mercoledì 30 dicembre 2009
Buon 2010 al popolo meridionale!!!
Il 2010 si avvicina e con l’approssimarsi del nuovo anno solitamente si fa un bilancio e si riaccende, soprattutto in Rete, il dibattito sul meridionalismo e sulla verità storica negata, sugli eventi o le azioni da proporre, sulla necessità di un fronte unito meridionalista.
Negli ultimi tempi c’e’ stato un proliferare di movimenti ed associazioni che propongono la loro ricetta, il loro punto di vista, e soprattutto la voglia di lottare per il riscatto della nostra terra e questo mi sembra l’aspetto più positivo del momento storico molto buio che stiamo vivendo noi meridionali, basta vedere le tragiche vicende degli operai di Termini Imerese o lo squallore della politica campana tra il vicereame affaristico di Bassolino e le alternative in odor di camorra come Cosentino.
Nessuno purtroppo ha la soluzione o la bacchetta magica né nessun movimento ha avuto rilevanza nazionale o ha ottenuto dei risultati così eclatanti da poter indicare una strada; la nostra terra vive una situazione coloniale da circa 150 anni e nello scenario politico, mediatico, economico, e soprattutto lobbistico del belpaese tosco-padano di oggi, il Mezzogiorno oramai è stato relegato ai margini del dibattito e viene sempre più penalizzato dalle scelte del governo nazionale e dall’assoluta incapacità dei governi locali, regionali o provinciali o comunali, di destra o di sinistra.
Fa comodo diffondere l’idea di un Mezzogiorno soltanto fonte di sprechi e dominio della criminalità organizzata e della corruzione, in pratica dobbiamo essere considerati come un “Nord mancato”, un luogo antropologicamente destinato al degrado ed al sottosviluppo e che “non riesce” ad essere più moderno, più civile e più sviluppato. Queste teorie, che molto prendono in eredità dal pensiero di Lombroso sui “briganti” del 1860-1870, oggi ovviamente servono per continuare a tagliare fondi al Sud senza che nessuno alzi la voce per dire che la realtà è diversa, dai conti territoriali del Ministero dello Sviluppo Economico risulta evidente che di soldi se ne spendono meno al Sud (una delle pochi voci lontane dal coro è quella di Viesti in “Mezzogiorno a tradimento”, ma basta scaricare il Rapporto 2008 del Dipartimento per la Coesione e lo Sviluppo Economico sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, del Ministero dello Sviluppo Economico*, per vedere che la spesa totale del settore pubblico allargato è stata di ca. 14.000 Euro procapite al CentroNord e ca. 10.000 al Sud…è un oltraggio a quel famoso art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana ed è uno schiaffo pesantissimo da dare a tutti i soloni dei media italian-padani!). Come dimostrano tantissime inchieste di oggi inoltre, le mafie, camorre e ‘ndranghete oramai non sono più soltanto radicate nel territorio meridionale ma sono presenti, con investimenti e con iniziative concrete anche in Lombardia, in Veneto, in Emilia…praticamente vanno a braccetto con l’imprenditoria padana; questo per non parlare delle lobby economiche padane che da sempre socializzano le perdite e privatizzano gli utili o della corruzione politica ed affaristica al Nord visto che Tangentopoli mi pare sia scoppiata a Milano e non a Napoli, Fiorani con la Banca Popolare era basato a Lodi e non a Caserta, Tanzi è di Parma e non di Reggio Calabria…e potrei andare avanti per giorni con i cattivi esempi del Nord politico ed imprenditoriale. Ed invece i media italian-padani strombazzano sempre con la grancassa gli sprechi al Sud o i falsi invalidi meridionali o le mazzette al Sud mentre analoghi casi al Nord li fanno apparire casi sporadici ed isolati di un’economia sana e che va bene, mentre al Sud dobbiamo sempre vergognarci di non riuscire ad essere come “loro”.
Da dove ha origine questa situazione di sudditanza psicologica del Sud e da quando iniziano queste teorie al limite del razzismo e che ben preparano il campo al prossimo federalismo voluto dalla Lega Nord?
Sicuramente dal famigerato 1861, anno nefasto per noi meridionali, di una “malaunità” imposta con una guerra di annessione e con la forza ed i danari della massoneria internazionale che ha avuto nei Savoia e nei Garibaldi il braccio operativo o meglio i servi schiocchi del progetto “liberale”. Progetto che ci ha portato il “progresso” di disastrose avventure coloniali, due tragiche guerre mondiali ed il fascismo, e poi decenni di situazione politica congelata tra democristiani e comunisti, come oggi lo è da 15 anni tra berlusconiani ed antiberlusconiani. Comprendere che la questione meridionale nasce circa 150 anni fa, è fondamentale per capire la situazione di oggi e per capire che non siamo “antropologicamente inferiori e mafiosi e camorristi”, la riscoperta di un’identità e della verità storica è sicuramente un punto fondamentale e indispensabile di ogni serio movimento meridionalista, chi non lo capisce o è stupido o molto più probabilmente è in malafede.
Per questo io non mi vergogno di esporre o di presentarmi sempre con i simboli del glorioso Regno delle Due Sicilie e di dichiarami “neoborbonico” in senso identitario, così come sono orgoglioso di essere erede di una tradizione culturale di secoli di civiltà meridionale, dalla Magna Grecia a Federico II e dallo “stupor mundi” fino al grande re Carlo di Borbone e poi re Ferdinando II, da Campanella a Vico, da Parmenide di Elea a Pitagora, da Pirandello a De Filippo, da Totò a Troisi…l’elenco sarebbe troppo lungo!
Di questa riscoperta identitaria ovviamente ringrazio i miei maestri, da Alianello a De Sivo, dai compianti Lucio Barone ed Angelo Manna fino ai leader meridionalisti di oggi, da Ciano a Zitara, da De Crescenzo a Pagano…solo per citarne alcuni e sperando di non offendere gli altri…ovviamente questa riscoperta identitaria è stata metabolizzata ed aggiunta alle altre mie idee e convinzioni, per sviluppare un pensiero personale ed un progetto politico che spero di portare avanti con gli amici e compatrioti del Partito del Sud.
Secondo me non basta rimpiangere il passato, e ahimè la storia ci insegna che non si può mai tornare indietro, ma coi corsi e ricorsi storici di vichiana memoria possiamo attualizzare il pensiero megaloellenico, borbonico ed infine meridionalista per renderlo efficace, moderno e degno di attenzione nel 3° millennio con una serie di considerazioni.
Non possiamo essere secondo me un movimento esclusivamente “tradizionalista”, in senso monarchico e cattolico ultra-tradizionalista, questo non si sposerebbe una società moderna che oramai anche al Sud è post-industriale e molto lontana, non solo da quella prevalentemente agricola e cattolica del 1861, ma anche rispetto a quella di 20 anni fa; ma questo, sempre secondo la mia modesta opinione, ovviamente non vuol dire non accettare esponenti “tradizionalisti” che accettino di essere una componente del movimento.
Non possiamo essere secondo me un movimento esclusivamente separatista, anche qui secondo me oggi non troviamo molto campo fertile nell’odierna società meridionale che anzi alla parola “indipendenza” si spaventa, consideriamo che la società meridionale è “anestetizzata” da quasi 150 anni di colonialismo tricolorato e risorgimentale e anche da un ventennio di rincoglionimento televisivo berlusconiano. Anche per quest’aspetto, ciò non significa non accettare nel movimento esponenti indipendentisti “duri e puri” o non ipotizzare un cammino che in futuro mi porterà o ci porterà a posizioni più nette e favorevoli all’indipendentismo, basta che questa non sia una pregiudiziale da imporre all’interno del movimento e soprattutto “da subito” come un aut aut. Forse è più importante compattare il fronte e iniziare a prepararci ai prossimi tetri scenari federalisti che ci saranno imposti, come al solito, dal Nord…dobbiamo essere capaci di rispondere velocemente con una NOSTRA controproposta, seria e credibile.
Detto quello che non dobbiamo essere, dobbiamo invece essere capaci di essere propositivi e di sognare, immaginare, progettare e realizzare un futuro diverso per la nostra terra. Questo si fa costruendo un grande movimento meridionalista che sia la casa di tutti quelli che hanno come obiettivo primario il riscatto del Sud a partire dalla verità storica, con la consapevolezza che la “questione meridionale” non è stata creata dai meridionali e non potrà essere risolta se non dai meridionali, con un “nostro” federalismo (non quello meramente fiscale proposto dalla Lega Nord…ma un progetto nuovo che nasca dal Sud e per il Sud, ad esempio penso alla macroregione Napolitana autonoma, che insieme allo Statuto di autonomia finalmente applicato in pieno per la Regione Sicilia, darebbe un nuovo impulso alle nostre terre), economia e turismo sostenibile, sviluppo della ricerca per valorizzare il nostro maggior asset che è quello delle intelligenze dei giovani meridionali, incentivi efficaci alle energie alternative e allo start up di piccole aziende innovative in settori come Internet o dell’artigianato tradizionale di qualità e soprattutto rispetto per l’ambiente, la “nostra” terra ed il “nostro” mare. Rispetto per la nostra terra vuol dire pensare ad un serio progetto di bonifica per la Campania prima che agli inceneritori bresciani come soluzione, vuol dire diffondere una cultura ed una pratica della raccolta differenziata e prendere come esempio i progetti “Rifiuti Zero” da benchmark con le migliori esperienze californiane o scandinave, vuol dire avere al Sud almeno l’energia solare che si ha in Germania, vuol dire rifiutare il destino della bella terra lucana come discarica nucleare, vuol dire combattere le follie antieconomiche come il Ponte sullo Stretto che sicuramente porterà i suoi benefici economici maggiormente alla padana Impregilo che ai compatrioti di Sicilia e Calabria, vuol dire destinare fondi alla banda larga al Sud e alle scuole meridionali piuttosto che ad aziende padane come FIAT che il lavoro oramai se lo porta all’estero e ovviamente sarà il Sud con Termini Imerese e Pomigliano a pagare il conto, vuol dire sostenere economicamente le piccole banche cooperative veramente meridionali e non le fantomatiche Banche del Sud di Tremonti, sostenere i piccoli imprenditori meridionali taglieggiati sia dalle grandi banche italiane oramai tutte padane (con tassi di interesse più alti della media nazionale) che dalla criminalità organizzata….e mi fermo qui perché non è mia intenzione dettagliare in questa sede il nostro programma futuro!
Per questi progetti abbiamo bisogno di compatrioti tenaci, onesti e preparati e dovremo soprattutto emarginare gli “schizzati” o le “pazzoidi” con manie di protagonismo che già tanti danni e perdite di tempo hanno procurato con scissioni ed incomprensioni e pure gli “accattoni”, cioè quelli a cui va tutto bene basta che gli promettono qualcosa a destra o a sinistra, un po’ di visibilità o un posto in lista o una poltrona qualsiasi.
Con questi uomini e questi principi etici, su queste proposte e su questi programmi, noi ci giocheremo la nostra credibilità, una seria alternativa allo sfacelo italian-risorgimentale della politica di destra e sinistra, diversi non solo nelle radici storiche ma anche nelle idee, nei metodi, in particolare nel modo di concepire eticamente la politica. Soprattutto in base a questa credibilità, potremmo essere più efficaci nel raccontare la nostra vera storia, contrastare davvero le mafie e l’esercito mediatico italian-padano, senza farci richiudere nel ghetto dei “nostalgici” e del “piagnisteo assistenzialista” che ci ha riservato il belpaese dei fratelli d’Italia con la sua retorica “risorgimentale”… perché come disse Orwell: chi controlla il passato, controlla il futuro!
Buon 2010 e buonissime feste a tutti voi fratelli meridionali, autonomisti o indipendentisti, monarchici o repubblicani, cattolici o laici, napoletani o siciliani o duosiciliani…impariamo a confrontarci, come non siamo riusciti a fare in passato ed ognuno si è chiuso nel suo orticello di simbolo, movimento o associazione…e combattiamo finalmente sotto un’unica bandiera del Sud i nostri veri nemici e colonizzatori! Un esercito di nemici potentissimo e dotato di formidabili mezzi economici e mediatici ci attende, ma noi non possiamo arrenderci perché oggi abbiamo scarsi mezzi né possiamo per calcolo o per ingenuità pensare di “infiltrarci” nelle linee “nemiche” e allearci col diavolo di turno di destra o di sinistra né tanto meno fornire col nostro vano isolazionismo e velleitario protagonismo altro spazio alle lobbies toscopadane, noi del Partito del Sud ci proveremo fin dal 2010 alle prossime elezioni regionali ed aspettiamo a braccia aperte tutti i nostri fratelli meridionali per fare fronte comune per la nostra lotta di liberazione…ed i briganti del terzo millenio finalmente saranno una realtà!
AUGURISSIMI A TUTTI NOI CHE CREDIAMO ANCORA NEI SOGNI DI VERITA’, GIUSTIZIA E LIBERTA’ PER IL NOSTRO SUD!
Enzo Riccio
Segretario Organizzativo Nazionale
PARTITO DEL SUD
* da http://www.dps.tesoro.it/rapporto_annuale_2008.asp
sabato 19 dicembre 2009
venerdì 11 dicembre 2009
giovedì 10 dicembre 2009
IL PARTITO DEL SUD AL FIANCO DEGLI OPERAI FIAT DI TERMINI IMERESE!
NELLA MATTINA DEL 8/12/2009 UNA DELEGAZIONE REGIONALE DEL PARTITO DEL SUD SI E' RECATA IN PIAZZA DUOMO A TERMINI IMERESE PER PRESENTARE UN DOCUMENTO POLITICO DI SOLIDARIETA' AGLI OPERAI DELLA FIAT DI TERMINI, IN LOTTA PER LA SALVAGUARDIA DEL POSTO DI LAVORO.
Nelle foto sopra: Erasmo Vecchio, Linda Cottone, Alessandro Tornello e altri delegati del Partito del Sud della Sicilia, dopo la consegna del documento politico a sostegno della lotta operaia.
Il Partito del Sud sta dalla parte degli operai siciliani, contro il potere nordista, se chiudono quella fabbrica i siciliani e i meridionalisti tutti boicotteranno la FIAT, e non compreranno più tali automobili, ci rivolgeremo a ad altri produttori, amici del Sud.
Firma e diffondi la petizione on line per rimuovere la statua di Garibaldi!
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VIA LA STATUA DI GARIBALDI DALLA PIAZZA DELLA STAZIONE CENTRALE DI NAPOLI!
Via le statue di Garibaldi, Cavour, Cialdini, Vittorio Emanuele II dalle strade e dalle piazze del Sud...chi ci ha massacrato, depredato e ridotti al rango di colonia del Nord non lo merita!
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Sign for Una statua per la Verita'!
VIA LA STATUA DI GARIBALDI DALLA PIAZZA DELLA STAZIONE CENTRALE DI NAPOLI!
