giovedì 28 febbraio 2013

COMUNICATO PDSUD CALABRIA 28/02/2013: NUOVO ORGANIGRAMMA PARTITO DEL SUD IN CALABRIA



La struttura organizzativa del PdSUD - Calabria, a dimostrazione di una continua crescita del Movimento nel territorio calabrese, su indicazione del Coordinatore regionale Giuseppe Spadafora ed in accordo con il Direttivo nazionale del movimento, nomina:

- Franco Gallo, Coordinatore della provincia di Catanzaro;
- Franco Gaudio, coordinatore della provincia di Cosenza;
- Junio Iuele tesoriere regionale.
Conferma Pasquale Mesiti, Coordinatore per la provincia di Reggio Calabria.

Sicuri che queste nomine contribuiranno ad un ulteriore radicamento del PdSUD, facciamo gli auguri di buon lavoro.


Enzo Riccio, Segretario Organizzativo nazionale del Partito del Sud
Giuseppe Spadafora, Coordinatore Partito del Sud - Calabria 




ELEZIONI 2013 : Vince la nuova P2 (Promesse e Populismo)


Ricevo e posto una condivisibile analisi dell'amico Andrea Balia dei risultati del voto nazionale...




Alla perenne ricerca del salvatore della Patria !

Il voto, il risultato d’un popolo ubriaco, sfiduciato e immemore

Eccola qui la nuova P2: promesse e 
populismo! Ebbene si, hanno vinto loro, i due sentimenti verso cui il popolo italiano ha un debole, una predisposizione atavica. Al popolo della penisola italica piace sentirsi promettere la luna, ricevere la promessa di cose su cui far immediatamente cassa (Imu cancellata se non rimborsata, posti di lavoro nella quantità di qualche milione, sanatoria sulle tasse impagate e lapidazione degli enti debitori, ecc…). Sul come ciò possa avvenire poco conta, sull’attendibilità del promettente, sulla veridicità ed attuabilità delle promesse poi non interessa stare a fare le pulci; preferibile optare su chi dice e promette di poter passare all’incasso subito senza tante paturnie. Predisposizione nazionale al gioco, puntando sulla passata di mano di poker vincente e risolutiva incassando in un colpo solo il bottino del banco. Oppure tentare la strada del nuovo salvatore della patria: Mussolini, Berlusconi, buon ultimo Grillo, insomma colui che sa come si fa, senza tante menate sulla democrazia, alla ricerca del capo risolutore dei problemi che affliggono il paese, e ancor meglio se ha un carisma vero o presumibile, doti istrioniche, simpatia e comunicativa. Se poi è pure barzellettiere, comico addirittura di professione, beh…allora è davvero il massimo, è uno di noi. Un popolo, quello italiano ubriacato da queste cose verso cui, come da comprovata storia, ha predisposizione naturale, e come dopo un buon bicchiere di vino, su cui è pronto a far accordi, a concedere fiducia. Da non sottovalutare tra l’altro la giusta (questa sì) sfiducia per le preoccupanti e avvilenti condizioni economiche che lo affliggono, che lo portano a contestare tutto e la tentazione forte di far saltare il banco e buttarsi nelle mani del più sfrenato populismo, succeda quel che succeda. Immemore come popolo, che chi promette è chi già lo ha fatto più volte e non ha mai mantenuto. E’ vero quel signore è un po’ chiacchierone, puttaniere, forse di quei tanti processi in cui è stato ed è coinvolto – pure per calcolo delle probabilità – in qualcuno almeno sarà colpevole, all’estero ridono di lui considerandolo più un personaggio da avanspettacolo (testuale, e riferitomi come giudizio da un potente imprenditore tedesco) e noi dei masochisti a credergli….ma in fondo fosse la volta buona che ci risolve i problemi ? (e qui torna la predisposizione al gioco d’azzardo). Del resto siamo un popolo che dimentica tutto facilmente, cui non ci è voluto molto a raccontargli frottole sulla sua storia, ad occultarne la memoria, a fargli credere che un Garibaldi fosse un Che Guevara, a introiettare il senso di minorità nelle menti e nella coscienza di almeno metà di esso. Quindi di cosa stupirsi? Le ragioni dell’incredibile rimonta del Cavaliere e del boom del comico genovese sono in gran parte queste, cui si sommano i timori e l’incapacità dei una sinistra vera che fa fatica a voler fare il proprio mestiere, a riconoscere il suo DNA, a volersi fare portatrice e propositrice d’un sogno (giusto o sbagliato, non sta lì il problema) e a comunicarlo. Poi una banda di accattoni e questuanti politici a far da contorno,  da cui lo stesso Ingroia (per fretta e inesperienza) non ha saputo del tutto prendere le distanze. E poi il magistrato non fa il simpatico, non è telegenico, e gli italiani non sono attirati da queste persone, pur se serie ed animate da sani ma poco divertenti propositi. Il Sud? Il Sud è ancora in attesa di chi lo rappresenti, si faccia carico una volta e per tutte delle sue ragioni. Il nostro, il mio, Partito del Sud, ha fatto la sua coraggiosa presenza nel Lazio, al Senato. I suoi 1275 voti sono, alla resa dei conti, un piccolo miracolo – senza soldi e mezzi – in una regione del centro, molto governativa e poco o per niente meridionale. Almeno ci ha messo la faccia, almeno ha dichiarato con coraggio d’esserci facendo la piccola, orgogliosa resistenza. Credo personalmente che, come disse il grande Nicola Zitara nei suoi ultimi mesi di vita, bisognerà continuare la verifica di trovare la sponde giuste, non quelle più forti ma quelle più praticabili, pulite e attente ai nostri temi, in un ambito del progressismo aperto al sociale, al civile, fuori dalle vecchie ideologie. Da non confondere banalmente col centrismo. Il meridionalismo è una cosa, il neoborbonismo un’altra (pur riconoscendogli i meriti di ricerca e verità sulla memoria storica), per cui il sogno di unire diavolo, acqua santa, destrorsi e sinistrorsi, nostalgici e reazionari camuffati, improvvisati e tutto il resto, è compito arduo, illusorio e non praticabile come da vecchie ed ultime esperienze. Noi proseguiremo il nostro percorso in un paese molto incartato, parecchio cialtrone e sempre più difficile.

