Non ci può essere unità se non c’è uguaglianza.
Il 17 Marzo c’è poco da festeggiare
Ci accingiamo a festeggiare il 17 marzo l’Unità d’Italia e ancora una volta, purtroppo, il rischio (molto concreto) è che la retorica prenda il sopravvento sulla sostanza.
L’Unità d’Italia acquista valore se gli italiani sono messi in condizioni di unità davanti alle sfide del futuro e del presente.
Non ci può essere unità se non c’è uguaglianza. E’ per questo motivo che il Partito del Sud invita istituzioni e cittadini a riflettere su quanto della sbandierata unità oggi è stato attuato a 152 anni dalla proclamazione (in francese) del Regno d’Italia.
Quello che oggi sappiamo è:
● Che la storia che viene raccontata e fatta studiare nelle scuole non è ciò che è veramente accaduto 152 anni fa.
● Che il Sud non era così arretrato così come lo si è voluto dipingere
● Che l’emigrazione dalle nostre terre è iniziata dopo 1861
● Che la chiusura delle fabbriche, fiore all’occhiello del sud, si sono avute dopo l’Unità d’Italia
● Che il Brigantaggio non è stato un evento di delinquenza comune, ma è stato anche, e soprattutto, rivolta ai soprusi degli occupanti e dei signori subito passati con i vincitori.
● Che al Sud, ancora oggi, non ci sono ferrovie degne di questo nome
● Che al Sud, non ci sono investimenti infrastrutturali degni di questo nome
● Che al Sud, gli interessi bancari sono più elevati che al nord
● Che al Sud, le assicurazioni costano di più e che non è vero che al sud ci sono più truffe che in altre parti d’Italia (dati ISVAP)
● Che le assicurazioni auto sono obbligatorie e che quindi i cittadini del Sud onesti non possono essere discriminati rispetto a quelli del nord. (articolo 3 della Costituzione)
● Che l’agricoltura e l’agroalimentare sono l’ossatura portante della nostra economia e che invece vengono considerati come un elemento secondario del PIL.
● Che ciò che nei decenni è stato spacciato come intervento straordinario al sud da parte dello stato, si è rivelato in realtà un intervento sostituivo di quanto l’Italia doveva al Sud.
● Che non è vero che il Sud vive alle spalle del Nord.
● Che non è vero che il sistema universitario del Sud sia peggiore di quello del nord pur in presenza di investimenti minori, di forte discriminazione e di un’infima propaganda.
● Che quasi la totalità degli interventi per favorire le imprese al Sud sono finiti alle imprese del nord che sono venute, hanno intercettato i finanziamenti e poi sono scappate via.
● Che il Sud è visto solo come un grande immenso mercato.
● Che il Sud non deve intraprendere.
● Che al Sud è concesso, per disperazione, di subire solo il ricatto o lavoro o salute
● Che il Sud è visto, grazie a una connivenza vomitevole tra malavita, politica e imprese senza scrupoli (quasi sempre del nord), come una grande discarica.
● Che sulle scuole del Sud si investe molto meno (quasi nulla) rispetto alle scuole del nord
● Che le risorse del sud, petrolio, energie alternative, risorse varie del suolo e del sottosuolo, sono prelevate al sud per arricchire aziende del nord o del resto d’Europa per lasciare al sud solo l’inquinamento
● Che il Sud non merita una classe politica pronta a cedere tutto per un piatto di lenticchie
● Che tutti gli italiani hanno il diritto, con le preferenze, di votare gli uomini e le donne che li rappresentano.
Allora, se è vero tutto questo, chiediamo quanto meno di festeggiare la verità.
L’Unità si costruisce con i fatti e l’attenzione alle persone, ai cittadini,
non con la retorica.
Buon 17 Marzo !
Nessun commento:
Posta un commento