Via le statue di Garibaldi, Cavour, Cialdini, Vittorio Emanuele II dalle strade e dalle piazze del Sud...chi ci ha massacrato, depredato e ridotti al rango di colonia del Nord non lo merita!
venerdì 4 dicembre 2009
mercoledì 2 dicembre 2009
Il Partito del Sud al NO B Day a Roma il 5 dicembre 2009
PARTITO DEL SUD AL NO B Day
No Berlusconi...No Bassolino!
IL PARTITO DEL SUD CONTRO LA POLITICA DI DESTRA E SINISTRA CHE RENDE IL SUD COLONIA DA 150 ANNI!!!
CONTRO TUTTE LE MAFIE E CONTRO TUTTE LE LOBBIES, I POTERI ECONOMICI, FINANZIARI E MEDIATICI PADANI!
Per noi Destra e Sinistra sono solo indicazioni stradali!
PARTITO DEL SUD
martedì 1 dicembre 2009
Ma quale croce e quale tricolore....
Il recente referendum in Svizzera, col risultato del divieto di costruire Minareti, ha mandato in brodo di giuggiole i legaioli padani, convinti di poter replicare tale idiozia anche in Italia.
Addirittura il viceministro Castelli propone di inserire la croce nel nostro tricolore...a quando le nuove crociate?
Nel Partito del Sud non troveranno sponde, le nostre tradizioni cattoliche meridionali semmai si difendono con progetti moderni di integrazione, di dialogo, non fomentando l'odio per "l'altro", per l'extracomunitario che viene continuamente definito come "clandestino" e potenziale delinquente o per i musulmani definiti come "potenziali terroristi" per diffondere paura e odio verso tutto il mondo islamico....del resto noi non possiamo dimenticare le nostre secolari tradizioni di tolleranza fin dai tempi del grande Federico II, lo "stupor mundi" alla cui corte palermitana convivevano scienziati e letterati ebrei, arabi e cristiani.
Inoltre non dobbiamo dimenticare che questo è uno Stato laico e chi vuole difendere la Religione cattolica lo farà senz'altro meglio con altri argomenti, molto diversi da quelli xenofobi e razzisti.
Semmai, cari leghisti, la discussione apriamola sul Risorgimento e su come e' stato imposto il tricolore al popolo meridionale dai "fratelli d'Italia", con le baionette e col massacro di centinaia di migliaia di meridionali infamati come "briganti"...per noi meridionali sul tricolore rimangono queste macchie di sangue indelebili, quando se ne parlerà e arriveranno le scuse del resto del belpaese dei "fratelli d'Italia", dopo quasi 150 anni di bugie e di oblio, sarà sempre troppo tardi.
sabato 21 novembre 2009
Incontro tematico Rete dei Cittadini sulla gestione dei rifiuti, Roma 21/11
Il Partito del Sud di Roma partecipa all'incontro tematico proposto dalla Rete dei Cittadini, sui danni alla salute provocati dagli inceneritori e sulle alternative possibili, con l'intervento del Prof. Montanari, ricercatore ed esperto di nanopatologie, e di Francesco Zagami del progetto "Rifiuti zero".
Ancora una volta dimostriamo coi fatti di uscire dal ghetto del meridionalismo solo nostalgico, passiamo ad elaborare proposte concrete per il riscatto del Sud.
Proposte rivoluzionarie non solo per gli aspetti ambientali, drammatica emergenza attuale specialmente in Campania, Calabria e Sicilia, ma anche dal punto di vista economico...insomma la questione ambientale, compresa una nuova e corretta gestione dei rifiuti, deve diventare, secondo noi, una parte dei nostri programmi meridionalisti alternativi al regime italian-padano di destra e sinistra e parte quella "rivoluzione meridionale" auspicata da Guido Dorso.
Enzo Riccio
Partito del Sud - sez. "Lucio Barone" Roma
venerdì 20 novembre 2009
Ed ecco gli ex fascisti protagonisti nei festeggiamenti dei 150 anni di Unità...
Maurizio Gasparri, nella foto ripreso in caricatura dalla celebre imitazione di Neri Marcorè che esalta la sua grande intelligenza, la sua cultura e la sua preparazione...;-), ha fondato "Italia protagonista", nuova associazione culturale di cui sentivamo davvero un gran bisogno, che contribuirà ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Il capogruppo del PdL al Senato ha anche dichiarato:
«L'Italia deve riprendere coscienza della sua bella identità».
Insieme al presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, e al giornalista e scrittore Roberto Gervaso, Gasparri ha presentato un programma di festeggiamenti per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia con appuntamenti per tutto il 2010.
(fonte: Il Tempo)
Speriamo che li pubblichino questi appuntamenti, è una grande occasione per i movimenti meridionalisti per controcelebrare quest'anniversario e per proporre la nostra VERA storia del Sud e non le favolette risorgimentali!
giovedì 19 novembre 2009
CATANIA 21/11 CONVEGNO DEL PARTITO DEL SUD SUL TEMA: "SERVIRE LA SICILIA. NON SERVIRSENE"
SABATO 21 NOVEMBRE - KATANE PALACE HOTEL ore 9,30 CATANIA
CONVEGNO SUL TEMA:
"SERVIRE LA SICILIA. NON SERVIRSENE."
Relatori:
Erasmo Vecchio (v.coord.nazionale PdSUD)
Alessandro Tornello (coord.regionale PdSUD)
Agostino Portanova (Vice Pres.nazionale Confimprese)
Nino Sala (Alleanza etica per la Sicilia)
Linda Cottone (Presidente del Comitato "Salviamo i mercati storici di Palermo")
La crisi non è alle spalle ma si presenta in tutta la sua drammaticità.
Cresce in Sicilia la disoccupazione. Chiudono le piccole imprese.
Il sistema del credito è sempre più nemico dei produttori. Cresce l'impoverimento delle comunità. Il Governatore Lombardo che tanto ha strombazzato
per i 4,3 miliardi dei fondi FAS ha dimenticato di chiedere al Capo del Governo i circa 150 miliardi di euro che lo stato ci deve in forza dello
Statuto siciliano!
Il convegno oltre ad esprimere la posizione del PdSUD sull'attuale situazione politica in Sicilia e nel paese,illustrerà le proposte del PdSUD a partire dalla necessità, per la Sicilia, di tornare al più presto alle urne in quanto la maggioranza che ha sostenuto Lombardo non esiste più all'ARS e neppure nel Popolo siciliano, tradito ancora una volta.
Ai Siciliani serve un governo "libero" da condizionamenti il cui Governatore possa dire senza timidezze che non serve la Banca del Sud di Tremonti nè
il federalismo egoista di Bossi e Calderoli e che la questione meridionale è una cosa seria che riguarda l'autodeterminazione di un Popolo colonizzato.
Il convegno è aperto alla comunità, ai simpatizzanti ed agli attivisti ed militanti del PdSUD.
CONVEGNO SUL TEMA:
"SERVIRE LA SICILIA. NON SERVIRSENE."
Relatori:
Erasmo Vecchio (v.coord.nazionale PdSUD)
Alessandro Tornello (coord.regionale PdSUD)
Agostino Portanova (Vice Pres.nazionale Confimprese)
Nino Sala (Alleanza etica per la Sicilia)
Linda Cottone (Presidente del Comitato "Salviamo i mercati storici di Palermo")
La crisi non è alle spalle ma si presenta in tutta la sua drammaticità.
Cresce in Sicilia la disoccupazione. Chiudono le piccole imprese.
Il sistema del credito è sempre più nemico dei produttori. Cresce l'impoverimento delle comunità. Il Governatore Lombardo che tanto ha strombazzato
per i 4,3 miliardi dei fondi FAS ha dimenticato di chiedere al Capo del Governo i circa 150 miliardi di euro che lo stato ci deve in forza dello
Statuto siciliano!
Il convegno oltre ad esprimere la posizione del PdSUD sull'attuale situazione politica in Sicilia e nel paese,illustrerà le proposte del PdSUD a partire dalla necessità, per la Sicilia, di tornare al più presto alle urne in quanto la maggioranza che ha sostenuto Lombardo non esiste più all'ARS e neppure nel Popolo siciliano, tradito ancora una volta.
Ai Siciliani serve un governo "libero" da condizionamenti il cui Governatore possa dire senza timidezze che non serve la Banca del Sud di Tremonti nè
il federalismo egoista di Bossi e Calderoli e che la questione meridionale è una cosa seria che riguarda l'autodeterminazione di un Popolo colonizzato.
Il convegno è aperto alla comunità, ai simpatizzanti ed agli attivisti ed militanti del PdSUD.
Dal blog di Beppe Grillo: Eau de Paris...merde d'Italie!
In Italia siamo sempre in leggera controtendenza.
In Francia, a Parigi l’acqua ritornerà pubblica dal primo gennaio 2010. Il sindaco Bertrand Delanoe non ha rinnovato i contratti con le multinazionali Veolia e Suez . L’acqua sarà gestita da un ente pubblico: “Eau de Paris”. Il risparmio per i parigini sarà di almeno 30 milioni di euro all'anno.
In Italia, il non-Parlamento ha trasformato in legge un decreto che rende privata l'acqua pubblica. La legge Ronchi stabilisce che la quota di capitale pubblico delle società che gestiscono l'acqua non sia superiore al 30%.
L'acqua è un diritto naturale dell'uomo. Non un business. Ovunque la gestione dell'acqua sia stata privatizzata, il suo prezzo è aumentato, raddoppiato, triplicato.
Di chi è l'acqua? E' nostra, dei nostri comuni, delle nostre regioni. E' la pioggia che cade dal cielo. Le multinazionali e chi ha votato la legge Ronchi possono andare a fanculo. Loro hanno fatto la legge? Lancerò un referendum abrogativo. Il prossimo V-day sarà per l'acqua, per la nostra vita. In primavera, dopo le elezioni. Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
(fonte: www.beppegrillo.it)
Modena 22/11/2009: Convegno e Dibattito con Antonio Ciano
Per il ciclo “Viaggio nella storia di Modena”, domenica 22 Novembre alle ore 16 a Modena, Sala di Piazzetta Redecocca 1, è previsto il convegno:
RISORGIMENTO: GLORIE DA CELEBRARE E/O FRATTURE DA RISANARE?
Presentazione del libro:
"Le radici della vergogna. Psicanalisi dell’Italia" di Elena Bianchini Braglia
A seguire dibattito con:
Antonio Ciano, storico, Assessore del Comune di Gaeta (LT), Presidente Rete Sud e Coordinatore Nazionale del Partito del Sud
On. Lorenzo Fontana, Eurodeputato della Lega Nord
Modera: Stefano Soranna, Presidente del Comitato di Modena del Centro Studi sul Risorgimento e sugli Stati Preunitari
INGRESSO LIBERO
Informazioni: www.terraeidentita.it, 059 212334
RISORGIMENTO: GLORIE DA CELEBRARE E/O FRATTURE DA RISANARE?
Presentazione del libro:
"Le radici della vergogna. Psicanalisi dell’Italia" di Elena Bianchini Braglia
A seguire dibattito con:
Antonio Ciano, storico, Assessore del Comune di Gaeta (LT), Presidente Rete Sud e Coordinatore Nazionale del Partito del Sud
On. Lorenzo Fontana, Eurodeputato della Lega Nord
Modera: Stefano Soranna, Presidente del Comitato di Modena del Centro Studi sul Risorgimento e sugli Stati Preunitari
INGRESSO LIBERO
Informazioni: www.terraeidentita.it, 059 212334
mercoledì 18 novembre 2009
E il Partito del Sud sbarca anche in Campania...finalmente!
Domenica 16/11 a Napoli è stato costituito, in vista delle Elezioni Regionali del 2010, il Comitato Elettorale Campano del Partito del Sud composto da:
Andrea Balia, Massimo Calabrese, Pompeo De Chiara e Carmine Iannaccone.
Avrà sedi sia a Napoli che a Caserta ed a breve ci saranno nuovi ingressi che rinforzeranno la squadra che, come gli amici del suddetto Comitato, confluiranno nel Partito del Sud.
L'obiettivo è molto sfidante ed è quello di organizzare una lista completamente autonoma del Partito del Sud per le prossime elezioni regionali in Campania, nonchè per le Provinciali a Caserta.
Il Partito del Sud presenterà propri candidati in tutte le province campane.
Tutte le sezione del Partito del Sud sosterranno lo sforzo dei nostri eroici compatrioti. Siamo certi che anche tutti gli amici meridionalisti identitari ci saranno al fianco in questa grossa sfida al sistema partitocratico italiano di destra, sinistra e centro....non ci sono più scuse, il Partito del Sud c'è!
In particolare ci auguriamo che i movimenti che hanno sottoscritto, meno di un mese fa, a Gaeta il documento finale del convegno saranno al nostro fianco, ora che tutte le condizioni richieste sono state soddisfatte, rigettando il tentativo di rompere il fronte meridionalista identitario posto in essere dall'avanzata di forze politiche che vogliono, cavalcando senza pudore le nostre parole d'ordine, tentare pericolose operazioni trasformistiche, sulla falsariga di quanto è già accaduto in questi ultimi anni in Sicilia, in un'operazione gattopardesca che rigetterebbe indietro di anni il nostro lavoro e che dobbiamo assolutamente sconfiggere per il bene del nostro popolo.
Importanti forze dell'imprenditoria campana, che hanno aderito alla nostra causa, sosterranno il nostro sforzo.
Nei prossimi giorni comunicheremo i riferimenti dei Comitati Elettorali a cui tutti i compatrioti interessati potranno far pervenire la propria fattiva adesione.
Non è più il tempo delle parole ma dell'azione, ogni tentennamento è codardia, ogni ripensamento è tradimento!
Per il riscatto delle nostre terre , per ritrovare il nostro orgoglio, per riaffermare la nostra dignità.
Antonio Ciano
PARTITO DEL SUD
martedì 17 novembre 2009
L'Italia? Già sfasciata 150 anni fa...
Posto questo bell'articolo di Lino Patruno, da "La Gazzetta del Mezzogiorno".
Se alcuni giornalisti (finalmente!) iniziano a dire la verità sul cosiddetto "Risorgimento" e sulla colonizzazione del Sud che dura da quasi 150 anni, vuol dire che c'e' sempre più spazio per noi del Partito del Sud!
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Non vogliono sfasciare l’Italia ora, hanno già cominciato 150 anni fa. Ed è ovvio che non vogliano celebrare l’anniversario dell’Unità, perché l’unità non l’hanno mai digerita. Dai Sabaudi in poi, il Nord vincitore ha fatto del Sud vinto ciò che ha voluto. Lo dicessero storici marxisti, quelli sempre premurosi col popolo sottomesso, si potrebbe replicare: fanno ideologia. Ma se lo dice l’inglese Denis Mack Smith, tanto per citarne il più noto, c’è poco da arricciare il naso. Fu una conquista militare bell’e buona, altro che entusiastico plebiscito raccontato dagli ineffabili libri scolastici. Cui peraltro partecipò solo il due per cento degli abitanti delle Due Sicilie. Proprietari terrieri in testa, baroni feudali preoccupati solo di non perdere le loro ricchezze e di allearsi con la borghesia industriale del Nord per «cambiare qualcosa affinché non cambiasse nulla».
