per il solito piatto di lenticchie...non possiamo che provare solo una gran tristezza!

Solo un vero Partito del Sud che parta dal "basso" e che sia indipendente dai partiti tradizionali può cambiare le cose, crescendo e radicandosi sui territori con il contributo di tutte le forze meridionaliste identitarie sane, senza pretese velleitarie e senza personalismii. Sappiamo che sarà un cammino lungo e difficile, ma non si esce da un regime coloniale che dura da quasi 150 anni chiedendo aiuto ai colonizzatori...poi sui metodi di questi politici o per meglio dire politicanti e mesterianti della politica, voglio ricordare una cose che scrisse un grande scrittore siciliano come Sciascia:
"Qualcuno dirà che questa è la mia confusione o il mio errore: voler scambiare la politica con l'etica. Ma sarebbe un ben salutare confusione e un ben felice errore se gli italiani, e specialmente in questo momento, vi cadessero."

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
PARTITO DEL SUD

http://www.partitodelsud.it
http://partitodelsud.blogspot.com

Comunicato della sez. Caserta del Partito del Sud




Ricevo e posto con condivisione l'appello degli amici della sezione casertana, recentemente costituita. Ringrazio gli amici ed i compatrioti di Terra di Lavoro...è sicuramente un altro ottimo segnale concreto di vitalità e di crescita del nostro movimento...prego rispondere per tutti quelli che hanno la nostra stessa passione...prego astenersi politicanti tradizionali, accattoni e campioni di trasformismo...Avanti SUD!!!

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Finalmente dopo quasi 20 anni di impegno civico-culturale sul territorio abbiamo maturato la convinzione di fondare un PARTITO DEL SUD che cerchi di tutelare gli interessi del Meridione d’Italia e di rappresentarne le legittime istanze. Nell’ambito regolamentare sono previste norme che facilitano l’inserimento nei ruoli di responsabilità per coloro che hanno dimostrato di avere a cuore le sorti della propria terra e della propria comunità. L’obiettivo finale è quello di avere una nuova classe dirigente politica, radicata ed identitaria, che sappia realmente interpretare i bisogni dei cittadini del Sud Italia. Il divario con il Nord, nonostante le periodiche strombazzate di politiche economiche tese ad attenuarlo, è rimasto, sostanzialmente, inalterato da 150 anni circa a conferma che tutta la dirigenza politica, di destra, di centro o di sinistra, ha miseramente fallito, relegandoci negli ultimi posti in Europa. I peggiori “mercanti politici” è inutile dirlo, sono stati proprio gli appartenenti a quella insulsa classe dirigente politica meridionale che avrebbe dovuto tutelare la loro terra ma che, al contrario, l’hanno saccheggiata e barattata per un piatto di legumi. Contro costoro va la nostra maledizione perché pur avendo tutte le risorse ed il potere disponibile hanno perpetuato il gap sociale ed economico con il Nord Italia.

Abbiamo bisogno del tuo aiuto e della tua concreta collaborazione ma se credi che tale iniziativa non possa essere una concreta possibilità di riscatto del Sud, se credi che il mondo esista fino all’uscio della tua casa e tutto ciò che avviene al di là non ti appartiene e non ti interessa, cestina questo invito.

Abbiamo bisogno di persone che diano un contributo reale e che credano nella rinascita del nostro territorio. Non vogliamo essere più la colonia del Nord né vogliamo più persone che si lamentino soltanto. Lo dobbiamo ai nostri figli ed ai nostri avi che lottarono fino alla morte per la strenua difesa contro i colonizzatori massoni piemontesi.
W IL SUD.


POMPEO DE CHIARA
Coord. Prov. Caserta - PARTITO DEL SUD
http://www.partitodelsud-ce.it/

SMEMORATI - Articolo di Lucio Garofalo



Ricevo e posto un bell'articolo di Lucio Garofalo, finalmente qualche giornalista, evidentemente non prezzolato dal regime italian-risorgimentale, inizia a parlare della tragedia vissuta dal popolo meridionale con la malaunità del 1861...
Al di là di alcune sfumature e di alcune analisi, condivibili o meno, la voglia di raccontare la VERITA' sta venendo fuori....non possiamo festeggiare l'Unità d'italia del 1861, è come se gli indiani d'America festeggiassero l'epopea del West o come se gli ebrei festeggiassero la nascita della Germania di Hitler!

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SMEMORATI di Lucio Garofalo

Come si sa, il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita dal Parlamento italiano con la legge 211 del 20 luglio 2000, in ottemperanza alla proposta internazionale di dedicare il 27 gennaio alla commemorazione delle vittime dell'Olocausto. La scelta della data rievoca il 27 gennaio 1945, quando le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, rivelando al mondo intero l'orrore del genocidio nazista.