Andrea Balìa

co/segretario nazionale del Partito del Sud

p.s. : tra le poche soddisfazioni il sapere che ascari e politicanti venduti di quart’ordine, scorno e miseria del nostro Sud, come Miccichè e Lombardo resteranno a casa, fuori almeno dal gioco parlamentare.

Salviamo gli ulivi secolari, il Partito del Sud Puglia appoggia la petizione on line



Ricevo e pubblico con condivisione quest'iniziativa ottima degli amici della sezione pugliese...


olivosecolare
Il Partito del Sud di Puglia appoggia la Petizione on line per salvare gli ulivi secolari della nostra regione. Ancora una volta in Consiglio Regionale si discuterà di una deroga alla legge che li tutela. La domanda è, a che pro ?

Chiediamo ai Consiglieri Regionali pugliesi di non rendersi responsabili di questo ulteriore scempio e schiaffo alla nostra regione.
Riportiamo di seguito il testo della petizione lanciata on line ed il link
“Il 5 marzo si discuterà in Regione Puglia una deroga all’attuale legge 14/2007 che oggi tutela il patrimonio pugliese degli ulivi secolari, con una mappatura degli ulivi del territorio e la creazione di Elenchi Regionali che tutelano questo albero unico al mondo. Se la deroga dovesse passare, gli ulivi monumentali di Puglia potranno essere estirpati senza dover richiedere pareri paesaggistici (oggi gli unici vincoli che proteggono questo splendido patrimonio del sud) nessun vincolo, senza alcun criterio per lasciare spazio a capannoni, case ed ogni altra volontà urbanistica. Aiutateci a DIRE NO a scellerati azioni distruttive dell’uomo, a NON consentire ulteriori azioni distruttive del nostro territorio, già fortemente segnata da una politica miope e a salvaguardare questi MONUMENTI DELLA NATURA. Segnaliamo per dovere di cronaca che è in atto da diversi anni una richiesta presso l’UNESCO per il riconoscimento dei nostri ulivi quale PATRIMONIO DELL’UMANITA’.”
La petizione è stata creata da Simona su avaaz.org e noi vi abbiamo aderito.

Fonte: Partito del Sud Puglia

martedì 26 febbraio 2013

Agli elettori del Lazio...1275 volte grazie!!!


Aggiungi didascalia

Per la prima volta una lista meridionalista si presentava al Senato nella Regione Lazio, il Partito del Sud è riuscito in questo miracolo e in questo blitz brigantesco con la tenacia immane di un drappello di briganti a Roma e di un altro in Alta Terra di Lavoro.

E' stato davvero difficile raccogliere le firme ed adempiere a tutte le formalità burocratiche della casta nazional-padana ma ce l'abbiamo fatta e alla fine, ancora più eroicamente abbiamo sfidato con un budget di 3000 Euro le corazzate nemiche con la forza mediatica di un Grillo o con i milioni di Euro di PD, UDC e PDL e compagnia brutta, in una campagna elettorale che come sempre, viene fatta in condizioni di massima illegalità e di nessuna "par condicio" di fatto. 

Oltre i pochi mezzi economici, la presenza concreta di attivisti in sole due province quella di Roma e di Latina, da notare che le presenze in TV nazionali sono state pari a zero...qui la casta si difende con una vergognosa legge dello Stato, chiamata pure vergognosamente "par condicio" che pretende la presenza in almeno 1/4 del territori o meglio 1/4 di copertura della popolazione totale italiana, vale a dire per andare almeno ad una tribuna politica (non certo a Ballarò o da Gruber o da Santoro...) devi presentare la lista almeno in 4 regioni come il Lazio...rispetto per gli altri che con fatica e sacrificio presentano la lista solo nel Lazio pari a zero. Ma chi non ci prova nemmeno, queste cose non solo non le sa ma non le può manco immaginare...
Per non parlare della solita storia dei manifesti e degli spazi gratuiti concessi dal Comune, nonostante qui le regole ci siano e sono chiare, non c'è nessun controllo e quindi vige la legge del taglione, chi spende di più sporcando ed imbrattando tutti i muri, vince in visibilità ed arroganza.
Abbiamo provato quindi con gli spot radio e le campagne facebook/google, applicando pure gli strumenti internet tanto invocati per il successo di Grillo senza sperare che i tanti gonzi del nostro mondo capiscano che in quel caso sono solo degli acceleratori di una visibilità mediatica che già c'è...comunque abbiamo fatto esperienza ed abbiamo l'orgoglio di averci provato e di averci messo la faccia e soprattutto di avere più di 1200 nuovi amici che ci hanno dato fiducia. Da notare poi il voto a Roma dove abbiamo superato i 600 voti ed in alcuni comuni dove abbiamo una presenza e c'è una maggiore coscienza identitaria come a Formia, a Gaeta, a Castelforte, in Alta Terra di Lavoro, dove sfioriamo l'1%. E' ancora poco? Certo...però e' un segnale importante, considerate le difficili condizioni di partenza già dette in una regione che non è del Sud ed alle elezioni politiche dove l'appello al "voto utile" è pressante, inoltre questo è anche un benchmark ossia un numero di partenza col quale confrontarsi in futuro in questo territorio. Per gli altri non resta che l'invidia e la maldicenza, dicendo che loro ne prenderebbero 100.000 di voti ma sparare palle è oramai un triste sport nazionale al quale, purtroppo, anche i meridionali si sono adeguati e fanno a gara con i Cavalieri di Arcore.
Ci spiace notare infatti che ci sono sempre i professori di meridionalismo dal PC che continuano a darci lezioni comodamente da casa, altri che vaneggiano sul "risveglio" di un popolo che da 20 anni non hanno mai risvegliato né si vedono segnali confortanti all'orizzonte visto il desolante voto soprattutto del Sud (addirittura più di 6000 voti in Campania per la Lega Nord!!!) e illudono le persone di un loro potenziale che non hanno oggi e non avranno mai basta vedere quanti sono i loro iscritti che pagano una quota annuale e non i contatti di una mailing list, per non parlare di quelli con le pretese di "indipendenza o niente" che non hanno nessun contatto con la realtà e nemmeno si sono mai visti ad un'elezione amministrativa nel comune di Roccasecca (con tutto il rispetto per gli abitanti di quel comune...) ma loro aspirano alle corti dell'Aia o di Strarburgo....per finire, come diceva Pasolini, odio gli indifferenti e gli ignavi che ti cercano solo per presentare il loro giornaletto o il loro libricino, ma quando poi si tratta di scendere con noi in piazza per fare volantinaggio o per manifestare per la nostra terra, non li trovi mai e sono sempre impegnatissimi...ma quest'esperienza ci è servita anche per capire perfettamente chi è con noi e chi non lo è.
Grazie invece a tutti i briganti e le brigantesse che ci hanno aiutato in quest'avventura e a tutti gli elettori che ci hanno dato fiducia, più forza ci darete e saremo sempre di più per difendere davvero la nostra terra con un meridionalismo progressista ed identitario che parla di verità storica e di legalità, di lavoro e di autonomia del Sud per un paese più giusto e più solidale. Per chi ci vuole davvero aiutare a crescere concretamente nel Lazio, per essere sempre più presenti in più circoscrizioni, in più comuni e provincie, può scriverci a:
partitodelsud.roma@gmail.com


Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
Partito del Sud

giovedì 21 febbraio 2013

Lo spot del Partito del Sud a Radio Radio e Radio Rock!


Per due giorni il nostro spot elettorale per il Partito del Sud al Senato Lazio sarà trasmesso da due storiche radio romane, grazie al blitz brigantesco di Enzo Riccio ed Antonio Rosato, ecco gli orari:

Radio Radio (FM 104.5 SKY 518 streaming www.radiorock.it): 
21/02: 11.00.00 - 13.00.00 - 16.00.00 - 19.00.00 - 21.00.00 
22/02: 08.30.00 - 10.00.00 - 13.30.00 - 16.00.00 - 18.00.00


Radio Rock (FM 106.6 streaming www.radioradio.it): 
21/02: 14.00-17.30-20.30
22/02:  07.30-09.30-20.30

Ecco l'audio del nostro spot, il video è stato montato da Natale Cuccurese con  i nostri manifesti e volantini e con l'aiuto del gruppo "web e comunicazione" del Partito del Sud, con i grafici di Rosanna Gadaleta:

VOLANTINAGGIO A ROMA IL 21/02, ZONA PRATI

Unisciti al gruppo di briganti per il volantinaggio, scrivi a partitodelsud.roma@gmail.com
Ci vediamo alle 18 a Via Cola di Rienzo angolo con Piazza Risorgimento!


lunedì 18 febbraio 2013

Risposta da vero brigante alle solite offese a Napoli dopo la rapina ad Hamsik...di Rosario Dello Iacovo

‎"Napoli città da vomito": Twitta così Dagospia, dopo la rapina subita da Hamsik nei pressi del San Paolo. Lo fa perché quando si parla di Napoli anche la società civile si sente in diritto di sfondare il muro della civiltà e sfociare nell'insulto sprezzante e generalizzato. A far vomitare è Napoli, ognuno di quelli nati o cresciuti qua, che hanno il nostro accento, non i tre in sella allo scooter che hanno portato via il rolex allo slovacco, dileguandosi poi in direzione del Rione Traiano.  

Torino non è una città di merda quando rapinano Vucinic. Non lo è Milano quando a essere rapinato è Muntari. E nemmeno Parigi quando svuotano la casa a Lavezzi. Ma si sa, a Napoli un reato è più reato che altrove, e dopo gli insulti l'occasionale commentatore solitamente parte con la ramanzina savianoide alla città che deve reagire. Nulla di tutto questo succede ai milanesi, ai torinesi o ai parigini, perché lì il reato è considerato una semplice questione criminale che riguarda il singolo individuo che lo commette. Qui, invece, si parte sempre dal presupposto che in fondo siamo conniventi, perché - diciamolo - tutti almeno mezzi camorristi. 

Io sono napoletano. Mio padre è napoletano. Anche mio nonno e suo padre lo erano, rispettivamente dei Ponti Rossi e del Parco Margherita. Pare che il nonno di mio nonno venisse da Montesarchio, in provincia di Benevento, dove vive più o meno la metà del centinaio di famiglie Dello Iacovo d'Italia. Sono sufficientemente napoletano, quindi, per essere un mezzo camorrista anche io. Eppure, io la camorra la schifo.

Schifo la camorra perché la considero l'altra faccia della medaglia di una politica coloniale che viene esercitata contro la mia terra e contro la mia gente da 152 anni. Si chiama sottosviluppo imposto, mancanze di infrastrutture, emigrazione, povertà, disagio sociale, disoccupazione. Una politica coloniale della quale la camorra e la borghesia locale sono storicamente gendarmi, complici e garanti. Del resto, fu lo Stato italiano unitario a entrare a braccetto con Tore 'e Criscienzo a Napoli, elevando i guappi a forza di polizia. Mica io. E nemmeno mio padre, mio nonno e il padre di mio nonno. 

