Il Rapporto ISTAT
evidenzia che, anche se leggermente in crescita rispetto all'anno precedente, per la diffusione di PC, Internet e
banda larga in Italia siamo ancora in ritardo rispetto alla media europea
con:
Solo il 58,8% di famiglie con il PC, quelle con
l'accesso a Internet il 54,5% ed infine quella con una connessione a banda larga il
45,8%
Siamo al 22° posto
in Europa con la Lituania, non solo dietro ai paesi europei tradizionalmente forti tecnologicamente come i paesi scandinavi, Regno Unito, Germania,
Francia...ma anche dietro Slovenia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia,
Ungheria...precediamo solo Portogallo, Cipro, Grecia, Romania e
Bulgaria...un quadro davvero sconfortante per un paese che continua a pensare di essere una delle prime economie al mondo e che parla (spesso a vanvera...) di tessuto industriale solido.
Oltre alle fosche previsioni economiche per il 2012, dai dati dell'alfabetizzazione informatica delle famiglie c'e' da dubitare che avremo un futuro radioso e che siamo un paese ancora tra quelli avanzati.
Per quanto riguarda il divario Nord-Sud:
Le famiglie del Centro-nord che dispongono di un accesso a Internet sono oltre il 56%, mentre circa il 49% dispone di una connessione a banda larga, a fronte di valori pari, rispettivamente, al 48,6% e al 37,5% nel Sud.
Insomma il divario c'è, ma è molto meno netto rispetto alle differenze di reddito tra le due parti del paese o ad altri gap nelle infrastrutture, quest'ultimi vere e proprie discriminazioni del Sud di cui siamo tutti a conoscenza, se non in termini statistici per esperienza diretta sulla Salerno-Reggio Calabria o come ad esempio sulla rete autostradale considerando i km per 10.000 abitanti o sulla rete ferroviaria considerando i metri di ferrovia per abitante e soprattutto i metri di ferrovia a trazione elettrica per abitante col Sud indietro di una quindicina di punti in percentuale.
Insomma non e' il Sud ad essere arretrato, come nella comune litania dei media, ma è tutto il paese nel suo complesso ad essere tecnologicamente arretrato ed il Sud, considerando il minor reddito pro capite, è meno arretrato di quello che ci si potrebbe aspettare.
La mia opinione è che quella tecnologica è la dimensione sulla quale il Sud dovrebbe investire di più, perfino di più di quella delle infrastrutture tradizionali come strade, ferrovie ed aeroporti dove pur qualcosa si deve fare per riequilibrare il divario e per rendere "normale" una situazione che è scandalosamente anormale....magari abbandonando i progetti faraonici come il ponte sullo stretto, spendendo una parte di quei soldi per incentivare la banda larga e la diffusione di PC collegati ad Internet nelle regioni meridionali, o con incentivi fiscali alle aziende come Google per investimenti al Sud dove non mancano i cervelli e dove potrebbero nascere le prossime aziende della new economy che, al contrario dell'industria tradizionale, non hanno bisogno di collegamenti ferroviari o autostradali comodi e veloci ma di autostrade informatiche, cervelli ed investitori.
Forse è più facile pensare a far nascere o a sviluppare piccole Silicon Valley a Catania, Napoli, Bari...piuttosto che pensare alla sola difesa della fabbrica tradizionale o il miraggio di poter vivere di solo turismo, meglio puntare su Google e Facebook per il futuro piuttosto che su FIAT o ILVA, con tutto il rispetto per i lavoratori dell'industria tradizionale e con chi crede, o meglio per me si illude, che possiamo ancora avere un futuro da paese manifattturiero che io vedo onestamente molto limitato a nicchie artigianali di qualità.
Enzo Riccio
Segr.Org. Nazionale
Partito del Sud
Per quanto riguarda il divario Nord-Sud:
Le famiglie del Centro-nord che dispongono di un accesso a Internet sono oltre il 56%, mentre circa il 49% dispone di una connessione a banda larga, a fronte di valori pari, rispettivamente, al 48,6% e al 37,5% nel Sud.
Insomma il divario c'è, ma è molto meno netto rispetto alle differenze di reddito tra le due parti del paese o ad altri gap nelle infrastrutture, quest'ultimi vere e proprie discriminazioni del Sud di cui siamo tutti a conoscenza, se non in termini statistici per esperienza diretta sulla Salerno-Reggio Calabria o come ad esempio sulla rete autostradale considerando i km per 10.000 abitanti o sulla rete ferroviaria considerando i metri di ferrovia per abitante e soprattutto i metri di ferrovia a trazione elettrica per abitante col Sud indietro di una quindicina di punti in percentuale.
Insomma non e' il Sud ad essere arretrato, come nella comune litania dei media, ma è tutto il paese nel suo complesso ad essere tecnologicamente arretrato ed il Sud, considerando il minor reddito pro capite, è meno arretrato di quello che ci si potrebbe aspettare.
La mia opinione è che quella tecnologica è la dimensione sulla quale il Sud dovrebbe investire di più, perfino di più di quella delle infrastrutture tradizionali come strade, ferrovie ed aeroporti dove pur qualcosa si deve fare per riequilibrare il divario e per rendere "normale" una situazione che è scandalosamente anormale....magari abbandonando i progetti faraonici come il ponte sullo stretto, spendendo una parte di quei soldi per incentivare la banda larga e la diffusione di PC collegati ad Internet nelle regioni meridionali, o con incentivi fiscali alle aziende come Google per investimenti al Sud dove non mancano i cervelli e dove potrebbero nascere le prossime aziende della new economy che, al contrario dell'industria tradizionale, non hanno bisogno di collegamenti ferroviari o autostradali comodi e veloci ma di autostrade informatiche, cervelli ed investitori.
Forse è più facile pensare a far nascere o a sviluppare piccole Silicon Valley a Catania, Napoli, Bari...piuttosto che pensare alla sola difesa della fabbrica tradizionale o il miraggio di poter vivere di solo turismo, meglio puntare su Google e Facebook per il futuro piuttosto che su FIAT o ILVA, con tutto il rispetto per i lavoratori dell'industria tradizionale e con chi crede, o meglio per me si illude, che possiamo ancora avere un futuro da paese manifattturiero che io vedo onestamente molto limitato a nicchie artigianali di qualità.
Enzo Riccio
Segr.Org. Nazionale
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