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Sulle colonne dei giornali
l’argomento “crisi economica” si
trasforma nell’ennesimo spartiacque, nell’ennesima riconferma di un’Italia
divisa e frammentata: al Nord le industrie in balia dei mercati (di oggi la notizia che il Fondo Monetario
Internazionale reinvia al 2017 il bilancio di pareggio, con buona pace di Monti
& co). Al Sud, invece, l’atavica carenza di lavoro, croce di un
Mezzogiorno storicamente bollato come fannullone, presta il fianco alle crescenti
offerte di assunzione della malavita ai danni delle migliaia di disoccupati
meridionali.
Se infatti i dati ci indicano che
nel 2010 si è registrato quasi un morto al giorno per cause di natura economica
(Fonte Eures), - parliamo di suicidi
concentrati quasi prevalentemente nelle zone ricche del Paese -, il Meridione
si mostra più attaccato alla pellaccia e più esposto ad ingrossare le fila
della criminalità organizzata, ultimo approdo per sfuggire ai morsi della
miseria e della fame. Solo la Campania vanta 200 mila disoccupati cronici che
costituiscono, oggi come ieri, il terreno fertile, l’humus dal quale la Camorra attinge a piene mani la propria
manovalanza. A cui non si richiede alcun curriculum, alcuna raccomandazione,
nessuna esperienza pregressa. Solo una buona dose di disperazione. E di questa
il Sud ne ha da esportare in quantità considerevoli.
Ma ricordiamolo e ricordiamocelo.
In queste Terre non si è aspettato il fallimento della Lehman Brothers; non si è atteso lo scricchiolio di Eurolandia che
ha messo in ginocchio paesi come la Grecia e altri, come il Portogallo e la
Spagna, pronti alla genuflessione.
Qui la crisi, che poi vuol dire povertà,
illegalità, arretratezza, ha origini assai più antiche che quasi non fa più
paura. O meglio. E’ una paura con la quale si convive da troppo tempo, che si è
cercata di addomesticare e di imbrigliare come meglio si poteva. Qui la crisi
ha accarezzato la nuca dei nostri nonni costretti ad emigrare oltre oceano; dei
nostri padri, a capo chino nei campi di cotone settentrionali; e dei loro
figli, più sradicati che globalizzati. Tanto il Nord colonizzatore, quanto la
mafia hanno spadroneggiato (e continuano a farlo!) sulle disgrazie del Popolo
Meridionale. Che qualcuno, spocchiosamente, accusa di vittimismo. Questa
maledetta crisi passerà. Dovrà passare. E poi? Quale altra scusa ci si
inventerà per continuare a tenere sotto schiaffo il Sud?
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