Noi la camorra la schifiamo, anche se i camorristi e i Liborio Romano di oggi parlano col nostro stesso accento. Ma allo stesso modo io schifo pure questa cosiddetta società civile alla Dagospia, che non si indigna quando un bambino è costretto a crescere senza speranze, senza prospettive e senza futuro. Come accade a tanti in questa città, nei quartieri più popolari. Perché la questione è tutta lì: raccogli quello che hai seminato a suo tempo.

Perciò, non venite a chiederci di ribellarci, a noi che ogni giorno già ci ribelliamo alla loro vessazione e a quella di uno Stato patrigno per il quale siamo italiani di seconda categoria: Non dovete chiedercelo, perché quella mano che impugna la pistola e minaccia Hamsik è roba vostra. Roba di Italia Spa, con noi napoletani non c'entra proprio niente. 

[Rosario Dello Iacovo]

Prossime attività di campagna elettorale del Partito del Sud a Roma

Lunedì 18 febbraio, ore 20-21:
Volantinaggio al Teatro Arcobaleno, via Redi (zona Nomentana presso Villa Torlonia) Roma, prima dello Spettacolo teatrale"Terroni" di Roberto D'Alessandro, basato sull'omonimo best-seller di Pino Aprile che e' un vero e proprio compendio del nostro meridionalismo e con musiche di Bennato, Modugno e altri eseguite dai Pandemonium.


Per info sullo spettacolo e sconti sul costo del biglietto per quest'occasione, consultare la pagina Facebook:
https://www.facebook.com/terroni.lospettacolo







Martedì 19 febbraio:
ore 13-14.30, volantinaggio in zona San Giovanni, appuntamento fuori alla COIN di San Giovanni
ore 16- 17.30, volantinaggio in zona San Lorenzo, appuntamento in Via Tiburtina incr. con Via degli Equi.
ore 18-19.30, volantinaggio al centro, in via del Corso, appuntamento in Piazza Venezia incrocio con Via del Corso.

Giovedì 21 febbraio
ore 18 - 19.30 volantinaggio a Prati, in via Cola di Rienzo, appuntamento in Piazza Risorgimento incrocio con Via Cola di Rienzo.

Venerdì 22 febbraio
ore 12-14, volantinaggio al centro, Piazza del Popolo
ore 16-18 volantinaggio alla Stazione Termini
ore 20-21 volantinaggio presso locale "Rising Love", Via delle Conce, in concomitanza concerto di Eugenio Bennato "Questione Meridionale"

Chi vuole dare una mano e' benvenuto e può scriverci all'indirizzo email:
partitodelsud.roma@gmail.com


Infine, finalmente abbiamo gli spazi concessi dal Comune di Roma e metteremo i nostri bellissimi ed innovativi manifesti con QR Code ed indirizzi internet solo negli spazi gratuiti messi a disposizione dal Comune di Roma, rispettando le regole e dando un esempio di legalità al contrario dei partiti tradizionali di destra, centro e sinistra che hanno da giorni invaso la città con le loro brutte facce e i loro manifesti abusivi!!!


Sul quotidiano "Vicenza Più": Riuniti sabato iscritti del Partito del Sud residenti in Veneto, costituito il comitato elettorale del PdSud per le prossime comunali di Vicenza



Partito del Sud - Il Partito del Sud, da qualche anno presente nella nostra provincia, si è riunito sabato 16/02 a Brendola (VI) in una partecipata riunione dei propri simpatizzanti presenti in Veneto. L'occasione è stata data dalla vicinanza delle prossime elezioni politiche nazionali.
Dove il Partito del Sud, presente con proprio simbolo in altra circoscrizione (precisamente al Senato Lazio), parteciperà anche in Veneto, come in altre regioni del nord Italia, grazie alla presenza del Coordinatore Regionale Filippo Romeo nella Lista "Rivoluzione Civile" alla Camera Veneto 1 e dall'avvicinarsi delle prossime amministrative dove il Partito del Sud intende partecipare con proprio simbolo alle comunali di Vicenza.
E' intervenuto alla riunione, portando il saluto della Segreteria nazionale, anche il co-Presidente nazionale del Partito Natale Cuccurese, anch'egli in lista alla Camera in Emilia Romagna con Rivoluzione Civile, che ha illustrato alla sala la situazione politica nazionale e i suoi probabili sviluppi visti da Sud.

Filippo Romeo da cosa nasce la sua candidatura alla Camera con Ingroia?
La lotta alle massomafie e a favore della legalità è per noi del Partito del Sud sempre stata vista come opzione discriminante e decisiva per la rinascita delle nostre terre d'origine e non solo, come dimostrano anche gli ultimi episodi d'infiltrazioni e contiguità anche al nord dove , come ci insegna la recente cronaca, ciò è avvenuto con la probabile connivenza di appartenenti a forze politiche che evidentemente razzolano diversamente da quanto predicano.Gli aspetti poi di rivendicazione sociale e maggiore equità portati avanti da Rivoluzione Civile ben incarnano le rivendicazioni sociali a favore dei "senza diritti" che il nostro Partito ha sempre avuto nel programma. Il Partito del Sud infatti da tempo si rivolge all'area progressista, naturale sbocco che lo colloca sulla scia del meridionalismo degli albori con Salvemini, Dorso e per alcuni versi Gramsci. Inutile dire che la vicinanza con il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, nostro alleato alle ultime comunali di Napoli, ha favorito questo dialogo.

