sabato 21 novembre 2009

Incontro tematico Rete dei Cittadini sulla gestione dei rifiuti, Roma 21/11




Il Partito del Sud di Roma partecipa all'incontro tematico proposto dalla Rete dei Cittadini, sui danni alla salute provocati dagli inceneritori e sulle alternative possibili, con l'intervento del Prof. Montanari, ricercatore ed esperto di nanopatologie, e di Francesco Zagami del progetto "Rifiuti zero".

Ancora una volta dimostriamo coi fatti di uscire dal ghetto del meridionalismo solo nostalgico, passiamo ad elaborare proposte concrete per il riscatto del Sud.
Proposte rivoluzionarie non solo per gli aspetti ambientali, drammatica emergenza attuale specialmente in Campania, Calabria e Sicilia, ma anche dal punto di vista economico...insomma la questione ambientale, compresa una nuova e corretta gestione dei rifiuti, deve diventare, secondo noi, una parte dei nostri programmi meridionalisti alternativi al regime italian-padano di destra e sinistra e parte quella "rivoluzione meridionale" auspicata da Guido Dorso.

Enzo Riccio
Partito del Sud - sez. "Lucio Barone" Roma

venerdì 20 novembre 2009

Ed ecco gli ex fascisti protagonisti nei festeggiamenti dei 150 anni di Unità...



Maurizio Gasparri, nella foto ripreso in caricatura dalla celebre imitazione di Neri Marcorè che esalta la sua grande intelligenza, la sua cultura e la sua preparazione...;-), ha fondato "Italia protagonista", nuova associazione culturale di cui sentivamo davvero un gran bisogno, che contribuirà ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Il capogruppo del PdL al Senato ha anche dichiarato:
«L'Italia deve riprendere coscienza della sua bella identità».
Insieme al presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, e al giornalista e scrittore Roberto Gervaso, Gasparri ha presentato un programma di festeggiamenti per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia con appuntamenti per tutto il 2010.
(fonte: Il Tempo)

Speriamo che li pubblichino questi appuntamenti, è una grande occasione per i movimenti meridionalisti per controcelebrare quest'anniversario e per proporre la nostra VERA storia del Sud e non le favolette risorgimentali!

giovedì 19 novembre 2009

CATANIA 21/11 CONVEGNO DEL PARTITO DEL SUD SUL TEMA: "SERVIRE LA SICILIA. NON SERVIRSENE"

SABATO 21 NOVEMBRE - KATANE PALACE HOTEL ore 9,30 CATANIA

CONVEGNO SUL TEMA:

"SERVIRE LA SICILIA. NON SERVIRSENE."

Relatori:
Erasmo Vecchio (v.coord.nazionale PdSUD)
Alessandro Tornello (coord.regionale PdSUD)
Agostino Portanova (Vice Pres.nazionale Confimprese)
Nino Sala (Alleanza etica per la Sicilia)
Linda Cottone (Presidente del Comitato "Salviamo i mercati storici di Palermo")

La crisi non è alle spalle ma si presenta in tutta la sua drammaticità.
Cresce in Sicilia la disoccupazione. Chiudono le piccole imprese.
Il sistema del credito è sempre più nemico dei produttori. Cresce l'impoverimento delle comunità. Il Governatore Lombardo che tanto ha strombazzato
per i 4,3 miliardi dei fondi FAS ha dimenticato di chiedere al Capo del Governo i circa 150 miliardi di euro che lo stato ci deve in forza dello
Statuto siciliano!

Il convegno oltre ad esprimere la posizione del PdSUD sull'attuale situazione politica in Sicilia e nel paese,illustrerà le proposte del PdSUD a partire dalla necessità, per la Sicilia, di tornare al più presto alle urne in quanto la maggioranza che ha sostenuto Lombardo non esiste più all'ARS e neppure nel Popolo siciliano, tradito ancora una volta.
Ai Siciliani serve un governo "libero" da condizionamenti il cui Governatore possa dire senza timidezze che non serve la Banca del Sud di Tremonti nè
il federalismo egoista di Bossi e Calderoli e che la questione meridionale è una cosa seria che riguarda l'autodeterminazione di un Popolo colonizzato.
Il convegno è aperto alla comunità, ai simpatizzanti ed agli attivisti ed militanti del PdSUD.