Per cinque anni a Napoli ci fu un esercito di occupazione. E se il generale Cialdini mise tutto a ferro e fuoco non fu solo per combattere i briganti che sarebbe ora di considerare meno briganti di quanto si volle far credere. Il Sud continua a intestargli strade come un benemerito.
Ma bisognerebbe leggere i rapporti degli inviati dei Savoia per capire che consideravano i sudisti poco più che selvaggi. Si presero il tesoro dei Borbone, che non avevano debiti, per pagare i loro debiti. Imposero uno Stato centralizzato alla francese quali loro erano. E ignorarono i suggerimenti a considerare una forma federale che venivano dagli stessi meridionalisti, ma allora, quando sarebbe servito a evitare scippi e spoliazioni non ora a rapina compiuta con quel dritto di Bossi. Disegnarono il territorio del Sud non tenendo conto della geografia ma della necessità dei loro prefetti di dividerlo per dominarlo meglio. E disegnarono i collegi elettorali per dare al Sud una rappresentanza minore in Parlamento rispetto al Nord. L’Italia unita era già in partenza un’Italia del Nord. Ovvio che pensassero anzitutto ai loro interessi, con la complicità degli «utili idioti» del Sud. Ogni decisione economica presa da allora a oggi ha favorito il Nord danneggiando il Sud. Così i meridionali, se non erano più briganti, diventarono emigranti. E fino ai nostri giorni, quando sono partiti contadini e arrivati terroni. E ogni volta che il Sud si arrabbiava, si faceva una legge speciale: 1892, 1904, 1908, 1920, 1950. Che non risolveva nulla, se le leggi non speciali poi andavano in altra direzione. Ma l’Unità si doveva fare, sarebbe folle pensare il contrario: perché solo così siamo diventati un grande, libero, democratico Paese, nonostante incidenti di percorso. E nonostante il divario fra Nord e Sud che l’unità ha creato e mai risolto. Si dice: ma il Sud ha sprecato immense risorse. La Cassa per il Mezzogiorno, ad esempio. I cui fondi in trent’anni sono stati solo lo 0,67 della ricchezza nazionale (pesa più un odierno Superenalotto). Che comunque hanno trasformato il Sud molto più di quanto l’Unità avesse fatto. E che venivano spesi dallo Stato non dal Sud. Con un patto scellerato con le imprese del Nord che scendevano per divorarsene il grosso. Tutti contenti, tranne poi sparare sul solito Sud parassita «che vive con i nostri soldi». Eppure la cattiva coscienza nazionale continuava a pensare che per il Sud occorresse intervenire. Essendo assurdo appunto che il grande, libero, democratico Paese non riuscisse a risolvere un problema risolto altrove nel mondo ovunque ci fosse. Ma poi, improvvisamente, il Sud è uscito non solo dall’agenda dei governi, ma anche dalla cattiva coscienza collettiva, dalla memoria, dai convegni, dai giornali. Mentre al posto della «questione meridionale» si imponeva la «questione settentrionale». Diventata «egemone», cioè dominante e accettata a prescindere. È stato quando, con Tangentopoli, sono scomparsi i grandi partiti nazionali. È stato quando, col mondo senza più frontiere, le piccole patrie si sono chiuse in se stesse per difendere la loro roba: chi se ne frega della nazione, contano i territori. È stato quando la Lega Nord, non vedendo opposizione, ha fatto diventare politica i più triti luoghi comuni dei suoi bassifondi, il rancore contro i meridionali, contro Roma e le tasse, contro l’Unità (proprio loro).
Ecco perché questi 150 anni capitano nel momento più disgraziato e l’eroico presidente Napolitano parla controvento. Nel momento in cui non solo non si sono fatti gli italiani, ma rischia di non essere fatta più neanche l’Italia. Il Sud deve piangere sui suoi peccati, essersi governato in modo spesso infame. Dipende solo da se stesso. Ma anche il Nord deve capire che da solo diventa una Svizzera ricca ma ininfluente. Ci vorrebbe uno di quei guizzi che fanno la storia. Nel frattempo Bossi rilancia i dialetti perché gli sta sulle scatole questa lingua italiana che unifica, maledizione, il Paese.
Lino Patruno
Fonte: LaGazzetta del Mezzogiorno
Tessera onoraria del Partito del Sud di Roma a Giuseppe Ussani d'Escobar
Sono molto contento di poter annunciare l'ingresso nel Partito del Sud di Roma di due nuovi amici, l'Architetto Oreste Albarano e il Dr. Giuseppe Ussani d'Escobar; Giuseppe è il pronipote di Gabriele Ussani, colonello dell'esercito del Regno delle Due Sicilie protagonista di un'eroica resistenza prima sul Volturno e poi a Gaeta, successivamente aiutante di campo del Conte di Caserta nella battaglia di Mentana.
Visibilmente emozionato, ho consegnato una tessera onoraria del Partito del Sud all'amico Giuseppe, riproponendoci di organizzare qualche mostra o esibizione insieme agli altri amici del Partito del Sud e con le Associazioni Culturali duosiciliane, in modo da raccontare gli splendori del Regno delle Due Sicilie.
NESSUNA NOSTALGIA...SEMPRE PER LA VERITA' E LA RISCOSSA DEL SUD!
Enzo Riccio
PARTITO DEL SUD - sez. "Lucio Barone" Roma
Visibilmente emozionato, ho consegnato una tessera onoraria del Partito del Sud all'amico Giuseppe, riproponendoci di organizzare qualche mostra o esibizione insieme agli altri amici del Partito del Sud e con le Associazioni Culturali duosiciliane, in modo da raccontare gli splendori del Regno delle Due Sicilie.
NESSUNA NOSTALGIA...SEMPRE PER LA VERITA' E LA RISCOSSA DEL SUD!
Enzo Riccio
PARTITO DEL SUD - sez. "Lucio Barone" Roma
mercoledì 4 novembre 2009
4 novembre...per noi meridionali niente da festeggiare!
Il 4 novembre si vogliono festeggiare le forze armate e il “Giorno dell’Unità nazionale” in coincidenza con il giorno che ricorda la fine della 1 guerra mondiale.
Mi chiedo cosa dovremmo festeggiare noi meridionali?
150 anni di bugie e retorica "risorgimentale", di falsa unità in un paese che ha sempre privilegiato il Centro-Nord a discapito del Sud?
La fine di un sanguinoso conflitto che ha visto la morte di almeno 200.000 meridionali per territori lontani che forse ci sarebbero stati ceduti senza guerra dagli Austriaci?
Festeggiamo le centinaia di migliaia di morti per Gorizia quando nemmeno questo ci ha fatto diventare italiani come gli altri invece che "palla al piede", "sfaticati"?
No caro Ministro La Russa, noi meridionali non abbiamo proprio niente da festeggiare, finite le fanfare dei bersaglieri noi torniamo ad essere i "terroni", gli "africani", e la carne da macello per guerre assurde e lontane!
No caro Presidente Napolitano, noi meridionali non abbiamo proprio niente da festeggiare nè oggi nè tanto meno coi 150 anni di "Unità" che qualcuno vorrebbe agghindare con la solita agiografia e retorica e noi combatteremo in tutti i modi per la giustizia e la verità!
martedì 3 novembre 2009
Note sul convegno del 30/10 a Roma
Il Partito del Sud è un movimento nato a Gaeta (LT) nel 2007 per ridare voce e speranza ai meridionali, per un bisogno di giustizia e verità, per troppi anni soffocato in Italia da un regime partitocratico che difende sempre e solo gli interessi dell’economia che noi chiamiamo “toscopadana”, per evidenziare come oggi il centrodestra, con la “golden share” della Lega Nord, difende gli interessi del Nord, in particolare quelli del Lombardo-Veneto, e il centrosinistra quelli dell’economia toscana ed emiliana, territori dove non a caso sono concentrate le rispettive roccaforti elettorali e sono anche le regioni di provenienza dei rispettivi leader.
Per noi del Partito del Sud la “questione meridionale” è iniziata nel 1861, è necessario ristabilire la verità storica sul cosiddetto “Risorgimento” che per noi è stata una grande truffa e una violenta guerra di annessione ai danni del Regno delle Due Sicilie, stato libero, indipendente e pacifico nonché riconosciuto da tutti gli altri Stati dell’epoca.
Ristabilire la verità storica per noi non significa rimpiangere nostalgicamente il passato, ma significa ricostruire l’Italia su altre basi che non sono quelle della menzogna, della corruzione e dell’ingiustizia.
Quest’annessione violenta e coloniale del 1861, che è stata compiuta dai cosiddetti “padri della patria” come Cavour e Garibaldi con l’appoggio della massoneria inglese, per noi meridionali ha significato centinaia di migliaia di morti in una guerra civile (troppo spesso sottovalutata ed ignorata dagli scrittori di regime…) tra il 1860 ed il 1870, che la storiografia ufficiale e prezzolata italiana ha infamato col marchio di “briganti”. E dopo questa guerra civile dimenticata, è iniziata la tragedia dell’emigrazione ed una propaganda sabauda che ha ribaltato la verità storica, facendoci passare per arretrati, poverissimi e incivili. Il Regno delle Due Sicilie, con le sue luci ed ombre, invece era all’avanguardia della cultura, della tecnica, dell’industria, della flotta marittima, della gestione oculata della finanza pubblica; la “civiltà piemontese” ci ha portato nuove tasse, miseria e sottosviluppo, emigrazione (una diaspora biblica di oltre 20 milioni di meridionali in meno di 150 anni che continua ancora oggi…) e soprattutto una condizione di colonialismo economico e culturale, trasformandoci in colonia di consumatori di prodotti e servizi “toscopadani” e serbatoio di voti per l’intreccio politico-mafioso. Infine dopo un secolo e mezzo di pace, in meno di ottant’anni l’Unità d’Italia ci ha regalato “la libertà” di avere la criminalità organizzata padrona dei territori meridionali, di essere coinvolti in disastrose guerre coloniali, in due guerre mondiali e nel fascismo.
Perché il “federalismo” non e’ stato proposto nel 1861 quando il nostro rapporto Debito/Pil nel Regno delle Due Sicilie era ca. il 16% contro il 73% del Regno di Sardegna e quando le nostre riserve auree erano di ca. 440 Milioni rispetto ai ca. 220 del resto degli stati italiani preunitari messi assieme? Perché viene proposto solo ora dopo averci impoveriti per continuare con una “secessione di fatto” in aperto contrasto con l’art. 3 della nostra Costituzione? Possiamo credere ad un “federalismo” se viene proposto dal Nord ed è basato ORA solo sulle entrate fiscali? E possiamo noi meridionali pensare ad una nostra visione di federalismo o dovremo accettare ancora una volta tutto quello che ancora una volta ci verrà imposto dal Centro-Nord? Possiamo chiedere l’applicazione integrale dello Statuto Autonomo della Regione Siciliana e possiamo chiedere una macroregione autonoma del Sud Continentale con una fiscalità di vantaggio o dobbiamo rimanere zitti ed accettare le riforme padane e le elemosine dello Stato italiano che continua a favorire l’economia del Nord e considerarci “palla al piede”?
Per noi essere meridionalisti oggi significa difendere la nostra economia meridionale dalle mafie e dalle banche (oramai tutte del Nord) che ci prestano i soldi a tassi più alti che nel resto del paese, oltre che la nostra vera storia, le nostre tradizioni e la nostra identità; essere meridionalisti oggi significa anche leggere i dati macroeconomici veri di oggi, al contrario degli stereotipi del tipo “troppi soldi al Sud”, significa informarsi e non credere alle bugie sugli “inceneritori che non fanno male”, rifiutare la finta elemosina che ci vuole dare oggi il governo con la “Banca del Sud”, dopo averci derubato dei fondi FAS che erano destinati all’85% al Sud, oppure “regalarci” le grandi opere inutili come il Ponte sullo Stretto.
Crediamo che la questione ambientale, con le recenti gravissime emergenze in Campania ed in Calabria, e quella della legalità e la lotta senza quartiere a tutte le mafie, debbano essere al centro di una politica seria e per il bene dei cittadini, questo non può essere fatto con i partiti tradizionali italiani che oramai da anni hanno dimostrato la loro totale incapacità e soprattutto il loro essere subalterno a logiche economiche e finanziarie che spesso sono contrarie al benessere dei cittadini, nonché nessuna volontà seria di sconfiggere le mafie, camorre e ‘ndranghete che oramai sono strettamente intrecciate col potere politico, economico ed amministrativo, e come dimostrano recenti indagini oramai è un fenomeno non solo del Sud.
Per questo nel Lazio, il Partito del Sud di Roma sta cercando di costruire con l’aiuto di altri movimenti una Lista Civica, la “Rete dei Cittadini”, sposandone i temi etici ed ambientali, in particolare il rifiuto per gli inceneritori e per il ritorno al nucleare, la netta opposizione alla privatizzazione di beni pubblici come l’acqua; per questo alla nostra recente Convention nazionale di Gaeta abbiamo lanciato un’appello all’aggregazione di tutte le forze meridionaliste che vogliono essere autonome dai partiti tradizionali, cercando invece aggregazioni locali con liste civiche e/o altre liste meridionaliste, e speriamo di avere al nostro fianco il movimento di “Insorgenza Civile”.
Per noi del Partito del Sud la “questione meridionale” è iniziata nel 1861, è necessario ristabilire la verità storica sul cosiddetto “Risorgimento” che per noi è stata una grande truffa e una violenta guerra di annessione ai danni del Regno delle Due Sicilie, stato libero, indipendente e pacifico nonché riconosciuto da tutti gli altri Stati dell’epoca.
Ristabilire la verità storica per noi non significa rimpiangere nostalgicamente il passato, ma significa ricostruire l’Italia su altre basi che non sono quelle della menzogna, della corruzione e dell’ingiustizia.
Quest’annessione violenta e coloniale del 1861, che è stata compiuta dai cosiddetti “padri della patria” come Cavour e Garibaldi con l’appoggio della massoneria inglese, per noi meridionali ha significato centinaia di migliaia di morti in una guerra civile (troppo spesso sottovalutata ed ignorata dagli scrittori di regime…) tra il 1860 ed il 1870, che la storiografia ufficiale e prezzolata italiana ha infamato col marchio di “briganti”. E dopo questa guerra civile dimenticata, è iniziata la tragedia dell’emigrazione ed una propaganda sabauda che ha ribaltato la verità storica, facendoci passare per arretrati, poverissimi e incivili. Il Regno delle Due Sicilie, con le sue luci ed ombre, invece era all’avanguardia della cultura, della tecnica, dell’industria, della flotta marittima, della gestione oculata della finanza pubblica; la “civiltà piemontese” ci ha portato nuove tasse, miseria e sottosviluppo, emigrazione (una diaspora biblica di oltre 20 milioni di meridionali in meno di 150 anni che continua ancora oggi…) e soprattutto una condizione di colonialismo economico e culturale, trasformandoci in colonia di consumatori di prodotti e servizi “toscopadani” e serbatoio di voti per l’intreccio politico-mafioso. Infine dopo un secolo e mezzo di pace, in meno di ottant’anni l’Unità d’Italia ci ha regalato “la libertà” di avere la criminalità organizzata padrona dei territori meridionali, di essere coinvolti in disastrose guerre coloniali, in due guerre mondiali e nel fascismo.