Il ricordo della Shoah è celebrato da molte nazioni e dall'ONU in ossequio alla risoluzione 60/7 del 1° novembre 2005. Il concetto di olocausto, dal greco holos, "completo", e kaustos, "rogo", come nelle offerte sacrificali, venne introdotto alla fine del XX secolo per indicare il tentativo nazista di eliminare i gruppi di persone "indesiderabili": Ebrei ed altre etnie come Rom e Sinti, cioè gli zingari, comunisti, omosessuali, disabili e malati di mente, Testimoni di Geova, russi, polacchi ed altre popolazioni di origine slava.

Il vocabolo Shoah, che in lingua ebraica significa "distruzione", o "desolazione", o "calamità", nell’accezione di una sciagura improvvisa e inattesa, è un’altra versione usata per indicare l'Olocausto. Molti Rom usano l’espressione Porajmos, ”grande divoramento”, o Samudaripen, ”genocidio”, per definire lo sterminio nazista. Sommando agli Ebrei queste categorie di persone il numero delle vittime del nazismo è stimabile tra i 10 e i 14 milioni di civili, e fino a 4 milioni di prigionieri di guerra.

Oggi il termine “olocausto” è usato anche per esprimere altri genocidi, avvenuti prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale, e designare qualsiasi strage volontaria e pianificata di vite umane, come quella causata da un conflitto atomico, da cui discende la voce "olocausto nucleare". Talvolta la nozione di “olocausto” serve per descrivere il genocidio armeno e quello ellenico, che provocò lo sterminio di 2,5 milioni di cristiani da parte del governo nazionalista ottomano dei Giovani Turchi tra il 1915 e il 1923.

Tuttavia, con questo articolo mi preme resuscitare la memoria di altre terribili esperienze storiche in cui furono consumati orrendi eccidi di massa troppo spesso ignorati o dimenticati dai mass-media e dalla storiografia ufficiale. Mi riferisco in modo particolare allo sterminio perpetrato contro gli Indiani d’America e a quello contro i “Pellerossa” del nostro Sud, i briganti e i contadini ribelli del Regno delle Due Sicilie.

Dopo la scoperta del Nuovo Mondo ad opera di Cristoforo Colombo nel 1492, quando giunsero i primi coloni europei, il continente nordamericano era popolato da un milione di Pellerossa riuniti in 400 tribù e circa 300 famiglie linguistiche. Quando i coloni bianchi penetrarono nelle sterminate praterie abitate dai Pellerossa, praticarono una spietata caccia ai bisonti, il cui numero calò drasticamente rischiando l’estinzione. I cacciatori bianchi contribuirono allo sterminio dei nativi che non potevano vivere senza questi animali, da cui ricavavano cibo, pellicce ed altro. Ma la strage degli Indiani fu opera soprattutto dell’esercito statunitense che per espandersi all'interno del Nord America cacciò i nativi dalle loro terre attuando veri e propri massacri senza risparmiare donne e bambini. I Pellerossa furono letteralmente annientati attraverso uno spietato genocidio.

Oggi i nativi nordamericani non formano più una nazione, essendo stati espropriati della terra che abitavano, ma anche della memoria e dell’identità culturale. Infatti una parte di essi si è progressivamente integrata nella civiltà bianca, mentre un'altra parte vive ghettizzata in centinaia di riserve sparse nel territorio statunitense e in quello canadese.

Un destino comune, anche se in momenti e con dinamiche diverse, associa i Pellerossa ai Meridionali d'Italia. Questi furono definiti “Briganti”, vennero trucidati, torturati, incarcerati, umiliati. Si contarono 266 mila morti e 498 mila condannati. Uomini, donne, bambini e anziani subirono la stessa sorte. Processi manovrati o assenti, esecuzioni sommarie, confische dei beni. Ma i Meridionali erano cittadini di uno Stato molto ricco.

Il Piemonte dei Savoia era fortemente indebitato con Francia e Inghilterra, per cui doveva rimpinguare le proprie finanze. Il governo della monarchia sabauda, guidato dallo scaltro e cinico Camillo Benso conte di Cavour, progettò la più grande rapina della storia moderna: cominciò a denigrare il popolo Meridionale per poi asservirlo invadendone il territorio: il Regno delle Due Sicilie, lo Stato più civile e pacifico d'Europa. Nessuno venne in nostro soccorso. Solo alcuni fedeli mercenari Svizzeri rimasero a combattere fino all'ultimo sugli spalti di Gaeta, sino alla capitolazione.

I vincitori furono spietati. Imposero tasse altissime, rastrellarono gli uomini per il servizio di leva obbligatoria (facoltativo nel Regno delle Due Sicilie); si comportarono vigliaccamente verso la popolazione e verso il regolare ma disciolto esercito borbonico, che insorsero. Ebbe inizio la rivolta dei Briganti Meridionali. Le leggi repressive furono simili a quelle emanate a discapito dei Pellerossa. Le bande di briganti che lottavano per la loro terra avevano un pizzico di dignità e di ideali, combattevano un nemico invasore grazie anche al sostegno delle masse popolari e contadine, deluse e tradite dalle false promesse concesse dall’“eroico” pirata, mercenario e massone, Giuseppe Garibaldi.

