venerdì 21 gennaio 2011
"La capacità di indignarsi" di A. Balia
Ricevo e posto quest'articolo dell'amico Andrea che, come al solito, trovo totalmente condivisibile...
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L’approccio al meridionalismo, di solito, avviene in età non proprio giovanile, quando spesso s’è maturato l’attraversamento in qualche esperienza politica che ha lasciato l’amaro in bocca ed il senso del nulla, del vuoto intorno. E’ pur vero che, ultimamente e vivaddio, anche diversi giovani s’avvicinano prendendo coscienza dopo una conoscenza avvenuta o per passaparola o per qualche testo capitato fra le mani. Poi diventa un pozzo senza fondo, dove scavi e non smetti di cercare mentre la tua incavolatura cresce giorno dopo giorno.
C’è anche un senso d’amara esaltazione perché riscopri qualcosa che in te s’era sopito, avevano addormentato nello scorrere del tran tran della vita quotidiana. Ed è qualcosa che per l’appunto t’esalta, ti ridà le forze spente, tutto sommato ti ringiovanisce. Cos’è? La capacità d’indignarsi come quando eri preso dai sacri furori degli ideali che avevi conosciuto in gioventù, e comprendi che è ancora possibile praticare la sana pratica di farsi prendere dall’indignazione per qualcosa che è giusto gridare, reclamare, rivendicare, perché si sappia, perché le cose tornino al posto giusto. Allora riscopri che è un sentimento sano, vero che è possibile vivere, che esiste per davvero ed è un diritto dell’uomo.
Ma se esiste non può esser praticato solo per il pur primario obiettivo che accompagna chi diventa meridionalista.
E allora indigniamoci un po’ più spesso, senza paura di dover essere etichettati nei ranghi di qualche presunta appartenenza a storiche ideologie politiche. Ovvero denunciare qualcosa che riteniamo offensivo, dannoso, ingiusto senza che il farlo possa farci apparire troppo di destra o troppo di sinistra.
Come non indignarsi per l’arroganza di un Marchionne che non contratta, non discute, ma impone : prendere o lasciare. Che non dice di non riconoscere la rappresentanza sindacale, il che sarebbe ingiusto ma avrebbe almeno un senso; no, egli riconosce solo chi prende, chi accetta e non riconosce rappresentabile nella sua azienda chi non prende, non accetta. Il dirlo sarà di sinistra? Non lo so e non dovrebbe interessarci : è semplicemente non giusto e deve indignarci. Il nostro Presidente del Consiglio è la quintessenza del gaffeur, del cialtronismo, della truffaldineria, della volgarità gratuita, del diseducativo propinato giorno dopo giorno, e noi cosa facciamo? Diciamo, per non apparire schierati che in fondo tutti i politici fanno male. Vero, verissimo, ma esisterà pure un limite per cui qualcosa ci indigna a tal punto da apparire ciò il peggio del peggio del peggio? D’Alema (e qui stiamo di più nel terreno che ci appartiene) parlando dei festeggiamenti dei 150 anni per l’unità d’Italia, si lamenta in tv, propinandoci il suo eterno sorriso beffardo di chi tutto sa, di nostalgie borboniche nell’aria. E noi protestiamo poco o nulla, per timore di farci leggere troppo di destra? Brunetta martella tutti i dipendenti pubblici ed interviene su malattie, orari di lavoro, licenziabilità. E poi quasi nessuno dice pubblicamente che proprio lui ha raggiunto il 75% di assenteismo in Parlamento Europeo.
L’esempio varrà pure qualcosa in questa vita?
Oppure Marchionne può percepire il secondo stipendio del settore auto al mondo con circa 4.700,00 euro l’anno più quote, azioni, ecc… e può tranquillamente chiedere di ridurre le pause agli operai (di cui molti d’origine e provenienza meridionali) dicendo che darà 3.000 euro lorde l’anno in più se accetteranno tutto. Ma nessuno evidenzia e s’indigna che ciò significa al netto qualcosa come 3 euro al giorno (circa l’equivalente di 12/13 sigarette)!
E l’indignazione dove sta? Non la vediamo, siamo un paese incartato, rassegnato, assonnato, intorpidito.
Parlamentari del IDV passano dall’altra parte. Un errore? Può succedere? E chi dice e s’indigna che nel IDV siamo quasi a 30 che lo hanno fatto in questi anni? Perché scendano i sondaggi di gradimento sul nostro premier cos’altro deve accadere? Deve violentarci la nonna?
Insomma, impariamo ad alzare la nostra voce; se l’alzeremo sarà difficile ci ascoltino, immaginate se non lo facciamo!
Innanzitutto per il nostro Sud, ma comunque sempre e con l’onestà intellettuale che non deve farci accettare vessazioni e iniquità in ogni caso, e da qualsiasi parte provengano.
Andrea Balìa
Partito del Sud - Napoli
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