lunedì 28 febbraio 2011
Un fiore per tutti nell'Italia unita di Lino Patruno
Bellissimo e condivisibile articolo di Lino Patruno, ancora una volta siamo sintonizzati con il bravo giornalista pugliese...
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Non si sa come andrà a finire, ma è avvenuto. Per la prima volta nella storia d’Italia, una popolare trasmissione televisiva come “Porta a porta” ha invitato a parteciparvi il Movimento neoborbonico. Che aveva chiesto il diritto di replica dopo la cavalcata patriottica di Benigni al festival di Sanremo. Poi la guerra civile libica ha fatto rinviare la puntata.
Ora, dire Neoborbonici non è dire una cosa qualsiasi. Forse è più facile che il diavolo in persona sia invitato in una chiesa, che il nome “neoborbonico” sia pronunciato: è più bestemmia questa. Se si vuole trovare un aggettivo sgradevole e unanimemente condannato, eccolo: borbonico. Per dire inetto. inefficiente, arretrato, cialtronesco. Leggi borboniche. Burocrazia borbonica. Comportamento borbonico. Per finire alla polizia borbonica o alle carceri borboniche. L’Impero del Male. Lasciamo stare l’inviato di Cavour che, sceso a Napoli come all’inferno, poi disse: ci conviene imitarla, questa amministrazione borbonica. E lasciamo stare tutto il corredo di “viva o’ rre”, di bandiere gigliate, di rievocazioni gloriose. Sia pure in un Paese in cui c’è una Lega Nord il cui statuto all’articolo uno dichiara: il nostro obiettivo è la secessione.
E cui si concede non solo di pulirsi il didietro col tricolore, ma di essere forza determinante al governo di un Paese che dichiaratamente vuole spaccare.
Ma “neoborbonico” non si può dire. Nostalgici, passatisti, patetici. Una vergogna da tenere chiusa in una stanza come nei film dell’orrore. E completamente cancellata dalla storia. Premettiamo: dei Borbone ci può interessare tanto quanto. Così come della polemica se da loro si stesse meglio o peggio, in un secolo in cui non è che abbondassero Stati campioni del benessere o personaggi campioni di democrazia. Lasciamo stare la polemica su chi fosse più ricco. E lasciamo stare la verità storica che i Borbone non è che avessero minacciato nessuno, anzi si videro i garibaldini in casa senza una dichiarazione di guerra e senza che avessero mai detto: no, l’Italia non la vogliamo. Anzi si trattava, e neanche segretamente, per farla insieme e federale. Ma mentre si trattava, qualcuno sparò. Diciamo che la storia si fa anche così. E che un’Italia disunita non avrebbe fatto grandi passi in avanti.
Lasciamo stare tutto. Ma la memoria è un’altra cosa. E non si può negare a nessuno. E nessun Paese che si voglia definire Paese, e unito per giunta, può permettersi di tener fuori una parte della sua storia. E non farne i conti. Negli Stati Uniti si è combattuta, e contemporaneamente al Risorgimento, la più atroce guerra civile del mondo occidentale a parte il genocidio dei nativi, gli “indiani” dei film western. Ma hanno riconosciuto le ragioni dei perdenti e la loro festa nazionale la festeggiano tutti insieme. Così la Francia con la sua Rivoluzione. E la Germania. E la Spagna. E l’Inghilterra dopo i Puritani di Cromwell. E la stessa federale Svizzera, nata da un massacro fra i Cantoni. Ma anche in Italia si comincia a riconoscere pari dignità ai morti di Salò, che stavano dalla parte sbagliata ma chi combatte va rispettato perché combatte e basta.
Non un ricordo, non una lapide, non un cenno sui libri di scuola, non un fiore per i meridionali che morirono per la loro terra. E non c’entrano neanche i briganti, che vennero dopo e sono altra cosa. Ci possono essere morti di serie A e morti di serie B? E’ vero che si cominciò a criticare il Risorgimento nel momento stesso in cui lo si faceva. Ma poi c’è anche un Risorgimento tradito che 150 anni dopo si legge ovunque nel Sud, e non solo nei numeri del divario.
Tutto questo anima i, pardon, Neoborbonici, e gli altri movimenti meridionali, le cui voglie di secessione non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle della Lega Nord.
