martedì 19 aprile 2011

SIAMO TUTTI TERRONISTI!!!


Il recente libro di Marco Demarco, "Terronismo - perchè l'orgoglio (sudista) e il pregiudizio (nordista) stanno spaccando l'Italia in due", edizioni Rizzoli, merita una riflessione, da un lato dimostra fino a che punto di mistificazione e di ribaltamento della verità si può arrivare da parte del potere mediatico "padano" (anche se a "parlare" è un giornalista napoletano, ricordiamo che si tratta sempre e comunque di una voce della galassia RCS-Rizzoli-Corriere della Sera di proprietà Mediobanca-Agnelli etc etc...una tra i primi tre-quattro centri di potere mediatico del belpaese per diffusione e quindi per importanza) e dall'altro e' un segnale che la galassia meridionalista, il "fuoco del Sud" così brillantemente descritto da Lino Patruno nel suo ultimo libro, inizia a far paura e quindi si deve passare dall'ignorarla e deriderla, com'era fino a pochi anni fa, a combatterla ferocemente con sentenze secche di liquidazione del tipo: " ora ci mancavano solo quelli del Partito del Sud...". Mi viene in mente una citazione di un famoso filosofo:
"La verità attraversa sempre tre fasi. Dapprima viene ridicolizzata. Poi viene violentemente contestata. Infine viene accettata come una cosa ovvia" - A. Schopenhauer.

Davvero paradossale che per Demarco siamo noi meridionali e meridionalisti, in combutta coi leghisti padani, ad essere "pericolosi" per l'"Unità" del paese...ma quale "unità"? E quando la Lega scriveva il primo articolo del suo statuto lui dov'era? L'ha confrontato con lo Statuto ed i documenti di un movimento meridionalista serio come noi del Partito del Sud?
Ovviamente no, a Demarco tutto ciò non interessa...le esternazioni della Lega sono "folklore" così come lo sono le rivendicazioni storiche dei meridionalisti ed allora ecco che entrambi "spaccano" il paese, ecco quindi costruita la prima trappola e quindi che leghisti e meridionalisti sono due facce della stessa medaglia.

L'autore vuole poi dimostrare con una costruzione molto artificiosa, anche se ben congegnata, che questa ribellione meridionalista che inizia a trapelare, tra le maglie di Internet e sempre più numerose pubblicazioni, sia soprattutto di origine reazionaria, istintiva ed arcaica, quasi uno "sturm und drang" meridionale dalle caratteristiche romantiche, magiche ed un po' retro...definendo quindi i meridionali un po' come Pasolini definì i napoletani un po' di tempo fa:
"...i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. È un rifiuto sorto dal cuore della collettività contro cui non c'è niente da fare. Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili." ...ma il grande poeta lo diceva in termini anche positivi e non del tutto negativi, essendo, come tutti sanno, un nemico dei vizi e delle degenerazioni della cosidetta "modernità".
Ovviamente qui invece l'autore lo fa in termini solo negativi, difendendosi poi subito dall'accusa di essere più "giacobino di Marotta" e affermando di non essere un "novantanovino» cioè un napoletano nostalgico dell’élite giacobina del 1799 ("excusatio non petita, accusatio manifesta" mi verrebbe da dire ma sorvoliamo che altrimenti l'autore mi mette pure in un elenco di "sanfedisti" oltre che di "terronisti"...)

Caro Demarco ma la vedi poi anche la differenza di linguaggio, di idee e di metodi tra noi e i leghisti, buzzurri e razzisti, abbiamo mai sentenziato un "fora da i ball" ai nuovi disperati che sbarcano a Lampedusa? Ovviamente anche per questo confronto, nessuna domanda e nessuna risposta, nessuna citazione.
Cosa ci sarebbe di male poi ad essere un movimento carico di passione, che fa leva su un orgoglio, per tanti anni sopito, senza per questo voler tornare indietro nella storia e senza aver mai detto che vogliamo costruire delle comunità di Amish?

Demarco invece continua nella sua analisi e vuole puntare il dito sempre contro i meridionali e sulla solita litania che noi vogliamo costruirci delle "scuse", "un orgoglio costruito sulle dicerie ed i falsi miti del passato"...tutto questo per non reagire ad una condizione di inferiorità di oggi (come si e' creata? Quando? Di chi è la colpa? Se e' colpa dei meridionali stessi, essa è dovuta a caratteristiche antropologiche e di "razza"? Tutte domande evitate ovviamente da Demarco...).

