Avevo pensato più volte di scrivere qualcosa sull'evento di Bari ma ho aspettato per ragionarci sempre più "a mente fredda e cuore caldo", come diceva un grande del meridionalismo come Francesco Saverio Nitti.
Nel frattempo ho letto e condiviso molti spunti dagli articoli su Eleaml e di Guglielmo Di Grezia, ovviamente sono ancora più in linea con quello scritto dall'amico Andrea Balia.
Nonostante molto sia stato già detto, voglio aggiungere sinteticamente una valutazione personale.
Per prima cosa, l'evento di Bari è stato un successo di partecipazione e di aggregazione, in una città importante del Sud e in un luogo istituzionale, con la partecipazione del sindaco della seconda città del Sud continentale.
Per seconda cosa, noi non sapevamo, e credo nessuno sapesse fino in fondo, cosa e come voleva rispondere Pino Aprile all'appello che il nostro movimento insieme ad altri gli aveva lanciato il 14.luglio con una lettera aperta. Ovviamente, conoscendo Pino, sapevamo o meglio potevamo intuire che molto probabilmente avrebbe scelto di partecipare non come leader politico ma come portavoce o comunicatore ma, con l'onestà e la correttezza che credo che ci contraddistingua, non abbiamo fatto alcuna pressione e l'abbiamo lasciato scegliere liberamente. C'è invece chi non l'ha fatto, ad esempio con telefonate o deliranti e sgrammaticati messaggi in rete per convincerlo a desistere, solo per miseri interessi di botteguccia e salvaguardia del proprio simboletto ed orticello, ognuno può trarre le sue logiche conclusioni e mi rifiuto di entrare nella palude della polemica con certi personaggi che hanno solo quest'arma a disposizione. Questo per non parlare di altri personaggi ancora più farneticanti che attaccano Pino Aprile per invidia e gelosia del suo successo, come spesso accade quando qualche meridionale ha successo bisogna contrastarlo e demolirlo con sospetti e veleni...con loro non c'e' da sprecare nemmeno un minuto.
Chi poi dice che sapeva nei minimi dettagli cosa avrebbe risposto Pino Aprile, ebbene lo dice o per stupidità o perché è in malafede...per molte persone, come già detto da Andrea, Guglielmo e altri, si tratta di difesa del proprio simboletto e per questi personaggi c'e' stato un grosso sospiro di sollievo perché hanno evitato di competere con la persona più in vista e famosa del meridionalismo odierno, salvando così il loro piccolo gruppetto dall'essere relegato nell'angolo della dimenticanza assoluta e totale. Noi non potevamo costringere Pino a dire esattamente le cose che avremmo voluto sentire ma, detto questo, non possiamo che salutare con gioia sia la nascita di un giornale del Sud che quella di un'aggregazione meridionalista che sta individuando il proprio leader politico, la propria base in crescita ed il proprio cammino in sinergia con la grande avventura editoriale meridionalista di Pino.
Infine c'è ancora chi non capisce, o a volte non vuole capire, che a Bari è partito un movimento nuovo che, nato da un'aggregazione promossa del PdSUD e altri movimenti e associazioni con tantissimi singoli che hanno aderito con entusiasmo, è aperta alla parte migliore del meridionalismo, con un progetto e dei valori. Ovviamente e' un progetto appena partito e che ancora non si sa perfettamente nei minimi particolari dove e quando approda (giusto per chiarire le solite dietrologie dei soliti idioti che diranno che già e' tutto predefinito in termini di posizionamento politico ed alleanze...). L'obiettivo e' però chiarissimo, avere un peso politico dall'elezioni del prossimo anno nel desolante scenario politico italiano di oggi e non limitarsi alla sola, giusta ed insopprimibile, lamentela meridionalista sia sulla storia negata della "malaunità" che sul Sud calpestato dalla politica attuale italiana o peggio ancora al ridiseganre cartine, nazioni e confini solo su facebook..