Dal blog di Beppe Grillo: Eau de Paris...merde d'Italie!




In Italia siamo sempre in leggera controtendenza.
In Francia, a Parigi l’acqua ritornerà pubblica dal primo gennaio 2010. Il sindaco Bertrand Delanoe non ha rinnovato i contratti con le multinazionali Veolia e Suez . L’acqua sarà gestita da un ente pubblico: “Eau de Paris”. Il risparmio per i parigini sarà di almeno 30 milioni di euro all'anno.
In Italia, il non-Parlamento ha trasformato in legge un decreto che rende privata l'acqua pubblica. La legge Ronchi stabilisce che la quota di capitale pubblico delle società che gestiscono l'acqua non sia superiore al 30%.
L'acqua è un diritto naturale dell'uomo. Non un business. Ovunque la gestione dell'acqua sia stata privatizzata, il suo prezzo è aumentato, raddoppiato, triplicato.
Di chi è l'acqua? E' nostra, dei nostri comuni, delle nostre regioni. E' la pioggia che cade dal cielo. Le multinazionali e chi ha votato la legge Ronchi possono andare a fanculo. Loro hanno fatto la legge? Lancerò un referendum abrogativo. Il prossimo V-day sarà per l'acqua, per la nostra vita. In primavera, dopo le elezioni. Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

(fonte: www.beppegrillo.it)

Modena 22/11/2009: Convegno e Dibattito con Antonio Ciano

Per il ciclo “Viaggio nella storia di Modena”, domenica 22 Novembre alle ore 16 a Modena, Sala di Piazzetta Redecocca 1, è previsto il convegno:

RISORGIMENTO: GLORIE DA CELEBRARE E/O FRATTURE DA RISANARE?


Presentazione del libro:

"Le radici della vergogna. Psicanalisi dell’Italia" di Elena Bianchini Braglia

A seguire dibattito con:

Antonio Ciano, storico, Assessore del Comune di Gaeta (LT), Presidente Rete Sud e Coordinatore Nazionale del Partito del Sud

On. Lorenzo Fontana, Eurodeputato della Lega Nord

Modera: Stefano Soranna, Presidente del Comitato di Modena del Centro Studi sul Risorgimento e sugli Stati Preunitari

INGRESSO LIBERO

Informazioni: www.terraeidentita.it, 059 212334

mercoledì 18 novembre 2009

E il Partito del Sud sbarca anche in Campania...finalmente!





Domenica 16/11 a Napoli è stato costituito, in vista delle Elezioni Regionali del 2010, il Comitato Elettorale Campano del Partito del Sud composto da:
Andrea Balia, Massimo Calabrese, Pompeo De Chiara e Carmine Iannaccone.
Avrà sedi sia a Napoli che a Caserta ed a breve ci saranno nuovi ingressi che rinforzeranno la squadra che, come gli amici del suddetto Comitato, confluiranno nel Partito del Sud.

L'obiettivo è molto sfidante ed è quello di organizzare una lista completamente autonoma del Partito del Sud per le prossime elezioni regionali in Campania, nonchè per le Provinciali a Caserta.

Il Partito del Sud presenterà propri candidati in tutte le province campane.

Tutte le sezione del Partito del Sud sosterranno lo sforzo dei nostri eroici compatrioti. Siamo certi che anche tutti gli amici meridionalisti identitari ci saranno al fianco in questa grossa sfida al sistema partitocratico italiano di destra, sinistra e centro....non ci sono più scuse, il Partito del Sud c'è!

