lunedì 18 ottobre 2010

Comunicato N°6 Beppe De Santis: Il Partito del Sud per la legalità e lo sviluppo



Il Partito del Sud è nato per LEGITTIMA DIFESA.
E’ nato per difendere la dignità, i valori e gli interessi del Sud e dei meridionali, ovunque essi siano.

E’ nato per promuovere lo SVILUPPO PRODUTTIVO sostenibile.

Il PdSUD è il partito dello sviluppo, della COALIZIONE DELLO SVILUPPO E DELL’INNOVAZIONE, contro la coalizione delle rendite e del parassitismo.

Ebbene, non vi è sviluppo senza regole condivise, senza fiducia reciproca, senza legalità, senza sicurezza.

SVILUPPO E LEGALITA’, QUESTA E’ LA STELLA POLARE DEL PdSUD.

Legalità, sviluppo, democrazia.

Non vi è sviluppo senza combattere frontalmente e debellare la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta.

Il PdSUD è un partito geneticamente, costituzionalmente antimafioso.

Nasce per combattere frontalmente tutte le mafie e distruggerle.

Persistendo le mafie, non c’è sviluppo.

Le mafie distorcono e distruggono le regole del mercato, spiazzano ed emarginano le imprese sane con la loro concorrenza sleale e criminale, si infiltrano nelle imprese sane in difficoltà, impongono il racket,impongono guardianie “finte” e manodopera dei clan, impongono imprese subappaltatrici criminali a partire dal “movimento terra”, alimentano il lavoro nero e lo sfruttamento del lavoro, provocano la fuga degli investimenti esteri ed esterni, intimidiscono, ricattano, bruciano e uccidono, nutrono il circolo perverso criminalità- malaburocrazia e malapolitica, erodono le reti fiduciarie e il capitale sociale,avvelenano l’intera società civile e politica, alimentano modelli culturali devastanti tra le nuove generazioni.

LE MAFIE - soprattutto i politici mafiosi e collusi con le mafie,i colletti bianchi mafiosi, la borghesia mafiosa - SONO IL NEMICO NUMERO UNO DEL SUD E DEI MERIDIONALI.

Sono il nemico numero uno del Partito del Sud.

Siamo organicamente dalla parte di tutte le associazioni e i movimenti, soggetti, enti e amministrazioni schierati per la legalità e contro le mafie: Libera di Don Ciotti, le associazioni antiracket, le associazioni come "Addiopizzo", la Confindustria di Ivan Lo Bello, i movimenti come "Io resto in Calabria" di Pippo Callipo, l’amministrazione comunale barese di Michele Emiliano, e, tutte gli altri soggetti simili.

Il nostro nuovo documento morale e programmatico è il recente, straordinario, drammatico documento della Conferenza Episcopale Italiana ( CEI) sulla questione meridionale: “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno”. Il documento è inequivocabile.

Le mafie avvelenano la vita sociale, pervertono la mente e il cuore di tanti giovani, soffocano l’economia, deformano il volto autentico del Sud.
La criminalità organizzata non può e non deve dettare i tempi e i ritmi dell’economia e della politica meridionali, diventando il luogo privilegiato di ogni tipo di intermediazione e mettendo in crisi il sistema democratico del Paese, perché il controllo malavitoso del territorio porta di fatto a una forte limitazione, se non addirittura all’esautoramento, dell’autorità dello Stato e degli enti pubblici, favorendo l’incremento della corruzione, della collusione e della concussione, alterando il mercato del lavoro, manipolando gli appalti, interferendo nelle scelte urbanistiche e nel sistema delle autorizzazioni e concessioni, contaminando così l’intero territorio nazionale …
In questi ultimi vent’anni le organizzazioni mafiose, che hanno messo radici in tutto il territorio italiano, hanno sviluppato attività economiche, mutuando tecniche e metodi del capitalismo più avanzato, mantenendo al contempo ben collaudate forme arcaiche e violente di controllo sul territorio e sulla società.
In questa situazione, la Chiesa è giunta a pronunciare, nei confronti della malavita organizzata, parole propriamente cristiane e tipicamente evangeliche, come “peccato”, “conversione”, “pentimento”, “diritto e giudizio di Dio”, “martirio”, le sole che le permettono di offrire un contributo specifico alla formazione di una rinnovata coscienza cristiana e civile …
Vogliamo ricordare i numerosi testimoni immolatisi a causa della giustizia: magistrati, forze dell’ordine, politici, sindacalisti, imprenditori e giornalisti, uomini e donne di ogni categoria. Le comunità cristiane del Sud hanno visto emergere luminose testimonianze, come quella di don Pino Puglisi, di don Giuseppe Diana e del giudice Rosario Livatino, i quali − ribellandosi alla prepotenza della malavita organizzata − hanno vissuto la loro lotta in termini specificamente cristiani: armando, cioè, il loro animo di eroico coraggio per non arrendersi al male, ma pure consegnandosi con tutto il cuore a Dio.
Riflettendo sulla loro testimonianza, si può comprendere che, in un contesto come quello meridionale, le mafie sono la configurazione più drammatica del “male” e del “peccato”…
Solo l’annuncio evangelico di pentimento e di conversione, in riferimento al peccato-mafia, è veramente la buona notizia di Cristo (cfr Mc 1,15), che non può limitarsi alla denuncia, perché è costitutivamente destinato a incarnarsi nella vita del credente
”.

Altre verità vanno ricordate.

Se è vero che il Sud è la terra di origine, di grave insediamento e propagazione delle mafie, è altrettanto vero che il Sud è la terra primaria dell’ANTIMAFIA.

Sono quasi tutti meridionali i nuovi eroi della Repubblica italiana, a partire da Falcone, Borsellino, Livatino, don Diana, don Puglisi, fino al valoroso sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato, come agnello sacrificale, il 5 settembre scorso.

Eppure, la questione mafiosa, da anni, è questione non soltanto territoriale e meridionale, ma QUESTIONE NAZIONALE e internazionale. Milano e il Nord sono infiltrati pesantemente dalle varie mafie. Ma, le nostre classi dirigenti – nella loro follia e nel loro opportunismo suicida, nelle loro infami collusioni - fanno finta di niente.

Cari fratelli e sorelle meridionali, attrezziamoci, dunque, con il Partito del Sud , a combattere la buona battaglia, per i nostri figli.

La mafia va combattuta, per abbatterla, sotto tutti i profili. Quello morale culturale e educativo, quello economico (a partire dal sequestro dei beni mafiosi e del buon riuso degli stessi), quello giudiziario e repressivo, ma, soprattutto quello istituzionale e POLITICO.

LA LIBERAZIONE DALLE MAFIE E’ SOPRATTUTTO UNA QUESTIONE POLITICA E DELLA POLITICA.

PERCIO’ SIAMO STATI COSTRETTI A FAR NASCERE IL PARTITO DEL SUD.

Sì, per legittima difesa.


Per combattere e liquidare FALSI PARTITI DEL SUD, che stanno spuntando come funghi,in questi mesi, esattamente promossi dalla borghesia mafiosa, da enclave paramafiose, da sezioni della casta e delle cricche direttamente mafiose.

Per liberare il Sud e l’Italia da una politica e da politici mafiosi e subalterni alla mafia.

Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud.

Palermo, 18 ottobre 2010

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