Il Partito del Sud a Vicenza chi vuole rappresentare alle prossime comunali e quali sono i suoi obiettivi?
L'obiettivo è quello di rappresentare non solo i tanti meridionali che sono presenti in Veneto, ma tutti i cittadini liberi che si riconoscano nelle nostre idee di progresso e di liberazione da vincoli, anche storici, che opprimono dall'unità d'Italia non solo il meridione ma anche il Veneto, senza mai trascendere nel razzismo e men che mai nella violenza, fra di noi infatti siamo onorati di avere anche tanti settentrionali fra cui anche l' Assessore al Bilancio del Comune di Gambellara Francesca Maria Rossi. Pensiamo perciò di portare fattivamente il nostro contributo anche a livello locale allo schieramento progressista per fare insieme argine alle idee più radicali dello schieramento opposto contro tutti i razzismi e a favore di tutti i Sud del mondo. Inizieremo pertanto nelle prossime settimane a raccogliere le firme per presentare il nostro simbolo alle prossime amministrative di maggio.

Fonte:  Vicenza Più

domenica 17 febbraio 2013

Presentazione lista PdSUD al Senato Lazio sabato 16/02 a Roma

Ieri a Roma, alla Città dell'Altra Economia a Testaccio, abbiamo presentato la nostra lista di candidati al Senato Lazio per le elezioni politiche nazionali 2013.

Presenti i candidati, ringraziamo in particolare l'amica Rosa Maria Pelliccia che ci ha raggiunti da Milano, ed una delegazione della sezione napoletana "Guido Dorso" del PdSUD.

Interventi e risposte alle domande del pubblico convenuto dei candidati Enzo Riccio (Segretario Organizzativo Nazionale del partito) e dell'attore Roberto D'Alessandro, nonché del co/Segretario Nazionale Andrea Balìa giunto da Napoli. Presenti anche gli amici, scrittori e storici, Valentino Romano ed Enzo Di Brango.


Esplicitata la linea progressista e identitaria del Partito del Sud, unica lista meridionalista autonoma dagli altri schieramenti e soprattutto unica formazione meridionalista presente alle elezioni politiche nazionali 2013 che non gravita nell'area di centrodestra che accoglie le teorie xenofobe e antimeridionali della Lega Nord. 
Dichiarati gli obiettivi di rilancio e riscatto del Sud contenuti nel programma.



giovedì 14 febbraio 2013

Il Partito del Sud alla Camera di Commercio di Viterbo il 15/02


Venerdì 15/02 alla Camera di Commercio di Viterbo ci sarà un confronto ed un dibattito con i candidati alle prossime elezioni politiche nazionali e regionali Lazio di febbraio 2013, con Focus Impresa e Lavoro della Tuscia Viterberse, una rappresentanza delle principali forze economiche del territorio.
Enzo Riccio per il Partito del Sud parteciperà all'incontro che si terrà presso la Sala Consiliare della Camera di Commercio di Viterbo, in via Fratelli Rosselli n. 4.

"Gaeta 152 anni fa, la fine delle Due Sicilie e le 2 rievocazioni di associazioni e storici" di Gigi Di Fiore




Dal blog di Gigi Di Fiore su Il Mattino online, un bell'articolo su Gaeta e sull'importanza della memoria....

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E' un luogo simbolico per la storia del Mezzogiorno. Ogni anno, a Gaeta, si riuniscono associazioni e cultori di storia, a ricordare che, in quella città (oggi nel Lazio, ma 152 anni nel regno delle Due Sicilie), la storia secolare del Sud autonomo divenne storia d'Italia.

L'assedio di Gaeta, tre mesi con oltre mille morti in divisa e centinaia di civili massacrati dalle bombe. Italiani contro italiani, due eserciti regolari contrapposti: quello piemontese del re Vittorio Emanuele II e quello delle Due Sicilie del re Francesco II cugino del primo. Oltre 55mila granate furono scaricate sulla piazzaforte, che rispose con 35250 colpi. Dodicimila irriducibili in divisa pensarono che il loro giuramento fosse a Francesco II di Borbone e che la loro vera patria fosse quella delle sei regioni peninsulari del sud più la Sicilia. Contro di loro, ad assediarli, trentamila militari dell'esercito ancora sardo-piemontese.

Alle 18,30 del 13 febbraio del 1861, fu firmata la capitolazione. Solo tre ore prima le ultime bombe piemontesi distrussero una batteria di cannoni a Gaeta, la Transilvania, uccidendo centinaia tra militari e civili. Morì anche un giovane alfiere diciassettenne, Carlo Giordano, uno di quegli adolescenti allievi della Nunziatella che abbandonarono la scuola militare di Pizzofalcone a Napoli per correre a difendere la loro patria. 

Storia e storie, quelle che si ricordano nel 22esimo Convegno nazionale a Gaeta, che comincerà domani e finirà domenica. Anche quest'anno, i convegni, in polemica tra loro, sono due. Il secondo si terrà il mese prossimo e conterrà, come sempre, una riflessione sull'attuale condizione del Mezzogiorno. Tante sigle insieme o divise, compresi quei famosi neoborbonici che videro tra i fondatori di 20 anni fa anche Riccardo Pazzaglia. O l'Associazione degli ex allievi della Nunziatella. Ci sarà anche Pino Aprile.

Nostalgie, revanchismo, ansie separatiste? C'è chi lo pensa, ironizzando. Ma la maggioranza dei partecipanti ai convegni annuali è invece a Gaeta, spinta solo dalla voglia di ricordare la storia poco raccontata del Sud e riflettere sull'attuale realtà del Mezzogiorno. Non è una bestemmia, la memoria: a Gettysburg, ogni anni gente in divisa grigia ricorda con gente in divisa blu la carneficina della guerra civile americana. Musei confederati affiancano musei unionisti. L'America fa sempre i conti con la sua storia, quella da esaltare e quella da nascondere, come dimostrano le riletture degli eccidi dei pellerossa o delle stragi in Vietnam.