In particolare ci auguriamo che i movimenti che hanno sottoscritto, meno di un mese fa, a Gaeta il documento finale del convegno saranno al nostro fianco, ora che tutte le condizioni richieste sono state soddisfatte, rigettando il tentativo di rompere il fronte meridionalista identitario posto in essere dall'avanzata di forze politiche che vogliono, cavalcando senza pudore le nostre parole d'ordine, tentare pericolose operazioni trasformistiche, sulla falsariga di quanto è già accaduto in questi ultimi anni in Sicilia, in un'operazione gattopardesca che rigetterebbe indietro di anni il nostro lavoro e che dobbiamo assolutamente sconfiggere per il bene del nostro popolo.

Importanti forze dell'imprenditoria campana, che hanno aderito alla nostra causa, sosterranno il nostro sforzo.

Nei prossimi giorni comunicheremo i riferimenti dei Comitati Elettorali a cui tutti i compatrioti interessati potranno far pervenire la propria fattiva adesione.

Non è più il tempo delle parole ma dell'azione, ogni tentennamento è codardia, ogni ripensamento è tradimento!

Per il riscatto delle nostre terre , per ritrovare il nostro orgoglio, per riaffermare la nostra dignità.


Antonio Ciano

PARTITO DEL SUD

martedì 17 novembre 2009

L'Italia? Già sfasciata 150 anni fa...



Posto questo bell'articolo di Lino Patruno, da "La Gazzetta del Mezzogiorno".
Se alcuni giornalisti (finalmente!) iniziano a dire la verità sul cosiddetto "Risorgimento" e sulla colonizzazione del Sud che dura da quasi 150 anni, vuol dire che c'e' sempre più spazio per noi del Partito del Sud!


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Non vogliono sfasciare l’Italia ora, hanno già cominciato 150 anni fa. Ed è ovvio che non vogliano celebrare l’anniversario dell’Unità, perché l’unità non l’hanno mai digerita. Dai Sabaudi in poi, il Nord vincitore ha fatto del Sud vinto ciò che ha voluto. Lo dicessero storici marxisti, quelli sempre premurosi col popolo sottomesso, si potrebbe replicare: fanno ideologia. Ma se lo dice l’inglese Denis Mack Smith, tanto per citarne il più noto, c’è poco da arricciare il naso. Fu una conquista militare bell’e buona, altro che entusiastico plebiscito raccontato dagli ineffabili libri scolastici. Cui peraltro partecipò solo il due per cento degli abitanti delle Due Sicilie. Proprietari terrieri in testa, baroni feudali preoccupati solo di non perdere le loro ricchezze e di allearsi con la borghesia industriale del Nord per «cambiare qualcosa affinché non cambiasse nulla».

