Ricevo e posto quest'articolo che condivido dell'amico Bruno Pappalardo del PdSUD di Napoli, sulla situazione vergognosa delle carceri italiane e sui provvedimenti di amnistia e indulto a gran voce richiesti, ora anche da Napolitano...
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Di Bruno Pappalardo
Lasciamo da parte la faccenda Berlusconi che pare non entri nelle manovre sconsiderate di questo governo avviato già alle procedure di “amnistia e indulto” e che non riguarderebbero condanne di frode fiscale, ossia quella del nostro senatore della repubblica Berlusconi.
Il nostro buon Presidente della Repubblica, veniva colto, come spesso gli accade, da singulti di pianto davanti alle condizioni, a Napoli, dei detenuti dell’Istituto di Pena (perché fa veramente pena) di Poggioreale.
Riconosceva (come se da anni non si sapesse) lo stato disumano inaccettabile di vivibilità dei soggiornanti in detenzione. La finalità di questa è la riabilitazione, la nascita di una nuova coscienza individuale, umana e sociale che deve essere somministrata attraverso una serie di iniziative propositive di crescita formativa ed etica ma soprattutto creando una rete di associazioni di promozione sociale e di lavoro con l'aiuto di ditte esterne e associazioni di volontariato; Oggi solo repressione!
Eppure la Sua/nostra Costituzione recita all’art. 27, al terzo comma, "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità" bandendo ogni “trattamento disumano e crudele che non sia inscindibilmente connesso alla restrizione della libertà personale.”
Come mai Lei Presidente doveva accertarsene giorni prima? Non conosce la Costituzione e i numeri dei carcerati fino ad oggi? Da diversi anni, ormai, le richieste e i digiuni di uomini noti alla politica e della società civile, sostenevano un immediato intervento.
Come mai Presidente, Lei che ha chiesto ripetutamente ai suoi due governi tecnici di muoversi celermente per le riforme, ha dimenticato quella detta Smuraglia?
Come mai Presidente caccia fuori detenuti e non ha predisposto, come quella riforma vuole, una società che possa accoglierli?
Ho capito quanto siano necessari certi sopralluoghi, …uno, due, poi dichiarazioni, interviste, discorsi et cetera per creare una logica conseguenza e preparare un atto legislativo. L’opinione pubblica è già dunque preparata; in questo caso del Capo dello Stato e di due/terzi del Parlamento.
Sembrano fatti apposta!
Sono sufficientemente adulto da essere stato testimone di trasformismi acrobatici straordinari giocando, proprio, con le leggi e la pelle della gente e il tutto giustificato dal “Buon Senso o Ragion di Stato” .
Svuoteremo le carceri e molto probabilmente la società condannerà ”fuori” comunque gli ex-carcerati.
Così aumenta la percentuale di “recidiva”. In Norvegia, ad esempio, nessuno più torna a delinquere o in misura impercettibile. In Italia invece oltre la metà di ex detenuti tornano in cella sempre dopo aver commesso reato contro la collettività e, questo costa!
Perché non si arrivato mai ad una riforma? Problemi di consensi elettoralistici? Occorre un sistema che crei una rete sociale nazionale per sostenere i detenuti che escono ed incrementare incentivi per aziende che assumono detenuti ed ex detenuti senza che paghino contributi estendendo la copertura di tutela sociale su tutto il territorio nazionale. Economicamente è conveniente per lo Stato e per tutta la collettività. Se si riduce la recidiva si guadagna in risparmio, dunque, guadagno! Ogni punto di percentuale di recidiva, corrisponde a 51 milioni di euro all'anno. Quegli Istituti con una recidiva del 10% hanno un risparmio di 3 miliardi.
Si potrebbero, con questi guadagni, costruire altre carceri con nuovi concetti umanizzanti! Ma gli istituti nuovi già ci sono, ben 38! Oppure programmare una seria rieducazione e reinserimento e soprattutto attivare e rendere funzionanti quelli vuoti perfettamente arredati e attrezzati, capaci di ricevere il doppio di quelli che, domani usciranno.
Come mai vuoti?
Perché sono stati costruiti e abbandonati rischiando il deterioramento per incuria? O tutto è voluto? Caro Presidente, troppe cose non mi quadrano!
PS: Bufalini, 50 anni fa, negli anni Sessanta, rispondendo ad un'intervista disse: “La devianza si vince solo con gli strumenti del lavoro, lavoro, lavoro, e più libri, libri, libri”.
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