Il Partito del Sud
COMUNICATO
STAMPA
Il Primo Maggio a
Pietrarsa per ricordare l’eccidio di lavoratori napoletani
Il 1° maggio 2012, il
Partito del Sud insieme alla lista civica “Ricomincio da Vella” celebrerà la
festa dei lavoratori ricordando le vittime della Reale Officina di Pietrarsa
cadute il 6 agosto del 1863 sotto le fucilate dei bersaglieri e della guardia
nazionale per difendere il loro diritto al lavoro e la loro fabbrica, orgoglio
e vanto dell’ingegno meridionale, contro la sua chiusura dettata dagli
interessi privati dell’industria del Nord.
La chiusura di
Pietrarsa, come quella di tante altre eccellenti industrie preunitarie del
Mezzogiorno, ancora offende e suscita sdegno per la cinica politica dei Savoia
che ha così dato inizio al sacco delle nostre ricchezze materiali e spirituali
e costretto un intero popolo a emigrare verso lidi lontani, esodo epocale
trasmessoci dai racconti dei nostri antenati e che è ancora vivo nella memoria
di ciascuno di noi e tristemente replicato nel secondo dopoguerra.
La manifestazione
prenderà il via con un corteo che partirà da Largo Arso di San Giorgio a
Cremano alle ore 10.30 del giorno 1° maggio per giungere nel piazzale delle
Officine a Pietrarsa, dove sarà deposta una corona di fiori ai piedi della
stele commemorativa dello scultore Bruno Galbiati ivi apposta dal Comune di
Portici il 25 settembre 1996.
Alla manifestazione
hanno già aderito le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UILTUCS, l’assessore
allo sviluppo del Comune di Napoli Marco Esposito, le associazioni
meridionaliste “Insieme per la
Rinascita ” e “Centro studi Nicola Vella”, la redazione di
“Cronache Meridionali” e la fondazione “Galbiati”.
S’invitano a partecipare
tutti i cittadini e le autorità dei tre comuni interessati di Napoli, Portici e
San Giorgio e tutte le associazioni e organizzazioni pubbliche e private
operanti sul territorio.
La manifestazione di
Pietrarsa si lega idealmente a quella che si svolgerà a Napoli in piazza del
Gesù, organizzata da Cgil, Cisl e Uil che, anche quest'anno, hanno promosso,
con Camera di Commercio, Cassa Edile e con il patrocinio del Comune di Napoli, una
“non stop” di musica e cabaret dalle 16 fino a mezzanotte, con le parole
d’ordine “crescita, lavoro, diritti e legalità”, che il Partito del Sud sostiene
in pieno.
Francesco Menna
Partito del Sud
+39 320 381 3424
Partito del Sud, Via di
Pozzuoli, 86 – 80125 Napoli








“Da allora ho partecipato più volte a programmi di Radio Padania e ho potuto spiegare, tra una telefonata di aggressione e un’altra, in cui ci accusavano di essere solo assistiti e tutti ‘ndranghetisti, come i fondi cosiddetti “straordinari” erano sempre meno di quelli che normalmente dovrebbero essere assegnati al Sud”, ha deto Manoccio. Tocca a Giuseppe Spadafora, che si intrattiene sull’esame del termine “borbonico”: il suo significato è di arretratezza, un termine comunque utilizzato in chiave negativa. Ma solo in Italia: se si va in Spagna o in Francia, il termine assume tutt’altro significato. E ci sta a puntino la proiezione di un filmato che evidenzia come, prima dell’unificazione (o meglio “annessione”), il Sud Italia era ai vertici della tecnologia in Europa per le industrie, a Napoli era stato approvato il primo piano regolatore mai fatto al mondo, aveva più giornali, pubblicazioni e medici che in qualunque altro luogo e la mortalità infantile più bassa d’Europa. E in Sicilia c’erano 100 stazioni telegrafiche, distrutte sistematicamente dai piemontesi. Solo per citare qualche dato. Ma è tutto ritrovabile con una breve ricerca, anche in rete. Prima dell’apertura della discussione a tutti, l’intervento di Enzo Riccio, segretario organizzativo del movimento, ingegnere. E per questo che ama i numeri. E cita un libro di Gianfranco Viesti, docente di economia all’università di Bari. Che fa le pulci ai conti dello Stato e scomunica le affermazioni dei “nordisti per forza”, che affermano che i fiumi di denaro che sono arrivati al Sud (e questo è vero…) siano superiori a quanto assegnato al Nord. I numeri non mentono: il Nord prende sempre di più. Anche in questo caso, basta cercare per trovare la documentazione. “Noi siamo nati per legittima difesa”, dice Riccio. “Facciamo una battaglia per il Sud dell’Italia e anche per il Sud del mondo. La sinistra italiana si batte di più per il Sud del mondo che per quello dell’Italia”. “Ci dicono che siamo sovversivi se raccontiamo la vera storia d’Italia. Ma non dicono ai leghisti che sono sovversivi quando affermano di volere la secessione. Noi non vogliamo secessioni, ma solo un Paese più giusto, un federalismo che parta dal Sud, perchè le regole le vogliamo scrivere anche noi”, dice Riccio. “E senza mai fare un passo indietro nella lotta alle mafie, che sono una delle ragioni della colonizzazione del Sud”. L’incontro è stato davvero l’occasione per dire che è il momento di riappropriarsi della verità storica, il momento di riscoprire un orgoglio e una volontà che il Sud aveva. Ma che l’Italia, questa di oggi, gli ha tolto.

