mercoledì 12 maggio 2010

Le discutibili parole del Presidente Napolitano nella sua visita a Marsala per commemorare lo sbarco dei Mille


"Si può considerare solo penoso che da qualunque parte, nel Sud o nel Nord, si balbettino giudizi liquidatori sul conseguimento dell'unità, negando il salto di qualità che l'Italia tutta, unendosi, fece verso l'ingresso a vele spiegate nell'Europa moderna", ha detto il Presidente Napolitano, sottolineando il ruolo "non passivo, ma da protagonista" della Sicilia nel moto unitario e lo "storicamente indiscutibile" contributo del Mezzogiorno....inoltre:
"Non c'è nulla di retorico nel celebrare l'unità conseguita dall'Italia, è un modo di rinnovare il patto fondativo della nostra nazione", ecco che cosa ha ribadito ieri Napolitano sul molo del porto di Marsala, ricordando quel nefasto (per noi meridionali) 11 maggio del 1860, quando vi fu lo sbarco dei "Mille".

Abbiamo rispetto per il Presidente Napolitano ma ci permetta di dissentire rispetto alle sue parole che altresì ci appaiono irrispettose per il Meridione, quando appella come "penose" valutazioni diverse rispetto al processo unitario, considerando che:

1) una commemorazione non può prescindere e non riservare pensieri di rispetto e ricordo per tutti i martiri e i caduti del Sud in una guerra subita e non condivisa. Egli è un uomo del Sud e se (come probabile) sa, non gli fa onore omettere e non rendere omaggio; se non sa (molto improbabile, la cosa è stupefacente;

2) loro festeggiano nei fatti la vittoria del Nord nei confronti del Sud; noi, da gente del Sud che non ha dimenticato, cosa dovremmo festeggiare? La loro vittoria e la nostra sconfitta? Non sono bastati 150 anni a rendere unito questo paese e giustificare minimamente quell'impresa. Ci concederà di considerarla una sopraffazione e di ritenere, contrariamente a quanto ha dichiarato, vergognosamente retorica tutta l'organizzazione dei festeggiamenti ed uno spreco offensivo di soldi pubblici in un momento di difficile economia, in particolare e proprio del Meridione.

3) riteniamo, se d'Italia si vuol parlare, di doverla considerare nata nel 1946 con la Repubblica, e di non dover omaggiare una conquista ed annessione di quei Savoia che iniziarono nel 1861 una serie di regali al popolo fino a quello estremo del fascismo e della 2a guerra mondiale.

Presidente, i crimini di guerra non hanno età e non decadono, anche se a commetterli sono stati i nostri "fratelli" italiani!

Andrea Balìa
Partito del Sud - Napoli

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