Per cinque anni a Napoli ci fu un esercito di occupazione. E se il generale Cialdini mise tutto a ferro e fuoco non fu solo per combattere i briganti che sarebbe ora di considerare meno briganti di quanto si volle far credere. Il Sud continua a intestargli strade come un benemerito.
Ma bisognerebbe leggere i rapporti degli inviati dei Savoia per capire che consideravano i sudisti poco più che selvaggi. Si presero il tesoro dei Borbone, che non avevano debiti, per pagare i loro debiti. Imposero uno Stato centralizzato alla francese quali loro erano. E ignorarono i suggerimenti a considerare una forma federale che venivano dagli stessi meridionalisti, ma allora, quando sarebbe servito a evitare scippi e spoliazioni non ora a rapina compiuta con quel dritto di Bossi. Disegnarono il territorio del Sud non tenendo conto della geografia ma della necessità dei loro prefetti di dividerlo per dominarlo meglio. E disegnarono i collegi elettorali per dare al Sud una rappresentanza minore in Parlamento rispetto al Nord. L’Italia unita era già in partenza un’Italia del Nord. Ovvio che pensassero anzitutto ai loro interessi, con la complicità degli «utili idioti» del Sud. Ogni decisione economica presa da allora a oggi ha favorito il Nord danneggiando il Sud. Così i meridionali, se non erano più briganti, diventarono emigranti. E fino ai nostri giorni, quando sono partiti contadini e arrivati terroni. E ogni volta che il Sud si arrabbiava, si faceva una legge speciale: 1892, 1904, 1908, 1920, 1950. Che non risolveva nulla, se le leggi non speciali poi andavano in altra direzione. Ma l’Unità si doveva fare, sarebbe folle pensare il contrario: perché solo così siamo diventati un grande, libero, democratico Paese, nonostante incidenti di percorso. E nonostante il divario fra Nord e Sud che l’unità ha creato e mai risolto. Si dice: ma il Sud ha sprecato immense risorse. La Cassa per il Mezzogiorno, ad esempio. I cui fondi in trent’anni sono stati solo lo 0,67 della ricchezza nazionale (pesa più un odierno Superenalotto). Che comunque hanno trasformato il Sud molto più di quanto l’Unità avesse fatto. E che venivano spesi dallo Stato non dal Sud. Con un patto scellerato con le imprese del Nord che scendevano per divorarsene il grosso. Tutti contenti, tranne poi sparare sul solito Sud parassita «che vive con i nostri soldi». Eppure la cattiva coscienza nazionale continuava a pensare che per il Sud occorresse intervenire. Essendo assurdo appunto che il grande, libero, democratico Paese non riuscisse a risolvere un problema risolto altrove nel mondo ovunque ci fosse. Ma poi, improvvisamente, il Sud è uscito non solo dall’agenda dei governi, ma anche dalla cattiva coscienza collettiva, dalla memoria, dai convegni, dai giornali. Mentre al posto della «questione meridionale» si imponeva la «questione settentrionale». Diventata «egemone», cioè dominante e accettata a prescindere. È stato quando, con Tangentopoli, sono scomparsi i grandi partiti nazionali. È stato quando, col mondo senza più frontiere, le piccole patrie si sono chiuse in se stesse per difendere la loro roba: chi se ne frega della nazione, contano i territori. È stato quando la Lega Nord, non vedendo opposizione, ha fatto diventare politica i più triti luoghi comuni dei suoi bassifondi, il rancore contro i meridionali, contro Roma e le tasse, contro l’Unità (proprio loro).

Ecco perché questi 150 anni capitano nel momento più disgraziato e l’eroico presidente Napolitano parla controvento. Nel momento in cui non solo non si sono fatti gli italiani, ma rischia di non essere fatta più neanche l’Italia. Il Sud deve piangere sui suoi peccati, essersi governato in modo spesso infame. Dipende solo da se stesso. Ma anche il Nord deve capire che da solo diventa una Svizzera ricca ma ininfluente. Ci vorrebbe uno di quei guizzi che fanno la storia. Nel frattempo Bossi rilancia i dialetti perché gli sta sulle scatole questa lingua italiana che unifica, maledizione, il Paese.

Lino Patruno

Fonte: LaGazzetta del Mezzogiorno

Tessera onoraria del Partito del Sud di Roma a Giuseppe Ussani d'Escobar

Sono molto contento di poter annunciare l'ingresso nel Partito del Sud di Roma di due nuovi amici, l'Architetto Oreste Albarano e il Dr. Giuseppe Ussani d'Escobar; Giuseppe è il pronipote di Gabriele Ussani, colonello dell'esercito del Regno delle Due Sicilie protagonista di un'eroica resistenza prima sul Volturno e poi a Gaeta, successivamente aiutante di campo del Conte di Caserta nella battaglia di Mentana.
Visibilmente emozionato, ho consegnato una tessera onoraria del Partito del Sud all'amico Giuseppe, riproponendoci di organizzare qualche mostra o esibizione insieme agli altri amici del Partito del Sud e con le Associazioni Culturali duosiciliane, in modo da raccontare gli splendori del Regno delle Due Sicilie.
NESSUNA NOSTALGIA...SEMPRE PER LA VERITA' E LA RISCOSSA DEL SUD!

