martedì 21 settembre 2010
Intervista ad Angelo Ferrillo de "La terra dei fuochi"
Angelo Ferrillo, un cittadino napoletano da tempo impegnato attivamente su questi temi e lasciato troppo isolato nella fondamentale battaglia contro i roghi tossici. Tutti dovremmo aiutarlo e ringraziarlo per il lavoro e l’impegno quotidiano che svolge con l'Associazione "La Terra dei Fuochi". Noi del Partito del Sud continueremo a parlarne, contineremo a dare spazio ad Angelo ed alla sua coraggiosa associazione e cercheremo di aiutarli nei limiti delle nostre possibilità...per questo diffondiamo quest'articolo con questa bella intervista ad Angelo fatta da "Napolipuntoacapo"
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Premessa introduttiva
" Vi ringrazio dell’intervista e mi complimento per l’interesse sull’avvelenamento dell’aria che sento di condividere appieno. In qualità di ideatore del sito web www.laterradeifuochi.it, denuncio un fenomeno tra i maggiori imputati per l’inquinamento dell’aria, tuttavia non ben conosciuto dall'opinione pubblica e per questo non adeguatamente percepito: i roghi tossici di rifiuti speciali e non.
Tali roghi avvengono continuamente sia per lo smaltimento che per il riciclo illegale di materiali, le cui conseguenze per la salute pubblica si aggiungono e sommano a quelle dell’inquinamento convenzionale, ma sono di gran lunga più pericolose. A Napoli e nella provincia di Caserta, si bruciano sistematicamente materiali classificabili come rifiuti speciali, pericolosi, tossici e nocivi. Senza alcun controllo da parte di chi ne sarebbe preposto per legge. Tutto ciò è un dato di fatto gravissimo ed incontrovertibile e più volte denunciato. Grazie al sito web ho organizzato un’attività di monitoraggio ambientale resa possibile per mezzo di numerose testimonianze e segnalazioni di oltre 16.000 cittadini, anche attraverso Facebook. Questa attività è la dimostrazione che con i social network oltre allo svago si possono realizzare progetti seri e di interesse pubblico."
(Angelo Ferrillo)
Passiamo alla "chiacchiARIAta". ...
1. A Napoli si vive due anni di meno rispetto alle altre città Italiane; infatti in Italia mediamente gli uomini vivono 78 anni (a Napoli 76), le donne 84 (a Napoli 82). La principale motivazione per tale differenza, secondo la maggioranza di esperti, è collegata all’aria che respiriamo. Questo gravissimo dato, a Suo avviso dovrebbe determinare una priorità per le Istituzioni locali? E perché le Istituzioni locali non “sentono” tale priorità?
Per legge, il sindaco in primis e le amministrazioni locali, sono i principali responsabili della salute pubblica. L’inquinamento dell’aria non viene adeguatamente affrontato in modo corretto, nonostante sia oggetto di numerose delibere e ordinanze sindacali. Il perché dovreste chiederlo a chi ci governa. Sarcasticamente verrebbe da pensare, se di fatto le Istituzioni ignorano fenomeni inquinanti ben più pericolosi (vedi i roghi tossici di rifiuti), figuriamoci un “banale” inquinamento urbano. Siamo all’ennesimo paradosso, a Napoli abbiamo la Ztl più grande d’Europa (117 km2) e alla fine la situazione dell’aria risulta la più compromessa. Chissà come mai... (A. Ferrillo)
2. Perché la maggioranza dei cittadini napoletani è passiva rispetto alla situazione dell’ARIA avvelenata a Napoli? E’ un modo per rimuovere il problema o è la dimostrazione assoluta dello scarsissimo senso civico medio dei napoletani?
A mio avviso uno dei motivi principali è la mancanza di corretta informazione, i cittadini non sono consapevoli dei rischi che corrono. Una corretta informazione è alla base del senso civico, ma senza ipocrisia bisogna anche riconoscere che al sud il senso civico si abbassa. Qui, però, bisogna stare attenti ai malintesi, non ricorrendo a facili pregiudizi e luoghi comuni. Di solito, la scarsità di senso civico è legata al reddito e alle condizioni di degrado in cui la cittadinanza è abbandonata dalle Istituzioni centrali, che di fatto purtroppo non favoriscono comportamenti e circuiti virtuosi.