L'autore quindi costruire uno schema pericoloso e pernicioso dove alla fine se un meridionalista si lamenta di uno Stato che fa troppo poco (e male) per il Sud e cita dati di fatto, numeri e cifre, è il solito "piagnone" e non vale la pena di analizzare fatti e dati, come ad esempio quelli citati da Viesti sui dati macroeconomici italiani ripartiti per territorio, soprattutto quelli dell'ultimo decennio e non quelli di 150 anni fa ("Mezzogiorno a tradimento" - G. Viesti)...ma se lo fa Ricolfi nel suo delirante "Il sacco del Nord" con solo una parte dei dati e non altri, allora quelli sono tutti "dati di fatto" e non si può e non si deve parlare di "vittimismo".

Il libro poi continua accomunando nel suo schema meridionali e meridionalisti diversissimi, facendo una grande insalata mista dove accanto a meridionalisti veri e sinceri, dai grandi del passato come Nitti e Salvemini a quelli attuali come Pino Aprile o Gigi Di Fiore o Lino Patruno, si arriva a mettere insieme perfino artisti come Pino Daniele o un sociologo come De Masi o addirittura De Filippo e Saviano!
Così arriva a coniare il termine "terronista", ispirato sicuramente dal best-seller di Pino Aprile "Terroni", che sta vendendo centinaia di migliaia di copie e quindi è diventato pericoloso e destabilizzante, costituendo di fatto per l'autore il suo primo obiettivo e l'autore il primo nemico da sbugiardare e da smitizzare, con Pino Aprile il primo dei "terronisti".

Paradossalmente secondo me questo libro di Demarco sortirà invece l'effetto opposto, noi meridionalisti saremo ancora più convinti di proseguire sulla nostra strada che non e' fatta sola di rivendicazioni storiche, che, anche se importantissime, costituiscono solo un pilastro del neo-meridionalismo come lo intendiamo noi del Partito del Sud. Insieme al profilo storico-identitario infatti noi inseriamo proposte, progetti, sogni, idee....il tutto con una grande passione, quella sì c'e' davvero e non si trova nei partiti tradizionali italiani delle destre, centri e sinistre in decomposizione, e con l'abitudine di snocciolare fatti, vicende e dati parlando non solo "alla pancia ed al cuore" ma anche alla "testa" del nostro popolo.

Infine nel nostro progetto del Partito del Sud, così come nel libro di Pino Aprile che difenderemo sempre a spada tratta, non c'e' traccia di nostalgie monarchiche o reazionarie, di ritorno ad antiche monarchie che e' la prima trappola costruita per noi da Demarco e dai tanti che come lui ci stanno aspettando al varco, così come non c'e' una volontà separatista ma un moderno progetto federalista alternativo al federalismo razzista e divisionista della Lega Nord. Ma per essere davvero unito, questo paese deve ripartire da Sud ed arrivare a colmare i divari economici, sociali e culturali che 150 anni di colonizzazione padana hanno prima creato e poi rafforzato e che ora paradossalmente dovrebbero essere il "mea culpa" quotidiano di ogni meridionale che si deve sentire "palla al piede", "ostacolo allo sviluppo della parte più produttiva del paese specie in questo periodo di crisi economica globale". Va esattamente ribaltato il discorso e va spiegato il filo nero che c'e' dalla "malaunità del 1861" fino allo scippo dei fondi FAS di oggi ed alle prospettive nerissime che ci offre questo governo a chiara guida padana.

Meglio essere definiti "terronisti" che l'assurda conclusione di Demarco che "gli unici meridionali eroici sono quelli che emigrano" (ma ci fa o ci è? Quindi l'unica proposta e' quella di spopolare i nostri paesi e le nostre città del Sud ancor di più?) e la storiella finale, ancor più assurda, del rapporto tra Nord e Sud spiegato come il rapporto tra Robinson Crusoé e Venerdì...indovinate un po' chi è Robinson Crusoé e chi è Venerdì???

Per approfondire questi argomenti e la pericolosità di questo libro, da conoscere per combatterlo e smontarlo, rimando ed invito a scaricare il saggio critico del nostro valente segretario politico nazionale Beppe De Santis sul libro "Terronismo".

Saluti "terronisti" a tutti voi fratelli e sorelle meridionali!

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
PARTITO DEL SUD

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