martedì 16 ottobre 2012

Il Mezzogiorno NON ha bisogno di D'Alema...

Dopo aver appreso dalla popolare trasmissione TV di Fabio Fazio che finalmente Veltroni non intende ricandidarsi (ma non doveva essere da qualche anno già in Africa per missioni umanitarie come annunciò alla stessa trasmissione un po' di tempo fa?) , ecco che ora il tourbillon mediatico dell'auto-rottamazione si sposta su D'Alema.

L'ineffabile baffetto che da più di 20 anni è uno dei protagonisti della politica italiana, con la sua solita vena ironica un po' polemica ed un po' arrogante, ha dichiarato che si candiderà "solo se lo chiede il PD".

A questo punto alcuni dei suoi estimatori, e soprattutto alcuni dei suoi "luogotenenti" al Sud, hanno iniziato a stracciarsi le vesti a tal punto che hanno acquistato una pagina su "L'Unità", con un appello che mi ha colpito specie per quel titolo "Parta dal Sud la sfida per il governo" e per alcune considerazioni, condivisibili, sui danni catastrofici causati al Sud dal ventennio padan-berlusconiano.

Sapete come la penso sul berlusconismo, per le sue disastrose politiche nord-centriche col duo Bossi-Tremonti e sui danni morali, culturali ed economici prodotti dal pensiero dominante del ventennio berlusconiano, quello del "ghe pensi mi"...però più di una domanda sorge spontanea.

Cos'ha fatto D'Alema, uno degli esponenti di spicco della sinistra italiana, per rilanciare l'economia del Mezzogiorno, sia quando era nella "stanza dei bottoni" (è stato nel primo governo Prodi del '96, primo ministro Da '98 al 2000, Ministro degli Affari Esteri nel 2° Governo Prodi dal 2006 al 2008) sia quando era uno dei protagonisti dell'opposizione?

Cosa ha fatto la sinistra italiana ed in particolare i suoi leaders che spesso hanno invece flirtato con la Lega Nord, per contrastare la visione leghista di Sud "palla al piede"?

Cosa facevano i leaders della sinistra quando si spostavano i soldi dei FAS da Sud a Nord ed aumentavano le ingiustizie sociali e gli squilibri tra le due aree del paese?

Onestamente si può rispondere a queste domande molto sinteticamente, poco o niente, nonostante alcune belle parole e alcune cose, più annunciate che realizzate, strillate sulla pagina de "L'Unità".

Considerate poi le origini meridionali di D'Alema, la cosa è ancora più grave, parafrasando Nanni Moretti verrebbe voglia di urlare "D'Alema dì qualcosa di sinistra...dìci qualcosa a favore del Sud!"

Quel Sud "cornuto e mazziato", umiliato da una colonizzazione che dura da più di 150 anni, non ha avuto né uno straccio di partito di sinistra né una sua corrente che lo ponesse al centro dell'agenda politica, nonostante la drammaticità della situazione fosse evidente anche prima degli ultimi rapporti dell'ISTAT o dello Svimez.

Visti i risultati non possiamo quindi rimpiangere queste possibili uscite di scena e, più che le "rottamazioni" di Renzi, dovremmo sperare in nuovi leader a sinistra che, proprio perché dovrebbe essere una battaglia di sinistra quella di mettere al primo posto il riequilibrio territoriale, possono essere in quel caso degli inerlocutori per un movimento meridionalista.


Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
Partito del Sud

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