lunedì 11 febbraio 2013

Le elezioni, gli astensionisti, Giannini e quel discorso nei giorni di Carnevale di G. Di Fiore



Un articolo interessante da parte dell'amico Gigi Di Fiore sulla classica e storica apatia politica italiana che raramente propone qualcosa di nuovo ma critica tutto e tutti pescando a piene mani nella demagogia, una storia che ha radici antiche...
Gigi Di Fiore oltre ad essere un giornalista del Mattino esperto di cronaca sulla Camorra, è uno scrittore meridionalista di gran spessore con alcuni libri come "Controstorie dell'unità d'Italia" o "la Storia dei Vinti" o "Gli ultimi fuochi di Gaeta" 
che sono oramai un classico nella bibblioteca di ogni meridionalista, ha aperto da poco un interessante blog personale dal titolo "Controstorie" su "Il Mattino" edizione online...

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Sì, ho ascoltato anch'io il discorso che indigna tutti i politici presi da promesse, polemiche e partecipazioni televisive della campagna elettorale. Ormai, quel discorso lo ascolta e ripete di continuo una maggioranza silenziosa, temuta da tutti gli schieramenti politici: i non votanti, perché non si sentono rappresentati da alcuna lista.

C’è chi dice che saranno loro i vincitori dal responso delle urne che diserteranno. Di che discorso parlo? Ma come, non lo conoscete? E’ quello più applaudito in piazza e riempito di centinaia di “mi piace” su tutti i social network. E va be', ve ne riporto una parte:

“Non ci rompete più le scatole! Noi vogliamo vivere tranquilli: vogliamo andare a teatro, uscire la sera, andare in vacanza, fumare, ordinarci un vestito nuovo, salire in autobus, non fare la guerra, salutare chi ci pare, non salutare chi non ci pare…

Per questo, che ci importa dei vari uomini politici di professione, più o meno personalmente onesti e tutti ugualmente parassitari?..

Quello che chiediamo, noi maggioranza della società civile e dello Stato, è che nessuno ci rompa più i coglioni. Nient’altro. E’ tragico che, tra i tanti politici di professione che si proclamano interpreti della volontà popolare, nessuno dica, con parole chiare e precise, questa verità: basta con la rottura di coglioni…

Un Paese che non è costretto ad occuparsi del suo governo è un Paese felice, lasciando che i cittadini godano della massima libertà civile. Lo Stato etico, il governo più morale di altri, che pretende d’insegnare a pensare al cittadino quello che deve ritenere morale, giusto, bene, viola la libertà del cittadino…Fra Stato-padre e cittadino-figlio lo Stato non pensa che al suo interesse”.

Mamma mia! Che scarso senso politico e poco impegno civile! Ma chi è? Tranquilli, non è un candidato delle imminenti elezioni. Non è neanche un incubo, o uno scherzo di questi giorni di Carnevale. E già, perchè, ci crederete? Queste parole hanno 68 anni.

Sono di Guglielmo Giannini, inserite nel suo testo: “La folla”. Sì, proprio quel Giannini di Pozzuoli, commediografo, giornalista, scrittore, che fondò il movimento dell’Uomo qualunque. All’Assemblea costituente, nel 1946, si fece partito e ottenne 30 deputati. E pensare che oggi c’è chi s'indigna, se avverte disinteresse e nausea per la politica. Attenti, in Italia non si inventa mai nulla. Purtroppo, si è tutto già visto. E c’è poco da ridere, purtroppo.

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