E che comunque buttare come polvere sotto il tappeto non serve a nessuno. Perché sono molti, e appassionati, e convinti fino alla commozione. Da capire più che demonizzare, perché rappresentano anch’essi un Sud tenuto sempre ai margini dal resto del Paese, fuori dall’Italia unita che va a festeggiare se stessa peraltro nella più grande disunità possibile.
Se questo è oscurantismo neoborbonico, si dica pure. Chissà se è neoborbonico chi si attende che, quando un capo del governo si alza al mattino, la prima cosa che faccia è guardare una cartina e vedere dove nel Sud manca un’autostrada o un binario. E agire.
Guardare la cartina e vedere dove i giovani non hanno lavoro e sono una generazione perduta. Guardare la cartina e vedere dove la criminalità è più forte dello Stato che non c’è. Tutti i capi dei governi, da 150 anni, avrebbero dovuto e, a conti fatti, non l’hanno fatto.
Obiezione: ma proprio ora dobbiamo parlarne, ora che dobbiamo invece riscoprire le ragioni dello stare insieme in questo Paese? Appunto, il problema è stare insieme, e come. E poi, se non ora, quando?
Lino Patruno - La Gazzetta del Mezzogiorno del 25 febbraio 2011
mercoledì 23 febbraio 2011
Il Partito del Sud di Roma all'Assemblea della Rete dei Cittadini: INSIEME PER UNA RIVOLUZIONE PACIFICA
La sezione romana del PdSud parteciperà all'assemblea della Rete dei Cittadini a Roma il 27/02:
INSIEME PER UNA RIVOLUZIONE PACIFICA
DOMENICA 27 FEBBRAIO dalle ore 9.00 alle ore 18.30
Camping Village FABULOUS di Via di Malafede, 205 – ROMA
Per maggiori informazioni, sia per le modalità e le regole di partecipazione che per altre info logistiche, vai al link dedicato all'evento sul sito della Rete dei Cittadini
oppure invia una email ad info@retedeicittadini.it
A Parma il 26/02 presentazione nuova sezione e riunione del Partito del Sud
A Fidenza (PR), sabato 26 febbraio 2011 alle ore 15.00, nella sala del Bar Carlitos art & coffe - via berenini 76, si terrà un'incontro fra militanti e simpatizzanti del Partito del Sud, alla presenza del nuovo referente del nostro movimento per la provincia di Parma, Domenico Maione.
All'incontro, che ha lo scopo di approfondire fra i presenti le tematiche neomeridionaliste, sarà presente il Coordinatore Nord Italia del Partito del Sud, Natale Cuccurese.
martedì 22 febbraio 2011
Registrazione intervento del 21/02 di Antonio Ciano a Radio24 contro tutti i risorgimentalisti e contro Salvini...
Il nostro mitico capobrigante Antonio Ciano intervistato in diretta da Oscar Giannino su Radio24 spara a zero contro i risorgimentali e contro chi celebra questi 150 anni.
Intervengono in risposta all'intervento di Antonio Ciano, prima l' On. Salvini che sebbene critico con il cosidetto "risorgimento" attacca con le solite risposte stereotipate contro il Sud e poi il Ministro Meloni che ripropone la stantia retorica risorgimentale.
Alla fine ovviamente al nostro Antonio non viene concesso il diritto di replica dopo le risposte di Salvini e Meloni...
Intervengono in risposta all'intervento di Antonio Ciano, prima l' On. Salvini che sebbene critico con il cosidetto "risorgimento" attacca con le solite risposte stereotipate contro il Sud e poi il Ministro Meloni che ripropone la stantia retorica risorgimentale.
Alla fine ovviamente al nostro Antonio non viene concesso il diritto di replica dopo le risposte di Salvini e Meloni...
CHISTI SIMU di Pino Lipari
Pubblico con condivisione questo messaggio dell'amico Pino Lipari, anche se secondo ultimissime notizie la trasmissione di PORTA A PORTA con i Neoborbonici, invitati a seguito delle loro (giuste) proteste per la penosa esibizione di Benigni a Sanremo, dovrebbe essere rinviata alla settimana prossima...comunque al di là di quando si farà e di ogni differenza di simbolo, idee e strategie, noi sosterremo sempre tutti quelli che lottano per la verità storica...