Contrariamente ad altre interpretazioni, non intendo assolutamente comparare il fenomeno del Brigantaggio meridionale post-unitario alla Resistenza partigiana del 1943-1945. Per varie ragioni, anzitutto perché nel primo caso si trattò di una vile e barbara aggressione militare, di una guerra di rapina e di conquista che ebbe una durata molto più lunga della guerra civile tra fascisti e antifascisti: l’intero decennio dal 1860 al 1870.

I briganti meridionali furono costretti ad ingaggiare un’aspra e strenua resistenza che ha provocato eccidi spaventosi, in cui vennero trucidati centinaia di migliaia di contadini e di briganti, persino donne, anziani e bambini, insomma un vero e proprio genocidio perpetrato contro le popolazioni del Sud Italia. Una guerra conclusasi tragicamente, dando luogo al fenomeno dell’emigrazione di massa dei contadini meridionali. Un esodo di proporzioni bibliche, paragonabile alla diaspora del popolo ebraico. Infatti, i meridionali sono sparsi nel mondo ad ogni latitudine e in ogni angolo del pianeta, hanno messo radici ovunque, facendo la fortuna di numerose nazioni: Argentina, Venezuela, Uruguay, Brasile, Stati Uniti d’America, Svizzera, Belgio, Germania, Australia, e così via.

Se si intende equiparare ad altre esperienze storiche la triste vicenda del brigantaggio e la feroce repressione sofferta dal popolo meridionale, credo che l’accostamento più giusto sia quello con la storia dei Pellerossa e le guerre indiane combattute nello stesso periodo, vale a dire verso la fine del XIX secolo. Guerre sanguinose che hanno causato stragi e delitti raccapriccianti contro i nativi nordamericani. Un genocidio ignorato o dimenticato, come quello consumato a discapito del popolo dell’Italia meridionale.

Nel contempo condivido solo in minima parte il giudizio, forse oltremodo drastico e perentorio, probabilmente unilaterale, che attiene al carattere anacronistico, codino e antiprogressista, delle ragioni storiche, politiche e sociali, che furono all’origine della lotta di resistenza combattuta dai briganti meridionali. In politica ciò che è vecchio è quasi sempre retrivo e conservatore. E’ in parte vero che dietro le imprese e le azioni di guerriglia compiute dai briganti si riparavano gli interessi di un blocco reazionario, filo-borbonico, sanfedista e filo-clericale. Tuttavia, inviterei ad approfondire le motivazioni e le spinte che animarono la strenua resistenza dei briganti contro gli invasori sabaudi.

Non intendo annoiare i lettori con le cifre sui numerosi primati detenuti dalla monarchia borbonica e dal Regno delle Due Sicilie in ampi settori dell’economia, dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e via discorrendo, né mi sembra opportuno esternare sciocchi sentimenti di nostalgia verso una società arcaica, dispotica e aristocratico-feudale, quindi verso un passato di barbarie e oscurantismo, ingiustizia ed oppressione, sfruttamento e asservimento delle plebi rurali del nostro Sud. Ma un dato è certo: la dinastia sabauda era senza dubbio più rozza, retriva e ignorante, meno moderna e progredita di quella borbonica. Il Regno delle Due Sicilie era uno Stato molto più ricco e avanzato del Regno dei Savoia, tant’è vero che costituiva un boccone appetibile per le maggiori potenze europee del tempo, Francia e Inghilterra in testa. Questo è un tema estremamente vasto, complesso e controverso, che esige un approfondimento adeguato.

Concludo con una rapida chiosa circa le presunte tendenze progressiste incarnate nei processi di creazione e unificazione degli Stati nazionali nel XIX secolo e nella costruzione dell’odierno Stato europeo. Non mi pare che tali processi abbiano spinto e assicurato un autentico progresso sociale, ideale, morale e civile, ma hanno favorito uno sviluppo prettamente economico ad esclusivo vantaggio delle classi dominanti e possidenti. Intendo dire che l’unificazione dei mercati e dei capitali, prima a livello nazionale ed ora a livello europeo, non coincide con l’integrazione dei popoli e delle culture, siano esse locali, regionali o nazionali. Ovviamente le forze autenticamente progressiste e rivoluzionarie, devono puntare a raggiungere il secondo traguardo.

domenica 24 gennaio 2010

NAZIONALE REGNO DUE SICILIE AFFILIATA AL NF-BOARD!



Finalmente è arrivata, come previsto, l’affiliazione ufficiale, temporanea per ora come era già successo per altre rappresentative come quella della Padania o la rappresentativa sarda, in attesa degli adempimenti burocratici ancora in corso.

I nostri complimenti vivissimi al Presidente Antonio Pagano, al Vice Presidente Guglielmo di Grezia, al Commissario Tecnico Michele Riviello e a tutto lo Staff della Nazionale.

Esiste una nazionale riconosciuta, diffidiamo delle imitazioni...

Forza Due Sicilie !!!

CIAO MARIO



GRAVE LUTTO NEL MONDO DUOSICILIANO, IL COMPATRIOTA MARCHESE MARIO MOCCIA DI MONTEMALO HA LASCIATO QUESTA TERRA.
ONORE A LUI NEL RICORDO DELLE COMUNI BATTAGLIE.
PORGIAMO LE NOSTRE SINCERE CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA.