La mia conclusione è che se a Napoli funzionassero l’essenziale e l’ordinario, il nostro popolo risponderebbe nel migliore dei modi. Invece, per questo e per altri motivi accade spesso il contrario.
3. Le tematiche ambientali sono quasi totalmente lasciate a movimenti radicali che molto spesso, per l’estremismo delle loro posizioni,diventano inefficaci e marginalizzati. Cosa ne pensa di questi movimenti. Si dovrebbe saldare l’azione tra questi movimenti estremi e i cittadini moderati su tematiche quali le condizioni dell’ARIA?
Senza dubbio ci sono movimenti definiti “estremisti” che per posizioni ideologiche non contribuiscono alla risoluzione dei problemi. Però, stando alla realtà dei fatti, al giorno d’oggi, anche la politica ufficiale può essere considerata tale. Tanto è vero che alcuni esponenti risultano essere completamente avulsi dalla realtà e dai bisogni concreti della gente, al punto da sembrare al pari di quei movimenti le cui posizioni vengono considerate puramente ideologiche e impraticabili.
Per quanto mi riguarda, non credo di essere su posizioni estreme, tuttavia sono categorico per quanto riguarda le scelte di normale buon senso. Infatti, sono per il no alla costruzione di nuovi inceneritori, e un no alle centrali nucleari. Tecnologicamente c’è di molto meglio, l’Italia ha bisogno di energie da fonti rinnovabili e sviluppo eco-sostenibile.
4. Associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati, rettori sembrano non interessarsi a questo problema. Non ritiene che anche per loro dovrebbe divenire un obiettivo primario per le conseguenze che determina dal punto di vista etico, sociale, economico, sanitario?
E’ vero. Anche qui, il problema è ancora una volta di natura politica. Sovente queste “organizzazioni” vivono il condizionamento della politica e dei partiti che dai tempi della questione morale hanno occupato ogni spazio della società civile, provocando una mancanza di libertà e di scelta. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, gli interessi particolari vengono anteposti a quelli della comunità, sottovalutando tutte le conseguenze che ne derivano.
5. Conosce chi è l’assessore all’ambiente al Comune di Napoli? Come valuta il suo comportamento di chiusura su questo argomento, avendo rifiutato per oltre due anni un confronto specifico con numerose associazioni civiche sull’inquinamento dell’ARIA napoletana e avendo non preso in assoluta considerazione proposte di merito e di metodo che gli sono state consegnate? Ritiene più grave la responsabilità ambientale o la responsabilità civica in questo caso?
All'assessore Gennaro Nasti anche noi di “La Terra dei Fuochi” abbiamo più volte inviato esposti, informative e denunce, tuttora senza alcun riscontro. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di passare alle querele, denunciandolo insieme al sindaco, in quanto per legge sono responsabili della salute dei residenti. A Napoli abbiamo registrato il record negativo d’Italia e d’Europa per la qualità dell’aria. Preso atto della reticenza verso la cittadinanza, adesso, attendiamo che l’assessore risponda direttamente alla magistratura. In qualità di assessore all’ambiente, fatto il bilancio di questi anni, esaminata la gestione fallimentare del suo mandato posso dire che di peggio non poteva capitarci. Anche se tardivo, l’unico atto coerente che Nasti potrebbe ancora fare è rassegnare le dimissioni e andare a casa.
6. Lei sa che i fondi europei non hanno prodotto alcun aumento di “ricchezza” nella nostra Regione. Sa che la prima “denuncia” è la polverizzazione di queste risorse. Sarebbe d’accordo a destinare oltre la metà di questi fondi a un progetto “ambientale” soprattutto finalizzato all’ARIA che respiriamo e all’ACQUA del Golfo di Napoli?