E' chiaro altresì, sia dal testo dell'appello che da quanto detto a Bari, i valori del meridionalismo per noi sono quelli dell'antirazzismo, dell'antimafia e della solidarietà insieme al tema dell'identità meridionale e mediterranea, non il ripiegamento in piccole patrie o in derive antistoriche anti-italiane o anti-europeiste che non solo sono inconcepibili per le possibilità di realizzazione ma soprattutto non troverebbero terreno fertile nel nostro popolo, pacifico e restio a trasformarsi in una Lega in salsa meridionale e per fortuna aggiungerei io. Volere un paese più giusto, un'Italia ed un Europa più giusta non significa per noi "chiudersi" ma aprirsi, anche e soprattutto con una concezione mediterranea dell'Europa diversa da quella nord-centrica di Berlusconi, Bossi e Tremonti ieri (con l'appoggio dei soliti ascari meridionali...) e di Monti oggi.
E' chiaro altresì, sia dal testo dell'appello che da quanto detto a Bari, i valori del meridionalismo per noi sono quelli dell'antirazzismo, dell'antimafia e della solidarietà insieme al tema dell'identità meridionale e mediterranea, non il ripiegamento in piccole patrie o in derive antistoriche anti-italiane o anti-europeiste che non solo sono inconcepibili per le possibilità di realizzazione ma soprattutto non troverebbero terreno fertile nel nostro popolo, pacifico e restio a trasformarsi in una Lega in salsa meridionale e per fortuna aggiungerei io. Volere un paese più giusto, un'Italia ed un Europa più giusta non significa per noi "chiudersi" ma aprirsi, anche e soprattutto con una concezione mediterranea dell'Europa diversa da quella nord-centrica di Berlusconi, Bossi e Tremonti ieri (con l'appoggio dei soliti ascari meridionali...) e di Monti oggi.
Chi non ha capito tutto questo, o perché non ci arriva o perché ammalato della solita sindrome meridionale che è più importante la sua singola "fissazione" del "si dovrebbe" rispetto alle priorità organizzative e di tempi del progetto, è rimasto alla finestra o probabilmente ci sarà anche qualcuno che se ne andrà dopo Bari, ma siamo sicuri che molti di più arriveranno e il movimento crescerà. Dobbiamo assolutamente evitare gli errori del passato con le generiche adunate meridionaliste, dove ognuno voleva il suo piccolo palco e ricevere la usa dose di applausi, ci si raccontava tra di noi sempre le solite cose su una colonizzazione che dura da più di 150 anni e si tornava a casa senza uno straccio di proposta su come reagire e come andare avanti o su come realmente crescere nei numeri e nella visibilità con i mezzi economici che si hanno e non quelli che i presume arriveranno o che "si dovrebbe" avere.
E' necessaria anche una considerazione sul giornale annunciato da Pino Aprile a Bari, di sicuro sarà un'avventura difficile e importante, noi non possiamo che augurarci che l'iniziativa cresca e diventi una realtà per avere un'importante voce autonoma del Sud, dando anche il nostro piccolo contributo....anche qui, chi fa ancora i calcoli di botteguccia e spera che questo evento possa andare bene solo al suo gruppetto, davvero ha capito poco sia di Pino Aprile che dell'iniziativa.
Il giornale del Sud, in sinergia con un'iniziativa politica visibile e concreta, sarebbe l'ulteriore passo avanti: si passerebbe finalmente dal meridionalismo della sola rivendicazione storica, della sola protesta e del "tanto sono tutti uguali" che spesso sfocia in confuse scelte reazionarie e non riesce a superare la censura mediatica di sistema rimanendo confinati nel ghetto del folklore nostalgico, al meridionalismo del fare e della speranza concreta, reale e visibile per la nostra terra.
Enzo Riccio
Segr. Org. nazionale
Partito del Sud
Il giornale del Sud, in sinergia con un'iniziativa politica visibile e concreta, sarebbe l'ulteriore passo avanti: si passerebbe finalmente dal meridionalismo della sola rivendicazione storica, della sola protesta e del "tanto sono tutti uguali" che spesso sfocia in confuse scelte reazionarie e non riesce a superare la censura mediatica di sistema rimanendo confinati nel ghetto del folklore nostalgico, al meridionalismo del fare e della speranza concreta, reale e visibile per la nostra terra.
Enzo Riccio
Segr. Org. nazionale
Partito del Sud
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