On line il sito della sezione casertana del Partito del Sud!

Grazie all'impegno del Segretario Provinciale per Caserta - Terra di Lavoro Dr. Pompeo De Chiara e all'amico Luciano Seccia, è ora on-line il sito del Partito del Sud di Caserta: http://www.partitodelsud-ce.it/

La nostra macchina organizzatrice di costruzione del Partito del Sud sul territorio, va incessantemente avanti. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti coloro che si professano “sudisti” o "meridionalisti"; c’è spazio per chiunque voglia utilizzare lo strumento “politico” a ri-costruire i cocci della nostra martoriata Terra.

Accogliendo con piacere il nuovo arrivato nel Network informativo dei Siti e Blog del Partito del Sud, cogliamo l'occasione per complimentarci con tutti i compatrioti di Terra di Lavoro per il prezioso lavoro che stanno svolgendo sul territorio a favore della diffusione delle nostre idee e del nostro Partito; un particolare ringraziamento, per l'impegno e la dedizione alla causa, è rivolto al Dr. Pompeo de Chiara, infaticabile Segretario Provinciale del Partito del Sud.

W IL SUD! W IL PARTITO DEL SUD!

Contatti:
Segretario Provinciale Caserta- Terra di Lavoro:
pompeodechiara@virgilio.it

COMPATRIOTI CAMPANI AIUTATECI NELLA PROSSIMA SFIDA CONTRO I SOLITI VENDUTI DI DESTRA E SINISTRA, CONTRO I SOLITI RICICLATI CHE IMPROVVISAMENTE SI PROFESSANO "MERIDIONALISTI" PER SALVARE LA LORO POLTRONA...DATE FORZA AL SOLO E VERO PARTITO DEL SUD!!!

Comitato Elettorale Campano del Partito del Sud:
partitodelsud.campania@gmail.com

venerdì 22 gennaio 2010

Convegno del PdSUD a Palermo il 30/01/2010 "Per una Confederazione Politica Meridionalista Unitaria"




Ricevo e posto il comunicato della ns. sezione siciliana, per un convegno a Palermo il 30/01 al quale invitiamo tutti i movimenti e associazioni della galassia meridionalista, duosiciliana, siciliana autonomista e siciliana indipendentista etc etc...


TUTTI INVITATI PER COSTRUIRE INSIEME UN GRANDE MOVIMENTO o CONFERDERAZIONE MERIDIONALE E MERIDIONALISTA PARTENDO DA QUELLO CHE CI UNISCE E NON CONTINUARE A DISCUTERE SU CIO' CHE CI DIVIDE!

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Il Coordinamento Regionale del Partito del Sud in collaborazione con EVIS - Partito per l'Indipendenza della Sicilia invitano i Responsabili e gli Amici di Partiti, Movimenti ed Associazioni di ispirazione Autonomista, Federalista, Indipendentista e Meridionalista a partecipare a Palermo c/o Villa Montereale B&B - Corso Calatafimi n.1096 il giorno 30/01/2010 al Convegno:

" Per una Confederazione Politica Meridionalista Unitaria ".

PROGRAMMA:

30/01/2010 VILLA MONTEREALE C.so Calatafini n. 1096 PALERMO (link GOOGLE MAPS)

ore 10,00 Accredito e registrazione partecipanti
ore 10,30 Incontro con tutti i gruppi e inizio lavori
ore 13,30 Chiusura lavori della mattinata
ore 15,30 Riapertura lavori
ore 17,30 Definizione, presentazione ed approvazione della mozione politico programmatica conclusiva del Convegno
ore 18,00 Chiusura Convegno

Chi volesse pernottare può prenotare, presso la stessa struttura alberghiera che ospita il Convegno, al prezzo convenzionato per la camera singola di euro 45, due letti in doppia euro 68
Per prenotazioni: tel. 091-668806 e-mail: mauro64@neomedia.it
Sito web:
http://www.villamontereale.org


Per il Coordinamento Regionale del Partito del Sud

Linda Cottone ( Coord. Provinciale PA del PdSUD )
Alessandro Torsello (Coord. Regionale Sicilia del PdSUD)

Il Partito del Sud appoggia la petizione Oceanus per la bonifica di Pianura




Il Partito del Sud appoggia l'iniziativa di Oceanus sulla necessità di bonifica per l'area di Pianura con la discarica di Contrada Pisani e sulla richiesta danni ai colpevoli in un processo in cui Oceanus si costituirà parte civile ed invita le altre associzioni o singoli cittadini ad unirsi.

Oceanus è un'organizzazione onlus che ha come obiettivo principale la promozione e lo sviluppo della ricerca scientifica finalizzata alla conservazione degli ecosistemi acquatici minacciati, delle specie acquatiche a rischio e le relative interazioni con le attività umane. Inoltre il gruppo di ricerca Oceanus è sempre sollecito ad accogliere e render propria qualsiasi iniziativa per sensibilizzare la coscienza pubblica verso problematiche ecologiche e socio-economiche, quasi sempre interdipendenti, al fine di favorire il dialogo tra le civiltà.