Perché il “federalismo” non e’ stato proposto nel 1861 quando il nostro rapporto Debito/Pil nel Regno delle Due Sicilie era ca. il 16% contro il 73% del Regno di Sardegna e quando le nostre riserve auree erano di ca. 440 Milioni rispetto ai ca. 220 del resto degli stati italiani preunitari messi assieme? Perché viene proposto solo ora dopo averci impoveriti per continuare con una “secessione di fatto” in aperto contrasto con l’art. 3 della nostra Costituzione? Possiamo credere ad un “federalismo” se viene proposto dal Nord ed è basato ORA solo sulle entrate fiscali? E possiamo noi meridionali pensare ad una nostra visione di federalismo o dovremo accettare ancora una volta tutto quello che ancora una volta ci verrà imposto dal Centro-Nord? Possiamo chiedere l’applicazione integrale dello Statuto Autonomo della Regione Siciliana e possiamo chiedere una macroregione autonoma del Sud Continentale con una fiscalità di vantaggio o dobbiamo rimanere zitti ed accettare le riforme padane e le elemosine dello Stato italiano che continua a favorire l’economia del Nord e considerarci “palla al piede”?
Per noi essere meridionalisti oggi significa difendere la nostra economia meridionale dalle mafie e dalle banche (oramai tutte del Nord) che ci prestano i soldi a tassi più alti che nel resto del paese, oltre che la nostra vera storia, le nostre tradizioni e la nostra identità; essere meridionalisti oggi significa anche leggere i dati macroeconomici veri di oggi, al contrario degli stereotipi del tipo “troppi soldi al Sud”, significa informarsi e non credere alle bugie sugli “inceneritori che non fanno male”, rifiutare la finta elemosina che ci vuole dare oggi il governo con la “Banca del Sud”, dopo averci derubato dei fondi FAS che erano destinati all’85% al Sud, oppure “regalarci” le grandi opere inutili come il Ponte sullo Stretto.
Crediamo che la questione ambientale, con le recenti gravissime emergenze in Campania ed in Calabria, e quella della legalità e la lotta senza quartiere a tutte le mafie, debbano essere al centro di una politica seria e per il bene dei cittadini, questo non può essere fatto con i partiti tradizionali italiani che oramai da anni hanno dimostrato la loro totale incapacità e soprattutto il loro essere subalterno a logiche economiche e finanziarie che spesso sono contrarie al benessere dei cittadini, nonché nessuna volontà seria di sconfiggere le mafie, camorre e ‘ndranghete che oramai sono strettamente intrecciate col potere politico, economico ed amministrativo, e come dimostrano recenti indagini oramai è un fenomeno non solo del Sud.
Per questo nel Lazio, il Partito del Sud di Roma sta cercando di costruire con l’aiuto di altri movimenti una Lista Civica, la “Rete dei Cittadini”, sposandone i temi etici ed ambientali, in particolare il rifiuto per gli inceneritori e per il ritorno al nucleare, la netta opposizione alla privatizzazione di beni pubblici come l’acqua; per questo alla nostra recente Convention nazionale di Gaeta abbiamo lanciato un’appello all’aggregazione di tutte le forze meridionaliste che vogliono essere autonome dai partiti tradizionali, cercando invece aggregazioni locali con liste civiche e/o altre liste meridionaliste, e speriamo di avere al nostro fianco il movimento di “Insorgenza Civile”.
giovedì 29 ottobre 2009
martedì 27 ottobre 2009
Nuova sezione del Partito del Sud in Calabria!
Riceviamo da S.Giovanni in Fiore (CS) il seguente comunicato e lo postiamo con un cordiale benvenuto ai nostri fratelli Calabresi:
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24 OTTOBRE 2009
A San Giovanni in Fiore nasce il Partito del Sud Alleanza Meridionale http://www.partitodelsud.it/
La neonata forza politica condivide lo spirito della Risoluzione di Gaeta, presa il 17-18 ottobre 2009, promossa dal Partito del Sud, con l’Associazione Due Sicilie in Fiore, sottoscritta dai gruppi Insorgenza, Uniti per il territorio, Sud Indipendente, Sud Libero.
Determinazioni generali:
1. riaffermare con forza il bisogno di liberazione dalla permanente dipendenza post-unitaria del Sud, di riscatto dalla Questione Meridionale. Mobilitare le risorse sane che hanno a cuore la rinascita e l’indipendenza economica, politica, sociale, culturale e identitaria delle popolazioni dell’ex Regno delle Due Sicilie;
2. affermare la netta distinzione dei movimenti meridionalisti dai partiti e gruppi di potere che hanno reso il Sud colonia di Roma e del Nord. È esclusa ad ogni livello politico la vicinanza e la collaborazione con il sistema dei partiti nazionali;
3. promuovere la costituzione di un organismo unitario (Parlamento del Sud o altra forma di autogoverno) che coordini l’unità d'azione politica, culturale ed elettorale dei movimenti meridionalisti rappresentati.
Determinazioni specifiche a rilievo locale:
1. Il riscatto di questa parte del territorio meridionale passa attraverso la riconquista e la riconsegna ai cittadini del loro immenso demanio comunale, delle “terre pubbliche” usurpate, affinché le comproprietà possano essere gestite in maniera efficace dall’associazione degli utenti.
2. Alla riscossa della terra è legato il destino dello sfruttamento delle risorse naturali più preziose e la ricerca dell’equilibrio tra lo sviluppo umano e l’uso delle risorse: acqua potabile, irrigua, laghi ed energia idro-elettrica, boschi e attività connesse, terre agricole e da pascolo, sottosuolo e aria. Occorre salvaguardare l’acqua potabile dalla privatizzazione.
3. Alla questione della riconquista della terra è legato anche il destino dello sfruttamento del nudo suolo come deposito di rifiuti (discariche, cave interrate, stoccaggi e simili). Occorre salvaguardare e tutelare il nostro suolo dalla somalizzazione, la nostra salute dal male oscuro (tumori) figlio dello sversamento di rifiuti tossici e veleni di ogni genere.
4. Reintegrato il demanio comunale, ai cittadini spetterà il controllo della gestione del relativo territorio, utilizzazione, valorizzazione e destinazione delle sue risorse. Dello sfruttamento delle risorse energetiche deve beneficiare la cittadinanza comunale.
Il Partito del Sud a San Giovanni in Fiore raccoglie ogni contributo associativo. Organizza in questi mesi iniziative culturali volte a far conoscere la storia della nostra cultura e civiltà millenarie. Attraverso incontri, convegni, forum, discussioni, confronti, il Partito del Sud si farà promotore della ricostruzione della menzogna dell’unità d’Italia.
Il Sud deve riprendersi il mercato, diventato colonia di sfruttamento da parte del Nord. Il Grido di Dolore del Sud si è levato forte da Gaeta, ci vorrà pazienza e tempo, ma il Sud vincerà.
Partito del Sud, il coordinatore politico per la provincia di Cosenza
Geom. Gianpiero Tiano
venerdì 23 ottobre 2009
La verità dopo 150 anni come per i pellerossa
Posto questo bellissimo articolo della Gazzetta del Mezzogiorno che paragona la storia dei meridionali con quella degli indiani d'America...a loro solo recentemente è stata giustamente ridata dignità, a noi che aspettiamo da 150 anni, quando sarà fatto dal belpaese dei "fratelli d'Italia"?
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Il brigantaggio meridionale e la Guerra di secessione americana hanno un mucchio di punti in comune. Non soltanto perché si svolsero praticamente in contemporanea ma anche perché si trattò di due guerre fratricide. Secondo molti storici i paragoni, però, finiscono qui perché - a loro dire - in Italia non fu guerra civile. Secondo loro, chi combattè l’esercito dei Savoia non era mosso da «ideali patriottici». Su questo forse bisognerebbe ragionare più a fondo. Ma, volendo soprassedere, c’è un’altra guerra, pure coeva, che può essere di insegnamento per come è stata prima dimenticata e poi - finalmente - portata alla luce.
Stiamo parlando della «conquista del West». Pensiamo allora alle frotte di bambini che, per generazioni, hanno giocato a indiani e cow-boy. L’indice teso e il pollice alzato: «Pam! Pam!». Le regole, per lustri e lustri, sono state semplici: l’uomo bianco, il cow-boy, era il «buono»; il cattivo pellerossa finiva per terra. Fino a un pugno di anni fa a ripeterlo erano i nonni, ma anche il cinema (basta guardare i vecchi film con John Wayne), ed era scritto pure nei libri di scuola. È stato così per circa un secolo.
Uno dei più efferati massacri di indiani d’America risale proprio all’epoca del Brigantaggio, al 1864. Quell’anno, a Sand Creek, 133 Cheyenne e Arapaho furono barbaramente uccisi, i loro cadaveri mutilati (105 erano donne o bambini). A Sand Creek avrebbe dovuto morire il mito del cow-boy buono e dell’indiano cattivo. Non fu così. Nel corso dei decenni, storici, politici, giudici, artisti, si sono adoperati per fornire un’altra versione della guerra tra americani bianchi e americani pellerossa. Ma sono rimasti inascoltati dalle folle. Insomma, le menti migliori sapevano come erano andate le cose, ma per la gente comune non è facile gettare alle ortiche 100 anni di falsità. Ci vuole la chiave giusta, perché la «mappa mentale» collettiva non ama i dubbi. Preferisce fare «Pam! Pam!» e credere che l’uomo bianco è il «buono». Punto.
Poi, nel 1970, sono arrivati il film Soldato blu, diretto da Ralph Nelson e Il piccolo grande uomo, diretto da Arthur Penn e con uno strepitoso Dustin Hoffman. Nel 1981, la sensibilità magnifica di Fabrizio De Andrè regalò agli italiani la canzone Fiume Sand Creek. E, a corona, nel 1990, arrivò Balla coi lupi. I film e le canzoni arrivarono alla gente. Erano la «chiave giusta». Il loro messaggio era potente: gli indiani non sono i cattivi, i bianchi non sono i buoni, tutto è dannatamente più complicato. Sottotitolo: «Vi hanno presi in giro per cent'anni».
In un baleno, è cambiata la mappa mentale dell’opinione pubblica del globo, anche quella degli italiani. Qual è il senso? L'America ha dimostrato a se stessa (e al resto del mondo) di aver capito l’importanza della Storia, quella autentica, con le sue crudeltà. Gli americani si sono riappropriati del loro stesso passato. In conseguenza di ciò il Paese non si è spaccato, anzi. La verità è stata un balsamo. I bianchi sono guariti dal cancro dell’arroganza da «civilizzatori » e agli indiani e alle loro tradizioni e sapienze fu restituita dignità. Tutta la dolorosa epopea della conquista del West, oggi, fa parte integrante del patrimonio storico-culturale del popolo americano.
Sotto la presidenza di Bill Clinton, il Congresso degli Stati Uniti ha presentato le scuse ufficiali agli indiani per l’eccidio di Sand Creek. Per reciproca memoria, sul luogo della strage è stato eretto un monumento. In Italia, ogni benedetto libro di Storia adottato dalle scuole, racconta in modo critico la «Storia del West». I nostri ragazzi studiano cosa accadde nel 1864 dall’altra parte dell’Oceano. Conoscono i Sioux e il Generale Custer. Ma, spesso, non sanno cosa è successo quell’anno nel loro Paese, magari proprio nella loro città. Alle volte non trovano una parola, manco una, sulla guerra fratricida che si combattè nel Mezzogiorno. Non sanno «chi» erano i briganti, oppure sanno che erano unamanica di criminali depravati. Ai giovani meridionali stiamo insegnando che i loro avi erano i «cattivi», pur sapendo che tutto è dannatamente più complicato. (Mrs. Ing.)
da: La Gazzetta del Mezzogiorno http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDCategoria=2699&IDNotizia=276695
Aggiunta approvata alla Convention al manifesto politico...
Ad integrazione del precedente post, c'e' stata un'aggiunta al manifesto proposto dalla sezione romana alla recente Convention del Partito del Sud, proposta dagli amici lucani ed in particolare dal referente del PdSud per la Basilicata, Carmine Colacino, che e' stata approvata.
Eccola:
CI IMPEGNAMO A COSTRUIRE UN PROGRAMMA CHE REALIZZI QUESTI PRINCIPI, NEL RISPETTO DEI VALORI DELLA LAICITÀ, DELLA PACE, DELLA GIUSTIZIA E DELLA NONVIOLENZA.
Scusami Carmine per la dimenticanza...un abbraccio a te e ai briganti lucani!
Eccola:
CI IMPEGNAMO A COSTRUIRE UN PROGRAMMA CHE REALIZZI QUESTI PRINCIPI, NEL RISPETTO DEI VALORI DELLA LAICITÀ, DELLA PACE, DELLA GIUSTIZIA E DELLA NONVIOLENZA.
Scusami Carmine per la dimenticanza...un abbraccio a te e ai briganti lucani!
mercoledì 21 ottobre 2009
Documento approvato alla Convention di Gaeta presentato dalla sezione romana del PdSud
Eccolo il manifesto, presentato dalla sezione romana del PdSud ed approvato alla Convention nazionale di Gaeta del 17-18 ottobre, per formare una confederazione di partiti meridionalisti con gli altri gruppi, movimenti, partiti e associazioni meridionaliste...e per formare, in un futuro non troppo lontano si spera, un unico grande Partito del Sud, in qualunque modo lo si voglia chiamare.
Una linea chiara e netta di non apparentamento con le forze partitocratiche tradizionali e la sottoscrizione di impegni precisi in ambito ambientale, storico e politico.
Speriamo di avere presto le prime adesioni dagli altri gruppi...
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MANIFESTO DEL PDSUD PER LA CONFEDERAZIONE CON ALTRI MOVIMENTI ED ASSOCIAZIONI
1. NOI MERIDIONALISTI DEL PDSUD, PROPOSITORI E FIRMATARI DEL PRESENTE MANIFESTO, SINGOLI CITTADINI E RAPPRESENTANTI DI COMITATI, ASSOCIAZIONI E GRUPPI POLITICI, CONSAPEVOLI CHE GLI ATTUALI PARTITI ITALIANI SONO RESPONSABILI DELLA GESTIONE FALLIMENTARE DELLA “COSA PUBBLICA” E DEL DEGRADO E SFRUTTAMENTO DEL SUD, CI IMPEGNAMO A CREARE UNA FORZA POLITICA MERIDIONALISTA UNITARIA E AUTONOMA, BASATA SU QUESTI 5 PUNTI IRRINUNCIABILI. UN’AGGREGAZIONE CHE DIFENDA L'IDENTITA' CULTURALE E GLI INTERESSI DI TUTTI I NAPOLITANI E SICILIANI OVUNQUE ESSI SI TROVINO E CHE A TAL FINE CONCORRERA' ALLE PROSSIME ELEZIONI OVUNQUE POSSIBILE, COMUNQUE SGANCIATA DALL' ATTUALE SISTEMA PARTITOCRATICO NAZIONALE.