Da noi, la storia nazionale fa paura ancora, divide. Eppure, si dovrebbe capire che, dalla conoscenza dei differenti percorsi storici delle varie aree del Paese, si possono ritrovare ancora le ragioni per stare insieme. Al nord, al centro e al sud. Non conoscere, ignorare, divide. Su Gaeta e la regina Maria Sofia scrissero Proust, D'Annunzio, Croce, Ferdinando Russo. A Gaeta, ogni anno il 14 febbraio arrivano sempre in tanti per ricordare. E non c'è da meravigliarsi, se nel Sud è ormai aumentata la voglia di conoscere la vera storia dell'unità d'Italia.

mercoledì 13 febbraio 2013

DA FORMIA A GAETA IL RILANCIO DEL MERIDIONE - IL PRIMO COMIZIO IN PIAZZA DEL PARTITO DEL SUD




Combattere le mafie e la corruzione...una priorità per il Partito del Sud!


Credo che la nostra battaglia per la legalità e per uno sviluppo sostenibile per far ripartire l'Italia da Sud, non può prescindere da un nostro impegno personale contro la corruzione, una vera piaga nazionale al Sud come al Nord come dimostrano le ultime vicende di Finmeccanica o di Eni....non ci sono scusanti "internazionali" e non basta trincerarsi dietro "il ruolo strategico di un'azienda come Finmeccanica" per continuare a tollerare tangenti, mazzette, comportamenti scorretti, zone grigie, favoritismi al posto della meritocrazia, supermanager che guadagnano più di 1.000 volte lo stipendio di un loro operaio...tutto questo sistema corrotto e marcio che è nato in effetti con la "malaunità" del 1861, basta ricordare gli scandali del crac della Banca Romana o quello delle Strade Ferrate Meridionali per capire che proprio nel Regno sabaudo ci sono le radici malate di questo paese. E questo lo diciamo non per nostalgia di ritorni ad antiche monarchie o a vecchi confini, ma per avere finalmente un paese più libero e più giusto, dove non ci sia una parte del paese destinata ad essere abbandonata come "discarica del terzo mondo".

Per questo ho aderito con entusiasmo alla campagna di Libera, ed all'appello di Don Ciotti, invitando anche gli altri candidati della nostra lista Partito del Sud a farlo. Nell'attesa di ricevere il braccialetto bianco, dichiaro che mi impegno personalmente a combattere la corruzione e a modificare in senso restrittivo l'articolo 416 del Codice Penale e con altri impegni di trasparenza e onestà di "Riparte il Futuro", per rendere sempre più difficile il terreno allo scambio politico-mafioso che è alla base del sistema coloniale del Mezzogiorno, sistema che dura oramai da più di 150 anni ed è tempo di liberarcene. E' questo sistema che rende sempre attuale lo slogan "PRIMA IL NORD" che e' in realtà uno slogan vecchio di 152 anni...la differenza è che ora qualcuno ha il coraggio di dirlo con chiarezza, disprezzando chiaramente l'articolo 3 della nostra Costituzione Repubblicana.

E' ora di cambiare pagina, è il momento di riprenderci il nostro destino e di votare al Senato Lazio per il Partito del Sud!!!

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
Partito del Sud


Programma del Partito del Sud - Meridionalisti Unitari per le elezioni di febbraio 2013



martedì 12 febbraio 2013

COMUNICATO STAMPA PARTITO DEL SUD: PRESENTAZIONE LISTA DEL PARTITO DEL SUD A ROMA IL 16 FEBBRAIO 2013





Il Partito del Sud presenta sabato 16 febbraio alle ore 11 alla Città dell’Altra Economia, Largo Dino Frisullo zona ex Mattatoio al quartiere Testaccio di Roma, la sua lista di candidati alle elezioni politiche nazionali del 24 e 25 febbraio 2013, al Senato Lazio.

Siamo l’unica lista autenticamente meridionalista ed autonoma dagli altri schieramenti , da non confondere con altre liste che parlano genericamente di Sud e poi si trovano in coalizione con la Lega Nord, cosa che per noi è un tragicomico paradosso.

Il Partito del Sud vuole invece mostrare il volto autentico del meridionalismo, sulla base delle lezioni di grandi meridionalisti del passato come Dorso e Salvemini, basato sull’identità meridionale e sulla verità storica della “malaunità” del 1861 che per noi è stata la vera origine della questione meridionale. Questo non per nostalgici ritorni al passato o separatismi, ma per guardare al futuro ritrovando l’orgoglio di essere meridionali e lottando per la piena applicazione di quell’articolo 3 della nostra Costituzione, per un paese più uguale e più giusto dove i giovani meridionali abbiano le stesse probabilità di trovare un lavoro senza dover per forza emigrare e dove la mobilità dei cittadini e delle merci non venga limitata al Sud da Trenitalia o da strade disastrose come la SA-RC, mentre c’e’ chi pensa ad inutili ponti e altre cattedrali nel deserto, tutto ciò è colpa dello Stato italiano e non certo del popolo meridionale….dopo 152 anni di “prima il Nord”, è venuto il momento di ripartire da Sud.

Ripartire da Sud perché dopo 20 anni di berlusconismo, con intervalli dei governi Prodi, siamo arrivati al capolinea, sia con l’illusione della “locomotiva del nord” sia con un modello liberista che affidava tutto al ruolo salvifico del mercato. C’è invece bisogno di una buona politica lontana dall’esempio dei partiti tradizionali, sia di destra che di centro che di sinistra, che riporti i cittadini ad interessarsi della cosa pubblica superando il disgusto che oggi dilaga dopo gli ultimi scandali.