Noi con Oceanus chiediamo che venga avviato un serio progetto di bonifica dell'area e che i responsabili dello sversamento illegale di rifiuti tossici e nocivi nella discarica di Contrada Pisani, vengano citati in giudizio per DISASTRO COLPOSO.
I presunti colpevoli sono in gran parte aziende del Nord Italia che hanno utilizzato tale discarica come pattumiera di rifiuti legali e soprattutto ILLEGALI provocando un'aumento delle patologie tumorali nella zona.

Invitiamo tutti gli amici e simpatizzanti del Partito del Sud, i napoletani e tutti i meridionali e meridionalisti a diffondere in rete la notizia, c'è un gruppo e una cause su Facebook:

http://www.facebook.com/group.php?gid=200995986688&ref=ts

http://apps.facebook.com/causes/412178?m=7cde5886

Inoltre è possibile firmare la petizione online:

http://www.thepetitionsite.com/1/waiting-for-landreclamation-people-die

oppure contattare il referente più vicino del Partito del Sud (www.partitodelsud.it) per firmare quella cartacea.

Enzo Riccio
Segretario Organizzativo Nazionale
PARTITO DEL SUD

giovedì 21 gennaio 2010

Il Partito del Sud di Roma appoggia la candidatura di Marzia Marzoli per la Regione Lazio

Il Partito del Sud di Roma ha aderito al progetto della lista civica "Rete dei Cittadini" e sosterrà come candidato Presidente alla Regione Lazio alle prossime regionali di marzo 2010, Marzia Marzoli.
Tale progetto e tale candidatura, scelta democratica, partecipata e trasparente, sono in linea con il programma e i metodi del Partito del Sud per un ricambio ed un'alternativa democratica che nasca dal "basso" alla classe dirigente di destra e di sinistra che tanti danni ha fatto, specialmente al Sud oramai da quasi 150 anni.
Daremo quindi al progetto tutto il nostro contributo possibile, in termini di candidati, raccolta firme e quant'altro richiesto per la difficile ma esaltante sfida lanciata con gli amici della Rete.

Per maggiori info sui programmi della Rete dei Cittadini, sui candidati ed iniziative si può consultare il sito:

http://retedeicittadini.it/

PARTITO DEL SUD - sez. "Lucio Barone" Roma

venerdì 15 gennaio 2010

Regionali 2010 Lazio, appuntamento con la Rete dei Cittadini



Per rappresentare i cittadini vuole partecipare alle
elezioni 2010 con una lista civica lontana dai soliti
schieramenti.

Dopo un percorso fatto di proposte, discussioni e votazioni,
i cittadini della Rete hanno scelto anche il proprio
simbolo: un insieme di omini colorati che si tengono per
mano.

RETE DEI CITTADINI non potrà contare sulla visibilità
che avrà sui mass-media ma, per far si' che il proprio
simbolo sia presente sulle schede elettorali di marzo 2010,
dovrà farsi conoscere e raccogliere i consensi dei
cittadini prevalentemente tramite internet e banchetti
informativi nelle piazze, a differenza dei partiti del Lazio
"sempre al potere" che nel 2005 hanno approvato una legge
regionale per auto-esentarsi dalla sottoscrizione degli
elettori.

Il traguardo ambizioso della raccolta di circa 10.000
sottoscrizioni in un mese potrà essere raggiunto soltanto
se si faranno avanti tutti coloro che lamentano un paese che
non funziona a causa di un sistema politico blindato. La
lista civica RETE DEI CITTADINI spera, inoltre, nella
collaborazione di cittadini onesti abilitati
all'autenticazione delle firme, come si legge sull'appello
lanciato alla stampa.

Nella serata di venerdì 15 gennaio a Roma, dopo un giro di
presentazioni, apriranno le primarie per eleggere il
candidato presidente ed inizieranno la raccolta delle
adesioni all'Associazione, strumento di democrazia diretta
voluto fortemente dai cittadini.

Tutte le informazioni ed i dettagli degli eventi sono su
http://retedeicittadini.it

ufficio stampa - Laura Raduta
Lista civica RETE DEI CITTADINI

DOCUMENTAZIONE PER GLI ORGANI DI INFORMAZIONE:
Foto: il simbolo della RETE DEI CITTADINI
http://img31.imageshack.us/img31/5871/24769766.jpg



Video: Intervista di Alessandro Lunetta della RETE DEI
CITTADINI
www.youtube.com/watch?v=uSY9mDAV5Eo

giovedì 14 gennaio 2010

Un'altra campana per i fatti di Rosarno...una voce da Sud!



