martedì 5 marzo 2013

La mia città brucia di B. Pappalardo

Ricevo e posto quest'accorato messaggio del mio amico Bruno Pappalardo con la sua angoscia, condivisa da me, da tutti i napoletani e da tutti i meridionali, per l'incendio alla Città della Scienza, un vanto di Napoli e del Sud...Napoli resisti, noi siamo con te!!!





Sul luogo delle “morti bianche” dei miasmi che ammorbavano la città, delle acque nere, del benzopirene che strappava gli alveoli, sorse una città.
Dalle ceneri di un disastro ambientale ed umano sorse una città.
Ditemi se non era un sogno! Una vera favola che potrebbe iniziare proprio con, “ C’era una volta….e, poi , vissero…”
Da una straordinaria visione di Vittorio Silvestrini nacque quella “Della Scienza”

Capite, … “ Scienza”ovvero il sapere scientifico che si trasforma in conoscenza della realtà trasferendo in altri generi del pensiero.

Nasceva in momento difficile di Napoli che pareva riscattarsi con il suo “rinascimento” che falso o vero, ridava speranza ad una umanità ormai bombardata a tappeto dalle politiche del cosmopolitismo del severo consumismo che cercava mercati interni e scegliendo il Sud.

Napoli si riscattò con una città nuova e sfrontata; …voleva essere migliore di tutte!
La città nella mia città, orgoglio non solo del mondo - ma soprattutto nostro e mio -, non esiste più. Solo travi sottili ustionateate. Il cemento annerito da seducenti sfumature.

Non posso crederci, un altro colpetto al mio amore è giunto e non so darmi pace.

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Gnomo. Che vuoi tu inferire?
Folletto. Voglio inferire che gli uomini sono tutti morti, e la razza è perduta.
Gnomo. Oh cotesto è caso da gazzette. Ma pure fin qui non s'è veduto che ne ragionino.
Gnomo. Né anche si potrà sapere a quanti siamo del mese, perché non si stamperanno più lunari. 
Folletto. Non sarà gran male, che la luna per questo non fallirà la strada.
Gnomo. E i giorni della settimana non avranno più nome.

(Leopardi, le operette morali)


Sia maledetto il DOLO o l’INCURIA o la MALEDETTA SORTE!

Chiedo ai giovani che qui sono nati e che da qui fuggono, ritornate!
Io non riuscirò, Io ho fallito!
Vi chiedo, come un guerriero a terra, tornate perché siete voi la mia nuova città e darete voi i nuovi nomi ai nuovi giorni delle nuove settimane.

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