martedì 26 maggio 2015

IL VOTO UTILE PER LA CRESCITA DEL MERIDIONALISMO PER I CANDIDATI DEL PARTITO DEL SUD IN CAMPANIA E PUGLIA

Da giorni si sprecano appelli al voto, ovviamente tutti si affannano per presentarsi come "nuovo" o come "alternativo alla vecchia politica" e ora ci sono pure quelli che pretendono di dare patenti di meridionalismo o di coerenza.

Il Partito del Sud dalla sua nascita, a livello nazionale a Gaeta nel 2007, ha sempre pensato che l'unica via di cambiamento fosse quella democratica alle elezioni e non quella velleitaria di pretese rivoluzioni su Facebook, dopo un po' fuori moda e puntualmente assopite...chi si ricorda oggi dei "Forconi" o del "Popolo Viola"? 
Per prima cosa quindi abbiamo preso le distanze da velleitarie, anacronistiche e del tutto irrealizzabili pretese separatiste e poi dal "piccolo mondo antico", quel vecchio mondo neoborbonico nostalgico, e sempre ancorato a posizioni reazionarie e ultra-cattoliche spesso chiamate "tradizionaliste", che pretende di cambiare le coscienze del nostro popolo solo con l'attività culturale, che dopo più di 20 anni, anche con eventi positivi per la crescita di un'identità e la diffusione maggiore della verità storica sulla "malaunità" del 1861, non ha spostato di una virgola le condizioni del Sud che anzi peggiorano di anno in anno.
Convinti che all'azione culturale bisogna affiancare sinergicamente l'azione politica, abbiamo fatto le nostre prime battaglie, anche di testimonianza, con grandissimi sacrifici e sforzi da eroici spartani alle Termopili,  soprattutto alle Elezioni Nazionali 2008 in Sicilia ed anche nel 2013 al Senato Lazio che in altre Elezioni Amministrative sia al Sud che al Nord, quindi nessuno ci può dire che non abbiamo provato a combattere da soli contro l'intera politica nazionale di destra e di sinistra, da troppo tempo poco attenta alla questione meridionale. Nel mezzo, la positiva e felice esperienza alle Comunali di Napoli del 2011 dove scegliemmo di appoggiare Luigi De Magistris, fin dal primo turno contro il candidato ufficiale del PD, scelta poi dimostratasi vincente.
Abbiamo anche provato ad aggregare le forze meridionaliste, ma vuoi per tentativi mal condotti, vuoi per i rifiuti di possibili leader, vuoi per la mancanza di una massa critica vera e non virtuale di meridionalisti, vuoi soprattutto per una non omogeneità di persone che si ritrovano a voler difendere il Sud...insomma tutti i tentativi sono falliti.
Alcuni pretendono di continuare su strade da noi già percorse e hanno la presunzione di essere più bravi, noi molto più umilmente abbiamo fatto tesoro delle esperienze ed abbiamo capito che non esiste nessuna possibilità di un meridionalismo al di fuori degli schieramenti nazionali, almeno per elezioni regionali o nazionali.

Questo si spiega facilmente anche ai più duri di comprendonio, per motivi politici ed ideologici ma anche per motivi pratici ed organizzativi. Per i primi basta capire che aggregazioni eterogenee scoppiano subito su grandi temi di attualità sui quali un movimento politico deve scegliere e non puo' pensare di rimandare al futuro, parafrasando un famoso discorso, se dobbiamo metterci insieme e prendere un treno per Matera (che non c'è...), possiamo pensare di fare un po' di strada con chi vuole andare a Bari o a Potenza ma non di unire chi vuole andare a Reggio Calabria con chi vuole andare a Venezia! Basta poi l'esempio di alcune tematiche attuali, quella sulle unioni civili (dopo il successo del referendum in Irlanda, oramai diffuse in tutta Europa tranne che in Italia, Grecia e alcuni paesi dell'Est) o l'atteggiamento che si ha sul tema dell'immigrazione (c'è chi trova Salvini un modello...noi NO! Siamo per modelli di società inclusiva e accogliente, dove le differenze sono ricchezze e non problemi. Questo non significa "porte aperte a tutti" ma un atteggiamento solidale e non razzista, come lo pretendiamo per il nostro Sud, lo vorremmo per tutti i Sud del mondo), esempi semplici e lampanti di come un unanimismo meridionalista non può mai funzionare a medio-lungo termini. Su questi temi poi contano, eccome se contano, i valori (non i partiti...) di destra e di sinistra e ci si deve schierare da una parte o dall'altra, noi abbiamo scelto di schierarci dalla parte progressista. Quindi se e' vero che i partiti tradizionali sono in crisi da anni, le ideologie NON sono affatto morte e certi valori sono alla base delle scelte personali e collettive, quindi anche delle scelte politiche.
E se non bastassero i valori, contano anche gli aspetti pratici ed organizzativi....le leggi elettorali saranno criticabili quanto vogliamo, ma sono le regole del gioco e per cambiarle si deve partecipare al gioco e crescere con quelle regole, quindi, a maggior ragione con l'Italicum, lo spazio per le piccole liste e' diventato quasi impossibile ed inoltre lo spazio della giusta protesta (ma forse di poche proposte realizzabili...) oramai è occupato, non si sa per quanto tempo, dal Movimento 5 Stelle. Che poi questo movimento ha deluso molti perché anche con il 25% dei voti ha concluso ben poco...è un altro discorso da approfondire ma che qui questo mi porterebbe fuori tema.
In questo scenario, dove gli sbarramenti nazionali sono riproposti anche a livello regionale, in assenza di visibilità mediatica con un comico nazionale con un suo Movimento ed un suo Marchio e in assenza anche di finanziatori folgorati sulla via di Damasco del meridionalismo, non si capisce a che serve una lista autonoma visto che dovrebbe prendere almeno il 3% in Campania o addirittura il 4%  come lista in coalizione (se non l'8% se non si presenta in coalizione) in Puglia...onestamente che probabilità ci sono oggi di superare questi sbarramenti?
Poi ognuno può vivere di illusioni, noi seguendo la lezioni di Gramsci che prevedeva studio ed organizzazione, vogliamo crescere ma non più fare solo testimonianza... ed è per questo che abbiamo fatto delle scelte coerenti con la nostra linea politica di meridionalismo progressista, scelta democraticamente ai nostri Congressi che significa possibilità di apparentarsi a sinistra con gli uomini e gli schieramenti migliori. Ed è per questo, oltre alle considerazioni già fatte dagli amici Andrea Balia e Natale Cuccurese, che invitiamo a votare i nostri candidati del Partito del Sud alle prossime Regionali 2015:

Bruno Pappalardo (lista "Sinistra al Lavoro) in Campania per Vozza Presidente
Francesco De Nicolo (lista "Emiliano Sindaco di Puglia) in Puglia per Emiliano Presidente


Enzo Riccio
Vice-Presidente Nazionale Partito del Sud

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