I recenti tragici fatti di Rosarno sono stati l'oggetto dell'ennesima campagna speculativa mediatica organizzata dai soliti poteri italian-padani, il cui fine e' dimostrare che Rosarno, la Calabria ed il Sud in generale e' una terra senza speranza, dove comanda solo la 'ndrangheta.
Ho la fortuna di conoscere tanti calabresi, conosco i loro valori di dignità, famiglia, amicizia e ospitalità...tra questi fratelli calabresi ne conosco ben pochi di razzisti, molti di meno di quelli che vedo ed incontro a Roma dove vivo da più di 10 anni o a Milano dove vado per lavoro, e tutti sono contro la 'ndrangheta convinti, come me, che, insieme alla mafia e alla camorra, costituisce uno dei tumori della società meridionale.
Ma che proprio dal governo nazionale arrivano moniti contro lo strapotere della 'ndrangheta in Calabria mi pare davvero una beffa...non e' forse proprio questo governo che ancora difende e nega l'autorizzazione a procedere per un sottosegretario accusato di essere "un uomo dei casalesi"?
Io accuso lo Stato Italiano, che italiano non e' ma e' servo dei poteri economici toscopadani con la sua politica sia di destra che di sinistra, di totale mancanza per il territorio meridionale fin dalla malaunità del 1861, un territorio che DEVE essere destinato da quasi 150 anni a colonia di consumatori di merci e servizi del Nord, terra di emigranti e di degrado.
Io accuso il giornalismo italiano, che anche qui giornalismo non è ma solo una tragica accozzaglia di pagliacci e di guitti servi del potere, di utilizzare sempre due pesi e due misure quando si parla di fatti al Nord e Sud...non possiamo più leggere articoli vergognosi come quello recente su "Il Giornale" dove la sottile analisi sociologica del cretino di turno, in questo caso Renato Farina, al posto di analizzare il disagio sociale parla di "scarsa voglia di lavorare dei meridionali" e si chiede...udite udite..."Perché la Calabria è piena di disoccupati, di giovani che si lamentano, e poi a raccogliere le arance arrivano dall’Africa questi uomini disperati?"
Vorrebbe andare lui o i suoi familiari a raccogliere le arance per l'intera giornata a 20 Euro al giorno???
E perchè non si chiede la stessa sui fiorai egiziani a Roma o suoi cuochi magrebbini a Milano?
E' evidente il senso razzista dell'articolo,il senso è che in Calabria il problema non e' solo costituito dai "clandestini", stucchevole leit motiv della propaganda leghista, ma anche dai calabresi.
Ed invece lo Stato che non c'e' e che non fa rispettare le proprie leggi, a Rosarno o nelle maglierie cinesi di Prato, non viene considerato...diciamo la verità, avere degli "schiavi" fa comodo in Italia e poi si ha pure l'ipocrisia di considerare "loro" il problema e non quelli che li impiegano in nero e a condizioni che nessun italiano, del nord soprattutto, mai accetterebbe.
E chissà perchè i giornali italiani non parlano anche delle manifestazioni antirazziste che solo alcuni blog meridionalisti come i nostri hanno citato.
E' ovvio che si vuole dare un'immagine di Rosarno, e quindi del Sud, razzista e 'ndranghetista, un po' come si fece a Napoli quando il disastro dei rifiuti fu addossato ai cittadini napoletani e non all'indegna classe amministrativa locale e nazionale.
La risposta al disagio sociale, che a Rosarno e' sicuramente piu' forte che al Nord, non deve essere solo MILITARE, caro Ministro Maroni, e comunque la risposta militare di controllo del territorio da parte dello Stato deve essere costante e non limitata a quando sono accesi i riflettori dei TG!
La risposta poi deve essere anche POLITICA ED ECONOMICA, cioè deve creare le condizioni per lo sviluppo al Sud e per una convivenza civile, per il rispetto delle regole da parte di tutti, bianchi, neri o gialli. Per sconfiggere le mafie ci vogliono sicuramente piu' mezzi per le forze dell'ordine e per la magistratura, ma soprattutto una politica di sviluppo per creare un'alternativa a quella camorra o 'ndrangheta o mafia viste spesso purtroppo come unico datore di lavoro possibile.
E' questo che il suo governo non fa, come non l'ha fatto quello di centrosinistra di Prodi, soprattutto non si e' mai visto un reale sforzo di diminuire il divario tra due parti del paese anche a costo di svantaggiare la parte più ricca. Questo deve essere necessariamente il ruolo di un vero movimento meridionalista come aspiriamo ad essere noi del Partito del Sud.

Enzo Riccio
Segretario Organizzativo Nazionale
PARTITO DEL SUD

sabato 9 gennaio 2010

COMUNICATO CONGIUNTO PARTITO DEL SUD E SUD LIBERO: INSIEME ALLE REGIONALI 2010 IN CAMPANIA E PUGLIA!



Coerentemente con le decisioni stabilite alla Convention di Gaeta del 17 e 18 ottobre 2009 dove si chiamava all'unità tutte le forze meridionaliste indipendenti dai partiti tradizionali di destra, centro e sinistra, il Partito del Sud e Sud Libero hanno deciso di partecipare alle prossime elezioni Regionali in Campania e Puglia di marzo 2010 con una singola denominazione ed un unico simbolo, con uniche liste regionali indipendenti dalle alleanze "risorgimentali" di destra, centro e sinistra.

