Ricevo e posto quest'interessante articolo del nuovo amico della sezione romana del PdSUD Alessandro Orofino di cui condividiamo soprattutto la delusione per il risultato di Palermo, dove Orlando torna a fare il sindaco (per la 4 volta!!!) e secondo noi rappresenta la vecchia politica, con i partiti tradizionali e soprattutto PdL e Lega Nord oramai alla deriva....su Grillo e sul suo boom al Nord vedremo se dopo la vittoria del voto di protesta ci sarà anche la buona amministrazione, nel Sud oltre il caso Palermo ci sono già alcuni casi di buona amministrazione e comunque con la crisi della vecchia politica il Partito del Sud ha un notevole potenziale!
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di Alessandro Orofino
La Parma dei grillini non è il
solo ombelico d’Italia. Anche il Sud ha la sua piazza sussultante, il suo
paradigma dove sepolcri imbiancati vagolano con una politica che non si fa mai
nuova, ma che tutt’al più si dà una incipriata. La città è Palermo. La sede è
il Palazzo delle Aquile. A sedere sulla poltrona del Primo Cittadino è Leoluca
Orlando che, forte di una vittoria bulgara, ritorna per la QUARTA volta a
guidare il capoluogo siciliano. Lui, che il Sindaco
lo sa fare. Che a furor di popolo riprende le redini del governo nella
città che oggi ricorda quel Giovanni Falcone con il quale il neo sindaco entrò
in aperto conflitto.
Nel porto hanno attraccato le navi della Legalità. Un tripudio di giovani
sciamerà lungo le vie di Palermo per gridare “NO” alla Mafia, a tutte le mafie.
Perché il Sud ha bisogno di cambiare, di voltare pagina.
Ma in maniera
radicale, liberandosi dai tentacoli della criminalità organizzata. E questo può
avvenire solo con una politica nuova, non con un restyling della vecchia. Con
volti freschi, puliti, che parlino un linguaggio diverso rispetto a quello del
passato. E invece. La politica che ha vinto a Palermo è una politica del già
visto, che difficilmente ingaggerà rivoluzioni. Una politica stantia, che puzza
di vecchio. Quella politica del freno a mano tirato che si afferma in tanti
territori del Mezzogiorno. E che lo avvita ancora di più ai suoi mali antichi. Anche
a questo occorre dire basta. Bisogna fare in modo che al Sud non ci si vada
solo per commemorare i morti di Mafia, o ribadire che la via della giustizia è
preferibile a quella dell’illegalità. Che nessun sindaco giri per le strade
mostrando una rivoltella spocchiosamente attaccata alla cintola. Nessuna
Stalingrado e nessuna Berlino. La Terza Repubblica comincerà davvero quando il
Meridione avrà piena coscienza di sé e delle sue potenzialità. Quando al
servilismo e al leccaculismo verso il Nord, verrà anteposta una cultura morale,
sociale, culturale ed economica rivolta alla scoperta e alla valorizzazione delle
proprie risorse. Alla Politica, quella giovane e spumeggiante, questo compito.
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