martedì 22 maggio 2012

Hanno fischiato l'inno di Mameli: che c'e' di male? di P. Sansonetti

Ho letto in rete e posto quest'articolo di Piero Sansonetti, articolo che spiega benissimo secondo me i motivi dei fischi all'inno di Mameli, che venivano principalmente dal settore dei napoletani, domenica sera prima della finale di Coppa Italia Juve-Napoli, vinta poi dai partenopei...alla retorica dei "fratelli d'Italia" bisogna sostituire risposte serie e concrete alla crisi economica e morale di questo paese che non e' mai stato unito da 151 anni...per non parlare di Schifani che si indigna per i fischi di domenica e non ricorda di essere stato alleato fino a pochi mesi fa con chi col tricolore si puliva le parti meno nobili o dei tanti moralisti da strapazzo che condannano i fischi ma non gli striscioni e i cori razzisti contro i napoletani...
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Hanno fischiato l'inno di Mameli: che c'è di male?
di Piero Sansonetti

Gerardo Greco era un signore di 57 anni, napoletano. Era un operaio e da tanti anni era andato a lavorare al Nord, perché dalle sue parti, in Campania, non c'era lavoro. Aveva trovato un posto in una fonderia, vicino a Ferrara. L'altra notte stava pulendo il forno della fabbrica quando è arrivato il terremoto. Per lui non c'è stato scampo. La moglie ha raccontato che stava contando i mesi che gli mancavano alla pensione. Perché voleva tornare a casa, a Napoli.
Gerardo aveva passato la sua vita al Nord, aveva offerto le sue braccia al Nord, la sua capacità di lavoro, la sua fatica, la sua intelligenza, il suo talento, le sue notti insonni. Si era fatto sfruttare dal Nord, aveva prodotto molta ricchezza per il Nord e forse aveva mandato qualche spicciolo al Sud. Non coronerà mai il suo sogno, è morto per quel maledetto terremoto e non rivedrà più Napoli.
Se avete ascoltato al telegiornale le interviste ai lavoratori della fonderia emiliana, avrete notato che gli operai, quasi tutti, o avevano un accento meridionale oppure un accento arabo. C'erano i napoletani, i calabresi, i tunisini i pakistani.
Ieri sui giornali, accanto alle notizie sul terremoto di Ferrara, c'erano le informazioni sulla partita Napoli-Juventus, la finale di coppa Italia vinta dai partenopei. E tra le notizie relative alla partita campeggiava quella sullo scandalo dei fischi. E' successo che i tifosi del Napoli hanno allegramente fischiato l'inno di Mameli. E questo ha suscitato l'indignazione del presidente del Senato, del Presidente della Repubblica, delle autorità costituite, dei giornali. E' sconvolgente – ha detto Schifani – è inaccettabile. Chissà perché Schifani (che era siciliano...) non riesce a capire. O chissà se finge di non capire. Perché mai i meridionali dovrebbero amare l'Inno di Mameli? Perché dovrebbero sentirsi romanticamente rapiti dalla retorica nazionale di una nazione che sin dal primo momento del suo esistere si è divisa in due: al Nord la ricchezza e il potere, al Sud il lavoro duro, lo sfruttamento, l'emigrazione, la povertà.
L'Italia non è una nazione unica: l'Italia è due nazioni, una di sfruttati e una di sfruttatori. Non vi pare abbastanza naturale che gli sfruttati, se gli capita di sentire l'Inno di Mameli, cioè l'Inno del Nord, non si commuovano per niente, anzi gli venga da bestemmiare?

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