Enzo Riccio
PARTITO DEL SUD - sez. "Lucio Barone" Roma

mercoledì 4 novembre 2009

4 novembre...per noi meridionali niente da festeggiare!




Il 4 novembre si vogliono festeggiare le forze armate e il “Giorno dell’Unità nazionale” in coincidenza con il giorno che ricorda la fine della 1 guerra mondiale.

Mi chiedo cosa dovremmo festeggiare noi meridionali?
150 anni di bugie e retorica "risorgimentale", di falsa unità in un paese che ha sempre privilegiato il Centro-Nord a discapito del Sud?
La fine di un sanguinoso conflitto che ha visto la morte di almeno 200.000 meridionali per territori lontani che forse ci sarebbero stati ceduti senza guerra dagli Austriaci?
Festeggiamo le centinaia di migliaia di morti per Gorizia quando nemmeno questo ci ha fatto diventare italiani come gli altri invece che "palla al piede", "sfaticati"?

No caro Ministro La Russa, noi meridionali non abbiamo proprio niente da festeggiare, finite le fanfare dei bersaglieri noi torniamo ad essere i "terroni", gli "africani", e la carne da macello per guerre assurde e lontane!

No caro Presidente Napolitano, noi meridionali non abbiamo proprio niente da festeggiare nè oggi nè tanto meno coi 150 anni di "Unità" che qualcuno vorrebbe agghindare con la solita agiografia e retorica e noi combatteremo in tutti i modi per la giustizia e la verità!

