mercoledì 20 maggio 2009

Ecco il nuovo meridionalismo: Partito del Sud e Insorgenza!





Ci siamo, finalmente siamo passati dalla Fase 0 alla Fase 1 del meridionalismo, non più solo nostalgico di celebrazione di un grande passato e di una grande tradizione culturale, che la massoneria liberal-savoiarda e la stucchevole retorica risorgimentale ha seppellito, ma anche propositivo e moderno.
Finalmente nei nostri programmi oltre la giusta rivendicazione storica, si parla di difesa dell’ambiente e del territorio meridionale, di difendere l’acqua come bene pubblico contro le solite privatizzazioni dei soliti “liberali”, di una nostra idea di federalismo molto diversa da quella di Calderoli, di una NOSTRA idea dello sviluppo economico, sostenibile per l’ambiente e soprattutto equilibrato geograficamente.
La grossa novità per le prossime amministrative di giugno 2009 e’ che un manipolo di briganti ce l’ha fatta a presentare delle liste, a Nord, al Centro e al Sud, rispettivamente alle comunali di Suzzara e di Virgilio in provincia di Mantova, alle Provinciali di Latina e alle Provinciali di Napoli.
L’aver presentato una lista meridionalista del Partito del Sud al Nord e’ un risultato storico, per la prima volta nella storia, nel cuore della Padania leghista, alcuni nostri eroi sono riusciti a superare lo scetticismo e la paura di non farcela e soprattutto ce l’hanno fatta ad essere credibili con la comunità meridionale, di cui questa sempre più questa finta democrazia televisiva vuole cancellare l’identità. E invece la nostra identità è importantissima, è la base sulla quale costruire il futuro movimento meridionalista a livello nazionale, aggregando tutte le componenti meridionaliste serie, ragionevoli, imparando a sintetizzare un programma chiaro e condiviso, senza allearsi col padrone di destra o di sinistra, entrambi sono schierati a difesa dell’economia “toscopadana” e schiavi del padrone del partito residente a Roma o a Milano.
E anche la presentazione di una lista autonoma del Partito del Sud alla Provincia di Latina è fortemente simbolica, guidati dal nostro storico capo brigante Antonio Ciano, sfidiamo il regime di centrodestra e centrosinistra proprio nel territorio che in gran parte una volta apparteneva alla provincia borbonica di “Terra di Lavoro” e quindi storicamente facente parte del Regno delle Due Sicilie.
E poi a Napoli, nella nostra capitale, forse il compito più difficile dei briganti di Nando Dicè, contro le liste tradizionali e una miriade di liste e di movimenti, finalmente c’è una lista espressione di un movimento autenticamente meridionalista e autonomo dai partiti nazionali, significativa la presenza tra questi briganti di Insorgenza Civile anche di esponenti del Partito del Sud che rinsalda l’amicizia e l’unità di scopi di questi due movimenti.
Certo e’ una prima fase e non ci illudiamo di aver vinto niente, siamo solo all’inizio di una grande battaglia che sarà durissima e difficilissima. Ci aspettiamo però che altri meridionali, ora e dopo le elezioni (la nostra lotta ovviamente non terminerà il 7 giugno 2009…) ci vengano a dare fattivamente una mano, ora più che mai contano i fatti e non le chiacchiere, non saranno più giustificabili le chiusure nei propri recinti, piccoli gruppi, associazioni, siti, giornaletti e simboletti…
Basta con le divisioni inutili e i personalismi, basta coi tribuni isolati o coi gruppetti velleitari che vaneggiano sul ritorno di monarchie o sul “ristabilire antichi confini”, senza avere nemmeno la forza o il coraggio di presentare una lista nemmeno al comune di Roccacannuccia (con tutto il rispetto…), abbattiamo i tabù di “primogenitura” e le assurde “scomuniche”, gli eccessi ultracattolici e ultraconservatori che non hanno alcun senso nel terzo millennio. Pensiamo a combattere il nucleare e gli inceneritori, pensiamo alla difesa dei nostri prodotti tipici, alla difesa delle nostre coste e dei nostri mari, al come incentivare l’alta tecnologia e la ricerca e sviluppo al Sud, a come costruire una società più giusta e prendiamo le debite distanze dalla xenofobia razzista leghista, così lontana da nostro DNA di megaloellenici, di popolo che fa storicamente da ponte di civiltà sul Mediterraneo. Stiamo capendo e avendo sempre più conferme che per aggregare tanti meridionali nella nostra lotta, si deve partire dai problemi di oggi e dal sociale e non dall’analisi del passato; partire dalla monnezza per arrivare a Garibaldi e la truffa risorgimentale, il viceversa non funziona.

Costruiamo insieme il socialismo meridionalista del terzo millennio, per migliorare le condizioni del nostro popolo, per ridargli dignità, diritto al lavoro ed ad un futuro non da emigrante, combattiamo insieme la nostra battaglia per la libertà e per la giustizia al Sud, che deve essere il fine ultimo della nostra lotta. Combattiamo per la nostra dignità di uomini liberi ed onoriamo così anche le centinaia di migliaia di morti, i nostri partigiani nella guerra civile del 1860-1870 (volutamente trascurata e dimentica dalla storiografia ufficiale…), per i tanti come Crocco, Ninco Nanco, Borjes, Sergente Romano e tanti altri, che hanno perso tutto, spesso la loro stessa vita, ma non hanno mai perso la loro dignità.
Con tutto il rispetto per chi ci crede, noi non possiamo più aspettare il “risveglio culturale” del nostro popolo o la discesa in campo di fantomatici eredi di gloriose dinastie, dobbiamo essere noi in quanto popolo meridionale a scendere in campo e fare quello che farebbe il grande Carlo di Borbone, quando nel ‘700 avviò bonifiche, rimodernò l’amministrazione e avvio uno sviluppo pre-industriale in modo sostenibile ed evitando l’indebitamento con le banche usuraie.
Per fare tutto ciò, non bastano i convegni, ma c’e’ bisogno di una lotta politica che accelera le aggregazioni e moltiplica le possibilità di visibilità, fino a ieri con tutti i lodevoli sforzi fatti da tanti in ca. 15 anni di “neoborbonismo” semplicemente non esistevamo, se non come fenomeno limitato e considerato quasi folkloristico. Tutti sono utili con i loro contributi ma nessuno è indispensabile, specie se si intestardisce nelle sue idee e nelle sue strategie senza aprirsi al confronto politico e alla definizione di lotte e strategie comuni.
Costruiamo il nostro Comitato di Liberazione Nazionale o il nostro Parlamento del Sud, con il contributo di tutti, delle forze sane del cattolicesimo, della sinistra meridionalista, della destra sociale e di tutti quelli che contribuiscono alla nostra lotta, senza però pretendere la guida o la prevalenza di una componente sull’altra.
Onoriamo con la nostra lotta pure i nostri maestri più recenti, come Lucio Barone e Angelo Manna, che avevano già tracciato la strada anni fa e purtroppo non hanno avuto il tempo di proseguirla; sicuramente da lassù ci guarderanno e ci daranno una mano e diranno “Accussì se fà….solo nuje ce putimm’ liberà, senza aspetta’ cchiu nisciuno!”
AVANTI SUD! AVANTI INSORGENZA!

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