Inaugurato a Gaeta il 6 novembre il monumento per i Caduti dell'assedio di Gaeta (novembre 1860 - febbraio 1861) alla presenza delle autorità civili, religiose e militari e di circa 10 sindaci provenienti da tutto il Sud Italia e dal comprensorio che 150 anni fa subirono le tragiche conseguenze delle rappresaglie delle truppe piemontesi.
La cerimonia è iniziata in aula consiliare con il saluto del vice sindaco di Gaeta Salvatore Di Ciaccio ai rappresentanti dei comuni presenti tra cui Pontelandolfo (BN), Tufo (AV) e Civitella del Tronto (TE). "Oggi - ha detto il vice sindaco - è una giornata importante per la nostra città che ha voluto commemorare i momenti drammatici dell'assedio alle cui vittime è dedicato il monumento vicino Porta Carlo III".
Nel suo intervento, il Sindaco Raimondi ha ricordato che l'obiettivo di questa manifestazione non è quello di "andare contro alle cerimonie ufficiali, ma di ristabilire la verità storica di quegli anni taciuta per troppo tempo". Riguardo alle polemiche sulla collocazione del monumento, secondo Raimondi si tratta di affermazioni che vanno "oltre il ridicolo - ha affermato Raimondi - Parlare di abuso edilizio per un ceppo commemorativo testimonia il basso livello a cui è giunta la politica".
Altro momento intenso vissuto in aula consiliare è stata la lettura della poesia, da parte del consigliere Mimmo Guerra, di Ferdinando Russo «'O surdato 'e Gaeta» che, attraverso il racconto di un militare borbonico, ripercorre i mesi dell'assedio e i primi momenti dello Stato unitario. Successivamente, i Sindaci si sono recati in corteo presso porta Carlo III dove è stato scoperto il monumento ai Caduti dell'Assedio di Gaeta.
"Questo monumento, nella sua semplicità, vuole ricordare le vittime civili e militari di quella battaglia ed anche tutti i morti che ci furono nel Meridione a cause dei saccheggi e degli eccidi delle truppe piemontesi. Fu una guerra fratricida e non dichiarata: l'assedio del 1860 non fu l'unico che subì Gaeta ma fu sicuramente il più terribile per violenza e disumanità - ha affermato il Sindaco di Gaeta - Non vogliamo portare avanti uno sterile revisionismo storico ma fare luce sugli eventi che portarono all'Unità nazionale per capire da dove nascono quelle fratture che sembrano dividere in maniera insanabile il nostro Paese. Capire come è avvenuta l'Unità d'Italia, senza mettere in discussione il suo valore, ci premetterebbe di capire di cosa ha veramente bisogno la nostra nazione".
"Viviamo in un'Italia libera e democratica grazie alla Resistenza, la vera guerra di liberazione dal nemico straniero, che vide protagonista il nostro territorio che si trovava nei pressi della linea Gustav: molti comuni del comprensorio del Golfo, infatti, furono decorati con le medaglie al valor civile - ha concluso Raimondi - L'Italia che vogliamo è quella repubblicana nata il 2 giugno 1946 i cui valori sono l'Unità, la Democrazia ed il rispetto dei diritti costituzionali".
Infine, come gesto simbolico, Porta Carlo III è stata chiusa dal Sindaco Raimondi e dagli altri sindaci presenti a ricordare come il 6 novembre 1860 il re Francesco II dichiarò lo stato di assedio e iniziò la resistenza dei sodati che durò fino al 13 febbraio del 1861. E proprio in quella data sarà riaperta la porta che conduceva alla fortezza di Gaeta.
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