Conosco lo scandalo dei fondi europei, ahimè, spendiamo poco e male. Per questo vale la pena ricordare ai lettori che al nostro paese nel periodo 2007-2013 sono state assegnate risorse pari a oltre 59 miliardi di euro, di cui quasi 44 per le regioni del sud. Di questi contributi in media ne sono stati utilizzati una percentuale insignificante rispetto alle esigenze, circa il 12%. Sono pienamente d’accordo su una migliore gestione, soprattutto finalizzata in progetti ambientali e di sviluppo eco-sostenibile. Risulta evidente che la nostra Regione ha lasciato in Europa un mucchio di risorse inutilizzate. Inoltre i “pochi” fondi presi sono stati sperperati o peggio letteralmente rubati alla collettività, poiché destinati a progetti a dir poco ridicoli e di dubbio interesse pubblico. E’ sufficiente seguire la cronaca per capire che in Campania siamo pieni di “cattedrali nel deserto” e quando la magistratura arriva è quasi sempre troppo tardi.
7. Mi dica velocemente un problema maggiore di questo dell’ARIA che a suo avviso merita priorità.
La questione dei roghi tossici da noi affrontata è di priorità assoluta, non solo per la qualità dell’aria, ma soprattutto per l’inquinamento delle falde e della catena alimentare dei napoletani e della Campania intera.Invito i vostri lettori a vedere cosa accade ogni santo giorno ad appena 5 km dal centro storico del capoluogo più grande del meridione. Sulla nostra pagina Facebook possono constatare con i propri occhi le continue testimonianze e decine di segnalazioni con foto e video. La combustione dei rifiuti speciali nelle periferie e nei comuni immediatamente confinanti con la città è di estrema gravità e ciò incrementa le polveri in sospensione, insieme ad altri inquinanti nemmeno presi in considerazione dall’Arpac. I rischi potenziali a cui siamo sottoposti sono enormi e i danni incalcolabili. Stiamo attendendo da troppi anni, è impossibile andare avanti così! (http://www.facebook.com/LaTerraDeiFuochi)
8. A Suo avviso le Istituzioni locali che hanno determinato una situazione di controlli inefficaci, di mancanza di un piano d’intervento, di chiusura verso i cittadini che volevano dare un contributo per affrontare il problema sono perseguibili penalmente per disastro ambientale? E pensa che dovrebbero rispondere in qualche modo per tali comportamenti?
Come già risposto nella quinta domanda, non adempiendo ai loro compiti, per cui sono obbligati dalla legge, le amministrazioni si rendono responsabili di gravi omissioni e sono perseguibili non solo penalmente, ma anche nelle sedi civili. Per l’articolo 40 del codice penale, chi ha l’obbligo giuridico di intervenire per impedire un evento, se non interviene è come se lo cagionasse.In uno Stato di diritto è giusto che i danni cagionati da una cattiva amministrazione debbano essere valutati e risarciti. Per questo, in merito alle iniziative e alle problematiche affrontate tramite il sito web “www.laterradeifuochi.it” è partita un’azione di gruppo mediante la quale i cittadini querelano le Istituzioni inadempienti e sottopongono il loro operato al vaglio delle autorità inquirenti. Per adesso siamo fermi alle responsabilità penali, ma a breve inizieremo la raccolta firme per avviare procedimenti anche in sede civile. Nel nostro caso i cittadini chiederanno conto dei disagi e delle continue esalazioni dovute ai numerosi incendi e all’inefficienza del servizio di gestione dei rifiuti.
9. Lei sa che il Comune di Napoli qualche anno fa aderì all’elenco delle 400 città europee che si impegnarono a ridurre l’inquinamento cittadino a valori ancora più bassi di quelli stabiliti nel protocollo 20/20/20? Conosce qualche iniziativa fatta dal Comune di Napoli per rispettare questo intendimento?
Apprendo da voi questa notizia e non conosco alcuna iniziativa fatta in tal senso. Ricordo l’ordinanza emanata appena qualche anno fa proprio dal sindaco Iervolino e dall’assessore Nasti inerente al “divieto di fumo nei parchi pubblici”. Se da un lato poteva sembrare un provvedimento d’avanguardia, considerata la situazione attuale è evidente che è stata l’ennesima barzelletta e pagliacciata politica, figuriamoci il protocollo del 20/20/20! Con rispetto parlando per qualche rara eccezione, sia al Comune che in Regione, la classe dirigente che ci ritroviamo è pessima. I personaggi protagonisti della scena politica degli ultimi anni hanno dimostrato di essere maestri di propaganda, retorica e demagogia.