Serve un nuovo modello di sviluppo che riporti l’Italia in Europa per gli investimenti nella ricerca e nell’educazione, serve investire nelle nuove tecnologie come la banda larga e serve difendere i nostri prodotti tipici e le nostre ricchezze culturali e naturali e non nuovi condoni o altri abusi edilizi. Infine serve difendere le nostre piccole e medie industrie e non le FIAT che privatizzano i profitti e socializzano le perdite o le ILVA che portano alla drammatica scelta tra salute e lavoro a Taranto.

Sul fronte della legalità tolleranza zero con le mafie e con l’intreccio tra queste e le lobbies economiche e finanziarie, ricordando che devono essere inasprite le leggi contro la corruzione e reintrodotto il falso in bilancio anche per combattere le mafie che non sono più quelle con la lupara ma proprietarie di società e di banche.

Non a caso quindi vogliamo presentare la nostra lista, fatta non da professionisti della politica ma da professionisti, dipendenti, pensionati, commercianti, cassintegrati…tutte persone innamorate della propria terra, alla Città dell’Altra Economia ed invece delle promesse da televenditore o il rigore da professore della Bocconi, noi preferiamo presentare la nostra passione e il nostro impegno civile per un paese più unito, più equo e più giusto.


Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
Partito del Sud

lunedì 11 febbraio 2013

Le elezioni, gli astensionisti, Giannini e quel discorso nei giorni di Carnevale di G. Di Fiore



Un articolo interessante da parte dell'amico Gigi Di Fiore sulla classica e storica apatia politica italiana che raramente propone qualcosa di nuovo ma critica tutto e tutti pescando a piene mani nella demagogia, una storia che ha radici antiche...
Gigi Di Fiore oltre ad essere un giornalista del Mattino esperto di cronaca sulla Camorra, è uno scrittore meridionalista di gran spessore con alcuni libri come "Controstorie dell'unità d'Italia" o "la Storia dei Vinti" o "Gli ultimi fuochi di Gaeta" 
che sono oramai un classico nella bibblioteca di ogni meridionalista, ha aperto da poco un interessante blog personale dal titolo "Controstorie" su "Il Mattino" edizione online...

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Sì, ho ascoltato anch'io il discorso che indigna tutti i politici presi da promesse, polemiche e partecipazioni televisive della campagna elettorale. Ormai, quel discorso lo ascolta e ripete di continuo una maggioranza silenziosa, temuta da tutti gli schieramenti politici: i non votanti, perché non si sentono rappresentati da alcuna lista.

C’è chi dice che saranno loro i vincitori dal responso delle urne che diserteranno. Di che discorso parlo? Ma come, non lo conoscete? E’ quello più applaudito in piazza e riempito di centinaia di “mi piace” su tutti i social network. E va be', ve ne riporto una parte:

“Non ci rompete più le scatole! Noi vogliamo vivere tranquilli: vogliamo andare a teatro, uscire la sera, andare in vacanza, fumare, ordinarci un vestito nuovo, salire in autobus, non fare la guerra, salutare chi ci pare, non salutare chi non ci pare…

Per questo, che ci importa dei vari uomini politici di professione, più o meno personalmente onesti e tutti ugualmente parassitari?..

Quello che chiediamo, noi maggioranza della società civile e dello Stato, è che nessuno ci rompa più i coglioni. Nient’altro. E’ tragico che, tra i tanti politici di professione che si proclamano interpreti della volontà popolare, nessuno dica, con parole chiare e precise, questa verità: basta con la rottura di coglioni…

Un Paese che non è costretto ad occuparsi del suo governo è un Paese felice, lasciando che i cittadini godano della massima libertà civile. Lo Stato etico, il governo più morale di altri, che pretende d’insegnare a pensare al cittadino quello che deve ritenere morale, giusto, bene, viola la libertà del cittadino…Fra Stato-padre e cittadino-figlio lo Stato non pensa che al suo interesse”.

Mamma mia! Che scarso senso politico e poco impegno civile! Ma chi è? Tranquilli, non è un candidato delle imminenti elezioni. Non è neanche un incubo, o uno scherzo di questi giorni di Carnevale. E già, perchè, ci crederete? Queste parole hanno 68 anni.

Sono di Guglielmo Giannini, inserite nel suo testo: “La folla”. Sì, proprio quel Giannini di Pozzuoli, commediografo, giornalista, scrittore, che fondò il movimento dell’Uomo qualunque. All’Assemblea costituente, nel 1946, si fece partito e ottenne 30 deputati. E pensare che oggi c’è chi s'indigna, se avverte disinteresse e nausea per la politica. Attenti, in Italia non si inventa mai nulla. Purtroppo, si è tutto già visto. E c’è poco da ridere, purtroppo.

giovedì 7 febbraio 2013

L'incredibile storia dello smantellamento del sistema bancario meridionale confrontato ai favori alle banche tosco-padane come Monte dei Paschi di Siena!

E' davvero sorprendente leggere in questi giorni dello scandalo del Monte dei Paschi di Siena, la ridda di ipotesi su malagestione connesse a malapolitica, ipotesi di tangenti, indagini della Guardia di Finanza, operazioni spericolate su derivati, acquisti ad un prezzo fuori mercato di altre banche, buchi di bilancio, ispezioni non molto accurate di Banca d'Italia...ma noi meridionali non dovevamo prendere esempio dalla buona amministrazione del centro-nord???


Mi torna in mente l'incredibile storia dello smantellamento delle più grandi banche meridionali, in particolare la storia del Banco di Napoli, il glorioso e plurisecolare banco napoletano che negli anni '90 entrò in crisi, anni difficili almeno come quelli attuali. La crisi ci fu sicuramente anche per errori di gestione e connessioni con la "malapolitica" ma anche e soprattutto per fattori esterni come la mancata erogazione di fondi già promessi alle aziende meridionali con la chiusura di AgenSud, l'agenzia che aveva preso il posto della Cassa del Mezzogiorno. 