2. SIAMO CONSAPEVOLI CHE IN QUESTO PAESE VIGE UN SISTEMA ELETTORALE CONTORTO E DISTORTO, CHE RENDE IMPOSSIBILE UN VERO E PARITARIO CONFRONTO TRA LE FORZE POLITICHE E SOCIALI, MA VOGLIAMO CREARE COMUNQUE UN’ALTERNATIVA PER QUEI MILIONI DI ELETTORI, NON SOLO MERIDIONALI, CHE SI ASTENGONO DAL VOTO O ANNULLANO LE SCHEDE E PER COLORO, SOPRATTUTTO TRA I MERIDIONALI, CHE, PUR VOTANDO, RIMANGONO SENZA ALCUNA RAPPRESENTANZA.
3. CI IMPEGNAMO A MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA DI OGNI PERSONA, A COMINCIARE DALL'ARIA CHE RESPIRA, DA COME VIENE CURATO, DA COME E QUANTO LAVORA, DA COME VIENE ISTRUITO, DA COSA MANGIA E COSA BEVE, DA COSA COMPRA E QUANTO SPENDE, NEL RISPETTO DI TUTTI GLI ESSERI VIVENTI E DELL’AMBIENTE.
E' PER NOI INDISPENSABILE PROPORRE ALTERNATIVE ALL'ATTUALE DISASTRO AMBIENTALE AL SUD E ALLA FALLIMENTARE RICETTA PER LO SVILUPPO PROPINATACI FINORA DAI GOVERNI DEL CENTRO-NORD, UNA RICETTA DI INCENERITORI, DISCARICHE E CENTRALI NUCLEARI CHE RAFFORZA IL NOSTRO DESTINO DI COLONIA E DISCARICA TERZOMONDISTA.
4. CI IMPEGNAMO A COSTRUIRE UN PROGRAMMA CHE REALIZZI QUESTI PRINCIPI, NEL RISPETTO DEI VALORI DELLA PACE, DELLA GIUSTIZIA E DELLA NONVIOLENZA, ATTRAVERSO L'ATTUAZIONE REALE DEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE, IL RISPETTO DELL’AMBIENTE INTESO COME TUTELA DELL’EQUILIBRIO TRA LA TERRA E LA BIODIVERSITA’, LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE LOCALE E LA LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E CONTRO LA CONNIVENZA TRA POLITICA E MAFIE.
5. CI IMPEGNAMO A DIFENDERE LA VERA STORIA DEL SUD D'ITALIA, PER IL PASSATO DAGLI SPLENDORI DELLA MAGNA GRECIA A QUELLI DEL REGNO DI NAPOLI E SICILIA, POI REGNO DELLE DUE SICILIE, ALLA FALLIMENTARE "UNITA' D’ITALIA” DEL 1861, E PER IL PRESENTE ED IL FUTURO, DIFENDENDO I MERIDIONALI DAI CONTINUI ATTACCHI MEDIATICI DEI MEDIA DI "REGIME", DALLA DISTORSIONE DI CIFRE ECONOMICHE E DALLA DIFFUSIONE DI STEREOTIPI SUI E CONTRO I MERIDIONALI.
CI IMPEGNAMO INOLTRE A RISTABILIRE LA VERITA' STORICA SUL COSIDETTO "RISORGIMENTO", IN ACCORDO CON TUTTI I MOVIMENTI MERIDIONALISTI E DUOSICILIANI, NAPOLITANI E SICILIANI, CHE VORRANNO, SENZA PROTAGONISMI E SMETTENDOLA CON LA LOTTA DEL "SIMBOLETTO", DEL MARCHIO DI "DURI E PURI" E LE ACCUSE DI "TRADIMENTO". SIAMO CONSAPEVOLI CHE LA CONOSCENZA DEL NOSTRO PASSATO E' UNA CONDIZIONE NECESSARIA, MA NON SUFFICIENTE, PER IL POPOLO MERIDIONALE PER RITROVARE L'ORGOGLIO E LA VOGLIA DI RISCATTO E PER COSTRUIRE UN FUTURO DIVERSO DI SVILUPPO SOSTENIBILE E DI GIUSTIZIA E LIBERTA'.
Una linea chiara e netta di non apparentamento con le forze partitocratiche tradizionali e la sottoscrizione di impegni precisi in ambito ambientale, storico e politico.
Speriamo di avere presto le prime adesioni dagli altri gruppi...
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MANIFESTO DEL PDSUD PER LA CONFEDERAZIONE CON ALTRI MOVIMENTI ED ASSOCIAZIONI
1. NOI MERIDIONALISTI DEL PDSUD, PROPOSITORI E FIRMATARI DEL PRESENTE MANIFESTO, SINGOLI CITTADINI E RAPPRESENTANTI DI COMITATI, ASSOCIAZIONI E GRUPPI POLITICI, CONSAPEVOLI CHE GLI ATTUALI PARTITI ITALIANI SONO RESPONSABILI DELLA GESTIONE FALLIMENTARE DELLA “COSA PUBBLICA” E DEL DEGRADO E SFRUTTAMENTO DEL SUD, CI IMPEGNAMO A CREARE UNA FORZA POLITICA MERIDIONALISTA UNITARIA E AUTONOMA, BASATA SU QUESTI 5 PUNTI IRRINUNCIABILI. UN’AGGREGAZIONE CHE DIFENDA L'IDENTITA' CULTURALE E GLI INTERESSI DI TUTTI I NAPOLITANI E SICILIANI OVUNQUE ESSI SI TROVINO E CHE A TAL FINE CONCORRERA' ALLE PROSSIME ELEZIONI OVUNQUE POSSIBILE, COMUNQUE SGANCIATA DALL' ATTUALE SISTEMA PARTITOCRATICO NAZIONALE.
2. SIAMO CONSAPEVOLI CHE IN QUESTO PAESE VIGE UN SISTEMA ELETTORALE CONTORTO E DISTORTO, CHE RENDE IMPOSSIBILE UN VERO E PARITARIO CONFRONTO TRA LE FORZE POLITICHE E SOCIALI, MA VOGLIAMO CREARE COMUNQUE UN’ALTERNATIVA PER QUEI MILIONI DI ELETTORI, NON SOLO MERIDIONALI, CHE SI ASTENGONO DAL VOTO O ANNULLANO LE SCHEDE E PER COLORO, SOPRATTUTTO TRA I MERIDIONALI, CHE, PUR VOTANDO, RIMANGONO SENZA ALCUNA RAPPRESENTANZA.
3. CI IMPEGNAMO A MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA DI OGNI PERSONA, A COMINCIARE DALL'ARIA CHE RESPIRA, DA COME VIENE CURATO, DA COME E QUANTO LAVORA, DA COME VIENE ISTRUITO, DA COSA MANGIA E COSA BEVE, DA COSA COMPRA E QUANTO SPENDE, NEL RISPETTO DI TUTTI GLI ESSERI VIVENTI E DELL’AMBIENTE.
E' PER NOI INDISPENSABILE PROPORRE ALTERNATIVE ALL'ATTUALE DISASTRO AMBIENTALE AL SUD E ALLA FALLIMENTARE RICETTA PER LO SVILUPPO PROPINATACI FINORA DAI GOVERNI DEL CENTRO-NORD, UNA RICETTA DI INCENERITORI, DISCARICHE E CENTRALI NUCLEARI CHE RAFFORZA IL NOSTRO DESTINO DI COLONIA E DISCARICA TERZOMONDISTA.
4. CI IMPEGNAMO A COSTRUIRE UN PROGRAMMA CHE REALIZZI QUESTI PRINCIPI, NEL RISPETTO DEI VALORI DELLA PACE, DELLA GIUSTIZIA E DELLA NONVIOLENZA, ATTRAVERSO L'ATTUAZIONE REALE DEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE, IL RISPETTO DELL’AMBIENTE INTESO COME TUTELA DELL’EQUILIBRIO TRA LA TERRA E LA BIODIVERSITA’, LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE LOCALE E LA LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E CONTRO LA CONNIVENZA TRA POLITICA E MAFIE.
5. CI IMPEGNAMO A DIFENDERE LA VERA STORIA DEL SUD D'ITALIA, PER IL PASSATO DAGLI SPLENDORI DELLA MAGNA GRECIA A QUELLI DEL REGNO DI NAPOLI E SICILIA, POI REGNO DELLE DUE SICILIE, ALLA FALLIMENTARE "UNITA' D’ITALIA” DEL 1861, E PER IL PRESENTE ED IL FUTURO, DIFENDENDO I MERIDIONALI DAI CONTINUI ATTACCHI MEDIATICI DEI MEDIA DI "REGIME", DALLA DISTORSIONE DI CIFRE ECONOMICHE E DALLA DIFFUSIONE DI STEREOTIPI SUI E CONTRO I MERIDIONALI.
CI IMPEGNAMO INOLTRE A RISTABILIRE LA VERITA' STORICA SUL COSIDETTO "RISORGIMENTO", IN ACCORDO CON TUTTI I MOVIMENTI MERIDIONALISTI E DUOSICILIANI, NAPOLITANI E SICILIANI, CHE VORRANNO, SENZA PROTAGONISMI E SMETTENDOLA CON LA LOTTA DEL "SIMBOLETTO", DEL MARCHIO DI "DURI E PURI" E LE ACCUSE DI "TRADIMENTO". SIAMO CONSAPEVOLI CHE LA CONOSCENZA DEL NOSTRO PASSATO E' UNA CONDIZIONE NECESSARIA, MA NON SUFFICIENTE, PER IL POPOLO MERIDIONALE PER RITROVARE L'ORGOGLIO E LA VOGLIA DI RISCATTO E PER COSTRUIRE UN FUTURO DIVERSO DI SVILUPPO SOSTENIBILE E DI GIUSTIZIA E LIBERTA'.
martedì 20 ottobre 2009
COMUNICATO STAMPA SUL CONVEGNO DI GAETA 17-18 OTTOBRE 2009
Il convegno di Gaeta è finito. Sabato, affollato da delegazioni venute da tutta Italia, si è svolta la lunga e interessante discussione politica con il confronto delle varie opinioni e l'analisi del momento politico particolarissimo che stiamo vivendo. Domenica mattina i gruppi Meridionalisti si son visti solo per firmare un documento programmatico d'intesa.
Oltre al Partito del Sud erano presenti: Sud Libero, Insorgenza, L'Altro Sud, Sud indipendente, Associazione Due Sicilie.
Sono arrivate adesioni da tutta Italia.
I movimenti in questione sono per un'alternativa sistemica ai partiti che hanno sconquassato il Sud in questi 150 anni di vita dello Stato cosiddetto unitario, contestatissimo dai presenti.
Questi ragazzi vogliono per il Sud autonomia completa, visto i risultati che i partiti di destra e di sinistra hanno regalato al Sud in questo periodo storico: milioni di morti in guerre che non ci appartenevano, emigrazione biblica che ancora oggi continua senza soluzione di continuità.
Vi sono stati interventi interessanti, come quello del Segretatio Nazionale Ciano che si è presentato dimissionario all'appuntamento ma acclamato ad alta voce dai presenti, acchè continui nella sua azione aggregativa delle varie espressioni del Sud, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige, passando per i paesi europei e americani dai quali sono arrivate attestazioni di stima;
Erasmo Vecchio, inventore dei "Comprasud" portatore di valori assoluti, Nando Dicè. Andrea Balia, Peppe Quaranta, Massimo Calabrese, Michele Iannelli, Gianpiero Tiano dalla Calabria, Alessandro Tornello Coordinatore Regionale del PdSud Sicilia, Linda Cottone dalla Sicilia, Vittoria Mariani e Carmine Iannaccone da Napoli, Carmine Colacino dalla Basilicata, Francesco Laricchia da Bari, Antonio Iannaccone da Mantova, Natale Cuccurese da Reggio Emilia, Enzo Riccio da Roma, Enrico Viciconte, Ferdinando Pannella e Giuseppe Lipari sempre da Roma, Giacomo Pontarelli dal Molise, Alessandro Romano dell'Associazione Culturale Neoborbonica, il Direttore della Rivista Due Sicilie nonchè Presidente della Nazionale di Calcio del Regno delle Due Sicilie Antonio Pagano, Pompeo De Chiara e tanti altri hanno dato vita ad un serrato confronto.
Dopo la lettura dei saluti inviati da Don Giuliano Lilli di Isernia, da John Napoli da New York e dal Professore Giuseppe Maiello da Praga non è mancato l'apporto del Sindaco di Gaeta Antonio Raimondi che ha dato ai presenti il Benvenuto ai convegnisti nella città martire del "Risorgimento".
Particolarmente significativo inoltre il saluto portato personalmente da Angelo Ferrillo promotore dell'Associazione "La Terra dei Fuochi" (www.laterradei fuochi.it) che ha portato la sua sconvolgente testimonianza al Convegno ed è stato lungamente applaudito.
Oltre al Comprasud, già nato a Catania, sono in germinazione società editrici, musicali, e forse in embrione compagnie assicurative, telefoniche e mediatiche.
Il Sud deve riprendersi il mercato, diventato colonia di sfruttamento da parte del Nord.
Il Gruppo Sella, piemontese Doc, ha fatto le Banche del Sud?
Il Mantovano Tremonti vuole rispondere con la Banca del Mezzogiorno?
Tutte del Nord, un'altra truffa.
I Partiti del Sud hanno detto in coro che se ne devono andare dal Sud. La colonia si sta ribellando. Colonia che ha ingrassato speculatori e mafiosi di tutti i tipi.
Il Grido di Dolore del Sud si è levato forte da Gaeta, ci vorrà pazienza e tempo, ma il Sud vincerà.
A Gaeta finì il Regno delle Due Sicilie e da Gaeta si sta incamminando il Sud verso la Libertà che gli è stata tolta dai piemontesi di ieri e dai lombardi di oggi che hanno accorpato tutta quella economia che dicono italiana, ma in realtà è solo Tosco padana.
A Gaeta si è deciso di andare da soli nelle elezioni di qualsiasi tipo, sia regionali che nazionali, ogni azione per il Sud è stata condivisa da chi, oggi, vuole presentarsi vergine all'appuntamento con la storia. I vari Movimenti nati nel Sud, amici e compari dei partiti che hanno dissanguato il meridione,non daranno nessuna spinta alla Questione Meridionale. Forse non hanno capito che i partiti confluiti a Gaeta detestano persino il Parlamento di Montecitorio, lì, si sono seduti i maggiori responsabili del massacro del Sud, sia umano che economico.
