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Fa discutere la sperimentazione della nuova social card per le famiglie in disagio economico che dovrebbe partire a breve in 12 Comuni con più di 250mila abitanti (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona). Sarà una carta acquisti con una ricarica mensile che varia da 40 a 137 euro in base alla città di residenza del beneficiario e ai componenti del nucleo familiare, ma la ricarica sarà molto diversa al Nord e al Sud. Secondi i dati forniti da Il Sole 24 ore, sarà assegnata una ricarica bimestrale da da 110 a 274 euro al Nord e da 80 a 212 euro al Sud. Alla base della discriminazione c’è l’idea del governo che la vita da Roma in su costa più che al Mezzogiorno e, quindi, anche tra poveri ci sono differenze. In proposito l'Assessore allo Sviluppo e alla Tutela dei consumatori Marco Esposito e l'Assessore alle Politiche sociali Sergio D'Angelo del Comune di Napoli hanno chiesto un incontro al Ministero del Lavoro e a quello dell'Economia.
Qui di seguito la lettera inviata in mattinata.
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Apprendiamo dagli organi di stampa che la sperimentazione della nuova social card per le famiglie in disagio economico, che dovrebbe partire a breve, prevede ricariche differenziate per ogni città in base alla considerazione – tecnicamente errata - che la vita sia più cara al Nord rispetto al Sud del nostro Paese, con un taglio del 27% per una città come Napoli.
Numerose rilevazioni dimostrano invece che, a parità di prodotti acquistati, la spesa sia più cara nel Mezzogiorno a causa della diversa struttura distributiva e dei maggiori costi logistici. In particolare una ricerca Nielsen su 120mila prodotti (di cui alleghiamo la sintesi) ha il titolo eloquente: “Fare la spesa al supermercato? Comprando gli stessi prodotti al Sud costa di più”.
L'errore che sovente si commette sul costo della vita elaborato su base territoriale consiste nel confrontare i prezzi non di prodotti identici, bensì i più venduti in ogni esercizio commerciale ed è ovvio che nel Mezzogiorno a causa del minore reddito disponibile si vendano maggiormente articoli a basso prezzo. E' lo stesso ministero dello Sviluppo economico, in una nota nell'Osservatorio prezzi, ad avvertire sull'uso improprio di tali raffronti territoriali.
Confrontare i listini di prodotti di diversa qualità è un assurdo tecnico che oggi porta alla “svista” sulla social card e che un domani potrebbe portare a pensioni e prestazioni sociali differenziate.
Chiediamo pertanto un incontro sollecito per confrontare i dati in nostro possesso e per raggiungere soluzioni più vicine al meritorio obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà.
REGIONE
|
INDICE DI PREZZO
A PARITA' DI PRODOTTI |
INDICE DI PREZZO MEDIO
DEL CARRELLO |
ABRUZZO
|
101,3
|
99,4
|
BASILICATA
|
103,0
|
93,3
|
CALABRIA
|
104,6
|
95,2
|
CAMPANIA
|
100,5
|
90,3
|
EMILIA ROMAGNA
|
99,2
|
97,0
|
FRIULI VENEZIA GIULIA
|
100,1
|
100,0
|
LAZIO
|
103,0
|
104,8
|
LIGURIA
|
100,5
|
105,5
|
LOMBARDIA
|
98,5
|
106,1
|
MARCHE
|
101,4
|
97,6
|
MOLISE
|
103,7
|
99,4
|
PIEMONTE
|
100,2
|
104,2
|
PUGLIA
|
101,4
|
92,1
|
SARDEGNA
|
103,2
|
97,0
|
SICILIA
|
103,7
|
93,3
|
TOSCANA
|
94,6
|
94,5
|
TRENTINO ALTO ADIGE
|
101,3
|
100,6
|
UMBRIA
|
97,4
|
93,3
|
VALLE D'AOSTA
|
103,7
|
114,5
|
VENETO
|
98,4
|
99,4
|
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