giovedì 24 maggio 2012

AL NORD PROVE DI CAMBIAMENTO, AL SUD RITORNO AL PASSATO di A. Orofino



Ricevo e posto quest'interessante articolo del nuovo amico della sezione romana del PdSUD Alessandro Orofino di cui condividiamo soprattutto la delusione per il risultato di Palermo, dove Orlando torna a fare il sindaco (per la 4 volta!!!) e secondo noi rappresenta la vecchia politica, con i partiti tradizionali e soprattutto PdL e Lega Nord oramai alla deriva....su Grillo e sul suo boom al Nord vedremo se dopo la vittoria del voto di protesta ci sarà anche la buona amministrazione, nel Sud oltre il caso Palermo ci sono già alcuni casi di buona amministrazione e comunque con la crisi della vecchia politica il Partito del Sud ha un notevole potenziale!
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di Alessandro Orofino

La Parma dei grillini non è il solo ombelico d’Italia. Anche il Sud ha la sua piazza sussultante, il suo paradigma dove sepolcri imbiancati vagolano con una politica che non si fa mai nuova, ma che tutt’al più si dà una incipriata. La città è Palermo. La sede è il Palazzo delle Aquile. A sedere sulla poltrona del Primo Cittadino è Leoluca Orlando che, forte di una vittoria bulgara, ritorna per la QUARTA volta a guidare il capoluogo siciliano. Lui, che il Sindaco lo sa fare. Che a furor di popolo riprende le redini del governo nella città che oggi ricorda quel Giovanni Falcone con il quale il neo sindaco entrò in aperto conflitto.
Nel porto hanno attraccato le navi della Legalità. Un tripudio di giovani sciamerà lungo le vie di Palermo per gridare “NO” alla Mafia, a tutte le mafie. Perché il Sud ha bisogno di cambiare, di voltare pagina. 
Ma in maniera radicale, liberandosi dai tentacoli della criminalità organizzata. E questo può avvenire solo con una politica nuova, non con un restyling della vecchia. Con volti freschi, puliti, che parlino un linguaggio diverso rispetto a quello del passato. E invece. La politica che ha vinto a Palermo è una politica del già visto, che difficilmente ingaggerà rivoluzioni. Una politica stantia, che puzza di vecchio. Quella politica del freno a mano tirato che si afferma in tanti territori del Mezzogiorno. E che lo avvita ancora di più ai suoi mali antichi. Anche a questo occorre dire basta. Bisogna fare in modo che al Sud non ci si vada solo per commemorare i morti di Mafia, o ribadire che la via della giustizia è preferibile a quella dell’illegalità. Che nessun sindaco giri per le strade mostrando una rivoltella spocchiosamente attaccata alla cintola. Nessuna Stalingrado e nessuna Berlino. La Terza Repubblica comincerà davvero quando il Meridione avrà piena coscienza di sé e delle sue potenzialità. Quando al servilismo e al leccaculismo verso il Nord, verrà anteposta una cultura morale, sociale, culturale ed economica rivolta alla scoperta e alla valorizzazione delle proprie risorse. Alla Politica, quella giovane e spumeggiante, questo compito.

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