Nascerà a Napoli un Parlamento dove i Partiti e i Movimenti del Sud si daranno appuntamento per decidere, con governi ombra e provvisori, la strada da seguire, per dare ridare al Sud la dignità perduta da 148 anni.
La nostra Repubblica non può festeggiare i massacri subiti da una parte d'Italia.
In Francia, il 14 luglio di ogni anno si festeggia la repubblica e non la monarchia.
Chi non sa queste cose non può far parte di questo Stato repubblicano, nato sulle ceneri di casa Savoia e del fascismo, dell'Italia del risorgimento. Morirono un milione di meridionali nel 1861-1870, 87 mila partigiani nel 1943-45, tutti, indistintamente, contro casa Savoia.
Antonio Ciano
Coord. nazionale Partito del Sud
Oltre al Partito del Sud erano presenti: Sud Libero, Insorgenza, L'Altro Sud, Sud indipendente, Associazione Due Sicilie.
Sono arrivate adesioni da tutta Italia.
I movimenti in questione sono per un'alternativa sistemica ai partiti che hanno sconquassato il Sud in questi 150 anni di vita dello Stato cosiddetto unitario, contestatissimo dai presenti.
Questi ragazzi vogliono per il Sud autonomia completa, visto i risultati che i partiti di destra e di sinistra hanno regalato al Sud in questo periodo storico: milioni di morti in guerre che non ci appartenevano, emigrazione biblica che ancora oggi continua senza soluzione di continuità.
Vi sono stati interventi interessanti, come quello del Segretatio Nazionale Ciano che si è presentato dimissionario all'appuntamento ma acclamato ad alta voce dai presenti, acchè continui nella sua azione aggregativa delle varie espressioni del Sud, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige, passando per i paesi europei e americani dai quali sono arrivate attestazioni di stima;
Erasmo Vecchio, inventore dei "Comprasud" portatore di valori assoluti, Nando Dicè. Andrea Balia, Peppe Quaranta, Massimo Calabrese, Michele Iannelli, Gianpiero Tiano dalla Calabria, Alessandro Tornello Coordinatore Regionale del PdSud Sicilia, Linda Cottone dalla Sicilia, Vittoria Mariani e Carmine Iannaccone da Napoli, Carmine Colacino dalla Basilicata, Francesco Laricchia da Bari, Antonio Iannaccone da Mantova, Natale Cuccurese da Reggio Emilia, Enzo Riccio da Roma, Enrico Viciconte, Ferdinando Pannella e Giuseppe Lipari sempre da Roma, Giacomo Pontarelli dal Molise, Alessandro Romano dell'Associazione Culturale Neoborbonica, il Direttore della Rivista Due Sicilie nonchè Presidente della Nazionale di Calcio del Regno delle Due Sicilie Antonio Pagano, Pompeo De Chiara e tanti altri hanno dato vita ad un serrato confronto.
Dopo la lettura dei saluti inviati da Don Giuliano Lilli di Isernia, da John Napoli da New York e dal Professore Giuseppe Maiello da Praga non è mancato l'apporto del Sindaco di Gaeta Antonio Raimondi che ha dato ai presenti il Benvenuto ai convegnisti nella città martire del "Risorgimento".
Particolarmente significativo inoltre il saluto portato personalmente da Angelo Ferrillo promotore dell'Associazione "La Terra dei Fuochi" (www.laterradei fuochi.it) che ha portato la sua sconvolgente testimonianza al Convegno ed è stato lungamente applaudito.
Oltre al Comprasud, già nato a Catania, sono in germinazione società editrici, musicali, e forse in embrione compagnie assicurative, telefoniche e mediatiche.
Il Sud deve riprendersi il mercato, diventato colonia di sfruttamento da parte del Nord.
Il Gruppo Sella, piemontese Doc, ha fatto le Banche del Sud?
Il Mantovano Tremonti vuole rispondere con la Banca del Mezzogiorno?
Tutte del Nord, un'altra truffa.
I Partiti del Sud hanno detto in coro che se ne devono andare dal Sud. La colonia si sta ribellando. Colonia che ha ingrassato speculatori e mafiosi di tutti i tipi.
Il Grido di Dolore del Sud si è levato forte da Gaeta, ci vorrà pazienza e tempo, ma il Sud vincerà.
A Gaeta finì il Regno delle Due Sicilie e da Gaeta si sta incamminando il Sud verso la Libertà che gli è stata tolta dai piemontesi di ieri e dai lombardi di oggi che hanno accorpato tutta quella economia che dicono italiana, ma in realtà è solo Tosco padana.
A Gaeta si è deciso di andare da soli nelle elezioni di qualsiasi tipo, sia regionali che nazionali, ogni azione per il Sud è stata condivisa da chi, oggi, vuole presentarsi vergine all'appuntamento con la storia. I vari Movimenti nati nel Sud, amici e compari dei partiti che hanno dissanguato il meridione,non daranno nessuna spinta alla Questione Meridionale. Forse non hanno capito che i partiti confluiti a Gaeta detestano persino il Parlamento di Montecitorio, lì, si sono seduti i maggiori responsabili del massacro del Sud, sia umano che economico.
Nascerà a Napoli un Parlamento dove i Partiti e i Movimenti del Sud si daranno appuntamento per decidere, con governi ombra e provvisori, la strada da seguire, per dare ridare al Sud la dignità perduta da 148 anni.
La nostra Repubblica non può festeggiare i massacri subiti da una parte d'Italia.
In Francia, il 14 luglio di ogni anno si festeggia la repubblica e non la monarchia.
Chi non sa queste cose non può far parte di questo Stato repubblicano, nato sulle ceneri di casa Savoia e del fascismo, dell'Italia del risorgimento. Morirono un milione di meridionali nel 1861-1870, 87 mila partigiani nel 1943-45, tutti, indistintamente, contro casa Savoia.
Antonio Ciano
Coord. nazionale Partito del Sud
mercoledì 14 ottobre 2009
CONVENTION NAZIONALE PARTITO DEL SUD
SABATO 17 OTTOBRE 2009
ORE 10,30 - 13,30
Conferenza Organizzativa Partito del Sud
Ore 15,30 - 19,30
Stati generali dei meridionalisti
DOMENICA 18 OTTOBRE 2009
Ore 10,30 - 12,30
Posizionamento del soggetto politico unitario del Sud e strategia
COMUNICHIAMO INOLTRE CHE CON L'HOTEL SERAPO - Via Firenze, 1104024 Gaeta (Latina) 0771 450037 (GOOGLE MAPS) E' PREVISTA UNA CONVENZIONE, A PREZZI RIDOTTI, IN OCCASIONE DEL CONVEGNO PER CHI AVESSE NECESSITA' DI PERNOTTAMENTO.
UGUALMENTE CONVENZIONATO IL RISTORANTE TRATTORIA PIZZERIA "LA LAMPARA DA VITO", POCO DISTANTE DALL'HOTEL. (GOOGLE MAPS)
martedì 13 ottobre 2009
Petizione on line promossa da Quotidiano della Calabria
Il Partito del Sud di Roma aderisce alla petizione on line promossa dal Quotidiano della Calabria
Ancora una volta siamo dalla parte del popolo meridionale e non dei suoi INdegni rappresentanti a livello locale e nazionale!
lunedì 12 ottobre 2009
La Poli Bortone, Donnici... e la sindrome del portaborse...
Giovedì scorso ho assistito alla conferenza stampa della sen. Adriana Poli Bortone a Roma e devo dire che non sono rimasto particolarmente entusiasta, anche se la mia posizione personale andrà ovviamente verificata con quella degli altri amici del PdSud al prossimo congresso nazionale del 17 e 18 a Gaeta.
Anche se ci sono state alcune proposte interessanti, come quella delle "gabbie fiscali" come alternativa alle "gabbie salariali", l'aria che si respirava non era certo quella di una rivoluzione meridionale ma si tratta di un meridionalismo molto molto moderato senza l'ombra di una critica al "sistema Italia", che pure e' la base della nostra colonizzazione da circa 150 anni. Un momento di gelo è sceso quando poi la Poli Bortone ha accennato alla sua entrata nel gruppo misto con UDC, SVP e Autonomie.
In sala c'erano pure personaggi improbabili, come il presidente di un fantomatico movimento meridionale (che ha un simbolo con le freccie tricolori!!!) e che spera in una qualsiasi operazione di "visibilità", mi confessa senza pudore "magari pure cu' Berlusconi!". Ovviamente inutile aggiungere che certi compagni di strada meglio perderli...
Mi sono guardato intorno, e ho cercato un cenno di intesa con un noto architetto napoletano leader di un movimento a noi amico che sta pensando ad alleanze elettorali con quest'aggregazione, sospirando "Ma nuje ccà che c'azzeccamm'???"
Io credo " 'O Rest' 'e niente" , come recita il titolo di un bellissimo romanzo di Enzo Striano...soprattutto perchè è ambigua la collocazione politica di quest'aggregazione, si parla di soggetto "autonomo" ma poi in tante occasioni si apre a possibili alleanze con UDC o MPA o chi capiterà, e poi ancora una volta non mi sembra un'operazione che nasce dal "basso" ma principalmente dal patto tra due politici noti (Poli Bortone e Donnici) che sicuramente hanno il merito di abbandonare i loro vecchi partiti, ma mi sembrano ancora molto distanti, nei metodi e nelle intenzioni di programma, da quella società civile meridionale che lotta contro degrado ambientale, mafie-partiti, corruzione etc etc....
Quindi detto che personalmente non voglio unirmi subito al carro dei "portaborse" che vedo che già si sta affollando, se e' l'unica alternativa seria per il meridionalismo di oggi, e, in mancanza di altro meglio curare il febbrone con un'aspirina che con niente, lo vedremo a Gaeta e decideremo insieme, per il bene del Sud...abbiamo aspettato quasi 150 anni, la nostra lotta non finirà certo con le prossime elezioni regionali.
Enzo Riccio
PARTITO DEL SUD - sez. "Lucio Barone" Roma
venerdì 9 ottobre 2009
SABATO 10 OTTOBRE ORE 17 CONVEGNO PER UNA DIVERSA SANITA' NEL LAZIO
INTRODUCE:
MICHELE TAMBORRA, Lista Civica del Laboratorio Politico
INTERVENGONO:
Dottor MICHELE IANNELLI, Medico Specialista in Psicologia Clinica, Psicoterapeuta, Omeopata Omotossicologo, Floriterapeuta
“Salutogenesi, prevenzione e terapie naturali per una nuova politica sanitaria.”
Dottoressa ANGELA ALLEGRETTA Medico Specialista in Neurologia, Omeopata omotossicologa.
“Esperienze cliniche di utilizzo di terapie integrate in riabilitazione”
DIBATTITO
ROMA - Sala Bacciarini del Complesso Parrocchiale San Giuseppe Via Bovio 44
(Metrò A Fermata Cipro- Musei vaticani)
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Il Partito del Sud di Roma partecipa a quest'evento e al Laboratorio Politico, nato per la definizione di una lista civica per le prossime elezioni regionali nel Lazio che sia indipendente dai partiti tradizionali e che proponga idee diverse e di buon senso, per il bene dei cittadini e non delle solite lobbies e clientele politico-mafiose.
INTRODUCE:
MICHELE TAMBORRA, Lista Civica del Laboratorio Politico
INTERVENGONO:
Dottor MICHELE IANNELLI, Medico Specialista in Psicologia Clinica, Psicoterapeuta, Omeopata Omotossicologo, Floriterapeuta
“Salutogenesi, prevenzione e terapie naturali per una nuova politica sanitaria.”
Dottoressa ANGELA ALLEGRETTA Medico Specialista in Neurologia, Omeopata omotossicologa.
“Esperienze cliniche di utilizzo di terapie integrate in riabilitazione”
DIBATTITO
ROMA - Sala Bacciarini del Complesso Parrocchiale San Giuseppe Via Bovio 44
(Metrò A Fermata Cipro- Musei vaticani)
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Il Partito del Sud di Roma partecipa a quest'evento e al Laboratorio Politico, nato per la definizione di una lista civica per le prossime elezioni regionali nel Lazio che sia indipendente dai partiti tradizionali e che proponga idee diverse e di buon senso, per il bene dei cittadini e non delle solite lobbies e clientele politico-mafiose.
giovedì 1 ottobre 2009
Cara 'Ndragheta ti scrivo...
Pubblichiamo, dal sito www.ciroma.org, la lettera disperata, ironica e provocatoria, di un calabrese che oramai rassegnato dall'immobilismo delle "istituzioni" di questo belpaese, confida nelle capacità della 'Ndrangheta...
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CARA 'NDRANGHETA
Una lettera aperta di Claudio Dionesalvi alla mafia calabrese sulle navi radioattive e sui rifiuti tossici affondati a largo delle coste meridionali. Un commento sui veleni che minacciano i mari calabresi e che rischiano di venire insabbiati un'altra volta, nelle coscienze e nella rassegnazione dei cittadini.
