Ricevo questo articolo, contenente alcune interessanti considerazioni anche sugli obiettivi da porsi per il nostro Partito, da Vincenzo Cesario Coord. Provinciale del PdSUD di Verona e posto condividendolo in toto:
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Di Vincenzo Cesario
I recenti fatti di cronaca che hanno fatto emergere il profondo malaffare dentro la Lega Nord, meritano una ampia riflessione che interessa molto da vicino il destino dei Sud, e in particolare il nostro partito, affinchè mediti interventi e strategie politiche future, volte a stravolgere dalle fondamenta, una situazione estremamente sfavorevole per le nostre terre e i nostri popoli, a tutti i livelli: sociale, culturale, politico e economico.
E’ un compito immane, di cui il Partito del Sud deve acquisirne consapevolezza, essendo al momento l’unico movimento d’ispirazione meridionalista (scontata l’esclusione dei partiti falso-meridionalisti dei vari Miccichè, Iannaccone, Poli Bortone, Lombardo) a fare politica attiva con passione e volontà che non mancano, ma che non possono bastare.
Se torniamo ad analizzare gli scandali recenti della Lega Nord, pur non mancando l’interesse dei mass-media, si nota, da parte del mondo dell’informazione e della politica, una generale tendenza ad ammortizzarne la gravità, celebrando addirittura Bossi come uno statista che è incappato in un banale incidente di percorso (Bruno Vespa sic!).
Questo non tenendo minimamente da conto lo sconcertante curriculum del fondatore della Lega Nord, che già agli albori della sua carriera politica, intascava tangenti Enimont alla stessa stregua di democristiani e socialisti, e che, considerata la sua turpe storia ignorata dal grande pubblico, sarebbe stato più realistico accostare a Mamma Ebe e Vanna Marchi, piuttosto che a De Gasperi e Togliatti.
D’altro canto quanto scoperto di recente sulla Lega Nord, non rappresenta per nulla un fulmine a ciel sereno, in quanto già decine di esponenti leghisti risultano indagati o condannati a reati dei più vari: dal peculato al riciclaggio, dall’evasione fiscale al millantato credito, dalla concussione alla truffa, dallo sfruttamento della prostituzione allo stupro (tutto questo è ampiamente documentato); ma tutto ciò passa inspiegabilmente in second’ordine e la Lega Nord continua ad essere contrabbandata come il movimento che rappresenta, in positivo, la diversità.
Ciò nonostante l’evidenza che, dovunque governi, esercita il potere attraverso clientele e nepotismo tali da fare impallidire i partiti della prima repubblica; ma anche questo viene totalmente celato dall’informazione, esclusa qualche solita eccezione (es. Report in una recente trasmissione su Verona).
Il mondo dell’informazione dimostra un inspiegabile livello di tolleranza anche verso le posizioni palesemente razzistiche, in nome del bisogno di ordine e onestà della gente del Nord di cui la Lega si erge da estrema portavoce, così che i suoi rappresentanti imperversino in televisione, e pur esponendo argomentazioni da osteria, vengono riveriti dai conduttori e nessuno li contraddice.
Capita, in una importante trasmissione, che un rappresentante della Lega si lamenti del fatto che i controlli fiscali avvengano a Cortina d’Ampezzo e non allo Zen di Palermo, senza che uno straccio di politico o giornalista ne evidenzi la palese incongruenza di simile comparazione.
Oppure l’omnipresente Salvini che non perde occasione di ricordare che il Nord paga 60 (a volte diventano anche 70 o 80) miliardi di euro di tasse, senza che mai un politico o giornalista gli ricordi che su 72 miliardi di beni di consumo, spesi al Sud, ben 63 vanno al Nord e che non rappresenta una anomalia il fatto che a pagare più tasse siano coloro che maggiormente guadagnano e che, semmai l’anomalia riguarda il fatto che la parte del paese più ricca è tale perchè guadagna, in maniera sproporzionata, rispetto alla parte più povera.
Se poi succede che qualcuno osi mettere in discussione la purezza della Lega, come di recente è capitato a Roberto Saviano, che ipotizzava dei legami con la 'Ndrangheta, ecco che scatta la controinformazione-propaganda con Maroni a cui gli si concede, per oltre un mese, di andare in televisione a smentire e diffamare il povero scrittore, il cui tempo, galantuomo, gli ha dato ragione, senza che poi un cane di giornalista abbia denunciato l’onta e la figuraccia di Maroni che, candidandosi a nuovo leader, si dimostra nella migliore delle ipotesi un oggetto estraneo al suo movimento.
