lunedì 23 gennaio 2012

"Fuoco del Sud? – Forconi, per ora!" di Lino Patruno


Fuoco del Sud? – Forconi, per ora!


di Lino Patruno

Come era naturale e inevitabile, il Fuoco del Sud sta esplodendo. Lo dicevo nel mio libro così intitolato per l’editore Rubbettino e uscito nel marzo scorso: c’è un fuoco tanto sofferto quanto ignorato, si annuncia una insurrezione non soltanto delle coscienze. Meno di un anno dopo, il infiamma la Sicilia.
Dopo i camionisti, gli agricoltori, i pescatori, gli edili, scendono in piazza le scuole, i centri sociali, alcuni sacerdoti. Si bruciano i tricolori. E su Facebook, la rivolta trova adepti, al momento solo in rete, in Calabria, Campania, Puglia.
Ovvio che si tema la strumentalizzazione politica, ovvio che ci si interroghi sulla presenza dell’estremadestra dietro la rivolta, ovvio che si lanci l’allarme su infiltrazioni della mafia, ovvio che incomba il vecchio “Boia chi molla”. Avviene ogni volta che il Sud alza la testa. Ma le ragioni del grido che si leva dalla Sicilia non risiedono né nei Vespri né nei Fasci né nella riottosità di un’isola sempre insofferente. Le ragioni sono tutte nelle condizioni di chi sia pure metaforicamente i forconi li impugna. Anche se i forconi non possono piacere a nessuno.
Il Sud non ce la fa più, e da tempo. Tradito da una politica che non ne ha mai rappresentato la sofferenza. Tradito da
 un’economia che gli ha sempre assegnato un ruolo di colonizzato. Col triplo della disoccupazione rispetto al resto del Paese, il quadruplo della disoccupazione giovanile, il doppio delle famiglie povere, decine di migliaia di giovani che ogni anno continuano a emigrare. E con le sue potenzialità di sviluppo sempre soffocate e ignorate da uno statalismo senza Stato. Sud sempre tacciato di voler essere assistito. Ma mai assecondato, nella sua voglia di fare da solo, da infrastrutture che non siano un’autostrada come la Salerno-Reggio Calabria in costruzione da cinquant’anni, o ferrovie che non siano ancora più lente di vent’anni fa.
Aggiungevo nel libro che sarebbe bastata una scintilla. Forconi, per ora.


Fonte : Lino Patruno

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