di: Claudio Dionesalvi per Carta
Cara ‘ndrangheta, cercavo un interlocutore serio nella società «civile». Non l’ho trovato. Allora ho deciso di indirizzare direttamente a te questa lettera aperta, perché tanto non servirebbe a niente scrivere ai politici calabresi o alle istituzioni dello Stato. Tu perlomeno sei un’entità concreta. Loro, invece, sono soltanto una comoda e vorace finzione che si agita nella mente di tantissimi elettori. Come saprai, da qualche mese i mezzi d’informazione sostengono che la Calabria negli ultimi decenni sarebbe stata vittima di un attacco nucleare. Mi riferisco alla famigerata inchiesta sulle «navi a perdere». Che strano! Il ministero della Difesa non si è ancora mobilitato. «Porta a porta» non ha dedicato una sola puntata a questa terrificante storia che, se fosse confermata in tutti i suoi dettagli, rappresenterebbe la pagina di storia d’Italia più oscura dalla nascita della Repubblica. Chissà come si sarebbero comportati i mezzi d’informazione e il governo se questi presunti ritrovamenti di scorie tossiche o radioattive fossero avvenuti davanti le coste della Toscana?! Anzitutto, una precisazione. Io non c’entro nulla con una certa «sinistra» che da sempre è convinta di poter risolvere i problemi del mondo a suon di manette, ma poi grida al complotto quando è lei stessa a finire nei guai giudiziari. Provengo da una sinistra che ha pagato prezzi altissimi per mano dei magistrati italiani. Ecco perché rimango garantista, e quando un pentito lancia accuse, non credo ad una sola delle sue parole, almeno fino a quando non si trovano riscontri oggettivi, «al di là di ogni ragionevole sospetto». Detto questo, cara ‘ndrangheta, vorrei capire come sia possibile che tu abbia potuto nascondere tonnellate di rifiuti nocivi nel «giardino» di casa tua. Mi sembra un controsenso. Un tempo, forse, eri «onorata» società. Pare che tu avessi addirittura codici e regole. Ormai è risaputo che esisti e trascini dietro di te tanti giovani per un motivo solo: mangiare! Cioè, curare i tuoi interessi. Quindi niente valori! Nessun principio. Però stupida non lo sei mai stata. Scusa ‘ndrangheta, la questione è la seguente: da anni si dice che avresti aiutato criminali senza scrupoli ad affondare navi tossiche e radioattive nei mari calabresi. Adesso se ne sono accorti persino i procuratori della Repubblica e le redazioni dei grossi giornali italiani. Domanda: chi te l’ha fatta fare? Perché il problema è che pure tu ed i tuoi figli vivete qui, cara ‘ndrangheta. Quindi, mangiate quel pesce e fate il bagno in quei mari, gli stessi in cui ci bagniamo noi poveri fessi. Però, a causa della radioattività, pure tu ed i tuoi sacri figli morirete di cancro. Quindi non «mangerete» più. E anche se non vi ammalaste voi, comunque potrebbe capitare ai figli dei vostri figli, perché certe sostanze liberate nell’ambiente, avvelenano la natura per sempre. Tu sai bene che i morti morti non hanno potere, ma i morti viventi sì. Per loro, almeno, la sofferenza è un fatto di convenienza. Lo hanno capito i tuoi boss che negli ultimi trent’anni sono diventati kamikaze: accettano in silenzio di vegetare per tutto il resto della loro vita in carcere, sotto tortura, in regime di 41 bis, pur di consentire a mogli, figli e nipoti di sopravvivere fuori. Sì, più o meno come quelli che si imbottiscono di tritolo e saltano in aria, in Iran ed in Afghanistan: scelgono di morire, in cambio dei soldi che le organizzazioni mandanti degli attentati elargiranno ai loro familiari dopo che avranno compiuto la missione assegnata. Ogni sacrificio comporta un beneficio. Ma sul Tirreno cosentino mi pare che i benefici siano scarsi e troppo alto è il sacrificio! È vero: non sei solo tu, cara ‘ndrangheta, a seguire la strategia del silenzio e della sofferenza. In Calabria, è comportamento quasi unanime. Sempre a proposito di Jolly Rosso, Cunsky e navi dei veleni… lo sapevano tutti! Ne erano consapevoli uomini operanti nelle Capitanerie di porto, nei tribunali, nelle amministrazioni comunali; persino tanti semplici appassionati del mare che nell’attraversare in barca il tratto antistante Cetraro, vedevano impazzire gli strumenti di bordo. Però quasi tutti tacevano. Perché s’è tentato di tenere in equilibrio omertà e spirito di sopravvivenza: «mettiamo a tacere tutto, altrimenti i turisti scappano, qui non viene più nessuno a villeggiare». Insomma, meglio morire di cancro che di fame! È la medesima mentalità ottusa che abbiamo ereditato dalle generazioni che ci hanno preceduto. Gente che ancora si ostina a sbraitare: «Ai miei tempi…». Sono gli stessi «cittadini onesti» che, in nome delle proprie eterne abitudini, rifiutano qualsiasi cambiamento positivo. Sono quelli che pur di non fare la raccolta differenziata dei rifiuti, lanciano la spazzatura dal finestrino della propria automobile in corsa. Quelli che la scorsa estate si lamentavano perché il mare è sporco, ma in cambio della pagnotta continuano a mandare certa gentaglia a governarci. Quelli che nel loro piccolo non fanno niente per costruire un’altra Calabria. Esimia ‘ndrangheta, tu meglio di me sai che dalla società «civile» non arriverà alcun cambiamento perché è troppo schiava di quei politici che oggi hanno la faccia tosta di scrivere interrogazioni parlamentari sulle navi radioattive, pur essendo loro stessi artefici di questa palude chiamata Calabria. Ma la frittata è fatta. Se anche quelle navi affondate risultassero cariche di patate fritte e se sotto il fiume Olivo gli esperti trovassero tracce di una spedizione extraterrestre, ormai il mondo sa che la Calabria è radioattiva. Smentire la notizia non servirà a nulla. Chiuderanno alberghi, lidi e ristoranti. Le nostre coste diventeranno un deserto. Dunque, cara ‘ndrangheta, troviamo un accordo. Tu che possiedi potenti mezzi, dacci una mano. Facciamo tutti insieme una bella colletta, noleggiamo noi una nave specializzata, assumiamo scienziati ed esperti e cerchiamo di ripulire mari e fiumi dai rifiuti tossici e radioattivi o da qualsiasi cosa sia stata gettata lì sotto. Ma facciamolo subito, perché se aspettiamo i tempi dei tribunali e degli enti locali calabresi, moriremo tutti di cancro. E con noi moriranno pure la nostra terra e i tuoi figli. O no?
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CARA 'NDRANGHETA
Una lettera aperta di Claudio Dionesalvi alla mafia calabrese sulle navi radioattive e sui rifiuti tossici affondati a largo delle coste meridionali. Un commento sui veleni che minacciano i mari calabresi e che rischiano di venire insabbiati un'altra volta, nelle coscienze e nella rassegnazione dei cittadini.
di: Claudio Dionesalvi per Carta
Cara ‘ndrangheta, cercavo un interlocutore serio nella società «civile». Non l’ho trovato. Allora ho deciso di indirizzare direttamente a te questa lettera aperta, perché tanto non servirebbe a niente scrivere ai politici calabresi o alle istituzioni dello Stato. Tu perlomeno sei un’entità concreta. Loro, invece, sono soltanto una comoda e vorace finzione che si agita nella mente di tantissimi elettori. Come saprai, da qualche mese i mezzi d’informazione sostengono che la Calabria negli ultimi decenni sarebbe stata vittima di un attacco nucleare. Mi riferisco alla famigerata inchiesta sulle «navi a perdere». Che strano! Il ministero della Difesa non si è ancora mobilitato. «Porta a porta» non ha dedicato una sola puntata a questa terrificante storia che, se fosse confermata in tutti i suoi dettagli, rappresenterebbe la pagina di storia d’Italia più oscura dalla nascita della Repubblica. Chissà come si sarebbero comportati i mezzi d’informazione e il governo se questi presunti ritrovamenti di scorie tossiche o radioattive fossero avvenuti davanti le coste della Toscana?! Anzitutto, una precisazione. Io non c’entro nulla con una certa «sinistra» che da sempre è convinta di poter risolvere i problemi del mondo a suon di manette, ma poi grida al complotto quando è lei stessa a finire nei guai giudiziari. Provengo da una sinistra che ha pagato prezzi altissimi per mano dei magistrati italiani. Ecco perché rimango garantista, e quando un pentito lancia accuse, non credo ad una sola delle sue parole, almeno fino a quando non si trovano riscontri oggettivi, «al di là di ogni ragionevole sospetto». Detto questo, cara ‘ndrangheta, vorrei capire come sia possibile che tu abbia potuto nascondere tonnellate di rifiuti nocivi nel «giardino» di casa tua. Mi sembra un controsenso. Un tempo, forse, eri «onorata» società. Pare che tu avessi addirittura codici e regole. Ormai è risaputo che esisti e trascini dietro di te tanti giovani per un motivo solo: mangiare! Cioè, curare i tuoi interessi. Quindi niente valori! Nessun principio. Però stupida non lo sei mai stata. Scusa ‘ndrangheta, la questione è la seguente: da anni si dice che avresti aiutato criminali senza scrupoli ad affondare navi tossiche e radioattive nei mari calabresi. Adesso se ne sono accorti persino i procuratori della Repubblica e le redazioni dei grossi giornali italiani. Domanda: chi te l’ha fatta fare? Perché il problema è che pure tu ed i tuoi figli vivete qui, cara ‘ndrangheta. Quindi, mangiate quel pesce e fate il bagno in quei mari, gli stessi in cui ci bagniamo noi poveri fessi. Però, a causa della radioattività, pure tu ed i tuoi sacri figli morirete di cancro. Quindi non «mangerete» più. E anche se non vi ammalaste voi, comunque potrebbe capitare ai figli dei vostri figli, perché certe sostanze liberate nell’ambiente, avvelenano la natura per sempre. Tu sai bene che i morti morti non hanno potere, ma i morti viventi sì. Per loro, almeno, la sofferenza è un fatto di convenienza. Lo hanno capito i tuoi boss che negli ultimi trent’anni sono diventati kamikaze: accettano in silenzio di vegetare per tutto il resto della loro vita in carcere, sotto tortura, in regime di 41 bis, pur di consentire a mogli, figli e nipoti di sopravvivere fuori. Sì, più o meno come quelli che si imbottiscono di tritolo e saltano in aria, in Iran ed in Afghanistan: scelgono di morire, in cambio dei soldi che le organizzazioni mandanti degli attentati elargiranno ai loro familiari dopo che avranno compiuto la missione assegnata. Ogni sacrificio comporta un beneficio. Ma sul Tirreno cosentino mi pare che i benefici siano scarsi e troppo alto è il sacrificio! È vero: non sei solo tu, cara ‘ndrangheta, a seguire la strategia del silenzio e della sofferenza. In Calabria, è comportamento quasi unanime. Sempre a proposito di Jolly Rosso, Cunsky e navi dei veleni… lo sapevano tutti! Ne erano consapevoli uomini operanti nelle Capitanerie di porto, nei tribunali, nelle amministrazioni comunali; persino tanti semplici appassionati del mare che nell’attraversare in barca il tratto antistante Cetraro, vedevano impazzire gli strumenti di bordo. Però quasi tutti tacevano. Perché s’è tentato di tenere in equilibrio omertà e spirito di sopravvivenza: «mettiamo a tacere tutto, altrimenti i turisti scappano, qui non viene più nessuno a villeggiare». Insomma, meglio morire di cancro che di fame! È la medesima mentalità ottusa che abbiamo ereditato dalle generazioni che ci hanno preceduto. Gente che ancora si ostina a sbraitare: «Ai miei tempi…». Sono gli stessi «cittadini onesti» che, in nome delle proprie eterne abitudini, rifiutano qualsiasi cambiamento positivo. Sono quelli che pur di non fare la raccolta differenziata dei rifiuti, lanciano la spazzatura dal finestrino della propria automobile in corsa. Quelli che la scorsa estate si lamentavano perché il mare è sporco, ma in cambio della pagnotta continuano a mandare certa gentaglia a governarci. Quelli che nel loro piccolo non fanno niente per costruire un’altra Calabria. Esimia ‘ndrangheta, tu meglio di me sai che dalla società «civile» non arriverà alcun cambiamento perché è troppo schiava di quei politici che oggi hanno la faccia tosta di scrivere interrogazioni parlamentari sulle navi radioattive, pur essendo loro stessi artefici di questa palude chiamata Calabria. Ma la frittata è fatta. Se anche quelle navi affondate risultassero cariche di patate fritte e se sotto il fiume Olivo gli esperti trovassero tracce di una spedizione extraterrestre, ormai il mondo sa che la Calabria è radioattiva. Smentire la notizia non servirà a nulla. Chiuderanno alberghi, lidi e ristoranti. Le nostre coste diventeranno un deserto. Dunque, cara ‘ndrangheta, troviamo un accordo. Tu che possiedi potenti mezzi, dacci una mano. Facciamo tutti insieme una bella colletta, noleggiamo noi una nave specializzata, assumiamo scienziati ed esperti e cerchiamo di ripulire mari e fiumi dai rifiuti tossici e radioattivi o da qualsiasi cosa sia stata gettata lì sotto. Ma facciamolo subito, perché se aspettiamo i tempi dei tribunali e degli enti locali calabresi, moriremo tutti di cancro. E con noi moriranno pure la nostra terra e i tuoi figli. O no?
Quei "galantuomini" del Nord....e quei ragazzi di Casale...
La recente intervista a Saviano evidenzia due tipi di problemi...il primo è il razzismo del Nord, mai celato in circa 150 anni di colonizzazione subita dal Sud e voluta dal Nord, un razzismo che si racchiude nelle frasi di molti intervistati nel primo filmato, al di là delle manifestazioni retoriche sugli "eroi" di ritorno da Kabul in bare tricolorate...finiti i funerali di Stato e il momento di commozione, eccoli molti "galantuomini" che pensano che "quei meridionali non sono eroi ma se la sono andati a cercare..." , "o fanno i camorristi o vanno nell'esercito ed erano lì per soldi...", "io che lavoro e mi faccio il mazzo invece..."
Invece di pensare all'ingiustizia del paese dei "fratelli d'Italia" che costringe una parte del popolo meridionale a scegliere, come unica alternativa possibile e rispettabile rispetto alla camorra o alla mafia o alla 'ndrangheta, una carriera nell'esercito, si pensa che "lì così deve andare" quasi per un nostro deficit antropologico.
Un po' la stessa cosa che pensavano gli ufficiali piemontesi giunti a reprimere "il brigantaggio", la stessa idea di tanti "galantuomini" ai tempi dell'Unità d'Italia e ancora oggi la scelta di molti meridionali non e' molto diversa da quella postunitaria di "briganti o emigranti".
E' ovvio che non tutti al Nord la pensano così, ma una buona percentuale oramai non solo lo pensa ma lo esprime senza nemmeno vergognarsene...ed e' la base di una certa politica leghista che vorrebbe accentuare le politiche di colonizzazione al Sud del belpaese con le solite motivazioni "lombrosiane" e per i soliti interessi del capitalismo padano. Ma questa e' una guerra aperta che il Partito del Sud combatterà senza esclusioni di colpi...almeno questa e' una guerra dichiarata al contrario di quello che avvenne nel 1860-1861.
L'altro problema, per me ancora piu' inquietante perchè ce l'abbiamo in casa, sono le dichiarazioni di alcuni ragazzi di Casale...a prescindere dal giudizio artistico sui suoi libri o personale sulla simpatia che si puo' avere dello scrittore e del personaggio Roberto Saviano, e' assurdo pensare che il problema di Casal di Principe non e' la Camorra ma e' Roberto Saviano! Ma state delirando?
E' ovvio, anche qui, che non tutti gli abitanti di Casale e soprattutto non tutti i meridionali la pensano così, ma questo non può farci tralasciare il problema dei meridionali che pensano che la camorra o la mafia non esiste ed e' tutta un'invenzione dei giornali e degli scrittori, di quelli che pensano che tutto sommato meglio la camorra dei clan campani che quella di altri poteri nazionali e internazionali...e' arrivato il momento per ogni movimento meridionalista serio, come il PdSud vuole essere, di combattere anche queste idee e questi atteggiamenti per sconfiggere questo cancro della nostra terra su due versanti: quello dello sviluppo della nostra terra da un lato e quello della falsa e melliflua propaganda dall'altro, propaganda sia delle mafie che tendono a screditare e ridicolizzare chi le accusa e sia quella dello stato risorgimentale italiano che tende ad associare Campania con Camorra come fatto con l'equazione Sicilia = Mafia....a "loro" fa comodo oggi come faceva comodo ieri, non bisogna lasciarci nessuna speranza di uscire dalla schiavitù e colonizzazione da parte di uno stato mafioso e padano.
lunedì 28 settembre 2009
Il Partito del Sud di Roma ha partecipato alla Manifestazione Agende Rosse del 26 settembre
FUORI LA MAFIA DALLO STATO!!!