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Compatrioti tutti,
senza distinzioni di sigle e di movimenti, stasera a seguito delle vibrate proteste indirizzate a tutti i mass media dalla Segreteria Nazionale del Movimento Neoborbonico e anche da altri movimenti e di semplici Patrioti, a cui hanno fatto eco persino le agenzie di stampa, in merito alle gravi ed inopportune esternazioni televisive dell’attore comico Benigni, la Rai ha ritenuto dar voce al nostro dissenso invitando alla trasmissione serale “Porta a Porta”, su Rai 1, l' Associazione Culturale Neo Borbonica.
Cercheranno di metterli in mezzo, gli tenderanno trappole, saranno accerchiati; molto possiamo fare noi da casa, aldilà delle simpatie per questo o quel movimento e aldilà delle simpatie antipatie per questo o quel personaggio stasera i neo Borbonici rappresentano TUTTI NOI, nessuno escluso, e chi proverà a remare contro per ripicche personali sarà solo una .......
Io sono uno dei fondatori del PdelSUD e ho litigato con alcuni del MNB, ma stasera farò per loro il tifo e mi procurerò la email della trasmissione e bombarderò di email alla prima scorrettezza verso chi stasera rappresenta la NAZIONE DUOSICILIANA tutta, stasera chi ci rappresenta DEVE sentire tutto il nostro sostegno dobbiamo farli diventare più forti di tutta la potenza televisiva che il nemico dispone .
Voglio finire con un augurio di stampo calcistico: quando la mia Reggina fu penalizzata di 15 punti nel campionato di serie A e nessuno credeva nella sua salvezza visto che non aveva tra le sue fila giocatori come Totti o del Piero ma c'erano solo ragazzi per la maggioranza del Sud, gente abituata a salvarsi all'ultima giornata o agli spareggi, il nostro motto contro gli squadroni del nord e contro tutti era "CHISTI SIMU", cioè questi siamo, non altri .
Quindi stasera CHISTI saranno li per noi e saranno i migliori di tutti.
Pino Lipari
lunedì 21 febbraio 2011
Le strade del Sud dedicate al “macellaio dei Meridionali” - di Marisa Ingrosso
Un bell'articolo di Marisa Ingrosso, giornalista de "La Gazzetta del Mezzogiorno" sullo sconcio delle strade e piazze meridionali dedicate ad un vero e proprio "criminale di guerra", il generale Cialdini, tanto bravo a sterminare popolazioni inermi ed a vincere battaglie solo quando era in schiacciante superiorità (come a Castelfidardo quando vinse contro l'esercito papalino che era 4-5 volte numericamente inferiore), tanto codardo e perdente quando aveva di fronte un esercito ben schierati e ben organizzati. Fu un fulgido esempio di "eroe risorgimentale", come i tanti generali piemontesi protagonisti di disfatte memorabili come i vari La Marmora, Persano, Cadorna etc etc...basta leggere il libro del piemontese Del Boca, "Maledetti Savoia", per avere decine di esempi di tali "eroismi".
Cialdini è giustamente definito dalla brava giornalista "macellaio dei meridionali", non dimentichiamo che fu l'autore di vere e proprie stragi nella repressione del "brigantaggio post-unitario", ad esempio la più famosa fu quella dei paesi sanniti di Pontelandolfo e Casalduni. Lì dove c'era il "brigantaggio" e c'era stata un'uccisione di soldati piemontesi, diede il via ad una spietata carneficina di popolazione civile, compresi donne, vecchi e bambini...con una rappressaglia numericamente degna dei peggiori nazisti, e, quando diede l'ordine, disse ai suoi:
"Di Pontelandolfo e Casalduni non rimanga pietra su pietra."
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Chissà se lo sanno. Chissà se quelli che abitano nelle piazze e nelle vie intitolate ad Enrico Cialdini sanno chi fu quell’uomo. Sulla targa leggono «generale». Ma lo sanno contro chi combatté? Sanno che il suo nomignolo era «macellaio dei meridionali»?