Ci fu all'epoca una strana severità della Banca d'Italia nelle sue ispezioni (severità che mi sembra sia mancata del tutto con il Monte dei Paschi...) e sulle contabilizzazione dei cosiddetti "crediti incagliati ed in sofferenza" (come poi dimostrato anni dopo dalla SGA, la "bad bank"  che recuperò già a fine 2006 ca. il 70% per poi superare il 90% di crediti recuperati e superò di gran lunga le pessimistiche previsioni di Ciampi che stimava oltre il 50% di crediti non recuperabili) e varie dichiarazioni alquanto sospette "sull'inefficienza bancaria meridionale" di alcuni esponenti politici tra cui Dini e Ciampi, sospette soprattutto alla luce di quello che avvenne dopo questa crisi e le scelte del Ministero del Tesoro. Tutto questo è ben spiegato, con numerosi altri dettagli, dal libro "Il declino del sistema bancario meridionale" di Emilio Esposito ed Antonio Falconio che consiglio a tutti per approfondimenti, cifre, eventi e date.

La fine di secoli di storia gloriosa avvenne qualche anno più tardi, il Banco di Napoli fu ceduto ad una banca come BNL che aveva molti problemi in più del Banco di Napoli sia per la liquidità sia per lo stato patrimoniale, ma era una Banca in maggioranza pubblica del Ministero del Tesoro che ritenne che 60 Miliardi di Lire (praticamente una miseria....) era un'offerta accettabile per lo storico Banco di Napoli (che secondo alcuni è ancora più antico del Monte dei Paschi di Siena nato nel 1472, infatti è nato ufficialmente come "Monte di Pietà" nel 1539 ma secondo alcune ricerche è ancora più antico e risale al XV secolo...) e stranamente qualche anno la stessa BNL-INA hanno rivenduto il Banco di Napoli ben 6.000 (!!!) Miliardi al gruppo torinese San Paolo realizzando una incredibile plusvalenza per BNL ....salvando così la BNL dalla crisi e facendo di fatto scomparire il Banco di Napoli, che rimane oggi praticamente solo come marchio e con una società al 100% controllata da Intesa-SanPaolo quindi le decisioni si prendono a Torino (sede legale) e a Milano (sede operativa) e le relative fondazioni investono ovviamente il 99% al Nord e qualche spicciolo al Sud.

Possiamo sopportare ancora altre bugie ai danni del Sud, altri trattamenti discriminatori e altre desertificazioni  bancarie, produttive e sociali al Sud?


Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
Partito del Sud

mercoledì 6 febbraio 2013

Il Partito del Sud presenta sabato 9 a Formia (LT) la sua lista meridionalista ed autonoma al Senato Lazio!

Il Partito del Sud presenta sabato 9 a Formia (LT) la sua lista meridionalista, autonoma dagli schieramenti di destra, centro e sinistra, al Senato Lazio.
Saranno presenti i nostri candidati, ci sarà un comizio ed un volantinaggio del nostro movimento.

Diamo appuntamento a tutti gli amici e simpatizzanti sabato 9 alle ore 11 a Piazza Mattei a Formia, in caso di brutto tempo ci trasferiremo presso la Sala Boffa del Comune di Formia.

martedì 5 febbraio 2013

"Borse di studio a discriminazione geografica, intervenga Vendola" di Michele Dell'Edera



Ricevo e posto con condivisione questo brillante articolo di Michele Dell'Edera, Coordinatore del PdSUD per la Puglia, contro l'ultimo vergognoso disegno di legge allo studio da parte del Ministro della Istruzione Profumo per una discriminazione del Sud perfino sulle borse di studio!


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stazioneSulla rete ieri e su molti giornali è venuta fuori la notizia di una possibile valutazione del reddito ISEE delle famiglie su base geografica.  Secondo tale idea il Ministro Profumo o chi per lui starebbe pensando di valutare il diritto degli studenti a usufruire di borse di studio, non sulla base di un criterio oggettivo e paritario per tutte le famiglie italiane, ma differenziando su base geografica tale diritto, il tutto facendo anche riferimento all’articolo 3 della Costituzione che dice:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Ebbene partendo da questo assunto il Governo ha la sfacciataggine di proporre quanto segue: per i meridionali il reddito ISEE massimo per avere diritto alle borse di studio è di € 14.000, al centro sarà di € 17.000, mentre al nord il limite sarà di € 20.000.
Questa formulazione è palesemente contraria a qualsiasi dettato costituzionale e stabilisce per legge una discriminazione, presupponendo, anzi stabilendo, che i meridionali, passateci il termine, “possono campare” con molto meno e, quindi ce la possono fare con 14.000 €.Se così fosse, perché sempre lo stesso, anzi gli stessi governi, consentono a banche, assicurazioni, compagnie petrolifere e chi più ne ha più ne metta di salassare il sud ogni giorno che passa senza alcunintervento ?
Sempre lo stesso, o gli stessi governi, perché non provano a calcolare quanto costa alle famiglie meridionali sostenere i costi per gli studi dei propri figli fuori sede proprio in quelle località dove si dice che il reddito minimo deve essere 20.000 € perché altrimenti non si riesce a vivere ?
Crediamo che sia preciso dovere del Ministro, del Governo, della Corte Costituzionale, del Capo dello Stato, di bloccare questa tipologia di decreti discriminanti e discriminatori.Inoltre il coordinamento pugliese del Partito del Sud invita le famiglie, il Presidente della Regione Nichi Vendola, e i parlamentari pugliesi uscenti e futuri a non lasciare più passare simili aberrazioni legislazìtive.

Per il coordinamento regionale del Partito Del Sud  Puglia - Michele Dell’Edera