martedì 3 novembre 2009

Note sul convegno del 30/10 a Roma

Il Partito del Sud è un movimento nato a Gaeta (LT) nel 2007 per ridare voce e speranza ai meridionali, per un bisogno di giustizia e verità, per troppi anni soffocato in Italia da un regime partitocratico che difende sempre e solo gli interessi dell’economia che noi chiamiamo “toscopadana”, per evidenziare come oggi il centrodestra, con la “golden share” della Lega Nord, difende gli interessi del Nord, in particolare quelli del Lombardo-Veneto, e il centrosinistra quelli dell’economia toscana ed emiliana, territori dove non a caso sono concentrate le rispettive roccaforti elettorali e sono anche le regioni di provenienza dei rispettivi leader.
Per noi del Partito del Sud la “questione meridionale” è iniziata nel 1861, è necessario ristabilire la verità storica sul cosiddetto “Risorgimento” che per noi è stata una grande truffa e una violenta guerra di annessione ai danni del Regno delle Due Sicilie, stato libero, indipendente e pacifico nonché riconosciuto da tutti gli altri Stati dell’epoca.
Ristabilire la verità storica per noi non significa rimpiangere nostalgicamente il passato, ma significa ricostruire l’Italia su altre basi che non sono quelle della menzogna, della corruzione e dell’ingiustizia.
Quest’annessione violenta e coloniale del 1861, che è stata compiuta dai cosiddetti “padri della patria” come Cavour e Garibaldi con l’appoggio della massoneria inglese, per noi meridionali ha significato centinaia di migliaia di morti in una guerra civile (troppo spesso sottovalutata ed ignorata dagli scrittori di regime…) tra il 1860 ed il 1870, che la storiografia ufficiale e prezzolata italiana ha infamato col marchio di “briganti”. E dopo questa guerra civile dimenticata, è iniziata la tragedia dell’emigrazione ed una propaganda sabauda che ha ribaltato la verità storica, facendoci passare per arretrati, poverissimi e incivili. Il Regno delle Due Sicilie, con le sue luci ed ombre, invece era all’avanguardia della cultura, della tecnica, dell’industria, della flotta marittima, della gestione oculata della finanza pubblica; la “civiltà piemontese” ci ha portato nuove tasse, miseria e sottosviluppo, emigrazione (una diaspora biblica di oltre 20 milioni di meridionali in meno di 150 anni che continua ancora oggi…) e soprattutto una condizione di colonialismo economico e culturale, trasformandoci in colonia di consumatori di prodotti e servizi “toscopadani” e serbatoio di voti per l’intreccio politico-mafioso. Infine dopo un secolo e mezzo di pace, in meno di ottant’anni l’Unità d’Italia ci ha regalato “la libertà” di avere la criminalità organizzata padrona dei territori meridionali, di essere coinvolti in disastrose guerre coloniali, in due guerre mondiali e nel fascismo.
Perché il “federalismo” non e’ stato proposto nel 1861 quando il nostro rapporto Debito/Pil nel Regno delle Due Sicilie era ca. il 16% contro il 73% del Regno di Sardegna e quando le nostre riserve auree erano di ca. 440 Milioni rispetto ai ca. 220 del resto degli stati italiani preunitari messi assieme? Perché viene proposto solo ora dopo averci impoveriti per continuare con una “secessione di fatto” in aperto contrasto con l’art. 3 della nostra Costituzione? Possiamo credere ad un “federalismo” se viene proposto dal Nord ed è basato ORA solo sulle entrate fiscali? E possiamo noi meridionali pensare ad una nostra visione di federalismo o dovremo accettare ancora una volta tutto quello che ancora una volta ci verrà imposto dal Centro-Nord? Possiamo chiedere l’applicazione integrale dello Statuto Autonomo della Regione Siciliana e possiamo chiedere una macroregione autonoma del Sud Continentale con una fiscalità di vantaggio o dobbiamo rimanere zitti ed accettare le riforme padane e le elemosine dello Stato italiano che continua a favorire l’economia del Nord e considerarci “palla al piede”?
Per noi essere meridionalisti oggi significa difendere la nostra economia meridionale dalle mafie e dalle banche (oramai tutte del Nord) che ci prestano i soldi a tassi più alti che nel resto del paese, oltre che la nostra vera storia, le nostre tradizioni e la nostra identità; essere meridionalisti oggi significa anche leggere i dati macroeconomici veri di oggi, al contrario degli stereotipi del tipo “troppi soldi al Sud”, significa informarsi e non credere alle bugie sugli “inceneritori che non fanno male”, rifiutare la finta elemosina che ci vuole dare oggi il governo con la “Banca del Sud”, dopo averci derubato dei fondi FAS che erano destinati all’85% al Sud, oppure “regalarci” le grandi opere inutili come il Ponte sullo Stretto.
Crediamo che la questione ambientale, con le recenti gravissime emergenze in Campania ed in Calabria, e quella della legalità e la lotta senza quartiere a tutte le mafie, debbano essere al centro di una politica seria e per il bene dei cittadini, questo non può essere fatto con i partiti tradizionali italiani che oramai da anni hanno dimostrato la loro totale incapacità e soprattutto il loro essere subalterno a logiche economiche e finanziarie che spesso sono contrarie al benessere dei cittadini, nonché nessuna volontà seria di sconfiggere le mafie, camorre e ‘ndranghete che oramai sono strettamente intrecciate col potere politico, economico ed amministrativo, e come dimostrano recenti indagini oramai è un fenomeno non solo del Sud.

Per questo nel Lazio, il Partito del Sud di Roma sta cercando di costruire con l’aiuto di altri movimenti una Lista Civica, la “Rete dei Cittadini”, sposandone i temi etici ed ambientali, in particolare il rifiuto per gli inceneritori e per il ritorno al nucleare, la netta opposizione alla privatizzazione di beni pubblici come l’acqua; per questo alla nostra recente Convention nazionale di Gaeta abbiamo lanciato un’appello all’aggregazione di tutte le forze meridionaliste che vogliono essere autonome dai partiti tradizionali, cercando invece aggregazioni locali con liste civiche e/o altre liste meridionaliste, e speriamo di avere al nostro fianco il movimento di “Insorgenza Civile”.