Facendo una ricerca su alcuni stradari abbiamo verificato che questa toponomastica è presente in Puglia da nord a sud. Per esempio, a Monopoli, Carbonara, Altamura, Rutigliano, Giovinazzo e Bitonto (Bari); Barletta, Andria e Bisceglie (Bat); San Severo (nel Foggiano); Nardò e Trepuzzi (nel Salento); San Pancrazio Salentino (Brindisi); Massafra (Taranto). In Basilicata c’è via Cialdini a Stigliano (in provincia di Matera).
E allora è bene chiarire che questo generale modenese Enrico Cialdini fu, obiettivamente, un capace condottiero. Portò l’esercito sardo-piemontese alla vittoria contro i Borbone (la famiglia regnante nel Mezzogiorno). Poi ebbe l’incarico di guidare la repressione del brigantaggio (movimento armato che si opponeva ai piemontesi e rivoleva i Borboni sul trono), ed anche qui riuscì nell’intento. Ma va pure detto che, sotto il suo comando, le truppe si accanirono sulla popolazione del Sud. Con lui vi furono carneficine di civili.
Giusto per fare due esempi, ai suoi ordini, il 17 febbraio 1861, fu letteralmente rasa al suolo Mola di Gaeta, a colpi di cannone. Poi, dopo l’unità d’Italia, con Cialdini nominato luogotenente dell’ex Regno delle Due Sicilie e, sotto il suo comando supremo, i bersaglieri ebbero mano libera nel vendicare un gruppo di loro commilitoni. Per l’esattezza, quarantacinque soldati che furono trucidati da briganti e contadini. Gli insorgenti meridionali si abbandonarono a raccapricciante crudeltà: il corpo del tenente Augusto Bracci fu decapitato e la testa fu portata in trionfo.
Per risposta, i bersaglieri non diedero la caccia agli assassini. Non effettuarono rastrellamenti a raffica, arresti a decine. No, i bersaglieri, il 13 agosto 1861, piombarono negli abitati di Pontelandolfo e Casalduni e fecero carne da porco. Le testimonianze dell’epoca riferiscono di militari addestrati e armati fino ai denti che entravano in casa di civili e – prima di appiccare il fuoco, uccidevano la gente con la baionetta e a fucilate.
Al termine del massacro, quasi si fecero vanto di aver ridotto i due paesi in cenere.
Aurelio Lepre (in La storia. Dalla metà del Seicento alla fine dell’Ottocento, Zanichelli ed.) riporta le parole di uno dei militari, un ufficiale dell’esercito che fu testimone: «Un battaglione di bersaglieri entrò nel paese, uccise quanti vi erano rimasti, saccheggiò tutte le case e poi mise il fuoco al villaggio intero, che venne distrutto».
E Giovanni De Matteo in Brigantaggio e Risorgimento (Alfredo Guida editore) scrive che il giorno dopo la carneficina il luogotenente colonnello Gaetano Negri, telegrafò al comando generale la lieta novella. Questo il testo del messaggio: «Giovedì 14 agosto 1861. Ieri all’alba, giustizia fu fatta contro Pontelandolfo e Casalduni. Essi bruciano ancora».
Al massimo responsabile di quelle stragi, la Puglia e la Basilicata hanno tributato il riconoscimento più ambito, eternandone il ricordo. Spesso le vie sono in posizione centrale. Addirittura, a Barletta, in via Cialdini, sorge la scuola elementare.
Invece, a chi lottò sul fronte opposto, agli insorgenti che affrontarono le milizie di Cialdini, non è stato intitolato alcunché. Non risultano vie, vicoli o tratturi, a ricordo di Pontelandolfo, di Casalduni, o delle vittime civili della conquista del Sud Italia da parte del Nord.
E giusto? E sbagliato? Ciascuno, oggi, è libero di valutare.
Fonte: “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 18 febbraio 2011
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venerdì 18 febbraio 2011
Italia 150: controcelebriamo con le bandiere del regno delle Due Sicilie alla partita Napoli-Catania del 20/2
Con piacere ricevo e posto quest'appello degli amici dell'Associazione Insieme Per la Rinascita con un'iniziativa alla quale aderiamo anche noi del Partito del Sud...nel mare della vuota e stantia retorica risorgimentale con le celebrazioni dei 150 anni di mala-unità, compresa l'ultima sconcertante esibizione di Benigni ieri sera a Sanremo infarcita di bugie e fesserie deamicisiane, ecco un modo serio e fattivo per riaffermare la nostra vera storia e per gridare che noi il 17 marzo non abbiamo niente da festeggiare!
