Era il lontano 1992 quando, con la delibera n.6 del Comitato interministeriale Prezzi fu deciso di incentivare le energie rinnovabili, anche in linea con le raccomandazione della UE che recentemente sono state comfermate con la famosa direttiva 20/20/20 che indicano per lo sviluppo e per le politiche energetiche degli obiettivi precisi nell'aumentare del 20% l'efficienza energetica, ridurre del 20% le emissioni ed arrivare almeno al 20% di fonti rinnovabili, ma come al solito da una cosa in partenza buona e condivisibile, nacque l'inghippo e la truffa all'italiana.
Per finanziare le rinnovabili fu deciso un aumento del 6-7% delle tariffe e quindi tutti noi paghiamo questo contributo nella bolletta elettrica, ma in realtà a chi e cosa paghiamo?
Bastò aggiungere alle fonti rinnovabili la parola "assimilate" ed ecco che oltre ad incentivare le fonti realmente rinnovabili, come l'eolico, il fotovoltaico o il geotermico, si aggiunsero una serie di cose che proprio pulite e rinnovabili non sono, come gli inceneritori (che solo in Italia sono incentivati, tra l'altro solo in Italia è stato stabilito per legge che l'energia ottenuta dalla trasformazione di rifiuti è da considerarsi da fonti rinnovabili contro le raccomandazioni UE...) e perfino gli scarti petroliferi.
Quindi ecco i finanziamenti pubblici alla regina degli inceneritori Marcegaglia, ai petrolieri come Moratti e Garrone, tutti esempi di valente imprenditoria padana super-assistita.
Questa storia già la raccontò Beppe Grillo nel 2007 , nel 2010 dopo un tentativo di aggiustare le cose, si fece il solito dietro-front e si prorogarono gli incentivi per le "assimilate" o finte rinnovabili come gli inceneritori già autorizzati..
Il Partito del Sud deve assolutamente proporre di incentivare solo le fonti realmente rinnovabili ed eliminare le fonti "assimilate" da ogni tipo di incentivo, per una corretta gestione dei rifiuti deve continuare ad appoggiare le strategie di "rifiuti zero", quindi la strategia di raccolta differenziata spinta che e' la strada intrapresa, pur se con ritardi e tante difficoltà, dalla giunta De Magistris a Napoli. No a nuovi inceneritori (chiamati falsamente "termovalorizzatori"...) che sono funzionali solo ai guadagni dei gruppi industriali e degli imprenditori del Nord, non solo perché molti studi li ritengono dannosi per la salute, ma anche perché economicamente non convenienti, se eliminiamo gli incentivi CIP6 rubati in questi 10 anni (decine di miliardi di Euro), rispetto ad impianti di compostaggio per l'umido ed impianti a Trattamento Meccanico Biologico per il residuo non differenziato, per chiudere un corretto ciclo di gestione dei rifiuti a valle di una raccolta differenziata spinta.
Quindi si potrebbero diminuire i costi dell'elettricità eliminando gli incentivi alle false rinnovabili e con una maggiore efficienza della rete, eliminando i tanti sprechi (incentivi elettrodomestici ad alta efficienza, utilizzo lampadine a basso consumo, miglioramento rete distribuzione...) inoltre un sano incentivo alle vere rinnovabili dovrebbe favorire i piccoli impianti promuovendo mini-impianti eolici o solari in una logica "smart grid".
Non si capisce perché dell'Europa prendiamo solo le flessibilità dei contratti in uscita o le rigidità dei conti....come mai non seguiamo mai gli esempi dei tedeschi o degli scandinavi anche per le politiche energetiche? E' mai possibile che in Italia il solare e' meno sviluppato che in Germania o Danimarca?
E' urgente la definizione di un Piano Energetico nazionale, con la pianificazione di breve e di medio-lungo termine con obiettivi sia di efficienza che di diversificazione delle fonti, con la massima incentivazione per quelle realmente rinnovabili. Per quanto riguarda il petrolio, stop a nuove trivellazioni selvagge ed aumento royalties per le regioni del Sud come Basilicata e Sicilia dove ci sono estrazioni e raffinazioni della maggior parte del petrolio italiano.
E' ovvio che dicendo no al nucleare con l'ultimo referendum, e noi meridionalisti siamo di quelli che rispettano una volontà popolare, non possiamo non incentivare di più e meglio le rinnovabili, senza trascurare di destinare più fondi una ricerca pura ed applicata sulle nuove frontiere dell'energia, ad esempio dalla fusione "fredda" o all'energia dalla maree. Un futuro di sviluppo sostenibile passa sopratutto per queste scelte, invece di continuare a sprecare e bruciare dobbiamo passare a consumare meno e riciclare, puntare all'utilizzo, più efficiente e meno dannoso per l'ambiente, delle risorse della nostra terra. Una terra già martoriata dall'eco-mostro di Acerra o dai fumi dell'ILVA a Taranto, dai tanti rifiuti tossici sversati nel triangolo della morte tra Afragola e Acerra o nei territori dei casalesi o al largo delle coste tirreniche calabresi. Il Sud deve puntare alla sua autonomia energetica con le rinnovabili vere e con un deciso aumento fondi per la ricerca, è uno dei tanti modi per superare il gap infrastrutturale con il resto del paese grazie allo straordinario apporto di tanti cervelli meridionali..
Enzo Riccio
Segretario Org.nazionale
Partito del Sud
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