giovedì 9 aprile 2009
Storie di capitalismo all'italiana e di Sud colonia: l'Impregilo
Ancora una volta salta fuori il nome di Impregilo da un disastro al Sud, la società lombarda, primo gruppo italiano nel settore costruzioni e grandi opere, è quella che ha costruito l'Ospedale San Salvatore dell'Aquila, gravemente colpito dall'ultimo terremoto. Ma visto che e' stato inaugurato nel 2002 e quindi avrebbe dovuto rispettare la recente normativa antisismica, come e' possibile che abbia subito danni così gravi da comprometterne l'agibilità?
La Impregilo, già prima di quest'ultimo gravissimo episodio, ha una lunga serie di disastri e scandali, che forse e' istruttivo conoscere per capire come la storia si ripete e come, fin dalla nascita "risorgimentale", il nostro e' un paese nato male, sotto il segno della corruzione e degli scandali.
Per la nascita dell'Impregilo, infatti, dobbiamo tornare al periodo post-unitario nel 1862 e alla storia delle "Strade Ferrate Meridionali". L'appalto per la costruzione delle ferrovie al Sud fu dato scandalosamente ad una società di un parlamentare e ministro (all'epoca il "conflitto di interesse" non era nemmeno nominato...). Un ministro di provenienza mazziniana, Piero Bastogi, che con una banda di 40 ladroni, tra cui Bettino Ricasoli (anche lui considerato "patriota" evidentemente), si aggiudicò l'appalto; Bastogi era presidente della società "Strade Ferrate Meridionali" che poi divenne la "Bastogi SpA" che, tra mazzette e speculazioni, si arricchì ma costruì ben poco al Sud e, con le commesse date sempre ad aziende del Nord come l'appena nata Ansaldo, contribuì pesantemente all'affossamento dell'opificio borbonico di Pietrarsa che era nel 1860 di gran lunga la più importante e attrezzata azienda meccanica per la costruzione di locomotive e materiale per le ferrovie (per altri dettagli su questa vicenda consiglio: "Maledetti Savoia" di L. Del Boca).
Poi, quando le Ferrovie furono nazionalizzate ad inizio '900 e nacquero le Ferrovie dello Stato, alla Bastogi fu pagato un lauto compenso per il mancato sfruttamento della concessione e quindi diversificò in altri settori, tra cui le costruzioni e nacque la Cogefar. Quest'ultima, dopo alterne vicende, passò sotto il controllo degli Agnelli e della FIAT, divenne Cogefar-Impresit e fu coinvolta in molti scandali dell'epoca di Tangentopoli. Ovviamente tra scandali e tangenti la società cresceva sempre più fino a diventare, con la fusione con altri gruppi lombardi come la Lodigiani, l'attuale Impregilo S.p.A. che, come si può leggere su Wikipedia, e' un colosso del settore ed opera principalmente nel settore delle grandi opere all'Italia e all'estero; la proprietà si divide tra il gruppo Gavio, i Benetton e Ligresti...i soliti nomi dell'imprenditoria italiana e dei "cavalieri" del lavoro.
C'e' quindi un filo nero che coinvolge quasi tutti gli imprenditori italian-padani di oggi ai primi truffatori "risorgimentali" di ieri, il tutto per una continua rapina ai danni del Sud che dura da quasi 150 anni.
Cosa hanno fatto questi valenti imprenditori settentrionali negli ultimi anni?
All'estero alcuni disastri ambientali in Guatemala, in Colombia ed in Niger (vedi http://www.terrelibere.it/impregilo.htm), ma esempi ugualmente scandalosi e più vicini a noi, sono proprio in Italia negli ultimi anni.
Negli ultimi 20 anni in Italia, una delle "perle" è che hanno vinto l'appalto per la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania, che meriterebbe un discorso lunghissimo a parte ma basta sintetizzare il tutto nell'inchiesta per la quale i vertici di Impregilo (insieme a Bassolino che avrebbe dovuto controllare...) sono stati rinviati a giudizio dai PM napoletani Noviello e Sirleo per truffa ai danni dello Stato italiano. Poi oltre questo disastro, l'Impregilo ha vinto altri grossi appalti, alcune tratte della SA-RC, che vanno avanti con tempi bibblici, alcune tratte della TAV, che hanno visto lievitare i prezzi al rialzo in modo spropositato rispetto ad opere analoghe in Spagna e Francia...giudicate voi se non hanno tutte le carte in regola per la costruzione del Ponte sullo Stretto!
E se il Ponte diventasse tra molti anni un caso di successo, cosa di cui dubito fortemente, cioè se i pedaggi (pagati ovviamente per la maggior parte da calabresi e siciliani) diventeranno un vero e ricco business, ancora una volta la maggior parte dei soldi risalirebbero la penisola da Sud a Nord.
Sono o non sono un esempio di azienda italiana onesta e laboriosa?
Sono o non sono un'azienda del Nord che porta sviluppo al Sud?
Enzo Riccio - Partito del Sud - sez. "Lucio Barone" Roma
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