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Durante la partita di campionato Napoli – Catania del 20 Febbraio, nel settore distinti dello stadio San Paolo numerosi gruppi meridionalisti raduneranno i propri iscritti muniti delle bandiere dell’antico regno di Napoli per manifestare contro le celebrazioni del centocinquantenario dell’unità d’Italia. Lo riferisce, tramite il suo presidente Stefano Lo Passo, l’associazione Insieme per la rinascita che ha lanciato l’organizzazione dell’iniziativa sul noto social network Facebook raccogliendo un sorprendente numero di adesioni. Tra i primi mobilitatisi a lanciare l’iniziativa si sono già presentati gli esponenti di sei associazioni: V.A.N.T.O., Rinascita del Sud, Giovani per il Sud, Neoborbonici, Contro vento e Partito del Sud.
Lo scopo è ristabilire le verità storiche su cosa ha subito il Sud durante il Risorgimento e ciò che ne è derivato: eccidi, sottosviluppo, due guerre mondiali e tanta emigrazione.”Diffondere tali rilevanze storiche è un modo per permettere al Sud di rivendicare un trattamento ben differente da quello riservato dalla politica nazionale; dunque un invito ad unire il paese soprattutto da un punto di vista del welfare, dopo 150 anni sarebbe anche l’ora!” spiegano gli organizzatori.
Fonte: Meridionalismo
martedì 15 febbraio 2011
Intervista a Beppe De Santis a Gaeta il 13 febbraio 2011
Intervista a Beppe De Santis, segretario politico e Presidente nazionale del Partito del Sud, a Gaeta per l'evento dell'11, 12 e 13 febbraio, un modo per controcelebrare le manifestazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
Convegni, eventi e controcelebrazioni a Gaeta per il 13 febbraio non sono mai stati così affollati come quest'anno, e lo possiamo testimoniare personalmente visto che partecipiamo in prima persona da almeno da 5 anni, è un evidente segnale del forte sentimento identitario che cresce come cresce la voglia di "verità storica" che smentisce le bugie di 150 anni di retorica risorgimentale, bugie sulle quali si sono costruite le teorie razziste di inferiorità meridionale e di colonizzazione del Sud per favorire lo sviluppo al centro-Nord.
Beppe De Santis ribadisce l'importanza del profilo storico-identitario del Partito del Sud con la nostra convinzione che la "malaunità" del 1861 è stata l'origine e la causa della "questione meridionale", teoria che contrasta stereotipi e luoghi comuni sull'inferiorità della razza meridionale che risalgono a pseudo-scienzati come Lombroso e generali piemontesi come Cialdini che si comportarono da veri e propri criminali di guerra.
Noi continueremo a diffondere la verità storica, senza urla isteriche e cercando di crescere come movimento per avere sempre maggiore credibilità per la nostra azione politica...vogliamo diventare un movimento di massa e non il solito gruppetto di esaltati che mettono insieme 3-4 simboli che sono scatole vuote, che fanno incontri di 10 movimenti e 9 persone, che urlando solo slogan in rete e sono assolutamente nulli nel panorama mediatico e politico nazionale, senza iscritti, senza sezioni territoriali e senza alcun numero da mostrare...onestamente non abbiamo tempo da perdere con certi personaggi che dopo anni ancora vogliono continuare sulla strada del "facimm' ammuin'", fanno i "duri e puri" e poi spesso si vendono al primo piatto di lenticchie che gli viene offerto.
Convegni, eventi e controcelebrazioni a Gaeta per il 13 febbraio non sono mai stati così affollati come quest'anno, e lo possiamo testimoniare personalmente visto che partecipiamo in prima persona da almeno da 5 anni, è un evidente segnale del forte sentimento identitario che cresce come cresce la voglia di "verità storica" che smentisce le bugie di 150 anni di retorica risorgimentale, bugie sulle quali si sono costruite le teorie razziste di inferiorità meridionale e di colonizzazione del Sud per favorire lo sviluppo al centro-Nord.