Non riveste poi alcuna meraviglia che, nell’informazione pubblica e privata, non ci sia anima viva che solamente accenni o si domandi sulle condizioni storiche che possano aver reso il Sud così povero e arretrato, sostenendo così direttamente o indirettamente le tesi leghiste sulle responsabilità oggettive e soggettive delle regioni meridionali e dei suoi abitanti: i grandi meridionalisti Nitti, Salvemini, Gramsci, Dorso, Sturzo, Fortunato sembra che non siano mai esistiti per l’informazione di regime e non.
Ma l’aspetto che colpisce di più si può trarre da un recente editoriale del Corriere della Sera, a firma P.G. Battista, che nel celebrare Bossi (anche lui, sic!), afferma che egli ha avuto il grande merito di far emergere la questione settentrionale.
Passano così in second’ordine tutte le buffonate, le volgarità, la propaganda, il populismo e le analisi grossolane messe in atto da autorevoli esponenti della lega, e persino il regalo più grande che recentemente hanno fatto alla nazione, cioè la condanna dell’Alta Corte di Strasburgo per violazione dei diritti umani per gli immigrati morti nel Canale di Sicilia; la Lega non si discute perché portatrice delle istanze del Nord.
Questo rappresenta il punto cruciale: la Lega nell’appropriarsi della questione settentrionale, è riuscita contestualmente a cancellare definitivamente dall’agenda politica la questione meridionale, e ciò risulta ancora più sconcertante se si tiene conto del fatto che oggi il Sud versa in condizioni peggiori rispetto a 30-40 anni fa, quando, seppur affrontandolo in modo insufficiente e sbagliato, il mondo politico almeno riconosceva i problemi del Sud.
Resta un paradosso tutto italiano il fatto che la questione meridionale, essendo stata affrontata male in passato, viene totalmente cancellata, invece di analizzarne gli errori e correggerne l’approccio.
Risulta per alcuni aspetti surreale che, per il mondo politico (compresi i parlamentari meridionali ahimè), il problema principale del paese sia che la parte che più ricca non lo sia a sufficienza per colpa della parte più povera.
Rispetto a quanto descritto finora si possono così individuare due aspetti cruciali:
- la Lega Nord è un cancro infiltratosi nel mondo dell’informazione, della cultura e del potere, di cui la società si è assuefatta, e non ci si illuda che verrà intaccato significativamente dalle vicende politico-giudiziarie di questi giorni, in quanto ha già offerto prova di essere in grado di nascondere le parti peggiori, che non sono poche, con la connivenza dell’informazione e dei poteri forti.
- La Lega Nord è il peggiore nemico del Sud, nonostante altri movimenti meridionalisti tendono a non riconoscerlo, appellandosi al fatto che il Nord è sempre stato contro il Sud a prescindere dalla Lega. Questo è vero solo in parte, ma la Lega è riuscita a far cancellare totalmente la questione meridionale.
Semmai volessimo porre qualche speranza sul nuovo governo, non ci resta che piangere: in una recente intervista, il sempre presente, sottosegretario all’economia Polillo ha affermato che non è compito dello Stato intervenire sui destini economici dei vari territori, ma questo dipende soltanto dal mercato; dimenticando, o ignorando, che lo stato ha l’obbligo di creare le condizioni affinchè un territorio possa svilupparsi (vedi voce infrastrutture, e non solo), altrimenti Polillo dovrebbe spiegarci a cosa serve la politica.
A questo punto si può capire quale fardello e arduo compito si mette sulle spalle il Partito del Sud in una sfida durissima e con presupposti ampiamente sfavorevoli: siamo da soli, siamo in pochi, abbiamo scarsa visibilità, siamo senza risorse; abbiamo inoltre contro di noi il mondo economico, politico e informativo.
- Crescere sia sul piano quantitativo che qualitativo
- Acquisire un’identità politica esclusiva, riconoscibile, che non venga confusa con altri movimenti o partiti
- Acquisire visibilità, senza la quale il Sud non ha voce
- Proporre un progetto politico assolutamente peculiare ma semplice e innovativo e che offra soprattutto, le più ampie garanzie di trasparenza ai cittadini meridionali, a maggior ragione in un periodo di totale sfiducia verso i partiti tradizionali, marcando una totale discontinuità con il passato, ad esempio attraverso il ripudio di qualsiasi forma di clientelismo.
- Creare convergenze con la società meridionale nel complesso (mondo produttivo, sindacale, giovani).
- Contrapporsi senza compromessi alla Lega Nord, dimostrando e offrendo ampie garanzie di non rappresentare, neanche minimamente, una Lega Sud riveduta e corretta, marcandone la totale diversità tra noi e loro: non abbiamo bisogno di alcun artificio etnico-culturale (vedi invenzione della Padania) in quanto abbiamo un’identità culturale più che solida, non siamo razzisti, non siamo populisti, non siamo separatisti, non vogliamo alcuna elemosina, vogliamo soltanto un’unità nazionale più giusta e equilibrata e che il Sud possa essere messo in condizioni di poter avere un futuro.
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