Dopo Palermo la marcia delle agende rosse continua a Roma. RESISTENZA!!!
Il Partito del Sud ha aderito alla manifestazione insieme agli amici di Per il Bene Comune, Rinnovamento Italiano, i Meetup e il Laboratorio Politico per il Lazio (e non solo).
La manifestazione non ha avuto copertura mediatica da parte di quasi tutti i giornali e i telegiornali...i motivi sono facilmente immaginabili ma ancora una volta il Partito del Sud, come fatto recentemente dagli amici delle sezioni del Nord a Ponteranica (BG) per difendere la memoria di Peppino Impastato, partecipa a iniziative contro le mafie e dimostra come, al contrario di quello che vogliono far passare sulle TV di regime padano, esiste un SUD che resiste, che non si arrende, che continua a lottare!
venerdì 25 settembre 2009
Il Partito del Sud...sul Venerdì di Repubblica!
Ecco il trafiletto sul Venerdì di Repubblica del 4 settembre 2009, tutto corretto quello che si dice nella prima parte quando si parla della diffida del nostro segretario Antonio Ciano a Miccichè, Lombardo & Co.
Invece c'e' un po' di confusione sul resto, quando si parla di forze meridionaliste...il Partito del Sud si auspica e continuerà a cercare alleanze e confederazioni con altri gruppi meridionalisti ma ancora niente e' definito prima che ci si chiarisca soprattutto sulla linea politica di queste unioni, alleanze, confederazioni...
mercoledì 23 settembre 2009
Il Partito del Sud di Roma partecipa all'evento promosso da Insorgenza Civile
L'appuntamento con tutti gli iscritti e i simpatizzanti del PdSud di Roma e' per sabato 26 settembre alle 17 all'Hotel Golden Tulip Bellambriana in zona Aurelio...di sicuro, e come avviene di solito nei nostri incontri col Movimento Insorgenza, l'incontro con l'amico Nando Dicè, con la presentazione del suo libro "Sud Ribelle, sarà interessante e ricco di spunti di dibattito per le prossime iniziative politiche, che speriamo faranno convogliare in modo unitario e coeso l'intero movimento.
Un movimento meridionalista davvero antagonista dell'attuale politica italiana, ma nel contempo anche pragmatico e visibile sui territori con una linea politica nuova e chiara per tutti, lontano da velleità e da divisioni personalistiche, questo e' quello che ci chiedono tutti i nostri compatrioti.
martedì 15 settembre 2009
SABATO 19 E DOMENICA 20 SETTEMBRE 2009 A SUZZARA (MN) , NELL'AMBITO DELLA SAGRA DEL CROCEFISSO, LA 1^ FESTA DELLA SOLIDARIETA'
PROGRAMMA
SABATO 19/09/2009
ORE 11,00
c/o la Sala Civica di via Fratelli Montecchisi -Suzzara
CONFERENZA
2011 - 150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA : UNITA' O CONQUISTA ?
Relatori :
ELENA BIANCHINI BRAGLIA
Scrittrice - Direttrice della rivista " Il Ducato"
ANTONIO CIANO
Scrittore - Storico - Assessore al Demanio del Comune di Gaeta - Pres. Associazione Culturale Rete Sud
ANTONIO PAGANO
Scrittore - Direttore della rivista "Due Sicilie" - Pres. Associazione Culturale Due Sicilie
Organizzazione ad opera della Associazione Culturale Due Sicilie e della Associazione Culturale Rete Sud
ORE 17,00
Via Corridoni - Suzzara
PUBBLICA MARATONA DI LETTURA
DAL LIBRO DI ANTONIO CIANO "I SAVOIA E I MASSACRI DEL SUD" - "L' ECCIDIO DI PONTELANDOLFO E CASALDUNI"
ORE 21,00
Via Corridoni - Suzzara
MUSICA NAPOLITANA
DOMENICA 20/09/2009
ORE 10,00
Campo Sportivo di Via Santi (presso Giardini Cadorna) - Suzzara
1^ TROFEO DELLA SOLIDARIETA'
TRIANGOLARE DI CALCIO FRA LE SQUADRE :
RAPPRESENTATIVA NAPOLITANA
RAPPRESENTATIVA SICILIANA
RAPPRESENTATIVA SUZZARESE
AL TERMINE DELLE PARTITE CONSEGNA DELLA 1^ COPPA DELLA SOLIDARIETA' AL CAPITANO DELLA SQUADRA VINCITRICE E DI MEDAGLIE ALLE SQUADRE II° E III°CLASSIFICATE
ORE 21,00
Via Corridoni - Suzzara
MUSICA NAPOLITANA
DURANTE LE DUE GIORNATE IN VIA CORRIDONI SARANNO PRESENTI STAND AD OPERA DELL' ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE SICILIE E DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE RETE SUD CON ESPOSIZIONE DI LIBRI E RIVISTE.
LA CITTADINANZA TUTTA E' INVITATA A PARTECIPARE
mercoledì 9 settembre 2009
La forza della ragione...e i fatti...non le chiacchiere!
Visto il baillamme che qualcuno ha scatenato subdolamente contro l'Amministrazione gaetana al fine di colpire il nostro Partito, ma più probabilmente per mascherare la propria coda di paglia, riteniamo opportuno fare alcune precisazioni in merito all'articolo comparso sul giornale "La Repubblica" di sabato 5/09/2009.
I fatti:
sabato scorso a pagina 11 il quotidiano "La Repubblica", ripreso poi anche dal Messaggero, pubblica indiscrezioni su quanto deciso dal governo per i festeggiamenti del 150 dell'unità d' Italia.
Nel lungo e filo-risorgimentalista articolo il giornalista (non Ciano o Raimondi...ma il giornalista...senza consultare nessuno e per i fatti suoi...) nelle tre righe del lungo articolo che ci riguardano da vicino ("Ma visto che si parla di partito del Sud, anche i nostalgici dei Borbone saranno accontentati. Il piano del governo ipotizza infatti una manifestazione a Gaeta, la rocca dove venne schiacciata l'ultima resistenza di Francesco II, come "riconciliazione fra piemontesi e borbonici"),usa l'espressione " riconciliazione".
Di questa parola usata dal giornalista in molti si sono lamentati e fin qui tutto bene, ma addirittura, con un ragionamento che evidentemente è troppo contorto e di cui ci sfugge la logica, alcuni non hanno perso l'occasione per attaccare Raimondi e il sottoscritto....ignorando, e noi dubitiamo della loro buona fede, l'evidenza dei fatti e cioè che le due ipotesi presenti sul tavolo più probabili per Gaeta fino a pochi giorni prima della pubblicazione di queste indiscrezioni in vista delle "celebrazioni" del 2011 erano:
A) Gaeta ignorata dalle "celebrazioni"
b) Gaeta comunque "obbligata" dalle istituzioni a "festeggiare" l'unità
Chi polemizza in modo settario ed evidentamente strumentale non capisce o meglio finge di non capire che grazie all'impegno dell'Amministrazione di Gaeta in questo ultimo anno e ai tanti interventi pubblici alle tante manifestazioni(e il giorno stesso di pubblicazione dell'articolo 05/09/2009 un nostro blog ne ha dato completo elenco http://partitodelsud.blogspot.com/2009/09/un-anno-di-battaglie-della-giunta.html), queste pericolose ipotesi,che sarebbero state uno schiaffo per tutti noi e per l'intero Sud, erano state disinnescate.
Addirittura proprio grazie a questo impegno non si parla di "festeggiamenti" ma di manifestazione. Inoltre come rimarcato anche dal nostro blog, forse per la prima volta, si mettono, comunque, sullo stesso piano borbonici e piemontesi proprio nella frase "incriminata".
Ricordiamo infatti, a chi si crogiola "nell'equivoco" per il proprio tornaconto, che gli atti della storica della seduta del Consiglio Comunale di Gaeta del 06/12/2008, a cui per altro la quasi totalità di questi "mestatori" da tastiera si è ben guardata dal partecipare, sono stati spediti al Governo, al Presidente della Provincia, della Regione, al Ministro Bondi...e questi, come si evince dalla lettura dell'articolo, ci hanno dato ragione.
Ricordiamo, per gli assenti, che dopo il sopracitato Consiglio Comunale del 06/12/2008 la Giunta Comunale di Gaeta inviò queste richieste al Governo:
"Premesso che nel 2011 ricorre il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia;
Dato atto che in Gaeta, con la caduta della Fortezza, si concluse nel 1861 l’esperienza storica del Regno delle Due Sicilie;
Ritenuto che sussistono le ragioni storico-culturali per ritenere che la Città di Gaeta abbia subito nel contesto storico enunciato danni e lutti non giustificabili come evidenziato nell’allegata relazione;
Ritenuto altresì che il Civico Consesso di Gaeta nei giorni immediatamente successivi alla caduta della Fortezza ebbe a rilevare come la “città fosse stata distrutta e rovinata dall’assedio e massacrata dal tifo” con danni quantizzati al tempo in oltre due milioni di lire del 1861 – 62 e corrispondenti ad oggi ad oltre 22o milioni di euro circa;
Dato atto che la Città ha “pagato” dall’immediato periodo post-unitario la fedeltà alla Dinastia dei Borbone con la militarizzazione del territorio ed il suo isolamento dal contesto nazionale;
Considerato che oggettivamente il Regno di Sardegna non ha mai dichiarato guerra al Regno delle Due Sicilie e che l’Unità d’Italia ha comportato alla Città di Gaeta solo danni e lutti senza che mai la popolazione potesse liberamente esprimere la propria adesione al Regno d’Italia;
Ritenuto sulla base di quanto precede che la Dinastia Sabauda si è resa responsabile dei gravi danni e lutti arrecati alla Città di Gaeta ed alla sua popolazione per cui è necessario dare apposito mandato alla giunta Comunale ed al Sindaco di proporre le azioni legali nei confronti degli eredi
sabaudi;
IMPEGNA
1) Il Sindaco e la Giunta Comunale, ognuno per la propria competenza, ad attivare ogni azione utile per il riconoscimento ed il risarcimento dei danni arrecati dalla Dinastia Sabauda alla Città di Gaeta in occasione dell’assedio iniziato nel novembre 1860 e terminato nel 13 febbraio 1861, anche tramite
incarico legale per le azioni da esperire nei confronti degli eredi e dei beneficiari del patrimonio exreale;
2) Il Sindaco e la Giunta Comunale, ognuno per la propria competenza, a richiedere in via ufficiale la restituzione alla città di Gaeta di tutti i beni di proprietà del demanio presenti nel territorio comunale ad eccezione dei siti aventi particolare rilevanza militare o strategica ai fini della sicurezza nazionale."
Specifico che infatti il primo bene demaniale ci è stato consegnato il 1 di agosto di quest'anno, ed altri saranno consegnati alla città entro la fine di Ottobre, e spero anche di riprendermi Forte Emilio Savio, un capolavoro di ingegneria, ma costruito dai piemontesi, per me sarebbe veramente il massimo dei godimenti.
Per quanto riguarda la denuncia ai savoia, abbiamo ricevuto sotto ferragosto la relazione dell'avv. Troncone, decideremo se denunciarli o no i Carignano, sarà la giunta comunale a decidere, ma io spero di si, le condizioni ci sono tutte.
Questo è quanto accaduto!!
Non devo giustificare la stampa borghese di questo stato, noi, andiamo avanti, e che ci critica indietro.
Pare che ad alcuni, che non hanno mai partecipato con il proprio simbolo ad una competizione elettorale, le alleanze politiche indifendibili stiano dando alla testa. O forse sono i tanti "fatti" che siamo riusciti a produrre in così poco tempo da contrapporre al nulla al metro cubo prodotto dai nostri detrattori, abituati solo alle chiacchiere, che danno fastidio?
Saremmo proprio curiosi di sapere quali delibere hanno approvato ad oggi questi Capitan Fracassa del nulla......ma probabilmente non conoscono nemmeno il significato di cosa è e di come si fa una delibera.
Noi, come Partito del Sud andiamo avanti.
Mentre il Sindaco di Gaeta, dott.Raimondi alzava la bandiera delle Due Sicilie sul pennone della porta Carlo III, il sindaco di Pontelandolfo chiamava i carabinieri per far identificare i compatrioti che portavano la stessa bandiera.
Il Sindaco di Gaeta, primo Sindaco a farlo, ha istituzionalizzato il giorno della memoria nel piazzale della porta suddetta. Era il 13 febbraio del 2009.
A me pare che il vero nemico di queste persone non sia tanto Ciano, ma il Partito del Sud, che, come dice una canzone, bomba o non bomba, arriverà a Roma con dignità e non da venduti allo straniero.
Per concludere altra considerazione, che pare pure questa ovvia ma visto che c'è chi finge di non capire.., alla manifestazione saranno sicuramente presenti alte cariche dello stato, giornalisti e televisioni e ovviamente saremo presenti anche noi che potremo così manifestare, in forma pacifica e democratica, esporre striscioni e bandiere (la cosa sarà da noi ben organizzata e nessuno chiamerà i carabinieri...), parlerà ufficialmente il sindaco meridionalista Raimondi e sicuramente intervisteranno Ciano, potremo così lanciare il nostro messaggio che una volta tanto arriverà in tutta la penisola.
Un raggio di sole !!!
Se Gaeta fosse stata ignorata da questa "manifestazione" non avremmo avuto la possibilità di far sentire con forza e soprattutto in modo ufficiale, essendo il PdSUD insieme ad altre liste civiche al Governo della Città, le nostre ragioni!!
La storia della "riconciliazione" è un' "affabulazione" del giornalista!
Giornalista che non conosciamo, con cui non abbiamo mai parlato, e che forse ha inserito in buona fede (?) questa parola, da noi certamente non richiesta nè mai pronunciata. Spiace solo vedere che sono all'opera persone, da più e diversi pulpiti, che immediatamente colgono occasione attaccandosi alle virgole per infangarci, per "equivocare" e per sostenere l'insostenibile.
La cosa ci sembrava così lampante, ed è così lampante, se non si è accecati dall'opera meticolosa di disinformatia che alcuni portano avanti da tempo contro di noi, che non abbiamo ritenuto specificare questi ovvi passaggi.
La domanda che da oggi dobbiamo ben porci è come mai c'è chi "equivoca" sempre quanto da noi fatto, con tanta fatica, per lanciarci discredito addosso quando invece con tutto lo sforzo prodotto, e di cui abbiamo fornito l'elenco dettagliato, bisognerebbe andar fieri di quanto fatto e ottenuto...
La storia di lanciar discredito e menzogne nel passato è già stata usata più volte contro di noi del PdSUD e direi, senza volerci paragonare e senza presunzione ma solo per far comprendere bene il concetto, anche contro tutti "noi" negli ultimi 150 anni, il metodo è sempre lo stesso.....
Aprite gli occhi, ragionate con la Vostra testa, per quanto tempo ancora volete essere ingannati???
F.to
Antonio Ciano - Ass. Comune di Gaeta - Coord. nazionale del Partito del Sud
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