Beppe De Santis ribadisce l'importanza del profilo storico-identitario del Partito del Sud con la nostra convinzione che la "malaunità" del 1861 è stata l'origine e la causa della "questione meridionale", teoria che contrasta stereotipi e luoghi comuni sull'inferiorità della razza meridionale che risalgono a pseudo-scienzati come Lombroso e generali piemontesi come Cialdini che si comportarono da veri e propri criminali di guerra.
Noi continueremo a diffondere la verità storica, senza urla isteriche e cercando di crescere come movimento per avere sempre maggiore credibilità per la nostra azione politica...vogliamo diventare un movimento di massa e non il solito gruppetto di esaltati che mettono insieme 3-4 simboli che sono scatole vuote, che fanno incontri di 10 movimenti e 9 persone, che urlando solo slogan in rete e sono assolutamente nulli nel panorama mediatico e politico nazionale, senza iscritti, senza sezioni territoriali e senza alcun numero da mostrare...onestamente non abbiamo tempo da perdere con certi personaggi che dopo anni ancora vogliono continuare sulla strada del "facimm' ammuin'", fanno i "duri e puri" e poi spesso si vendono al primo piatto di lenticchie che gli viene offerto.
venerdì 11 febbraio 2011
Tutti a Gaeta il 12 e 13 febbraio...e per chi non può...c'è la nostra WebTV!!!
GAETA ED IL SUD RICORDANO...A 150 ANNI DALLA CADUTA DELLA FORTEZZA E DALLA FINE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE.
Una serie di eventi, mostre e dibattiti ricorderanno a Gaeta la caduta della fortezza a 150 anni dalla fine del Regno delle Due Sicilie, con il patrocinio del Comune di Gaeta con il nostro Antonio Ciano e con l'intervento di molti ospiti di prestigio come Pino Aprile, Gigi Di Fiore e tanti altri.
La WebTv del Partito del Sud seguirà da Gaeta in diretta e in mobilità i momenti più significativi del programma delle giornate del 12 e 13 febbraio 2011.
Ricordiamo che la nostra WebTv è visibile su tutti i blog aderenti al Network del PdSUD, compreso questo della sezione di Roma, sul blog nazionale e sul sito Nazionale del PdSUD.
Sul link http://www.livestream.com/partitodelsud?t=504600 è attivo anche il servizio Video On Demand, per scegliere quale video guardare.
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mercoledì 9 febbraio 2011
Un altro luogo comune da sfatare...sprechi e cattiva amministrazione solo al Sud...
Da un recente post sul blog di Beppe Grillo ed anche da un articolo ADN Kronos che riprende una ricerca della CGIA di Mestre (che non può di certo essere sospettata di tendenze meridionaliste...), scopriamo che i comuni più indebitati, considerando l'indicatore del Debito Pro Capite, sono nell'ordine: Torino, Milano e Genova
Ricordate quante volte ci hanno ricordato i disastri delle Regioni meridionali, in particolare Campania e Calabria, per il deficit sulla Sanità...e sicuramente una cattiva amministrazione c'e' stata in queste regioni e nessuno vuole o può difenderla...ma il punto e': come mai l'esempio del deficit regionale di Campania e Calabria e' sempre citato mentre nessun TG nazionale e nessun commentatore politico ai numerosissimi talk show in prima serata in TV ha mai citato questa notizia sui comuni italiani più indebitati?
Certo ci sono anche comuni meridionali messi male, ad esempio il Comune di Catania che è da tempo sull'orlo della bancarotta, ma quello che stupisce è che ci sono comuni come Torino o come Carrara o come Siena che non vengono quasi mai citati come esempio di cattiva amministrazione.
Ci viene il "leggerissimo sospetto" che le notizie che possono denigrare i meridionali, prendendo di mira le cattive amministrazioni comunali e regionali, vengono sempre amplificate mentre notizie analoghe o anche peggiori che riguardano amministrazioni del Centro-Nord vengono sempre nascoste o ridimensionate.
Tocca a noi meridionali vigilare e diffondere notizie e dati attendibili per rispondere a questo accerchiamento mediatico, per spezzare le nostre catene coloniali bisogna in primis ribattere colpo su colpo alle accuse leghiste, con un sottofondo di velato razzismo (a volte nemmeno troppo velato...) antimeridionale, che riprendono tanti stereotipi tanto cari nel belpaese dei "fratelli d'Italia" dai tempi di veri e propri criminali come Cialdini e Farini...
