lunedì 3 settembre 2012

Cosa chiedere a Pino Aprile e a noi stessi...



L'appello a Pino Aprile e l'incontro di Bari dell'8 settembre per molti meridionalisti come me è una tappa, importantissima ma sempre una tappa, di un lungo cammino di liberazione del Sud.
Molti ci chiedono cosa vogliamo fare e come ci organizzeremo dopo, a valle della decisione di Pino...ebbene per me ci sono alcune cose sicure ed altre che dovremmo discutere e verificare tra tutti quelli che parteciperanno al progetto.

Sicuramente noi meridionalisti del PdSUD, insieme ad altri movimenti, gruppi ed associazioni, vogliamo portare una nostra voce meridionalista autonoma nello scenario asfittico della politica italiana fin dalle prossime elezioni politiche nazionali, alcuni ritengono che le battaglie di liberazione non si fanno alle elezioni o altri che siamo ancora in pochi per poter affrontare questa grande sfida...noi non condividiamo ma rispettiamo le idee di tutti, però chiediamo lo stesso rispetto per le nostre idee e per le nostre scelte.
Non perdiamo più tempo in snervanti ed inutili polemiche su chi ha la strategia migliore, solo il tempo ci dirà la verità.

Altra cosa importante è che noi abbiamo scelto di proporre una leadership a Pino Aprile, ma, ovviamente non pensiamo che lui da solo possa risolvere di colpo tanti problemi della nostra terra e smussare troppe diversità della variegata galassia meridionalista, chi partecipa al progetto deve essere pronto a confrontarsi e non ragionare più con la logica che "se non c'e' questa cosa non partecipo" oppure "partecipo ma al momento opportuno alzo la voce e me ne vado".

Ovviamente noi porteremo le nostre idee di meridionalismo identitario e progressista, agli antipodi dal razzismo leghista e lontani dalla trappola delle nostalgie reazionarie o di concetti e termini oramai vetusti come "tradizionalismo" o "legittimismo", con quattro pilastri programmatici da sviluppare:
1) autonomia del Sud,  sia in termini di riassetto federale dei territori e/o di macro-regione;
2) lotta senza quartiere a tutte le mafie ed all'intreccio criminale tra le lobbies malavitose, politiche ed affaristiche;
3) incentivi all'occupazione per sviluppo hi tech ed economia sostenibile;
4) rivoluzione culturale meridionalista a partire dalla verità storica.

Come già si capisce dal messaggio dell'appello, i paletti sono per chi in passato ha governato con o ha strizzato l'occhiolino alla Lega Nord...non si può iniziare un percorso di liberazione insieme agli ascari del colonizzatore o con chi ha contribuito a dirottare i fondi FAS da Sud a Nord, vedi Micciché e molti politici meridionali che hanno fatto in passato i lacchè del governo Berlusconi-Bossi. Non solo per questo ma anche per un discorso di valori e idee, noi proporremo di allontanarci dalle destre finto-identitarie che ripropongono  i valori razzisti della Lega in salsa meridionale...il meridionalismo che sogno e che voglio è quello che include diverse visioni e con il Sud che riprenda il suo ruolo di ponte tra le civiltà occidentali, orientali ed africane, quel ponte sul Mediterraneo visto non come frontiera, o posto di blocco da presidiare, ma come luogo di scambio di esperienze e culture....andare, andare, simm' tutt' eguale affacciati alle sponde dello stesso mare e nisciun' è pirata e nisciun' è emigrante...simm' tutt' naviganti...come dice il grande Eugenio Bennato...che Mediterraneo sia!!!
Il meridionalismo che vogliamo come voglia e diritto all'uguaglianza, sia sui fatti di ieri che sulle scelte di oggi e di domani, quindi una politica progressista e sociale, critica rispetto all'appiattimento montiano di una certa sinistra ma di certo lontanissimo da derive nazionaliste con linguaggi violenti o da nostalgie fascio-cattoliche beceramente reazionarie.

Sulle nostre idee e sulle altre proposte siamo invece disposti a confrontarci, con regole chiare che stabiliremo insieme. Ci vorrà molta pazienza e tenacia, dovremmo tener conto anche del possibile cambio di scenario se cambia la legge elettorale, ma siamo pronti a dimostrare a noi stessi ed all'intero paese che siamo capaci di discutere ed organizzarci in modo democratico per costruire quel grande sogno di riscossa, di dignità e giustizia per la nostra terra.
E se Pino Aprile, con altri meridionalisti di provata fede e onestà, vorrà essere un leader di un movimento con questo caratteristiche, non potremmo che essere contenti e guardare alle prossime sfide con maggior fiducia.


Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
Partito del Sud

1 commento:

Antonio Pocobello ha detto...

Se è un discorso di un uomo del sud della strada che tende a fare insieme investendo sulla figura di Pino Aprile mi sta bene, con molte riserve, altrimenti sono buone intenzioni ma scarsamente qualitative.
Perché oggi ci stiamo impegnando ?
Perché il momento politico-economico-sociale è difficilissimo o non si vuole tener conto di questo ?
Vogliamo puntare alla seccessione o al federalismo ?
Vogliamo tener conto dell’intermezzo dei 151 anni della fine del nostro Regno delle due Sicilie o no ?
Vogliamo rifarci alla politica borbonica o no ?
Vogliamo rifarci al prototipo del primo socialismo al mondo e cioè al feudo di san Leucio o no ?
Vogliamo continuare nella continuità della nefasta rivoluzione francese o no ?
Vogliamo restare ignoranti sulla problematica monetaria – vero motivo della fine del ns Regno o no ?

Questi sono solo pochi punti dei tanti che vorrei che fossero in discussione.

A parer mio l’urgenza del momento politico ci deve vedere impegnati tutti per scalzare dal Parlamento una classe politica, tutta, che è complice dei banchieri.
Per realizzare tanto occorre saper trasformare la volontà dei cittadini, che è stramaggioranza, senza farla disperdere (che sono contro l’euro e contro l’E.U. e sono per la sovranità monetaria) da convogliare in un “Movimento Politico Provvisorio” nel quale dovrebbero confluire, mettendo da parte la propria specificità politica per una sola volta, tutti i cittadini ed i tantissimi movimenti che stanno nascendo.
Solo dopo con la sovranità monetaria acquisita (quella che ci fu strappata con l’unità d’Italia) padroni a casa nostra e consci del potere che questa determina, si ritornerebbe a votare come sempre.
Solo dopo, per me, si metterebbero sul tappeto le nostre rivendicazioni.
Prima non è possibile perché non ci sono spazi per realizzarli.
Una cosa alla volta !
Questo è il mio modesto pensiero a riguardo di questa iniziativa.