lunedì 23 aprile 2012

SUD, ORA E’ IL MOMENTO di A. Orofino



Donne, giovani e Mezzogiorno. Nell’italietta che guarda sempre alle Alpi, e quasi mai al Mediterraneo, questa è la trinità degli sfigati per eccellenza. Un trittico, - che vuole i primi due soggetti vivere in 
condizioni di forte disagio soprattutto nel Meridione -, raffigurante un unico grande nodo irrisolto: la questione meridionale.
Casomai avessimo dei dubbi sullo stato di salute del Sud e dei suoi cittadini, potremmo rivolgerci all’Istat per fare chiarezza. E così magari scoprire che il 27,2% è la quota di chi nel Mezzogiorno lavorerebbe, ma, rassegnato, non cerca più occupazione. Un indicatore, due volte e mezzo quello nazionale (!), che rimanda ad una porzione di paese completamente fuori dai giochi. Spazzato via da ogni forma di competizione
sociale ed economica. Intrappolato nelle maglie del lavoro nero che fugge le statistiche e alimenta i serbatoi della criminalità organizzata.
Per intenderci: un terzo degli inattivi della UE a 27 vive in Italia. Facile indovinare
dove queste persone si vadano a posizionare nella geografia dello stivale. Ancor
più facile, poi, domandarsi come il Sud possa invertire questa discesa nell’Ade, se
all’orizzonte mancano concrete azioni di risanamento.
Mai come in questo momento storico si rende necessaria una rivoluzione culturale,
che divenga anche economica. Gli anni ’90 videro la caduta della Prima Repubblica
e l’affermarsi di forze nuove, tra cui la Lega Nord per l’indipendenza della Padania,
che si proposero di fare piazza pulita della corruzione e del malaffare italiota. Venti
anni dopo, ridimensionatosi il “miracolo” berlusconiano e ammainatosi il rauco
carisma padano, il Paese si ritrova a fare i conti con le stesse abitudini truffaldine del
passato. Commissariata e in recessione, l’Italia si arrabatta a destra e a sinistra, tra
partitucoli insipienti e chiassosi movimenti di antipolitica. Non c’è dubbio che le cure,
quand’anche ci fossero, verranno adoperate per calmierare le febbri del Nord, mentre
per un Sud morente ci potrà essere, tutt’al più, occasione per una estrema unzione di
cortesia.
In questo Paese immobiliare dove le case si acquistano, si ristrutturano e si affittano
all’insaputa dei loro proprietari, il Meridione non potrà e non dovrà rimanere inerme,
appollaiato sul davanzale, ad aspettare che passi la marea. Deve ora alzare la testa e
cominciare a muovere le sue pedine nello scacchiere nazionale. A rivendicare i suoi
spazi ed esigere i propri diritti. Trovando in sé la forza e gli strumenti per reagire,
senza affidarsi a improbabili promesse pre-elettorali. Perché, come disse qualcuno,
l’Italia sarà quel che il Sud sarà!


Alessandro Orofino

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