Quel dito puntato sempre contro il Sud e le sue inefficienze, andrebbe spesso rediretto verso il Nord ed i suoi tanti difetti. Primo fra tutti, come diceva anche Viesti nel suo bel saggio economico "Mezzogiorno a tradimento", l'arrogante colonialismo mediatico e culturale del Nord che ha la pretesa di liquidare tutto ciò che non funziona e che non piace bollandolo come un "fenomeno tipicamente meridionale".
Il tempo delle bugie padane e' finito...per contrastarle basta citare i dati, quelli veri ed attendibili di ricerche indipendenti e super partes....oggi il Sud è stanco di subire e di essere "cornuto e mazziato", non può e non deve più tacere.
Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
PARTITO DEL SUD
martedì 8 febbraio 2011
Un'altra battaglia da fare per il Partito del Sud...
Spesso si parla di proposte di rilancio del Sud che sicuramente deve tutelare i suoi prodotti tipici e la sua agricoltura, difendere e valorizzare le sue bellezze naturali e artistiche per rilanciare il turismo, potenziare le infrastrutture, etc etc....sono sicuramente tutte cose importantissime ma credo che vada aggiunto il punto fondamentale del modello di sviluppo che vogliamo per il futuro.
Su questo punto io ho pochi dubbi, uno sviluppo ecosostenibile con la massima attenzione all'economia ed al marketing digitale, questa deve essere una scelta decisa e prioritaria...creare tante piccole "Silicon Valley" nel napoletano, nel catanese o nel barese...dove ci sono tutte le condizioni favorevoli, soprattutto cervelli meridionali con buone scuole, università, istituzioni accademiche, enti di ricerca ed alcune industrie hi-tech già presenti.
Purtroppo siamo in un paese vecchio, con idee vecchie e governato da vecchi...qualcuno continua a pensare di difendere la grande industria o insediamenti da archeologia industriale come e' oramai la FIAT...qualcuno dei nostri parlamentari recentemente ha avuto in regalo un magnifico iPad ma poi l'ha utilizzato solo per curiosare su siti di escort on line...:-(
Il Sud ed una nuova classe dirigente meridionale secondo me deve dare l'esempio del cambiamento, pensiamo a nuove autostrade digitali piuttosto che a faraonici ponti dal ritorno economico improbabile, a piazze o parchi con connessione wireless gratuita, pensiamo all'utilizzo ed all'incentivazione all'utilizzo di software "open source" che consentirebbe notevoli risparmi alla PA meridionali ed inoltre consentirebbe la crescita di esperti di manutenzione software libero che possono venire dalle università meridionali, i talenti da noi non sono mai mancati...
Incentiviamo di più la ricerca, di base ed applicata, diamo bonus ed incentivi fiscali alle aziende ad alta tecnologia, specie straniere, che vogliono investire al Sud e non alle solite FIAT, ENI, Impregilo, Autostrade etc etc...creiamo network pubblico-privati che favoriscano innovazione e start up.
Per fare tutto questo ci deve essere un programma di dettaglio, definire obiettivi misurabili e poi monitorarli nel tempo...in sintesi bisogna definire un'agenda digitale, c'e' in tutti i paesi più sviluppati che si danno strategie ed obiettivi sull'economia digitale ed ivece manca del tutto in Italia.
Per questi motivi io aderisco all'iniziativa on line agenda digitale e porterò quest'iniziativa all'interno delle proposte del Partito del Sud.
Enzo Riccio
Segr. Org Nazionale
PARTITO DEL SUD
Antonio Ciano contro la politica del Bunga Bunga...
Antonio Ciano incontenibile...intervento durissimo contro il Sultano padano e i suoi servi del governo attuale di centrodestra, che oltre ai naturali nemici della Lega Nord annovera, fin troppo spesso purtroppo, quei meridionali ascari o sotto l'effetto della "sindrome di Stoccolma"...
Ecco l'intervento del nostro capo brigante al Congresso del Movimento Progressista a Gaeta, dove si evidenzia la natura identitaria del Partito del Sud...al contrario di qualche mentitore di professione, noi continuiamo a stare dalla parte dei "briganti" e, lontani da nostalgie e cedimenti reazionari, continuiamo a portare avanti la verità storica della malaunità del 1861...
Ecco l'intervento del nostro capo brigante al Congresso del Movimento Progressista a Gaeta, dove si evidenzia la natura identitaria del Partito del Sud...al contrario di qualche mentitore di professione, noi continuiamo a stare dalla parte dei "briganti" e, lontani da nostalgie e cedimenti reazionari, continuiamo a portare avanti la verità storica della malaunità del 1861...
lunedì 7 febbraio 2011
Note su Napoli...di Erri De Luca
Un grande scrittore napoletano che parla dell'essenza della "napoletanità", le sue parole sono sempre poetiche e struggenti, pochi come lui sanno esprimere questo sentimento, quest'amore per la propria città che rimane a dispetto di tutte le disgrazie passate, presenti e future...
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La cronaca atroce ribadisce l'azzardo di vivere a Napoli e dintorni. La reazione immediata è lo sconforto, l'ira, condensate nella parola d'ordine: andarsene da qui. Lasciarla alla malora: si può fare ma non porta sollievo questa specie di esilio avvelenato. Non si attecchisce meglio altrove, anzi non si attecchisce affatto. Ovunque vada, uno che è nato a Napoli si porta dietro i fili strappati che non si riannodano da nessun'altra parte. Chi è nato qui ha il destino alle spalle. Non mi riferisco a me, che mi staccai a diciotto anni senza porte sbattute alle spalle, senza addio. Ero un'ombra che si staccava in silenzio dal corpo.
Andarsene per sdegno non è meglio. Starsene lontani, con la parlata chiusa in bocca, ricoperta da una lingua seconda che non avvicina, utile al solo scambio di superficie. Quando tra noi di Napoli ci rivolgiamo il nostro vocabolario scivoloso, sciuliariello, unto e rauco di voci che ce l' hanno trasmesso, ci scambiamo la più forte intimità. Quando ascoltiamo il grido, l'invettiva, il saluto, la canzone, torniamo al quartiere dell'infanzia. Parlo napoletano con ognuno che abbia in comune l' origine, ma fuori di lì è una lingua di cospiratori che usano a difesa il loro gergo separato. Ho portato il mazzo di carte napoletane pure in Himalaya, ma per farci i solitari.
Andarsene da Napoli augurandosi una fuga in massa è un'invettiva nell'ora del dolore, va rispettata per questo ma non è via maestra. Per sua forza invincibile Napoli non sarà deserta, non più di quanto è stata nel 1900, secolo delle grandi emigrazioni. Napoli non sarà di nuovo milionaria di addii. Si appartiene alla città con viscere contorte pure dentro l'insulto, la bestemmia, lo smarrimento e il lutto. Non siamo figli di Disneyland ma di un vulcano del Mediterraneo. Le case sono fatte di lava spenta, il sangue è il nostro simbolo araldico, rappreso e liquefatto sottovetro dal santo del miracolo periodico. Pure la spazzatura, lo sfregio sulla pelle della città, non è solo rifiuto tralasciato, ma ferita in suppurazione, piaga che chiede aiuto al cielo esalando il tanfo come una preghiera. Napoli oggi è una madre che basta a cento figli, ma nessuno dei suoi cento basta a lei. Napoli è un avamposto, oltre che l'unica capitale europea dentro l'Italia. La sua insonnia è veglia. Che sia un'ottusa statistica a collocarla all'ultimo posto tra le città vivibili in Italia. Ignora il parametro del vento, 'o viento, che l'investe da mare, ignora la musica di cui è impregnata l'aria, il teatro che accompagna i gesti e le battute, ignora la bellezza tanto più sfrontata quanto più è calpestata. Lascio le ultime parole a un forestiero che venne, si fermò e lasciò scritto:" Portami fuori amico/ al sole che scalda la piazza/ al vento celeste che spazza/ il mio golfo infinito".
Erri De Luca
giovedì 3 febbraio 2011
Il Partito del Sud sbarca anche in Capitanata!
Annunciazione...annunciazione....siamo presenti anche in provincia di Foggia!
Continua a leggere l'articolo sulla nuova sezione in Capitanata da questo link
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