martedì 18 novembre 2008

Quando il sangue e' sangue...una bella storia...

Ricevo e pubblico, autorizzato dall'autore, una bella storia di famiglia.
Ed arriva da un nostro compatiota che vive in Spagna, emigrato come tanti meridionali della diaspora bibblica post-unitaria...

-------------------------------------------------------------------------------------

La mia famiglia è sempre stata patriotticamente per il Regno di Napoli e poi per il Regno delle Due Sicilie. Un patriottismo che portò i miei antenati a parteggiare per i guerriglieri ed aiutarli in ogni modo fornendogli cibo, vestiario, informazioni sul nemico e raccogliendo fondi per la loro lotta. Un aiuto che gli occupanti non potevano tollerare.
Una notte il nonno di mio nonno era nei boschi per portare viveri ai guerriglieri, contemporaneamente i bersaglieri assaltarono la casa. Uccisero i suoi genitori e i fratelli minori che avevano 11 e 5 anni, gli zii, due cugine di sette e due anni ed un cugino di quattro anni. Il nonno di mio nonno era il più grande ed aveva, all'epoca nel 1862, 14 anni e già faceva il suo dovere per la Patria Napolitana.
Ricordo i racconti del mio bisnonno e quelli di mio nonno circa il trisavolo che fuggì nel 1862 alla strage della sua famiglia. Dovette a soli 14 anni fuggire nello stato pontificio per non essere ucciso dai bersaglieri.
Riuscì a superare il confine pontificio ed arrivare a Roma dove c'era la zia, sorella del padre unica sopravvissuta della famiglia. Lì incontro le loro maestà Francesco II e Maria Sofia, che rimasero molto colpite dalla sua storia.
Il mio avo avrebbe voluto tornare in patria a combattere ma S.M. Francesco II lo esortò ad apettare un momento più propizio dicendogli che comunque il suo dovere lo aveva fatto.
Il padre del mio trisavolo aveva comunque messo in salvo a Roma parte delle sue sostanze e questo servi alla sopravvivenza del mio avo.
Dopo Roma con la zia si trasferì nel principato di Monaco e poi in Spagna dove la mia famiglia vive ancora.
Un voto fatto dal mio bisnonno sul letto di morte al mio trisavolo diceva che, come gli usurparori sarebbero caduti, il primo nascituro doveva venire al mondo a Napoli. Questo è stato possibile solo diversi anni dopo l'inizio del loro esilio.
Infatti dopo 105 anni dalla fuga del nonno di mio nonno sono nato a Napoli.
Io sono il primo dopo il 1860 che è nato nell'ex Regno delle Due Sicilie, giusto il tempo di nascerci e poi i miei genitori sono tornati in Spagna. Ho vissuto a Napoli per un anno grazie al progetto Erasmus e vivendoci ho capito cosa è stato levato a me, ai miei avi e ai miei figli.
Non mi ritengo un neoborbonico ma solo un semplice Napolitano della diaspora, nemmeno un patriota, perchè tale aggettivo non bisogna attribuirselo da soli ma te lo danno gli altri se veramente hai servito la patria.


Goffredo Zenobio Volpe


-------------------------------------------------------------------------------------

Nessun commento: