venerdì 30 novembre 2012

Il dramma di Taranto e le scelte sbagliate del Sud e della sinistra

Il dramma dell'ILVA di Taranto e del bivio tragico al quale siamo arrivati della scelta tra lavoro e salute, nonostante molte dichiarazioni di circostanza che si sentono dal governo e anche dalla sinistra come necessità di coniugare entrambe, è un chiaro segnale che le scelte strategiche di questo paese, anche e soprattutto al Sud, sono state errate e mi sembra strano che qualcuno ancora non abbia posto il problema in questi termini.

Massimo rispetto per i lavoratori dell'ILVA e per la loro dignitosa lotta per il posto di lavoro, ma qualcuno deve dire che il futuro del Sud non può essere queste mostruosità, questi mega-impianti che saranno destinati a sparire non solo dall'Italia ma dall'intera Europa.

E' un po' lo stesso errore che si fece con Bagnoli negli anni '60-'70, un errore fatale per lo sviluppo della zona flegrea che la sinistra difese ostinatamente all'epoca contro tutto e tutti non solo per salvaguardare (giustamente) il posto di lavoro degli operai ma anche per salvaguardare un suo bacino elettorale. Alla fine poi Bagnoli chiuse. Oggi si dice che ILVA guadagna...ma per quanto tempo? A quali costi per il territorio?
Gli ultimi padroni dell'ILVA, la famiglia Riva, sono i classici imprenditori settentrionali che privatizzano i profitti e rendono pubbliche le perdite, la loro storia è un pò un classico dell'imprenditoria padana, simile a quella dei "capitani coraggiosi" come Colaninno e Gnutti, "cavalieri" alla Berlusconi...sempre pronti ad approfittare dei favori della politica, spacciandosi anche per "patrioti" come nella vergognosa vicenda della cordata per Alitalia dove ci sono tutti insieme.appassionatamente, infatti i Gavio e i Benetton oltre alla famiglia Riva sono i soci principali di CAI che detiene il 75% delle azioni di Alitalia per un po' e poi li venderà ad AirFrance, un vero capolavoro di business criminale pianificato dal governo Berlusconi.
Per non parlare della solita assenza della stessa politica, nazionale e locale...ma se i Riva finanziano destra e sinistra e se il governo Monti si appresta a varare una legge salva-ILVA che renderà Taranto sito di "interesse strategico" cioè zona franca (dalle leggi di tutela ambientale) come Acerra e altre discariche del Sud, il quadro criminale è completo.
Visto che siamo in tema di slogan...io sono con i magistrati di Taranto senza se e sena ma, questo non significa non essere solidali coi lavoratori e sarei per applicare pene severissime alla proprietà ILVA come ha provocatoriamente detto Pino Aprile pochi giorni fa. 

Se pensiamo ad un arco temporale medio-lungo poi, non credo che l'industria pesante abbia possibilità di sopravvivenza non solo a Taranto ma in tutto il Sud, in Italia e oserei dire nell'intera Europa. Non voglio dire che dobbiamo pensare a smantellare subito le (poche) industrie rimaste ma bisogna iniziare a pensare ad un grande processo di riconversione, un processo che traghetti il paese in un'era post-industriale dove conteranno più le idee che le merci. E se questo non si capisce in Italia, e non mi pare che si stia capendo, anche ascoltando le frasi fatte su Taranto dei Bersani e dei Renzi e perfino di Vendola che tra i pretendenti alle primarie del centro-sinistra mi sembrava di gran lunga il migliore, dobbiamo essere noi meridionalisti a pensarlo per il Sud. Un pensiero autonomo che dovrà decidere autonomamente il destino ed il futuro della nostra terra, mai più ILVA e mai più Sulcis che inquinano e sono a serio rischio competitivo con analoghi impianti in Oriente, tra l'altro pagando le tasse non dove inquinano ma dove hanno la loro sede legale che è quasi sempre al Centro-Nord, sempre più centri di ricerca e fabbriche di idee.



Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
Partito del Sud

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