L'obiettivo è quello di riaffermare con forza e determinazione il bisogno di riscatto dalla permanente dipendenza post unitaria del Sud, attraverso una mobilitazione delle risorse sane che hanno a cuore la rinascita, economica, politica, sociale, ambientale e culturale del Sud e della comunità Meridionale. Da lunedì 11 gennaio inizierà la raccolta firme in Campania e Puglia e contiamo di fare affidamento su tutti i movimenti, associazioni e singoli compatrioti meridionali che non hanno come interesse primario la "poltrona" o "il posto in altre liste" ma il riscatto del Sud e della sua vera storia, umiliata da quasi 150 anni di dipendenza coloniale dal resto del paese.

Saremo presenti con i nostri banchetti di raccolta firme nelle strade e nelle piazze del Sud e vedremo nei fatti chi ci aiuterà e chi con noi condividerà il nostro sogno meridionale di rinascita e di autonomia....il resto sono proclami che rimangono su carta, chiacchiere e dietrologie che non ci interessano.

Avanti SUD!

PARTITO DEL SUD - SUD LIBERO

Diffida

Ricevo, diffondo e posto la diffida dell'amico Antonio Pagano, anche questa dimostra che un recente incontro meridionalista, che a chiacchiere parlava di "unità" ma nei fatti profila un'ulteriore micro-scissione, e' stato una vera e propria pagliacciata...una di quelle solite cose confuse e dannose, un doppione inutile di quel fronte unitario che sta costruendo nei fatti il Partito del Sud con Sud Libero e con tutti i meridionali che vorranno lottare da uomini liberi.

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Associazione Culturale Due Sicilie
Casella Postale 305 - 36 100 Vicenza

In qualità di rappresentante legale dell'Associazione Due Sicilie con sede in Vicenza, regolarmente registrata ad ogni effetto di legge (Art. 1350, 2043, 2643 c.c.) con atto pubblico sin dall'anno 2000, sono venuto a conoscenza attraverso alcuni organi di stampa e da diverse comunicazioni internet, che due sedicenti associazioni si sono illegalmente autonominate "associazioni Due Sicilie", rispettivamente "Puglia" e "Terra di Lavoro", senza averne alcuna autorizzazione da parte della scrivente Associazione.
L'Associazione Culturale Due Sicilie è l' unica depositaria del nome "Associazione Due Sicilie" e, come dispone lo Statuto costitutivo, può costituire altre sedi secondarie solo con esclusiva delibera del proprio Organo Direttivo.
Allo scopo di tutelare il buon nome dell'Associazione Due Sicilie è stato dato ampio mandato ad uno Studio Legale di Vicenza di diffidare eventualmente i responsabili e di richiedere, qualora emersi, un risarcimento danni arrecati a causa della falsa dichiarazione o, in caso più grave, di esercitare eventualmente la conseguente azione penale.

Il Presidente
Dott. Antonio Pagano

giovedì 7 gennaio 2010

Lettera di Costanza Castellano pubblicata su "La Stampa" del 6/01



Ho ricevuto e pubblico con piacere la lettera, recentemente pubblicata su "La Stampa", della nostra cara amica Costanza Castellano, resp. sez. Liguria del Partito del Sud.

Non possiamo che applaudire l'amica Connie che di certo non fa giri di parole con chi ancora "ignora" la nostra vera storia...


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Su "La Stampa" del 06/01/2010 (sez. "Lettere al giornale", pag. 32) una lettera di Costanza Castellano:

Un altro punto di vista sulla storia unitaria

Propongo alla signora Russo*, originaria di Cosenza, che ribadisce con tanta convinzione l’importanza della sua scuola di Cosenza nella formazione del suo sentimento unitario italiano di andare a visitare il Forte di Fenestrelle, nell’alta Val Chisone. Qui furono sciolti nella calce i prigionieri, soldati del conquistato Regno delle Due Sicilie che, dal 1861, che si rifiutarono di fare un altro giuramento di fedeltà a un altro re (stavolta Vittorio Emanuele II).
E per continuare con l’ obiettività delle informazioni che le furono date, di cui la signora è così graniticamente sicura, può provvedere lei stessa a fare una passeggiata balneare all’isola di Ponza dove Pisacane, un altro «eroe risorgimentale», con un colpo di mano contro la guarnigione dell’isola liberò dalle carceri quegli 800 detenuti per reati comuni, che sciamando incontrollabili violentarono le donne dell’isola. Queste cose non si trovano sui libri di storia ma sono certa che la signora, oltre al numero dei patrioti uccisi dalla volontà di Ferdinando II di Borbone, sarà stata debitamente informata su queste e altre realtà altrettanto sconvolgenti compiute dai «liberatori» venuti dal Nord.