10. Secondo lei i principali giornali locali danno sufficiente e giusto spazio al problema ARIA? Potrebbero fare di più per coinvolgere maggiormente i cittadini e pressare le Istituzioni?
I media calcano troppo gli interessi dell’agenda politica di turno e di conseguenza si dimostrano anch’essi lontani da quelli della gente comune. Nell’informazione ufficiale si percepisce una sorta di filtro. Le notizie arrivano edulcorate e non contribuiscono a formare una massa critica consapevole, necessaria per i cambiamenti di cui la società ha bisogno. Certamente i media possono e devono fare di più.
11. Lei preferirebbe che le poche risorse disponibili per Napoli fossero investite nel Forum delle Culture oppure in un progetto, portato a termine, che doti la città di un sistema ramificato di colonnine elettriche per far decollare l’utilizzo delle auto elettriche che non inquinano e il porto di Napoli di banchine attrezzate che consentirebbero di abbattere i fumi delle navi,principale fattore di inquinamento urbano dell’aria?
Il Forum delle Culture è senza dubbio un’opportunità per la città di Napoli, sarebbe stupido negarlo, ma già vedo che si sta trasformando nella vetrina pubblicitaria asservita alla solita politica e di propaganda per le future elezioni comunali. Nel proposito, fa bene il presidente Caldoro a non volere incarichi per chi si candiderà. A Napoli, così com’è, la politica è diventata una barzelletta. L’unica speranza è in un profondo rinnovamento.
La nostra classe dirigente ha dimostrato di non saper gestire la normalità, figuriamoci gli eventi straordinari come questo. Se ragioniamo in tal senso, queste risorse potrebbero essere destinate per altri progetti di interesse pratico. Ad esempio a cosa serve organizzare un Forum come opportunità di rilancio e al contempo avere ancora strade dissestate, cassonetti traboccanti e colonne di fumo nero dovute a roghi tossici di rifiuti speciali che stagliandosi nel cielo danno il benvenuto alle delegazioni internazionali? Immagino uno spettacolo a dir poco pietoso. E’ tutto così ridicolo che se non fosse reale verrebbe da pensare di essere nel Truman Show.
12. Pensa sia giusto organizzare la manifestazione che abbiamo deciso il 18 Settembre a Piazza del Plebiscito su questo tema con l’obiettivo di cercare di sensibilizzare i cittadini a una partecipazione attiva maggiore e nella quale saranno presentate alcune proposte di merito e di metodo? Lei parteciperà? Coinvolgerà altri cittadini?
Ogni cosa fatta con la partecipazione, nel bene e per l’interesse collettivo è giusto che venga sostenuta da tutti in modo bipartisan. Sarò lieto di parteciparvi, ho già coinvolto i lettori del blog e presenteremo le nostre proposte.
13. Se Lei fosse il prossimo candidato Sindaco della nostra città, cosa farebbe per questo problema?
Il problema “aria avvelenata” va affrontato in modo globale, senza sprechi e in modo strutturale. Agendo alla radice anziché rincorrere le solite emergenze. L’inquinamento è paragonabile a dei cecchini che sparano, non possiamo solo contare le pallottole che ci tirano, è necessario agire concretamente sulle cause e rendere tollerabili i livelli di emissioni.
Le mie proposte sono di carattere strutturale. Bisogna istituire un’unità di crisi e adottare provvedimenti che prevedono trasporti e mobilità eco-sostenibili, riduzione dei consumi, monitoraggio a tappeto delle fonti inquinanti e incentivi normativi. Va migliorata la viabilità, reso funzionale il trasporto pubblico e risolta definitivamente la questione del porto. Tutto ciò con piani di intervento da concordare a ogni livello istituzionale, visto che Napoli è una città metropolitana. Invece, per quanto riguarda il fenomeno dei roghi tossici di rifiuti, le soluzioni sono più complesse e coinvolgono diversi ambiti.
Angelo Ferrillo e Sergio Fedele
Fonte: Napolipuntoacapo
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