martedì 24 aprile 2012

Articolo e foto di F.Straticò sull'evento del 21/04 a Longobardi (CS)


Che la storia che ci viene tramandata dai libri di scuola non sia proprio corretta, ormai è risaputo. Da più parti, e da eminenti storici e “revisionisti”, è stata portata avanti la tesi che l’unificazione d’Italia altro non sia stata che una vera annessione. A Longobardi, sabato scorso, il neonato Partito del Sud ha voluto discutere sul tema, ormai neanche più tanto controverso ma che non è affatto noto ai più. “1861: l’inizio… l’altra storia”: da qui è partita la discussione, che ha visto partecipare Giuseppe Spadafora, Coordinatore per la Calabria del Partito del Sud, Franco Gaudio, consigliere comunale di Longobardi, Giovanni Manoccio, sindaco di Acquaformosa, ed Enzo Riccio, Segretario Organizzativo Nazionale del Partito del Sud. Assente per problemi di salute Rocco Biondi, studioso di brigantaggio. Il meridionalismo è stato al centro dell’ampio dibattito, che ha visto anche la presenza di diversi sindaci del comprensorio, come quello di Falconara Albanese, Ercole Conti, e quello di San Pietro in Amantea, Gioacchino Lorelli. E citiamo il saluto del sindaco di Longobardi, Giacinto Mannarino, che ha subito ricordato che “nel 2009 i fondi per il maltempo per il Sud furono destinati a tutt’altro, finanziarono perfino i traghetti sul Lago di Garda, che area tanto sottosviluppata non è”. Ma veniamo al dibattito vero e proprio. Franco Gaudio ha ammesso di essersi “avvicinato a questi temi dopo aver visto, in libreria, il libro “Terroni” di Pino Aprile, che ha venduto centinaia di migliaia di copie”. “E mi sono chiesto come mai un libro vendesse tanto, in un momento di crisi e in cui si legge poco. Da quando mi sto occupando di questi temi, un paio d’anni, mi sento più forte e orgoglioso di essere terrone”, ha detto Gaudio. Parola al sindaco di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, battagliero come sempre. Che ha ricordato le diverse iniziative a favore dei migranti, partite proprio dal Sud. “L’idea di ospitare i migranti è nata quando è tornato in paese un ragazzo, figlio di emigrati, in preda ad un esaurimento nervoso perchè al nord era vessato solo per essere meridionale. Da qui è nata anche l’idea del Paese Deleghistizzato”, ha sottolineato Manoccio. “Da allora ho partecipato più volte a programmi di Radio Padania e ho potuto spiegare, tra una telefonata di aggressione e un’altra, in cui ci accusavano di essere solo assistiti e tutti ‘ndranghetisti, come i fondi cosiddetti “straordinari” erano sempre meno di quelli che normalmente dovrebbero essere assegnati al Sud”, ha deto Manoccio. Tocca a Giuseppe Spadafora, che si intrattiene sull’esame del termine “borbonico”: il suo significato è di arretratezza, un termine comunque utilizzato in chiave negativa. Ma solo in Italia: se si va in Spagna o in Francia, il termine assume tutt’altro significato. E ci sta a puntino la proiezione di un filmato che evidenzia come, prima dell’unificazione (o meglio “annessione”), il Sud Italia era ai vertici della tecnologia in Europa per le industrie, a Napoli era stato approvato il primo piano regolatore mai fatto al mondo, aveva più giornali, pubblicazioni e medici che in qualunque altro luogo e la mortalità infantile più bassa d’Europa. E in Sicilia c’erano 100 stazioni telegrafiche, distrutte sistematicamente dai piemontesi. Solo per citare qualche dato. Ma è tutto ritrovabile con una breve ricerca, anche in rete. Prima dell’apertura della discussione a tutti, l’intervento di Enzo Riccio, segretario organizzativo del movimento, ingegnere. E per questo che ama i numeri. E cita un libro di Gianfranco Viesti, docente di economia all’università di Bari. Che fa le pulci ai conti dello Stato e scomunica le affermazioni dei “nordisti per forza”, che affermano che i fiumi di denaro che sono arrivati al Sud (e questo è vero…) siano superiori a quanto assegnato al Nord. I numeri non mentono: il Nord prende sempre di più. Anche in questo caso, basta cercare per trovare la documentazione. “Noi siamo nati per legittima difesa”, dice Riccio. “Facciamo una battaglia per il Sud dell’Italia e anche per il Sud del mondo. La sinistra italiana si batte di più per il Sud del mondo che per quello dell’Italia”. “Ci dicono che siamo sovversivi se raccontiamo la vera storia d’Italia. Ma non dicono ai leghisti che sono sovversivi quando affermano di volere la secessione. Noi non vogliamo secessioni, ma solo un Paese più giusto, un federalismo che parta dal Sud, perchè le regole le vogliamo scrivere anche noi”, dice Riccio. “E senza mai fare un passo indietro nella lotta alle mafie, che sono una delle ragioni della colonizzazione del Sud”. L’incontro è stato davvero l’occasione per dire che è il momento di riappropriarsi della verità storica, il momento di riscoprire un orgoglio e una volontà che il Sud aveva. Ma che l’Italia, questa di oggi, gli ha tolto.


di Francesco Straticò


Fonte: TeleCosenza









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