CONNIE CASTELLANO



Lettere al giornale del 04/01/2010
L’Italia unita e voluta è stata una realtà*

Ho letto con interesse l’articolo di Grande Stevens («L’Italia unita e voluta nel Risorgimento») pubblicato il 2 gennaio. Quella frase in particolare, «soltanto chi manchi di letture o abbia spirito fazioso può oggi sostenere che nel Risorgimento... non si volle l’Italia unita, o addirittura che non la si voglia oggi» la condivido in pieno. Io sono di Cosenza, e ho avuto una maestra torinese che, con il marito bolognese, ha vissuto felice nella mia città fino all’ultimo. Sono il prodotto del forte sentimento unitario dei miei genitori e delle loro letture, ma anche dei ciqnue anni alle elementari con questa maestra che dell’Italia ci ha insegnato tutto, con severità ma anche con un amore autentico, scevro di retorica.
La nostra scuola un giorno organizzò pure una visita alla lapide che commemora i fratelli veneziani Attilio e Emilio Bandiera, fucilati insieme ad altri patrioti per volontà del re Ferdinando il 25 luglio del 1844 nel vallone di Rovito, a due passi da Cosenza. È in questo tipo di scuola che io sono stata formata e come me, immagino, tanti italiani, solo alla fine degli anni ‘70, non nel Medio Evo. Ecco, mi chiedo se nell’Italia di oggi questo tipo di scuola esista ancora.
O se invece agli italiani oggi non insegnino piuttosto il (dis)valore della divisione e della mistificazione, quello che - ad esempio - rende possibile l’indebita elezione del coro del Nabucco a inno leghista quando tutti dovrebbero sapere perché e in quali circostanze Giuseppe Verdi lo ha composto. Mi auguro che gli scolari cosentini vengano ancora oggi portati a visitare il monumento ai fratelli Bandiera; e che a quelli veneziani si ricordi chi erano e perché si sono sacrificati.

TERESA RUSSO

martedì 5 gennaio 2010

Solo qualche compare e troppi polli....



Ho ricevuto una mail che non avrei mai voluto leggere, un messaggio che mi ha profondamente amareggiato ed evidenzia ancora quanto e' lungo il cammino da fare per avere una forza meridionalista seria e coesa, scevra dai personalismi e finalmente libera dai condizionamenti, dalle stupidità e dagli errori del passato.
In questo messaggio una persona che è ancora nel Consiglio Direttivo del Partito del Sud, nonchè Coordinatore della sezione Puglia, organizza un evento a Gioia del Colle per celebrare uno dei nostri partigiani, il "brigante" pugliese noto come Sergente Romano, cosa senz'altro meritevole, insomma uno di quegli eventi che meritano sempre una larga partecipazione a prescindere da chi l'abbia promosso.
Sono sempre dell'opinione che se organizzassimo più eventi insieme, nel rispetto delle reciproche differenze tra i vari movimenti, associazioni, partiti, potremmo cementare di più le amicizie e imparare a confrontarci; basterebbe una firma congiunta su un Comunicato Stampa e la volontà di "non metterci il cappello in esclusiva".
Ma leggendo il programma dell'evento che credevo solo culturale, rimango sbigottito quando si parla di "Progetto di Costituente per l'Unità Meridionalistica in vista delle competizioni elettorali 2010”...chi organizza l'evento dovrebbe sapere che dalla NOSTRA Convention di Gaeta di un paio di mesi fa siamo già usciti con un documento che promuove l'unione delle forze meridionaliste, con liste autonome dai partiti italian-risorgimentali di desta, centro e sinistra, in vista delle Regionali del 2010 e quest'appello è stato già raccolto dagli amici pugliesi di Sud Libero coi quali stiamo organizzando liste comune per la Campania e per la Puglia. E quindi questo progetto, come direbbe un noto politico molisano, che c'azzecca??? Con chi lo si vuole portare avanti? Con un "sodalizio" composto da alcune persone che nel dicembre 2007, alla fondazione del Partito del Sud a Gaeta, se ne andarono sdegnate dalla riunione costitutiva affermando che "loro non intendevano fare politica e costituire un nuovo partito"?
L'unità delle forze meridionaliste è una gran bella cosa, ma deve essere dimostrata nei fatti e non nelle parole, non si può abbindolare qualcuno parlando di "unità" per dar luogo poi nei fatti all'ennesima scissione o all'ennesimo comitato.
Mi viene in mente il nome di un famoso spaghetti western di cui ho ripreso la locandina...ma qui, ahimè, di geni non ce ne sono, solo qualche compare e un pò di polli...e lo dico col massimo rispetto per chi ci andrà e non conosce, perchè ignora, tutti i retroscena dell'evento e di chi lo ha organizzato e di qualcuno che vi partecipa. Questi personaggi assomigliano un po' a quei compagni del cortile, quando si giocava a pallone da ragazzini, che, quando la partita non andava come piaceva a loro, si riprendevano il "loro pallone" e organizzavano un'altra partita.
Sperando vivamente di sbagliarmi, e le prossime regionali di marzo 2010 saranno una prova inconfutabile nei fatti, non ci resta che aspettare il prosieguo di questa ennesima farsa di cui il popolo meridionale non avrebbe davvero bisogno.

Enzo Riccio
Segreterio Organizzativo Nazionale
PARTITO DEL SUD